29-05-2020
Cosa hai scoperto durante il lockdown? È stata la domanda che abbiamo rivolto a decine e decine di autorevoli esponenti del giornalismo, dell'imprenditoria, della cultura, delle professioni, dell'intellettualità, della comunicazione, perché anche le lunghe settimane chiusi a casa, costringendo a cambiare le proprie abitudini, hanno consentito a molti, se non tutti, di apprezzare il servizio di produttori, fornitori di cose buone, gastronomie, pizzerie, pasticcerie, persino ristoranti con piatti speciali delivery che prima magari non conoscevamo. Ecco le risposte che abbiamo ottenuto, nella seconda puntata del nostro sondaggio, QUI LA PRIMA.
Paolo Marchi fondatore e curatore di Identità Golose Temo che le mie vere scoperte in quarantena forzata siano più legate a sensazioni mentali molto personali più che a prodotti in sé e a precisi servizi di delivery, che non sono mancati e che mi hanno deliziato, da Gong a Iyo, da Vittorio a Langosteria e Wicky’s, ai formaggi di malga del progetto Carnal. Mangiare bene però, e sovente benissimo, è quasi la regola per me. Così le vere felici novità sono legate al piacere di ricavare una angolo per una tavolino e due sedie sul terrazzino di casa, a un biscotto secco da zuppare nel caffè esasperando la pucciata fino a un attimo prima che la frolla si spezzi in due e una parta cada nella tazzina, orrore assoluto, al mio gatto Max che ho scoperto ama dormire sulla mia sedia impagliata dello studio, improvvisato, all’aprire cassetti pieni di ritagli, foto, appunti, quaderni. E che bello vivere per oltre due mesi senza mettere la sveglia la mattina, non accadeva dall’asilo quando era la tata che mi svegliava.
Claudio Ceroni e Paola Valeria Jovinelli fondatori di Identità Golose Non abbiamo mai frequentato molto il delivery e in questo periodo abbiamo capito quanto sia difficile fare qualità a domicilio. Ci siamo viziati con le prelibatezze di Da Vittorio, della famiglia Cerea: perfetti nonostante la consegna da Brusaporto. E ancora: i pranzi della domenica di Carlo Cracco (non perdetevi il Pan Mugnaga!), la colazione di Pavè e la cucina cocola di Ai Artisti a Venezia.
Marco Mangiarotti music, food & wine lover Ho "scoperto" Viviana Varese che ritrova le sue radici campane con una concretezza sublime. Poi la risposta veloce, di grande qualità e modulata nel prezzo dei ristoratori imprenditori cinesi, da Aji di Claudio Liu, il miglior delivery di Milano, a Gong di Giulia Liu, ma anche Mu Dim Sum. Miglior degustazione a distanza? Parusso e i suoi cru di Barolo 2016.
Luca Torretta collaboratore Identità Golose Segnalo Caseificio Barlotti: una delle più antiche realtà produttive della Piana del Sele, nella provincia di Salerno. A partire da un latte di altissima qualità, grasso e proteico, le lavorazioni di tutti i prodotti vengono fatte a mano: dalla mozzarella di bufala campana, alla ricotta; dalle scamorze, ai caciocavalli al burro. Poi Bifulco: da selezionatori e macellai ad allevatori, ricercatori del gusto e ristoratori. È la storia della famiglia Bifulco. Il loro allevamento di punta, da dove provengono i tagli più pregiati, è sito a Tito di Potenza, in Basilicata, dove gli animali vivono liberi nella natura seguendo un’alimentazione 100% vegetale.
Alessandro Vanoli Storico e scrittore. Ha insegnato presso l’Università di Bologna e la Statale di Milano. Si occupa anche di organizzazione di attività culturali e progetti didattici Il delivery lo abbiamo usato parecchio in questi mesi, ma ammetto quasi sempre in modo, diciamo così, molto rilassato: come momento di divertimento assieme a nostra figlia, che da buona adolescente chiedeva ovviamente soprattutto sushi e hamburger. Una menzione però la devo fare per il Forno Brisa, una panetteria, pizzeria e pasticceria bolognese gestita da ragazzi davvero entusiasti che producono ottime cose con farine non raffinate provenienti da campi di proprietà. In questa strana Pasqua, la loro strepitosa colomba ha fatto davvero la differenza.
Stefano Marini ad Gruppo Sanpellegrino L’esperienza che ci stiamo lasciando alle spalle è stata un’occasione per conoscere aspetti inediti e privati di tanti chef che abbiamo imparato ad apprezzare in questi ultimi anni. Ho trovato particolarmente stimolante ascoltarli riflettere sul futuro. È un esercizio all’ascolto che ha ispirato Turning The Tables, iniziativa promossa da S.Pellegrino con il magazine online Finedininglovers, volta a dare nuovi stimoli per la ripartenza a tutta la comunità gastronomica. Abbiamo coinvolto studiosi, chef e opinon leaders da tutto il mondo, invitati a mettere in comune idee e riflessioni su come l’industria della ristorazione potrebbe e dovrebbe evolversi. Il video e i documenti sono disponibili a tutti sul sito dallo scorso 26 maggio.
Mariella Tanzarella dal 1978 scrive (anche) di cibo e dintorni su Repubblica È stato utile, sì. Ho scoperto Distreat, locale gestito da giovani: cibo ottimo, formula intelligente di mandare a casa sughi pronti e pasta da cuocere. Ho scoperto i cocktail in busta, divertenti. Ho avuto la conferma che alcune cose non si possono proprio spedire a domicilio, vedi la pizza. E che con frutta, verdura, pasta, riso, formaggi e uova, in milioni di combinazioni, si mangia meravigliosamente (italiano e non), anche in casa.
Lido Vannucchi fotografo di food photography Ho conosciuto e approfondito il mondo dell'asporto e della consegna a domicilio. ben diversa dal delivery classico. Ho scoperto l'asporto di Angelo Torcigliani de Il Merlo, che ha rispolverato i nostri grandi piatti classici. Dal Savarin di riso dei Cantarelli, alla Faraona in crosta, eccetera. Ho scoperto che si può spedire a casa con buon divertimento la grande cucina: è esperienza diversa, ma fattibile e con sorpresa anche nei numeri venduti.
Luca Govoni responsabile Area Storia e Cultura di Alma A Milano ho riscoperto la piccola distribuzione e anonimi esercizi di quartiere – panettieri, macellai, fruttivendoli… – che hanno saputo rinnovare la loro attenzione nei confronti dei produttori di cui si sono fatti portavoce e dei clienti predisponenti.
Vincenzo Russo professore associato di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing; direttore scientifico del Master in Food and Wine Communication - IULM La condizione di chiusura ha permesso a noi tutti, da una parte, di riflettere e ripensare a ciò che c'è stato proibito, riscoprendo il valore della semplicità; dall'altro, di scoprire nuovi modi di consumare. Io personalmente ho riscoperto il piacere di provare piatti della tradizione anche grazie al delivery. In particolare i piatti delle trattorie palermitane come Ai Cascinari, senza però limitare la possibilità di fare esperienze di integrazione e rinnovamento della tradizione, come per esempio assaggiare il sushi con i sapori tipicamente siciliani. Certamente il lockdown ha permesso di entrare in contatto virtualmente con produttori, con ristoratori e con chef, ma solo con quelli che hanno avuto la capacità di presentarsi e “rappresentarsi” tramite i canali digitali. Grazie anche ad alcune piattaforme giornalistiche di comunicazione del mondo del vino abbiamo parlato e ci siamo confrontati con i produttori di vino che non avevano avuto la possibilità di raccontare il loro prodotto al Vinitaly, appunto molti di loro lo hanno fatto online. Con altri si è potuto innescare un meccanismo di confronto e anche di consumo tramite l'e-commerce che ha permesso di accedere ai prodotti anche da casa. Dai vini del Feudo di Disisa di Mario di Lorenzo ai sughi freschi o alla pasta fresca di produttori locali che hanno valorizzato le tradizioni e l’uso di grani antichi come ha fatto Filippo Trubia e la sua pasta Bia.
Savino Muraglia managing director Frantoio Muraglia Ho esplorato il mondo dei vini concentrandomi su amaroni e supertuscan, che ho scoperto essere tra i miei preferiti.
Isabella Fantigrossi coordinamento Cook – Corriere della Sera Tra le migliori scoperte (e riscoperte) di queste settimane: il pollo aromatizzato agli agrumi di Grouse Rotisserie, saporito e umido in tutte le sue parti, le beef ribs de La Bettolina di Gaggiano, morbidissime e succose, il pane di Davide Longoni, sempre una garanzia, e le pizze speciali di Berberè (che regala lievito madre ai clienti).
Marta Cotarella preside e fondatore della scuola Intrecci - Alta Formazione di Sala Durante il lockdown ho riscoperto il bel gruppo di studenti e insegnanti di Intrecci che si sono facilmente adattati alla didattica on-line cosa che ci ha permesso di portare avanti il programma. Contiamo di riaprire presto e mandare i nostri ragazzi i tanto sospirati stage nei ristoranti e, speriamo, negli hotel.
Gerry Scotti presentatore televisivo Come la maggior parte degli italiani ho scoperto nella formula delivery delle grandi opportunità, anche se ad essere sincero non ne ho fatto grande uso. In particolare però sono andato alla scoperta dei siti dedicati al vino, perché oltre che appassionato, sono anche un produttore. Mi sono sbizzarrito e vi confesso che ho fatto anche qualche affare. Alla salute di tutti quanti e a Identità Golose Milano la speranza di poterci ritrovare insieme per una grande serata, il prima possibile.
Elisa Zanotti pr e press office manager MagentaBureau Abito in un piccolo centro di provincia dove il delivery è ridotto ai minimi termini. Ho usato il tempo a disposizione per fare qualche scoperta in rete - produttori di formaggi, la mia passione - da vivere rigorosamente di persona. Il mondo va attraversato. Prima tappa: il laboratorio e la cantina di affinamento di Luca Montaldo, a Carezzano, nel tortonese.
Carlo Passera coordinatore della redazione di Identità Golose Il lockdown mi ha riservato a sorpresa anche chicche di gran livello: le pizze in delivery di Simone Padoan, il cioccolato fantastico di Charlotte Dusart, un favoloso Coniglio in fricassea con riso al salto alle erbe di Roberto di Pinto, ristorante Sine a Milano (il miglior piatto consegnato di questi mesi: sorprendente. Eccellente anche la sua Catalana "Napoli style"), la carne di Michele Varvara (salsicce e pollo memorabili), da Torino i piatti di EraGoffi... E la cassetta colma di verdure fresche di Alice Delcourt, Erba Brusca. E la pastiera moderna di Gianluca Fusto. E i bento della nuova Bentoteca di Yoji Tokuyoshi. E...
Pietro Pitzalis fondatore e curatore di Reporter Gourmet Alla fine penso di aver passato un buon lockdown, serenamente relegato in un paesino di 3mila anime in provincia di Cagliari, dove fortunatamente, del Coronavirus, non c’è stata neanche l’ombra. Le attività lavorative non si sono fermate, anzi si sono fatte più intense. È stato un periodo importante. Mediamente sentivo e sento telefonicamente 4 o 5 chef al giorno, con ognuno di loro abbiamo condiviso perplessità, preoccupazioni, energie e desiderio di ripartire, ma anche disperazione e voglia di buttare tutto all’aria. Ci siamo confortati, e spronati a vicenda, ho ascoltato i loro progetti, le loro formule delivery pur non avendone provata alcuna. Li abbiamo coinvolti con le nostre dirette e avvicinati al pubblico chiuso in casa come loro. Con tutti l’augurio era quello di poterci vedere quanto prima e abbracciarci. Un gesto di grande significato per dimostrare che alla fine ne siamo usciti e siamo vivi. Allo stesso modo ho sentito maitre, sommelier e addetti ai lavori. Questo periodo mi è servito molto. Nonostante tutto ha avuto dei risvolti positivi: non mi sono mai sentito così vicino alle persone, se pur chiuso in casa e distante da tutto.
Lorenzo Sandano food writer di Espresso e Cookinc. Ghiottone compulsivo È stato un periodo di profonde e spigolose riflessioni. Nel mio caso in totale solitudine dall’inizio, scandito da passaggi molto duri ma anche positivi. Ho investito tantissimo sin dagli esordi del lockdown nella spesa domestica da realtà agricole o artigiane a cui sono legato, come la macelleria Bottega Liberati, l’ortofrutta/alimentari di Piccola Bottega Merenda, la pescheria MeglioFresco e il selezionatore di materie prime Ethical Food Selection che fornisce molti ristoranti di livello qui a Roma. Un pretesto sano per dare supporto e osservare il momento con uno sguardo meno pessimista. Per il comparto delivery, a dispetto delle criticità emerse per molti locali, ci ho creduto talmente tanto che con il fotografo Alberto Blasetti e l’editrice Anna Morelli ci siamo inventati una serie di reportage dedicati proprio al cibo a domicilio. Delivery Report: dodici episodi, per riprodurre a distanza il lavoro in coppia che attuiamo sul magazine CookInc. Anche in uno stato alterato dal lockdown. Lasciando parlare principalmente i ristoratori con un questionario rivolto ai loro stati d’animo e alle loro prospettive in corso. Sono uscite fuori suggestioni stimolanti e dinamiche, riportando valore e identità a un servizio spesso additato come mezzo di sopravvivenza e non come cibo di qualità. Su questa logica, cito tutte le realtà che abbiamo assaggiato e raccontato, con entusiasmo: Doozo, RetroBottega, A Rota & Eufrosino, Italian Cocktail Club, Pascucci al Porticciolo, Legs, SantoPalato, Spazio Bar e Cucina, 180 gr Pizzeria Romana, PerMe, Drink Kong, Turnè di Anthony Genovese, Barred, Marzapane.
Davide Cassi docente di Fisica della materia soffice; fondatore e direttore Laboratorio di Fisica Gastronomica - Università di Parma Se hai una moglie che cucina come uno chef stellato ed è costretta tra le mura domestiche, il confinamento può avere anche lati molto piacevoli… Mi sembrava di essere un gourmet ottocentesco coccolato dallo chef personale. Poi, non potendo sfruttare i laboratori dell’università, come molti mi sono dedicato a sperimentazioni domestiche sulle fermentazioni. Credo di aver allevato qualche centinaio di nove colonie di microorganismi: ora sono rientrato ufficialmente in laboratorio e non vedo l’ora di usare un microscopio e vederli da vicino…
Stefano Cavada food influencer Durante il lockdown mi sono avvicinato al mondo del lievito madre, che avevo sempre rimandato per mancanza di tempo. Grazie ad Alex Lo Stocco (che già conoscevo molto bene) e ai suoi tutorial pubblicati su Instagram negli scorsi mesi, sono riuscito ad avviare il mio licoli, che oggi uso per preparare il pane e la pizza.
Alessandra Gesuelli giornalista di viaggio e gastronomia Ho riscoperto i negozi di quartiere, dove ordinare direttamente dai produttori locali e regionali. Ma ho anche usato al meglio le opportunità del delivery di qualità. Ho ordinato a casa la Farmer’s box di Erba Brusca per le verdure fresche a km zero. A Pasqua, in tavola c’era l’ottima colomba di Davide Longoni. Per il mio compleanno mi sono concessa il mio dolce preferito, la cassata siciliana, firmata da Filippo La Mantia. E poi, vicino casa, non potevo non provare il bento pop di Yoji Tokuyoshi e la sua Bentoteca Milano, side project del ristorante, in attesa della riapertura.
Paolo Mamo presidente di Altavia Italia, tra i soci fondatori di Distreat Durante il lockdown ho scoperto soprattutto il piacere di preparare pranzi, aperitivi e cene con la passione e la dovizia che non ricordavo più. La contingenza ha costretto me, mia moglie e i miei tre figli (giovani adulti) in casa: tutti gourmet, tutti con la passione della cucina. E' stato un periodo meraviglioso in cui abbiamo curato all'estremo vino, libagioni e relativo rituale. In fondo ci mancherà... Quindi poco delivery da ristoranti, piuttosto, le materie prime dei nostri pasti sono state oggetto di delivery e, al di là dell'efficientissimo mercato comunale di piazza Wagner (bastava chiamare e in mezz'ora ti arrivava tutto ciò che ti serviva), voglio citare le splendide carni di De Amicis (fornitore di alcuni tra i migliori ristoranti a Milano) che ti consegnava l'ordine in poche ore, rigorosamente sottovuoto, e la Cantina Urbana il puntualissimo approvvigionamento di vino (io amo particolarmente i loro vini più semplici: il Meneghino e il Bianco frizzante bio).
Nerina Di Nunzio comunicatrice e fondatrice di Food Confidential Voglio citare il box colazione di Walter Musco, Pasticceria Bompiani, il gelato di Marco Radicioni, il profiteroles di Marco De Bellis e poi una chicca da Senigallia: la Torta Brunelli. Bellissima l’idea di Simone Padoan che ha creato un kit per realizzare a casa la sua pizza con la possibilità di spedirlo in tutta Italia.
Elisa Pella social media e digital pr a MagentaBureau Piatto migliore della quarantena la moussaka di Vasiliki Kouzina in delivery. Abbiamo provato diversi menu in delivery, sono state tutte esperienze piacevoli ma i miei preferiti sono stati i menu di Erba Brusca e Pastamadre, che oltre a essere molto gustosi non richiedevano lavorazioni eccessive da fare a casa. Sono inoltre entrambi attenti alla tipologia di packaging ed effettuano la consegna personalmente.
Alberto P. Schieppati giornalista, scrittore, direttore di Bartù Durante il lockdown ho cucinato molto, selezionando materie prime di produttori ben collaudati (da vari tipi di pasta dell’area di Gragnano, fino ai grandi salumi di Massimo Spigaroli, o ai formaggi di Guffanti, o agli extravergini di Franci). Sorprendenti degustazioni on-line hanno chiuso il cerchio: la 168ème Edition di Krug, il Brunello Biondi Santi Riserva 2012, il Vegliamonte del barolista Parusso.
Indira Fassioni giornalista canale cucina TgCom24 Per prima cosa: devo confessare di aver ripreso volentieri a cucinare, che non facevo da tempo. Tra i delivery che in questo periodo mi hanno piacevolmente sorpreso sono stati: ristorante Da Giacomo e Giacomo Bistrot. La consegna avviene con Glovo e Deliveroo, ma rimane una cucina della memoria. Poi Immorale, una piccola trattoria di nuova apertura: ottimi soprattutto le Uova strapazzate e tartufo bianco, le Ortiche con rucola, kale, albicocche secche, nocciole e pepe sancho, la Zuppa di fagioli, fino al baccalà e alla tartare di cinghiale.
Matteo Caccia Attore e conduttore radiofonico: Linee d’ombra, Radio24 Non sono un grande ricercatore di cose nuove, mi sono appoggiato a quello che conoscevo sperando che fosse aperto o che facesse delivery. Ho subito mangiato la brioche ai mirtilli di Gattullo non appena ho scoperto che facevano consegna a domicilio, e il cinese Lon Fon. E poi ho approfittato del mio vicino di casa, che essendo una pop star non è quasi mai a casa perchè in giro per concerti, e invece si è rivelato un cuoco straordinario e ogni giorno a me e alla mia compagna lasciava sul pianerottolo caponata, o melanzane alla parmigiana, crostate e pasta al forno. Credo che inizierò anche ad ascoltare la sua musica.
Tanio Liotta food artist Claudio Liu è un grande imprenditore: il delivery del suo Aji a Milano è organizzato in assoluto e (non è un mistero) di altissima qualità. Mi ha colpito il modello delivery da gastronomia classica proposto da Eugenio Boer: le sue trenette al pesto erano deliziose. Ancora: la focaccia barese, sempre a Milano, di Angelo Fusillo, che mi auguro diventi un format fisso nel prossimo futuro; il gin "mediterraneo" appena battezzato nella Puglia di Savino Muraglia; il raffinato caviale di Cru Caviar; e una perla da Bocchigliero (Calabria) la caciotta silana di Ruffolo.
Maurizio Trezzi giornalista ed esperto di comunicazione Ho riscoperto un amico, Umberto Zanassi, chef milanese giramondo, trapiantato in Brianza con moglie francese e la famiglia che lo aiuta. I suoi menu, semplici ma curati, sfiziosi e intriganti, hanno allietato i sabato sera di quarantena. Ordinati insieme ad altri amici sono diventati "cene digitali" da condividere su Zoom, in attesa di potersi ritrovare attorno a una tavola.
Piero Gabrieli direttore marketing Molino Quaglia In due mesi di lockdown abbiamo moltiplicato la presenza di Petra nei social network e lavorato molto con le consegne di farina online, avendo l’occasione di parlare, anche di persona, con migliaia di esseri umani che affrontavano positivamente l’emergenza con le mani in pasta. È il segno più intenso di questi due mesi passati.
Alessio Cutrì fondatore di blu250 - food strategies Cito Alessandro Dalmasso che per me ha fatto 100 km per una torta meravigliosa (come tutti i suoi dolci). Poi Nevedarance, gelateria di Caluso. Imperdibile la crema con limone e vaniglia. E Davide Barbero di Asti: dopo l'uovo di Pasqua ho acquistato anche i grissini ricoperti di cioccolato. Uno tira l'altro!
Barbara Guerra managing director Lsdm e 50 Top Pizza Ho approfondito la mia conoscenza dei vini naturali scoprendo la selezione NARBIT che propone bottiglie molto interessanti. Sono stata felice di vedere come la Pasticceria Pepe sia in grande forma, ho mangiato una colomba buonissima. Mi è piaciuto vedere tanti giovani agricoltori come si sono spinti sul commercio on line. Cito per tutti l’azienda Agricola Tommasini di Paestum.
Domenico Sanna responsabile accoglienza ed eventi Cantina Su’entu Ho avuto la fortuna di apprezzare il lavoro di Carlo Bandinu di Terra Nostra, produttore di fantastici funghi; i legumi di Gian Piero Frau; i formaggi di Giuseppe Cugusi (in particolare il pecorino al timo) e quelli di Peppino Sanna (produce la fresa e il casizolu). A domicilio i piatti di Riccardo Porceddu di Osteria Kobuta, piccolo gioiellino al centro di Cagliari, che contamina la cucina tradizionale giapponese con ingredienti ed elementi della Isolani.
Roberta Schira scrittrice e critica gastronomica Per la cucina di casa a base di lievitati e torte ho riscoperto e sperimentato le farine di Molino Pasini, i cioccolati di Bodrato e due delivery. Uno di impronta greca, il box creato dalla cuoca Vasiliki a Milano; e il top in assoluto, i piatti di Aji di Claudio Liu.
Marino Niola full professor of Cultural Anthropology e condirettore Medeatresearch-Centro di ricerche sociali sulla dieta mediterranea Voglio citare e ringraziare Paola Buonocore dell’omonima salumeria partenopea, che per due mesi mi ha dispensato eccellenze a domicilio. Poi Ciro Ianieri, che della sua enoteca ha fatto una centrale di piaceri. E il grande chocolatier Gennaro Bottone di Dolce Idea, che ha contribuito a tenere alto il mio morale.
Alfonso Isinelli editor di Agrodolce, collaboratore Guide Espresso In negativo sono rimasto colpito dal fatto che il comparto, con poche eccezioni, si sia proposto in ordine sparso di fronte alla crisi. Sono rimasto sorpreso dalle nuove forme del delivery: dal completare i piatti a casa (Iannotti, Steccanella, Tomei eccetera) alla possibilità di un servizio personalizzato (Pipero, Bowerman). Oltre alla nascita di spin-off della casa madre (Turné di Genovese, Zia door-to-door, Sfritto di Tammaro e altri) che fanno pensare che sarà una strada che proseguirà anche nel futuro.
Giovanna Abrami collaboratrice di Identità Golose Non potendo uscire dal paesiello di diecimila anime (scarse) in cui vivo, in queste settimane non ho avuto molto alla mia portata. Avevo già avuto modo di apprezzare la qualità e la creatività che Davide Lonardo mette nei suoi formaggi di capra girgentana e, anzi, ve ne avevamo raccontato qui. Diciamo che ho potuto darmi il gusto e il lusso di scoprire le sue ultime creazioni, due su tutte: la Kefira, formaggio a coagulazione lattica ottenuto senza caglio, utilizzando i fermenti del kefir e la Barbabietola, sempre a coagulazione lattica e caglio vegetale (succo di barbabietola).
Andrea Grignaffini giornalista e gastronomo, è membro comitato tecnico scientifico di Alma Mi sono divertito con il delivery gastronomico dei Cerea, di Tomei de L’Imbuto e quello di Boer che riprende le preparazioni di gastronomia più classiche.
Paolo Maggioni giornalista di Rai News 24 Intanto vorrei dire mille volte grazie ai rider. Ragazzi che hanno svolto un servizio essenziale in queste settimane, con grandi rischi e poche tutele. Nella Milano silenziosa del lockdown ho potuto assistere, raccontandoli, a tanti delivery speciali: quelli dell’onda di volontari che sono intervenuti con i pacchi per chi era in quarantena e non poteva uscire o per chi era in difficoltà e non poteva permettersi la spesa. È un lato di Milano che non si smentisce e che racconta tantissimo del presente e del futuro.
Marco Bolasco Giunti Editore Artigiani straordinari tanti, impossibile citarli tutti. Mi limiterò a Giovanni Assante di Gerardo di Nola non perché non lo conoscessi ma perché vale per tre. Ho scoperto però invece che buona parte della cucina contemporanea entra in crisi fuori dal suo contesto: fuori dal piatto, fuori dal ristorante. Dunque credo che sia importante ragionare di questo e mi sono dato l’obiettivo di studiare a fondo la cosa.
Cristina Viggè responsabile di redazione di Fuori Magazine Durante il lockdown? Ho compreso il valore del carpe diem. Traduzione: non rimandare le esperienze culinarie. Intese come nutrimento culturale e umano. E poi ho conosciuto la sensibilità, la resilienza, l’energia creativa, la voglia di fare e il lato solidale di molti ristoratori. Come lo chef Umberto De Martino, patron della Florian Maison di San Paolo d’Argon. Che, quotidianamente, ha preparato con passione i pasti per la Croce Rossa di Bergamo Hinterland.
Dominga Cotarella direttore marketing di Famiglia Cotarella, fondatore di Intrecci - Alta Formazione di Sala Da questa esperienza ho scoperto che c’è un Italia che ha ancora molta voglia di fare e lottare per un futuro migliore. Ho potuto usufruire del servizio di delivery di alcuni locali di Orvieto che si sono rimessi in gioco e hanno iniziato a fare una cosa inimmaginabile fino a qualche mese fa.
Dario Di Vico inviato speciale Corriere della Sera (risponde in collaborazione con Tommaso, suo figlio) Il vino ordinato tramite Tannico di via Visconti di Modrone ci ha aiutato molto durante l'isolamento. Prezzi, varietà e servizio: tutto okay. Per fare il pane in casa è stato un revival delle farine di tutti i tipi, anche Manitoba e integrale comprata da Esselunga. Infine non è certo una novità assoluta ma Miracolo a Milano di Eataly con la mozzarella e e la ricotta di giornata merita una menzione d'onore.
Luca Farina cultore delle cose buone, collaboratore di Identità Golose In famiglia abbiamo recuperato il tempo e la voglia di cucinare, quindi largo a pasta fresca, pizza, pane, torte, sughi. Tutto fatto in casa. Ricerca continua dei migliori ingredienti: prodotti caseari del Caseificio Valcolatte, i salumi del Salumificio Capitelli e del Salumificio Grossetti, il crudo di San Daniele del Salumificio Prolongo. Non abbiamo “abusato” del delivery, ma segnalo il laboratorio di panificazione Chiere a Piacenza (da provare il pane anarchico e la pizza) e il ristorante Belrespiro di Agazzano (packaging “ricamato a mano”, pietanze cotte secondo la cucina trapper con la carne di Michele Varvara e il batarò piacentino cotto nel forno a legna).
Claudio Mollo giornalista e critico enogastronomico Ho conosciuto un po’ di disperazione ma anche tanta voglia di ritornare alla vita “culinaria” di prima, con maggior vigore e dedizione. Anche tanta coesione nella ristorazione di qualità, nel non voler abbassare assolutamente l’asticella della qualità e dell’accoglienza. Segnali estremamente positivi.
Fabrizio Carrera direttore Cronache di Gusto La pizza sottovuoto con tutto il topping di Mirko Petracci de La Scaletta ad Ascoli Piceno. Esperimento sorprendente da approfondire. Il vino Vigna del Lume di Antonio Mazzella ad Ischia. Ed ancora l’extravergine Orolio dell’azienda calabrese Fratelli Renzo a Rossano. E l’extravergine Il Cherubino di Terraliva, a Buccheri, nel Siracusano. Strepitosi. E ancora le arance Biondo di Scillato, varietà tardiva del più piccolo comune della provincia di Palermo, prodotte da un gruppo di giovani, I Carusi della Terra. Per concludere, le busiate (formato di pasta lunga tipiche del trapanese) integrali di tumminia di Molini del Ponte di Filippo Drago a Castelvetrano.
Sarah Scaparone giornalista La Stampa Il mio plauso va a tutti quelli che hanno saputo reinventarsi, organizzandosi in tempi rapidi e mettendosi in discussione. Il delivery non può sostituire il ristorante, è ovvio, ma può portare a casa grandi piatti capaci di sorprendere anche tra le mura domestiche. Un esempio che vale per tutti è Massimo Camia, stellato di Langa, che da La Morra e da sessantenne intraprendente non si è perso d’animo, consegnando in prima persona la sua cucina d’eccellenza anche a Torino.
Toni Sarcina fondatore Altopalato Nella mia particolare situazione con una grande gastronoma in sede, come mia moglie Terry, non ho avuto necessità di prodotti pronti. Tuttavia, una citazione la merita la produzione Callipo di Maierato (Vv) della quale, per la prima volta, ho potuto gustare i prodotti eccezionali, sia per il solo tonno, sia per quelli composti con altri ingredienti.
Cinzia Benzi donna del vino, sales and sponsorship manager - Magenta Bureau Sono stata confinata a Canelli, mia città natale. Una piccola realtà che ha saputo regalarmi delle sorprese come l’Agrimacelleria Da Bagnet di Giorgio Ferrero che mi ha deliziato con un delivery settimanale di eccellente carne di razza Fassona Piemontese, non hanno sito web, una semplice pagina Facebook. Giovani appassionati e tenaci che dovevano aprire un punto di ristoro a Pasqua, purtroppo bloccato dal lockdown. L’altra scoperta è stata l’Enoteca 3 K di Rivarolo Canavese con Corrado e Matteo, due enotecari giovani, compententi e carichi di una passione contagiosa. Pronti a fare delivery e dispensare consigli sull’acquisto e sull'abbinamento perfetto.
Fernanda Roggero food and wine editor - Il Sole 24 Ore Premessa: non amo il delivery. Ma questa situazione ha spinto anche me a sperimentare. E allora: il pesce di I Pesciolini, quello di Langosteria, i bao di Mu Dim Sum, i dolci della Martesana, la “scatola emozionale” Made in Senigallia, un sontuoso Da Vittorio at home. E naturalmente il pane di Longoni.
Andrea Moretti fotografo In queste settimane ho riscoperto il piacere, ed è sempre legato alle persone, di frequentare piu assiduamente i negozi di quartiere, l'ortolano, il pizzicagnolo, il macellaio, il droghiere. Il delivery? Solo in kit e solo il pranzo di pasqua di Giuseppe Iannotti. Meritano una citazione tutti quei negozianti che hanno sempre proposto materie prime di prossimità che, in un periodo difficile economicamente per tutti, hanno mantenuto prezzi onesti. Hanno contribuito a mantenere una filiera corta di prossimità.
Roberta Garibaldi docente universitario, autore del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano L'evoluzione del delivery è davvero interessante, sottolineo in particolare la possibilità di degustare le eccellenze nazionali su tutta la penisola. Due esempi. Da una parte Simone Padoan della pizzeria I Tigli, che consegna i suoi box in tutta Italia. Un packaging curato e perlopiù compostabile per le consegne della sua pizza. Una scatola magica all'interno della quale si ritrovano gli ingredienti per comporre il piatto desiderato; due gli scomparti, da un lato la base della pizza, dall'altro i condimenti, tutti rigorosamente sotto vuoto, indicanti data, provenienze e ingredienti. A completare tutorial per la realizzazione e QR code per i vari passaggi. La stessa scelta per Generi Alimentari da Panino: Beppe Palmieri evolve la propria offerta e dal delivery a Modena e dintorni è passato a spedire in tutta Italia con Panino Mini Market. Da provare i suoi tortellini! È stato molto interessante assistere a questo fiorire di idee in un periodo tanto buio, e sarà interessante vedere nei prossimi mesi come evolverà e cosa rimarrà di questo periodo. Perché no, con un ulteriore arricchimento del delivery verso home experience ancora più variegate da nuovi e vari elementi, dalle narrazioni alla musica? Tante nuove idee possono ancora fiorire.
Amelia De Francesco consulente di marketing e comunicazione del cibo e del vino, collaboratrice di Identità Golose In questi mesi ho sperimentato alcune proposte di consegna a domicilio, dando priorità alla ristorazione locale: un gesto concreto per sostenere le attività in un momento complicato. Una menzione speciale va però al delivery di Irina Steccanella e ai suoi deliziosi Passatelli in brodo di cappone!
Matteo Lunelli ceo di Cantine Ferrari e presidente di Altagamma Più di una volta mi sono goduto i tortellini di Da Panino a Modena, che adesso Beppe Palmieri spedisce in tutte le regioni, ovviamente da accompagnare con la sua “super panna”. Vi stupirete nel sapere che a Trento si può mangiare una delle pizze più buone d’Italia, chiamando la pizzeria Da Albert. Ogni tanto mi sono rifornito dagli amici di Longino&Cardenal, che anche in montagna mi hanno fatto arrivare degli straordinari gamberi di Mazara. Per i dolci ho provato anche il “fai da te” copiando da Instagram la ricetta dello strudel di Claudio Sadler, che ogni tanto testimonia le sue origini trentine.
Rodrigo D'Erasmo Violinista, compositore, arrangiatore, membro degli Afterhours A dire il vero in queste settimane ho riscoperto le mie doti ai fornelli che da troppo tempo non avevo più tempo e pazienza di coltivare. Per farlo ho cercato di alimentare soprattutto l’economia delle botteghe di quartiere. Io abito in prossimità dei Navigli e quindi ho particellato la spesa evitando la grande catena e cercando di sostentare i più piccoli. Certo ho speso un po’ di più e magari impiegato più tempo a completare la spesa ma la qualità ne ha guadagnato senza ombra di dubbio. Piccola menzione per l’Enoteca naturale presentatami da un amico e che ha “allietato” le mie serate solitarie facendomi scoprire con curiosità il variegato mondo dei vini naturali.
Giovanni Pizzolante ideatore e organizzatore di FoodExp Ho scoperto che le aziende in generale sono poste davanti all’esigenza di flessibilità sul prodotto e sono più sensibili verso l’ospite, cose che in questo ventennio - dato il tempo dedicato alle corse o al prodotto di stile - ci siamo dimenticati essere parte integrante della regola per poter essere “vincenti”. Proprio per questo motivo ho notato come imprenditori di alcune aziende, in questo momento storico, abbiano capito l’importanza dello strumento di comunicazione e marketing all’interno nel processo aziendale, per rendere flessibile il proprio prodotto. Strumento che in precedenza era fattore complesso e poco motivante per la ristorazione Italiana. Ecco che accade che Alessandro Pipero e la famiglia Cerea si cimentino nel delivery con un proprio brand, per diversificare il proprio prodotto; invece il Noma di Copenaghen diventa wine bar e pub. Dunque hanno pensato bene di iniziare la propria attività riconoscendo chi è il potenziale ospite nel breve e nel medio periodo: sicuramente un ospite della propria regione, sconosciuto nella gestione precedente, quando il 90% della clientela era Internazionale.
Felice Marchioni appassionato di gastronomia In questi mesi ho avuto modo di seguire tantissime dirette Instagram, fra le quali quelle di Paolo Marchi tutti i giorni alle 16 (le ho viste tutte). Mi ha incuriosito parecchio Davide Oldani. Nella lunga intervista (è stato uno dei pochi ad aver sforato la canonica ora delle dirette Instagram), da oldaniano mi ha fatto piacere l’atteggiamento di Davide verso i suoi collaboratori: ha raccontato le problematiche relative alla cassa integrazione, poi le mascherine D’O, I corsi sulla sanificazione fatti durante la chiusura, per riempire i tempi in maniera intelligente, il rifacimento del pavimento della cucina... E il telefono che ha sempre suonato per le prenotazioni lungo tutto il tempo della chiusura. Ancora: il delivery/take away non avviato per la convinzione di non riuscire a raggiungere i livelli di qualità del ristorante. E soprattutto la riapertura che avverrà solo quando si sarà sicuri che non ci saranno pericoli per nessuno.
Alessio Planeta produttore di vino Io vivo in campagne a Menfi, a chilometri dalla casa piu vicina... Quindi oggettivamente fuori dalla portata di runner e delivery. Le mie "scoperte": verdure dall'orto e vino della casa.
Roberto Perrone giornalista, scrittore ed enogastronomo Segnalo due indirizzi rapallesi più uno foresto. Ö Bansin, storica osteria che portava a casa lo stocche accomodou, cioè lo stoccafisso alla genovese; Parla come Mangi, grande negozio enoteca di alta qualità. Poi mi sono “servito”, via corriere, al caseificio Di Nucci, di Agnone (Molise). Imperdibile il “caciosalame”.
Claudia Cantonetti ufficio stampa e pr Birra del Borgo I produttori li ho conosciuti attraverso il lavoro per Osteria di Birra del Borgo: ci siamo rivolti a piccoli artigiani del Lazio come la fattoria Cupidi, nel Viterbese, per le uova, o Alveti & Camusi a Latina per il latticini. Ho potuto poi apprezzare il servizio delivery di Spazio di Niko Romito a Roma, che è anche un locale dove tornerò tra i primi, visto che è anche stato l’ultimo in cui sono stata.
Monica Caradonna giornalista, ideatrice di Ego Festival Ho amato il delivery di Latteria del Ringo a Martina Franca: gelato buonissimo e magic box pieno di delizie. Per la festa della mamma ho preparato i tortellini alla superpanna con il super-pacco comprato sul sito di Da Panino. Come tutti ho preparato pane e pizze a casa. La ricetta della pizza me l’ha mandata via whatsapp Ciro Oliva. Una vera goduria.
Carlo Spinelli food travel & art writer Dico: Crickè (i nuovi cracker gourmet aromatizzati con farina d’insetto). E la linea di ravioli coreani surgelati Bibigo. E le fave tostate di cacao per infusioni di Claudio Corallo.
Gianluca De Cristofaro socio onorario Ambasciatori del Gusto L’isolamento fisico mi ha permesso un contatto costante con tutti, primi fra tutti gli Ambasciatori del Gusto, virtualmente abbracciati e sostenuti a vicenda. Gli incontri digitali hanno permesso di approfondire la conoscenza di tanti prodotti e produttori, dai formaggi con Grana Padano, alle varietà di riso con Riso Buono e al vino con Famiglia Cotarella. Vivo tra la Puglia e il Lazio, e confesso che non amo il delivery se non sostenuto da un rapporto fiduciario, quindi cito le persone. Come Pierluigi Pipoli, sommelier dell’enoteca Il Tralcio a Monopoli: lo chiamo, gli racconto cosa ho intenzione di cucinare, e come, al che lui mi dà consigli sulla selezione del vino che poi mi porta a casa e senza costi aggiuntivi. È l'esempio di come in una piccola città si possa rimodulare con successo la propria attività. A Roma la maggior parte delle attività che conosco ha preferito restare chiusa. Un giorno, nel tornare a casa, ho riconosciuto una “sagoma”, Alex Pipero che faceva le pulizie nel suo locale. Ci siamo fermati a parlare per più di un'ora e, prima di andare via, mi ha chiesto di portare a casa la lasagnetta di carbonara ideata con Ciro Scamardella, suo chef, nata per il delivery. Leggerezza unica e un'esplosione di sapore: hanno colto nel segno. Ecco, se fossero così anche tutti gli altri, inizierei un taccuino di viaggio parallelo.
Lorenza Fumelli direttore editoriale di Agrodolce Il mercato di Piazza Epiro a Roma. Ci sono banchi di buon livello nel piccolo mercato a due passi da casa mia, rimasto operativo durante tutto il lockdwon perché al chiuso e contingentabile. In particolare, la Formaggeria di Francesco Loreti, straordinario selezionatore di piccoli produttori ed eccellenze casearie. Comunque, più in generale, ho riscoperto la gioia di una spesa più consapevole, lontano dalla grande distribuzione.
Marco Colognese critico enogastronomico Ho (ri)scoperto la mia minima abilità in cucina, senza mai provare il delivery. Dalla Sicilia ho amato i meravigliosi oli dell’azienda agricola Terraliva di Siracusa e le farine di grani antichi del Mulino Angelica a Modica. Infine, salendo fino in Val d’Aosta, le grandi leccornie di Mauro Morandin.
Gianluca Biscalchin giornalista e illustratore gastronomico Ho amato la generosità sui social dei nostri professionisti che hanno regalato senza veli le proprie ricette. Sono sopravvissuto grazie a Renato Bosco per la pizza e Andrea Tortora per i dolci. A Milano segnalo Erba Brusca che propone anche i prodotti dell’orto biologico e la pasta ripiena di Zibo.
Paolo Cosmelli senior relationship manager – Azimut Capital Ho passato quasi tutto il lockdown in montagna in Svizzera: il cibo non è esattamente una loro eccellenza. Appena tornato in italia mi sono affidato solamente a Peck, di cui sono cliente da anni.
Roberta Abate editor in chief Munchies Italia Per mancanza di tempo, non ero mai riuscita a "fruttare" gli hub de L'Alveare, la rete di distribuzione che ti mette in contatto produttori locali: l'80% lo prende il produttore, il 10% L'Alveare madre e il 10% quello che ospita e smista la vendita. Ne ho uno vicino casa e, quando fare la spesa si è dimostrata essere un'impresa folle fatta di file interminabili al supermercato, mi sono rivolta a loro soprattutto per verdure e freschi. I vini mi hanno fatto molta compagnia, come ben potete immaginare: fra tutti i Franciacorta di Nicola Gatta - avevo un Molener Rosè Extra Brut da stappare - e per i miei aperitivi digitali mi sono buttata su bottiglie facili come il lambrusco Rosa dei Venti di Podere Cipolla o i rifermentati in bottiglia di Insolente Vini.
Albert Sapere curatore di 50 Top Italy e 50 Top Pizza Durante questo periodo di quarantena ho apprezzato tanto chi si è messo in gioco, ed è stato vicino ai propri clienti comunque. La pizza di Simone Padoan, spedita in tutta Italia, con la cura e la maniacalità che contraddistingue Simone. Da Panino a Modena, Beppe Palmieri ha fatto un grande lavoro, con molta professionalità e ironia. Primo Taglio, il progetto on-line di Latteria Sorrentina, che mi ha permesso di avere comodamente a casa sempre prodotti freschi.
Nicolò Brunelli food specialist photographer Ho scoperto la cucina, quella casareccia, un sapore un po' perduto. Tra loro vi sono: QB 2.0, Dalie e Fagioli e Pijei, per pranzi e cene. Roco’s Lab e Kuoki per le colombe pasquali. E ancora: Miramonti l’Altro, Ciocolat e Rock gelato artigianale. E Hangar BiancoInsolito per il suo stagionato. La pizza di Nablus, Pepe Bianco e Quelli della Pizza. Infine, Macelleria Tei.
Luigi Cremona coordinatore di Alberghi e Ristoranti d’Italia del Touring Club Italiano e di Witaly Isolato dal mondo, con un solo piccolo negozio dove approvvigionarmi per quasi due mesi, devo ringraziare tanti produttori che ci hanno inviato spontaneamente i loro prodotti. Dal Consorzio del Parmigiano a Simone Fracassi, da Guido Bruzzo di Selecta a Cristina del Riso Buono, i vini di Poggio le Volpi, le farine di Agugiaro&Figna e di Menchetti, i dolci della pasticceria DI Mattei di Sanremo, la pasta del Pastificio dei Campi, l’olio e gli aceti di Olitalia... Insomma ci sono stati veramente vicini e il ricevere questi prodotti ha tenuto su il morale, non solo l’appetito.
Luciano Pignataro giornalista e scrittore Prodotti a casa? Beh, a me piace molto andare al mercato, però qualche scoperta l'ho fatta, direttamente e indirettamente. Per esempio, grazie a mia moglie ho conosciuto le marmellate veronesi di Stringhetto che sono uno sballo assoluto, pericolose perchè se non lo finisci non posi mai il vasetto. Ho molto apprezzato il delivery de Il San Lorenzo a Roma, uno dei primi a reagire alla chiusura, e quello dei ragazzi di Retrobottega. Due soluzioni che non fanno quadrare i conti ma che ti tengono in attività. Permettetemi di fare un lungo applauso a Carlo Cracco, alla famiglia Cerea e a Umberto Di Martino per aver capito il momento ed essersi buttati a capofitto nel sostegno a chi è stato in trincea.
Severino Salvemini professore universitario e studioso della ristorazione di alta gamma. Ambasciatore del Gusto Ho passato la quarantena (e più) in montagna, dove mi ha colto il primo decreto di inizio marzo. Nel piccolo paese non c’erano strutture da asporto né di consegna a domicilio. Ma il supermercato locale molto ben gestito mi ha consentito di provare diversi marchi di pasta che non conoscevo (Afeltra, Alica, Garofolo, Felicetti, Alce Nero) e nuove e originali etichette di vino (Cave de Morgex, Fumin, Grosjean, Petite Arvine). Che Italia straordinaria!
Lorenzo Ruggeri Gambero Rosso Mi sono aggrappato ai sapori del Pastificio Gentile. La pasta fa la differenza in quasi tutti i formati, i pomodori del Piennolo o di Gragnano sono autentico oro rosso. A farmi compagnia, poi, l’inebriante origano di Pantelleria di Emanuela Bonomo e da Salina i capperi croccanti di Nino Caravaglio. Il sabato, puntuali, arrivavano i ravioli di ricotta e spinaci del Pastificio Secondi a Roma: squisiti!
Nereo Pederzolli 37 anni alle spalle come inviato Rai, è curatore del food per il giornale ilDolomiti.it Durante il blocco non solo ho capito l’importanza della "contaminazione culturale del cibo", seguendo dirette social e tanti suggerimenti in rete. Mi sono fatto portare diverse materie prime. La più intrigante? Sicuramente Elisabetta Foradori – la regina del Teroldego - che con la figlia Myrta coltiva verdure biodinamiche e "casera" alcune chicche di formaggi tipicamente dolomitici, sfruttando il latte delle sue vacche, che alleva in quota, nel massimo rispetto ambientale. Tra i delivery – data la mia residenza, a Stravino, lontano da Trento – ho solo seguito l’evoluzione di Locanda Margon (i miei amici cittadini ne hanno apprezzato le leccornie…) e la dinamicità dello Scrigno del Duomo, con tutta la sua brigata in splendida forma, nonostante il blocco.
Massimiliano Tonelli direttore Gambero Rosso Penso al mondo del teatro, del turismo, dell'arte, della musica. Ho visto davvero poca poca poca innovazione in questi ambiti così colpiti dal contagio. Il mondo della ristorazione mi ha invece colpito per creatività e voglia di inventare. Mi sono appuntato almeno due pagine di novità su tutti i fronti: la logistica, la fluidità del passaggio tra b2b e b2c che hanno avuto molti distributori, l'abbattimento dei confini tra ristorante e bottega, la capacità di inventare format di delivery in un tempo limitatissimo e tra mille restrizioni, le alleanze tra vari artigiani e produttori della stessa città, la duttilità delle aziende agricole nel rapportarsi finalmente col consumatore finale in maniera diretta. Una enormità di contenuti che dimostra come quello della ristorazione sia attualmente il settore creativo più vivace nel nostro Paese senza alcun tema di smentita.
Anna Zinola docente di psicologia del marketing all’Università di Pavia Ho scoperto tanti piccoli produttori di eccellenza che hanno di rado spazio sugli scaffali della grande distribuzione e/o si perdono nel mare magnum dell’offerta. Produttori che conto di continuare a seguire (e acquistare) anche al termine del lockdown.
Klementina Koren relatore pubblico e docente con una passione per i casi di crisis management Ho utilizzato il delivery per mia mamma che abita a Gorizia e non se la sentiva di andare a fare la spesa. Su Facebook ho letto di un'azienda agricola biologica (Sabrina) di Romans d'Isonzo che portava frutta e verdura a casa. È stata una bella soddisfazione perché il servizio è stato eccellente e i prezzi onestissimi. Per il compleanno della mia primogenita Gaia ho ordinato sushi a Palmanova, da IKI Sushi. Ai teens di oggi dagli il sushi e li fai felici, ma questo meritava veramente con un'offerta ricca anche per la mamma veggy e un servizio di confezionamento a regola d'arte.
Gianluca Domenici editore e patron di Versilia Gourmet Meravigliosi i primi fagioli schiaccioni di Pietrasanta, tiepidi con olio sale e pepe. Lo Scoppolato di Pedona, formaggio di pecora affinato in Versilia, da gustare togliendo il cappello alla forma per ricavarne deliziosi "riccioli" con il cucchiaino. Dalle gastronomie la torta di pepe di Camaiore e i muscoli ripieni alla viareggina.
Enzo Vizzari direttore delle Guide de L'Espresso Ho avuto modo di provare soltanto due delivery, opposti per ispirazione ed entrambi eccellenti: Wicky's e Irina. Soprattutto mi sono goduto (e ho riordinato) la mia cantina, la fornitissima dispensa di casa e quindi gli ottimi - modestamente - piatti che io stesso ho cucinato.
Ugo Marchionne gastronomo per passione ed emozione Sicuramente una famiglia, un simbolo enologico di livello internazionale: La famiglia Allegrini. Il legame col territorio, quel sentimento orgogliosamente legato al valore della famiglia e della terra che li anima nella produzione dei loro splendidi vini di generazione in generazione, fino al giovane Francesco Allegrini. Un simbolo vero di cultura e passione enologica.
Marilena Lualdi giornalista e collaboratrice di Identità Golose Ho riscoperto la forza e la dedizione anche e soprattutto dei piccoli. Da vegetariana, ho potuto approfondire la selezione dei fruttivendoli locali. Come ristoranti ed enoteche, citerei Cielo e Vino di Dairago, mentre nella mia città – Busto Arsizio - ho apprezzato la creatività di Pepe Bianco.
Andrea Balotelli responsabile divisione alberghiera Mepra Premetto che vivendo in provincia di Brescia molti dei delivery fighi di Milano e non solo mi erano preclusi. Per cui ho riscoperto il piacere di cucinare e mangiare a casa con ingredienti di qualità e ricette di professionisti o amici del settore. Ho fatto diversi tentativi, più o meno riusciti, per avere una pizza che si potesse chiamare tale cambiando farine, impasti, lieviti, pomodori etc. Se dovessi citarne alcuni certamente Da Vittorio, per il livello altissimo, ed i più locali ma di assoluta qualità bresciana MiBon, Veleno e Salamensa. In generale comunque ho capito che è possibile mangiare e stare bene anche a casa. Quello che ci manca è tornare ad avere un contatto con gli altri. Un saluto, un sorriso, una battuta, uno scambio di opinioni, per poi rientrare a casa con qualcosa in più.
Maurizio Bertera Gazzetta dello Sport, Gambero Rosso, Cucina Italiana, Vanity Food L’elenco sarebbe lungo. Nel caso del delivery, trovo meritorio e coraggioso l’impegno di cuochi e titolari, qualcuno sta facendo un buon lavoro. Ma in tutta sincerità, non riesco (quasi mai) a esaltarmi per quanto assaggio o bevo. Mi manca troppo il mood da locale, forse un mio limite. Ma è così.
Francesco Pensovecchio direttore di Wine in Sicily La situazione emergenziale non mi ha fatto cercare molte cose nuove, piuttosto ne ho recuperato di vecchie, quelle affidabili, buone, di qualità. Ho mangiato meglio e ho cucinato spesso. Cosa rara. Con alterne fortune, mi ha fatto bene. Credo di aver dato fondo alla mia cantina, da due mesi apro una bottiglia ogni sera. Siamo tre adulti e non la finiamo mai, infatti è capriccio. Al vino non si rinuncia mai. Io sono bianchista, per restare in Sicilia, faccio qualche esempio, apro lo Zibibbo secco in anfora di COS, le Malvasie di Caravaglio e D’Amico, il Pietramarina di Benanti, il Carjcanti di Gulfi. Ma anche Zilliken, Lubentiushof, Peter Lauer, Andreas Laible e Schlossgut Diel, quest’ultimo uno dei più incredibili. I rossi non sono mancati nemmeno: Tornatore, Palmento Costanzo, Palari, Tenute Bosco e Barone Spitaleri. Sul fronte delivery, ho preso spesso la la pizza di Ottavio Guccione e quella di Pierangelo Chifari di Archestrato di Gela; belli anche il menù (food) di Dispensa di Giuseppe Costa (Agnello in crosta di salmoriglio) e Buatta di Fabio Cardilio (Melanzane alla parmigiana e Spiedini alla siciliana con patate al forno). Per dolce, i golosi box di Mauro Lo Faso della Pasticceria Delizia di Bolognetta (Pa), che organizza consegne in città, a Palermo, ogni giorno.
Alan Jones buongustaio e food blogger Vorrei nominare in particolare Wicky Priyan che è stato tra i primi a fornire il servizio delivery a Milano con consegna tramite taxi, già a partire da fine febbraio. Un delivery di alta qualità: si possono infatti ordinare praticamente tutti i piatti del suo menu e anche addirittura il percorso degustazione. Nomino anche Carlo Cracco che è partito all’inizio con il delivery dei suoi prodotti di pasticceria (colombe, biscotti, torte,...) creati dal suo pasticcere Marco Pedron; poi, nelle ultime settimane, ha aggiunto anche un menu gourmet di 4 portate. Infine vorrei nominare un altro amico, ristoratore, maître, sommelier e imprenditore che conosco da diversi anni e che lavora con passione e professionalità vicino a casa mia. Sto parlando di Mirko Rainer dell’Atenaeo del Vino di Mendrisio: da diverse settimane offre un servizio di delivery e take away di qualità! Propone infatti alcuni piatti alla carta del ristorante, prodotti di nicchia della sua dispensa - come i formaggi alpini ticinesi stagionati (Piora e Lucomagno) - poi i vini dell’enoteca e anche i prodotti di pasticceria di Cracco stesso, con il quale ha iniziato una collaborazione ed è diventato l’unico distributore ufficiale in Ticino!
Igor Maiellano business Unit manager Valrhona Selection Italia Il lockdown ha completamente sconvolto le mie abitudini e mi sono dovuto da subito adattare a questa nuovo stile di vita, che tuttavia non ha cambiato la mia passione per il cibo. Ciò mi ha introdotto a nuove scoperte e confermato certezze. Attraverso e-commerce e consegne preziose a domicilio da parte di amici ho apprezzato i formaggi di Luigi Guffanti, in particolare un Brillat Savarin affiné Igp; poi un erborinato della fantastica realtà irpina Carmasciando dell’amico Angelo Nudo e la 'nduja di Spilinga che mi fornisce un nostro collaboratore nonché amico Vittorio. E ancora: i peperoni cruschi di Mariella Policicchio. Il tutto accompagnato da pane personalmente consegnato con frequenza da Massimo Pica. Per la pizza mi sono messo all’opera grazie ai consigli di vari esperti e l’ho preparata sia con biga che “diretta”, con soddisfacenti risultati grazie anche alla qualità del pomodoro di un azienda agricola di Frigento (Av), Terra Mater. Grande fortuna è stato poter fare colazione con i biscotti e i lievitati di Besuschio, la colomba classica di Iginio Massari e Carmen Vecchione, i cioccolati di Pino Ladisa, arance e cioccolato di Gianrocco Forestieri, marroni e cioccolato di Pica. Le torte: ho avuto l’opportunità di provare l’interpretazione di quella alle mele di Gianluca Fusto, la Lucente al mandarino e Opalys (cioccolato bianco) e quella all'Inspiration Passion, Opalys e composta di banane fermentate. Lucky me!
Aline Borghese giornalista e critica enogastronomica Ho scoperto che passavo più della metà della mia vita nei ristoranti... e che sono molto felice di ammetterlo. E in più, che sono brava a miscelare i cocktail. Abbastanza brava. Ma non avrei potuto immaginare la mia quarantena n senza le consegne delle pasticcerie Pavé e Gelsomina e le cene di Wicky's e Gong.
Davide Groppi ceo Davide Groppi srl Ho scoperto quanto sia bello vivere e abbracciare le persone. Io abito a Piacenza, una piccola città emiliana, per cui ho potuto apprezzare tutto il buono che la mia terra sa esprimere. I primi piatti del Caffè Grande di Rivergaro (chef Betti Bertuzzi) per me sono indimenticabili e insostituibili.
Maria Gloria Frattagli giornalista L’isolamento mi ha aiutato a conoscere ancora di più il commercio a distanza dal quale sono da sempre molto attratta. E con molto piacere mi è stato dimostrato che chi ha uno stile nel suo ristorante lo trasferisce anche nel delivery o nell’asporto. Ho visto packaging curati nei dettagli e assaggiato piatti buoni come al ristorante. Insomma, uno spessore per niente scalfito. Ho mangiato i "piattini" di Moreno Cedroni, i dolci di Cracco, la pizza di Padoan in spedizione verso tutta Italia, i tortellini con la superpanna di Palmieri con Da Panino, gli alimentari di In.gredienti di Alajmo e il pane di Forno Sammarco. Tutti meritevoli, tutti super bravi, tutti professionisti. Tutti con la voglia di non mollare, anzi.
Stefano Polacchi caporedattore Gambero Rosso Dico: Pascucci al Porticciolo a Fiumicino; la Piccola formaggeria artigiana a Viterbo; DOL di origine laziale a Roma. Motivi: hanno approntato un delivery pensato per essere delivery (e non piatti caldi a casa come se…), senza forzature, con prodotti scelti e territoriali, serietà e passione nella lavorazione.
Niccolò Vecchia redattore di Identità Golose Sono state settimane in cui ho potuto sperimentare con divertimento le possibilità offerte dal delivery. Per quanto riguarda i ristoranti, ho molto apprezzato il lavoro di Pasta Madre, Distreat ed Erba Brusca, insegne milanesi che si distinguono per la ricerca delle migliori materie prime. Lo amavo già prima, ma il delivery di Aji mi continua a sembrare imbattibile. Sono rimasto poi davvero colpito dalla straordinaria qualità delle carni dei Fratelli Varvara, arrivate a casa mia dalla Puglia con una consegna assolutamente perfetta.
Salvatore Spatafora giornalista enogastronomico In queste settimane di stop forzato ho avuto più tempo per riflettere sull’importanza di dare visibilità, attraverso gli articoli che scrivo, ai produttori virtuosi che rispettano la stagionalità e adottano un approccio etico, sia nei confronti dei lavoratori che della sostenibilità ambientale. Ho scoperto nuove realtà come l’azienda agricola Bosco Ficuzza, per il delivery di ortaggi e verdure di campo, mentre ammiro ancora di più certe realtà che già stimavo: per esempio la torrefazione Morettino ha supportato gli ospedali di Palermo impegnati nella gestione dell’emergenza Covid-19 offrendo il caffé al personale medico in corsia. Tra le pasticcerie che si sono attivate con il domicilio meritano una menzione I Segreti del Chiostro, che ripropone le antiche ricette conventuali siciliane, e poi la Pasticceria Delizia di Bolognetta, il giovane Mauro Lo Faso è sicuramente un talento da tenere d’occhio. E infine l’iniziativa Donne di Mare, lanciata dalla vulcanica chef Bonetta Dell’Oglio, per salvare i piccoli pescatori con il delivery.
Michele Cabras gourmand e creatore di Degustibus Sardegna Food Festival In Sardegna abbiamo delle grandi novità che si fanno strada anche se purtroppo c'è poca voglia di uscire dagli schermi, troppo poco studio. Ma qualcosa si muove. 1) Davide Atzeni, chef e patron di Coxinendi, giovane promettente, grande mano e ottima filosofia di cucina abbinata a tanta tecnica. 2) Osteria Kobuta di Riccardo Porceddu, vero fusion, protagonista un ragazzo che parte spesso per il Giappone ed è riuscito a portare a Cagliari un locale informale dove ti senti in viaggio ma le materie prime sono in gran parte locali. 3) le pizze di Sandro Cubeddu da Re I Mi, sono certo che se non fosse a Sassari avrebbe sfondato. Un vero chef che cucina sulle pizze, un maestro dei lievitati che prepara 6 impasti totalmente diversi in parallelo e su cui sviluppa ricette degne di grandi toque.
Adele Elisabetta Granieri giornalista enogastronomica (Il Mattino, Le Guide di Repubblica, Slow Wine) Qui a Napoli Ciro Salvo di 50 Kalò e Ciro Oliva di Concettina ai 3 Santi si sono fatti in quattro per non farci mancare una buona pizza a casa, con un servizio attento e curato. Ho apprezzato tanto anche il delivery di Angelina, tavola calda gestita da Marianna Vitale e quello de La Tradizione di Vico Equense.
Massimiliano Borgia direttore del Festival del Giornalismo Alimentare Durante il lockdown ho sempre cucinato a casa. Credo, comunque che questi “arresti domiciliari” abbiano definitivamente rotto la diffidenza verso il food delivery e che farsi portare la cena a casa, d’ora in poi, farà parte delle nostre abitudini. Il settore deve considerarlo una seconda gamba dell’attività e deve investirci. In particolare, si deve investire di più in informazione online sui piatti e sugli ingredienti, in informazione sul packaging e in formazione verso i rider, soprattutto se sono interni.
Davide Rampello regista televisivo e direttore artistico, curatore del Padiglione Zero a Expo 2015, cura per Striscia la notizia la rubrica "Paesi, paesaggi..." dedicata alle eccellenze paesaggistiche e alimentari Ho assaggiato tutta una serie di prodotti cilentani, c'è meravoigliosa associazione che si chiama Brodo che raggruppa alcuni dei migliori produttori d'Italia. Penso a Michele Ferrante, coi fagioli di Controne e l'orzo nudo, impareggiabili; così come Gioi, piccolo salumificio artigianale; e ancora gli oli della Madonna dell'Ulivo di Antonio Mennella, straordinari, un piccolossimo podere con quattro tipi di olio, uno migliore dell'altro. Capitolo vino: quelli di Walter Massa e poi la Garganega di Filippi.
Camilla Lunelli communication director Cantine Ferrari I momenti più significativi e golosi del lockdown dal punto di vista gastronomico sono stati per me segnati dalla proposta delivery di Locanda Margon, che ha accompagnato molti fine settimana della mia famiglia, con grande soddisfazione di tutti. Per quanto riguarda i produttori, ho voluto supportare piccole realtà del territorio trentino (per latticini, frutta, verdura), quasi tutte biologiche, che si sono trovate da un momento all’altro prive dei canali di vendita abituali, costituiti per lo più dai mercati contadini o dalla vendita diretta presso l’azienda agricola, ed hanno cominciato a consegnare a domicilio. Merita infine una citazione il cioccolato che la bottega del commercio equo e solidale di Trento, Mandacarù, consegnava a domicilio, per Pasqua ma non solo. Da non perdere quello al cioccolato fondente e zenzero, buono in sé, ma ancora più per il percorso e la motivazione che ha alle spalle!
Claudio Scavizzi ceo MagentaBureau Più che piatti speciali delivery provati a pranzo o a cena, dove la maggior parte delle volte ho dedicato io del tempo a cucinare, ho voluto testare delle ottime colazioni a casa e vale la pena citare quelle di Pavè (una conferma in assoluto per i suoi lievitati sia nella versione dolce - con le diverse brioche di tutti i tipi, con la treccia e la rossa su tutte - che salata, con cotto e fontal); e Marlà (ottima la brioche vegana - non l'avrei mai detto! - e soprattutto i cannoli siciliani nella versione arancia o gocce di cioccolato).
Daniele Miccione fondatore di GazzaGolosa, pagina gastronomica della Gazzetta dello Sport Durante il lockdown ho provato il delivery di Gianluca Fusto: torte spettacolari; sono andato a comprare la pizza alla pala e il pane di Crosta (per me è tra i primi tre panifici di Milano); mi sono fatto spedire da Milano il curry habanero e i peperoncini Cascabel di Tuttelespeziedelmondo e dalla Sicilia le arance Valencia coltivate nella Val d’Anapo da Sicilia Agrumi e il tarocco Gallo di AranciaDoc.
Angela Frenda responsabile editoriale Cook - Corriere della sera Nuovi produttori che ho scoperto causa quarantena (grazie a loro nel periodo del lockdown abbiamo fatto la spesa): Uova di montagna, marmellate Pure stagioni, Parmigiano Vacche rosse, salse Carli. Piccoli e grandi gioielli di qualità produttiva.
Raffaele Foglia giornalista redazione vino - Identità Golose Tanti vini. Tra tutti Tenuta San Leonardo, con l’assaggio anche del nuovo Trentodoc Marchesi Guerrieri Gonzaga, poi Veneroso di Tenuta di Ghizzano e i vini del Castello del Terriccio, per citarne solo alcuni. Per quello che non è vino, la Giardiniera di Morgan: non una scoperta, ma una piacevolissima conferma.
Fabiano Guatteri direttore editoriale di GoodMood La qualità dei delivery è mediamente modesta. Tra i produttori apprezzo molto I love Ostrica.
Gianfranco Massa imprenditore e fondatore dell’Accademia Casa Puddu Gli esercenti dei box del mercato di San Benedetto a Cagliari, uno dei più grandi d’Europa, che hanno organizzato un efficiente servizio a domicilio di tutti i loro prodotti di altissimo livello qualitativo, dai pesci alla verdura, dalla carne ai formaggi senza dimenticare il pane e i dolci.
Carlo Ottaviano Il Messaggero La cosa che mi ha colpito positivamente di più è stato il confronto con molti chef a proposito delle difficoltà. Non autori di banali e lamentose proteste, ma saggi imprenditori. Tra le chicche ricevute a casa mi hanno colpito il riso affumicato al ciliegio dell’azienda vercellese Gli Aironi e Le Acciughine, un sostituto del sale ricavato dalle acciughe del Cantabrico e lavorate a Parma.
Michele Cannone direttore Marketing Global Foodservice di Lavazza Ho avuto modo di sperimentare il delivery di diversi ristoranti, ma francamente non ho ritrovato le stesse emozioni che normalmente provo quando mi ritrovo nell’ambiente “nativo”. Non so se rifarei l’esperienze, pertanto le considero “emergenziali”. Ho invece scoperto fornitori di materie di prime locali, specialmente per quanto riguarda i vegetali.
Paolo Colombo vicecaposervizio Tg La7 Dopo un mese blindato in redazione a Milano, quando andavo a casa solo per riposare a orari assurdi, ero costretto ad accontentarmi delle insalatone, al massimo della variante panini, preparate dalla mensa Rcs e consumate rigorosamente davanti al pc. In quei primi 30 giorni, il lockdown per me era già iniziato il 24 febbraio, sono riuscito a dimagrire anche di 8 kg. Poi, stufo di insalatone e panini, ho riscoperto il piacere di cenare a casa, rigorosamente solo, essendo single. Ho scoperto che vicino a casa mia c’è un punto vendita Gelmarket (ex-Picard) con alimenti surgelati che mai prima avevo considerato. Mi sono lasciato prendere la mano ed ho stipato il freezer come se fossimo stati in guerra. Ho riscoperto l’uso del forno elettrico degustando ottime capesante gratinate, quiche lorraine, branzino con salsa di arance siciliane, spiedini di gamberi ed altre ghiottonerie. Mai avrei pensato che un piatto di tagliolini vodka e storione, preconfezionato e cucinato al microonde, potesse essere talmente buono. Il delivery food l’abbiamo sperimentato il giorno di Pasqua in redazione, ordinando l’ottimo menu preparato dallo storico ristorante Al Tronco dello chef Alfredo Zini. Altra esperienza interessante con il ristorante Al Grigliaro di via Fiamma. Per i dolci due le scelte con brioche spesso portate in redazione: quelle ottime della Pasticceria Marotin di via Mameli e quelle alla crema della Pasticceria Montesano di corso Plebisciti. Per la focaccia e/o pizza a tranci, sempre da asporto, consiglio quella di Pane Bianco in via Civitavecchia a Crescenzago, a pochissimi passi dalla redazione de La7.
Chiara Aiazzi collaboratrice Guida ai Ristoranti di Identità Golose In una Firenze surreale e spopolata dai turisti, mi hanno fatto compagnia l’ottima #Santarpizza da asporto di Giovanni Santarpia, il servizio a domicilio del ristorante Cucchietta per il menu take away da ultimare secondo istruzioni e #Olivery, i piatti delivery di Olivia a base di olio extravergine d’oliva.
Gemma Altimari giornalista e food blogger In questo periodo ho scoperto non un prodotto ma una persona: la grande bellezza che si cela dietro il personaggio di Filippo La Mantia. Durante tutto il periodo trascorso ha postato su Instagram con grande sensibilità non solo i suoi piatti, ma le ricette di ogni piatto, permettendo in astratto a chiunque di goderne. Un contributo di generosità che non è passato inosservato si miei occhi. Claudio DeMin collaboratore de Il Gazzettino e della Guida ai Ristoranti di Identità Golose Le cose più golose che mi sono arrivate a casa portano la firma de Al Turbine, osteria di campagna fra Mestre e Treviso, piatti classici realizzati a regola d'arte: Sopa Coada, Tortelli ripieni d'uovo con salsa agli asparagi, Filetto di manzo alla Wellington. Menzione anche per lo stellato Al Ridotto di Venezia e per Al Gallo di Noale.
Errica Tamani firma de La Gazzetta di Parma e Identità Golose Imbuto a Lucca, per piatti di ottimo gusto italico dal tocco gourmet. Bu:r, per i piatti tipici della gastronomia da asporto proposti in porzioni generose e accurate. Cortex a Parma, per i piatti gourmet e le istruzioni precisissime anche a livello di impiattamento per riprodurli a casa.
Giuseppe Carrus redazione vino Gambero Rosso Osteria Kobuta è un piccolo locale nel cuore del quartiere Marina, a Cagliari. Si ispira a una izakaya giapponese, senza trascurare la valorizzazione delle materie prime locali. Durante la chiusura ho ordinato i gyoza e il kit ramen con tanto di tutorial per la composizione. Mai scelta fu più centrata!
Francesca Brambilla e Serena Serrani fotografe Siamo andati alla ricerca di piccoli agricoltori e produttori di nicchia - che abbiamo potuto apprezzare grazie al delivery - come le farine di Filippo Drago con cui abbiamo preparato il pane in casa, oppure le carni, i formaggi e le verdure di Cascina Guazzafame.
Catiù Giarlanzani Amministratrice delegata di Radio Popolare Mi piace cucinare, quindi in questo lungo lockdown mi sono esercitata, non sempre con risultati positivi, ma cucinare è stato un momento di piacere per me. Ciò che mi è mancato e che quindi ho cercato nel mondo delivery è stata la pizza. A Milano tante sono lo opzioni, ma trattandosi di cibo da consumarsi caldo mi sono orientata sull’offerta della zona dove vivo. Sono stata tentata di provare le proposte di tanti ristoranti milanesi ma alla fine sono caduta su Basara e cioè su ciò che già conoscevo.
Gabriele Rosso Slow Wine Ho avuto la fortuna di cenare con gli ottimi piatti di Reis (cuoco Juri Chiotti) e Osteria Fuorimano (Alex Dutto). Il genio assoluto è stato però Massimo Prete (Sesto Gusto) che ha consegnato a casa la base della pizza già cotta, solo da rigenerare in forno e da condire con ingredienti stratosferici.
Gabriele Zanatta coordinatore Guida Identità Golose I delivery di cucina asiatica, genere che si presta benissimo all'opzione trasporto per questioni di grammatura ridotta, temperature non così determinanti, semplicità di fruizione. Ho gioito con le bontà giapponesi e cinesi di Aji, Bentoteca di Yoji Tokuyoshi, Basara, Casa Ramen Super, Ciotto, Mu Dim Sum, Gastronomia Yamamoto, Il Gusto della Nebbia, Ichikawa e Kanpai.
Alberto Cauzzi partner e direttore Guida Ristoranti di Passione Gourmet Beh, riuscire a ricevere nella lontana Sicilia i pacchi di In.Gredienti degli Alajmo e di Pane di Niko Romito mi ha aiutato a sollevarmi nei momenti di sconforto. Dolci splendidi e invitanti. Ma la cena di Cristiano Tomei dell'Imbuto che mi è arrivata è quello che più mi è rimasta impressa: Cristiano ha osato e ci ha fatto divertire tanto con piatti ben calibrati, estremi e per nulla scontati.
Martina Liverani Ideatrice e curatrice di Dispensa Magazine Il piacere di cucinare a casa e la comodità della spesa online. Nel sito web di dispensamagazine.com abbiamo stilato una lista di tutti i produttori italiani che non si sono mai fermati e hanno continuato o iniziato a spedire le loro eccellenze in tutto il paese. Il mio unico rimpianto: non aver provato il delivery di Antonia Klugmann perché geograficamente troppo distante J, in compenso mi sono consolata con una cena consegnata a domicilio da Gianluca Gorini.
Marialuisa Iannuzzi narratrice di sapori per Identità Golose Meritano il desiderio comune di esserci; il tempo che produttori, cuochi, pasticceri hanno dedicato alla conoscibilità del loro lavoro per valorizzarne il frutto, subordinando il profitto. E meritano il gelato di Leveillè, le lezioni a domicilio di Franco Aliberti e le box del duo R.Paglia&Roy Caceres.
Chiara Buzzi general manager di Rita e collaboratrice di Identità Golose Luca Marcellin con il suo delivery ha unito la proposta di Drinc e Drinc Different portando nelle case lo stesso servizio cinque stelle che riesce ad offrire nei suoi locali. Con l'aggiunta di un bellissimo zainetto logato e stuzzichini dolci o salti. The Botanical Club ha trasferito minimalismo e pulizia formale alle bottigliette in vetro monoporzione contenenti cocktail ready to drink. Mezz'ora di freezer e servite senza ghiaccio (i drink sono già diluiti). Cari-co Milano ha realizzato un e-shop che comprende distillati, utensileria da bar, bicchieri, ingredienti sfusi, libri, marinature, sciroppi e molto altro. Il delivery conta numerosi cocktail classici, qualche special edition e tante sfiziose proposte dalla cucina.
Luca Iaccarino giornalista Parlando di Torino, dove abito: ho adorato la merenda sinoira a domicilio delle Antiche Sere, gli imbattibili plin "di Lidia Alciati" (fatti da Ugo), gli agnolotti incredibili di Odilla Bastoni; mi ha stupito il delivery di Eragoffi dove non ero mai stato. E poi i tanti drink recapitati a casa, soprattutto quelli di Caffetteria Mazzetti di Asti.
Pina Sozio redattrice Gambero Rosso Al Tuscolano la spesa è cosa seria (tra i nomi Liberati, Piccola Bottega e Merenda, Bomprezzi), ma l’ho affiancata ai delivery di Cicchinelli Ethical Food, Pork‘n’Roll, Casale Nibbi, Poggi. Anche per i ristoranti ho puntato sul vicinato (capofila Eufrosino e Legs), a eccezione del nuovo Tournè di Anthony Genovese.
Margo Schachter food editor freelance Durante il lockdown ho provato una trentina di delivery, ed è incredibile come anche a distanza, ogni ristorante riesca a trasmetterti la propria identità. Però sono anche riuscita a mangiare la cucina di posti in cui non ero ancora stata, un vero smart-working! Fra i kit da comporre, meritano una citazione il pop-up delivery di quei geni de LaFranceschetta di Modena, gli spaghetti con emulsione di bottarga di 142 restaurant, i noodles con brodo in lattina de Il Gusto della Nebbia. Delivery top, il sushi di Aji e l'anatra di Mu Dim Sum.
Maresa Bisozzi Enotecaria e collaboratrice della Guida di Identità Golose I fornitori di questo periodo che sono riusciti a fare delivery anche da altre regioni sono stati due: agriturismo San Desiderio di Monastero Bormida (carni, salumi, verdure, pane, latte…) e la Bottega del Fresco Bosisio Parini (carne, salumi, bresaole, pancette). Grandiosi.
Antonella De Santis redattrice Gambero Rosso Ho avuto la conferma di come il delivery possa essere un progetto a se stante, che va oltre la semplice consegna di cibo, penso a Marzanatra, di Marzapane. Tra le scoperte, un banco di pesce nel mercato vicino casa, fuori dai giri e dai blasoni, che ha confortato la mia quarantena con cose introvabili.
Valentina Marino Gambero Rosso, curatore delle guide Milano e Ristoranti d'Italia Il mio lockdown l'ho trascorso a Pescara, e più che altro ho attinto dalle botteghe, per me tra le categorie più danneggiate dall'emergenza. Quindi soprattutto prodotti a domicilio, frutta e verdura da chi sa sceglierla in modo particolare. Una citazione la meritano Valentina e Luigi Di Camillo e famiglia (Tenuta I Fauri), che con l'iniziativa Suona e Scappa, oltre a ottime bottiglie, hanno recapitato parecchi sorrisi. E non era facile.
Sonia Gioia giornalista freelance Due grandissime conferme e una scoperta, sempre made in Puglia: un fuoriclasse assoluto della lievitazione, Vincenzo Benvenuto della Caffetteria del Viale di Altamura (Bari), il caseificio Stella Di Cecca, ancora Altamura, bocconi che grondano latte, profumano di Murgia e d’erba fresca, e la Dolceria Sapone di Acquaviva delle Fonti (Bari): mi ha riconciliato con la pasticceria, che trovo spesso artificiale e plastificata, le sue torte un capolavoro di genuinità.
Tokyo Cervigni buyer per Terroirs d'Avenir e collaboratore Guida di Identità Golose Ho scoperto tanti produttori bravissimi: per la verdura la Cascina Fraschina e il Mulino del Borgo, per gli agrumi Alessandra Pennisi. Alcuni amici poi mi hanno "spinto" le carni della macelleria Varvara di Altamura. Sul delivery le ragazze di Al Tatto sono state bravissime con la loro proposta DIY.
Giorgia Cannarella editor di Munchies In questi mesi non ho provato molti delivery. La scelta su Bologna era più limitata che a Milano. Conoscevo già Ancarani per i vini ma ne ho apprezzato moltissimo anche la pasta; Yuzuya si è riconfermato, per me, uno dei migliori giapponesi d'Italia; e un format di pasta fresca di super successo come Sfoglia Rina si è dimostrato vincente anche a casa.
Luca Sessa direttore di Radio Food Sono rimasto piacevolmente colpito da box molto diverse tra loro. Da quella di Hiromi Cake con i dolci giapponesi, un mix di tradizione e creatività, a Zia Rilla, con piatti golosi e confortanti (lasagna, tortelli, polpette di bollito). Infine l'elegante proposta di Achilli Caffè, piatti e vino in abbinamento.
Barbara Marzano free food teller, collaboratrice Guida Identità Golose A Milano ho scoperto GODO Sostanza Italiana, delivery sostenibile di cucina mediterranea, dispensata in pack in vetro e firmata da Tommaso Arrigoni. A Torino, da chef Lorenzo Careggio (EraGoffi), ho ricevuto pizza alle costine con salsa bbq, da completare a casa. Ottima carne anche da Serica e Fratelli Torcinelli.
Mariella Caruso giornalista collaboratrice di Identità Golose Il delivery è stata la chiave di volta di questi lunghi mesi di lockdown. Personalmente mi sono dedicata molto alla cucina e ho dato vita al lievito madre. Così ho scoperto le farine integrali macinate a pietra di Mulinum, un progetto agricolo-biologico made in Calabria.
Federico De Cesare Viola direttore editoriale Food&Wine Italia Durante il lockdown sono sopravvissuto grazie ai favolosi box vegetali (e non solo: la pasta fresca!) di Retrobottega, alle ottime selezioni di Cicchinelli Ethical Food (tra cui le carni di Pulicaro e i formaggi della fattoria Faraoni), alla mozzarella, quella di Barlotti, consegnata da I Bufalini e al gelato di Otaleg di Marco Radicioni. E ho apprezzato le proposte di delivery inedite, sostenibili e intelligenti di tanti chef e ristoranti, da Marzapane al Pagliaccio.
Bruno Petronilli direttore James Magazine Durante questo lockdown ho riscoperto il valore del tempo e della semplicità. Ho scoperto che a casa mia si sta benissimo, che non è necessario viaggiare di continuo, che pane e salame, uno spaghetto al pomodoro e fare la spesa al supermercato sono sufficienti per essere felice.
Erika Mantovan collaboratrice di Identità Golose Caffetteria Mazzetti - Asti: drink che fanno viaggiare le papille nei ricordi di locali parigini, sorsi consistenti ed estivi. Cascina Faletta - Casale Monferrato: l'ultima Barbera Braja, golosa e nettamente profilata dal legno, è da testare assieme a un piatto creato per un matrimonio perfetto. Nocciolini Bonfante - Chivasso: Croccanti, che rimbalzano... squisitamente amalgamati nel loro film oleoso eppur sapido. Scioglievolezza ed equilibrio.
Davide Visiello corrispondente dalla Sicilia di Identità Golose Sempre una garanzia, buona a casa come al locale, la pizza di Pierangelo Chifari, pizza chef dell'Archestrato di Gela a Palermo. A Bagheria, provincia del capoluogo siciliano, bella e interessante la proposta delivery di Tony Lo Coco, chef de I Pupi, con la versione sushi dei suoi piatti più noti.
Rocco Catalano studioso di enogastronomia, scrittore e cantastorie Giuseppe Maglione (Pizzeria Daniele Gourmet di Avellino), propone un delivery per la pizza buono e intelligente, perché spendibile non solo nella sua città. Pizze tonde cotte prima in forno, poi abbattute e infine confezionate ed etichettate sottovuoto con annesso kit per i condimenti. Lorenzo Careggio, chef di Eragoffi di Torino con la formula EraWay.
Claudio Agostoni Direttore dei programmi di Radio Popolare, giornalista turistico La scoperta è stata Basara - Sushi Pasticceria, ottima qualità della materia prima (a prezzi medio-alti, ma in modo giustificato). Ho ritrovato le gustosità dello storico cinese Lon Fon, dove non andavo da almeno 10 anni perché fuori zona. Bravi quelli della pizzeria Berberé che, con l’ordine, regalavano il lievito madre e ottimo il servizio del portale CosaPorto, che mi ha permesso di fare colazione come al bar con le brioches del panificio Longoni.
Annalisa Cavaleri giornalista e docente di Antropologia del cibo Ho riscoperto il rito dell’aperitivo a casa. Mi sono stupita dei “cocktail” che arrivano a domicilio “già pronti” e miscelati, a cui basta aggiungere qualche cubetto di ghiaccio, e mi sono divertita come mai avrai pensato con le degustazioni online sulla piattaforma Zoom. Una su tutte: l’assaggio di Krug Grande Cuvée guidata direttamente “da remoto” da Olivier Krug.
Fosca Tortorelli giornalista freelance e critica enogastronomica Ho avuto modo di diversificare le mie giornate anche attraverso il piacere della tavola. Ho scoperto con piacere il Paniere Vesuviano, un gruppo di piccoli produttori e aziende del territorio che hanno fatto sinergia e sono arrivati al consumatore finale, portandogli a casa prodotti unici, stagionali e dal sapore vero. Tra quelli assolutamente da citare ci sono Antonia Rastelli a Tramonti (Salerno), Antica Trochlea per i pomodorini del piennolo; Vincenzo Egizio a Brusciano (Napoli) per le sue Papaccelle e il “Nettare” di Albicocche del Vesuvio.
Vincenzo Rizzi di professione docente, gastronomo per passione Durante il lockdown ho avuto modo di apprezzare i prodotti da forno del panificio Magda, a due passi da casa mia. Prepara anche piatti da asporto, ma si distingue per i prodotti da forno, tra i quali una squisita focaccia tipica barese, e una pizza di cipolle che in Puglia si chiama calzone.
Paolo De Toma Imprenditore nei settori musica e stand-up comedy, gourmet di lungo corso Devo dire che usavo già molto i servizi di delivery anche prima del Covid-19, e che quindi ho principalmente continuato ad usare quelli che già conoscevo ed apprezzavo, e che infatti non mi hanno mai deluso. Sicuramente una piacevole novità è l’asiatico Mu Street Food di Corso Como, che mi piace molto, una certezza da anni è il sushi di Basara, e per la pizza, da quando ha riaperto, Da Zero ha pochi rivali.
Lisa Casali scienziata ambientale e food writer L'unico delivery che ci siamo concessi durante la quarantena è stato il delivery di Vasiliki Kouzina che ci ha deliziati con piatti tradizionali di cucina greca. Per fare la spesa abbiamo utilizzato l'app Alveare che dice sì che ti permette di acquistare direttamente dai produttori. Tra i produttori della zona ci siamo innamorati del pane di Slow Bread Lab, una micro-bakery nel cuore di Milano che produce un ottimo pane con lievito madre, e impasti con farina di segale e grani antichi, semi.
Angelo Carrillo giornalista enogastronomico e gastrosofo Meritano un segno di riconoscimento i tanti giovani cuochi che si sono reinventati un servizio per sopravvivere come Alessandro Bellingeri dell'Osteria Acquarol di Appiano, o Amò, la Prelibateria, con le sue mozzarelle "made in Bolzano", e i grandi "vecchi" come Herbert Hintner del ristorante che con umiltà e senza un lamento hanno affrontato anche questa nuova sfida.
Giovanni Farinella collaboratore Identità Golose Il paniere di ONA, Parigi, una comunità che sviluppa ristoranti "effimeri" in giro per il mondo. Con il lockdown e l'obiettivo di supportare i piccoli produttori locali, Luca Pronzato ha cominciato a distribuire panieri con menu da 3 portate destinati alla consegna a domicilio, curati settimanalmente da guest chef ed accompagnati da tutorial digitali.
Sara Porro foowriter per Amica, SportWeek e Linkiesta Ho scoperto che l'esperienza del ristorante non è riproducibile con il delivery, esattamente come la pay tv non c'entra niente con l'immersività di una serata al cinema - qualunque cibo consumato tra le quattro mura di casa e le solite posate sembra assumere lo stesso sapore blando. L'eccezione principale sono state le colazioni: un giorno di ogni weekend durante il lockdown abbiamo ordinato le brioche da Davide Longoni, o da Pavè, o da Crosta, aggiungendo all'ordine anche il loro ottimo pane, così da averlo per tutta la settimana. Ah, parzialmente OT: non si parlerà mai abbastanza male delle piattaforme di delivery, che in questa fase in cui sono diventate indispensabili non hanno abbassato di un centesimo le loro commissioni esose verso gli esercenti. Bravi quelli che hanno messo su un servizio di consegne in autonomia, con lo staff interno.
Annalisa Zordan Redattrice del Gambero Rosso Mi ha stupito la capacità dei ristoratori (ma anche dei gelatieri o dei panificatori, penso a un Davide Longoni o un Dario Rossi) di rendere speciali anche i loro delivery, insomma hanno preso uno strumento tipico dei fast food e lo hanno fatto loro, stravolgendo ogni mio pregiudizio nei confronti delle consegne a domicilio. Ho potuto provarne un bel po' anche grazie al progetto Delivery Report pubblicato su Cook_inc, nel quale il mio compagno Alberto Blasetti faceva le foto. La mia top 3? Retrodelivery, il progetto Carnal di Roy Caceres e il box Marzatra di Marzapane, in ordine di assaggio.
Luciana Squadrilli giornalista freelance ed editor di Food&Wine Italia Più che altro ho avuto la conferma che chi è abituato a ragionare e a guardare sempre avanti – e intorno a sé – continua a farlo anche nei momenti difficili. Tre esempi: RetroBottega che ha messo su la realtà parallela RetroDelivery consegnando anche prodotti eccellenti dei suoi fornitori; Gabriele Bonci e la sua Brigata Agricola che – con l'aiuto di Edoardo Cicchinelli – hanno creato la rete de IlTascapane. E Gianfranco Pascucci con i suoi kit culinari, i primi che ho visto e assaggiato.
Alberto Tonello gastrogiornalista de Il Giornale di Vicenza-L'Arena di Verona Oolong nato da un mese a San Bonifacio, cino-giappo-thai fusion gourmet, solo delivery e takeaway di qualità incredibile; La Dispensa a San Felice per le misteri box di Michele Bomtempi, vini naturali strepitosi e introvabili; birrificio Ofelia a Sovizzo, solo birre artigianali, piccole produzioni, tanta personalità.
Concetta Bonini Condire Digitale In questi mesi ho scoperto che esiste un fenomeno di "delivery divide": a Modica, come in centinaia di piccole città, non sono mai arrivati servizi in grado garantire sicurezza e qualità a chi avesse voluto provarci. Bravi tutti coloro che qui hanno trovato altri modi per restare in contatto virtuale coi propri clienti.
Gabriele Principato giornalista di Cook – Corriere della Sera Mi ha più colpito la creatività con cui ristoranti, che mai si erano approcciati al delivery, sono riusciti a continuare a proporre la propria cucina. Penso ai sughi sottovuoto di EraGoffi. O alle salse greche sotto vetro di Vasiliki. Oppure, ancora, ai piatti di Daniel: accompagnati da un messaggio vocale dello chef che li racconta e spiega come rigenerarli.
Leila Salimbeni coordinamento editoriale di Spirito diVino e redattrice capo di Passione Gourmet Ho imparato a cucinare. Apro il frigo e vi trovo ben due tipi di lievito; in dispensa ho tre tipi di farine, ma la pizza per me resta quella, tonda, di Berberè o quella alla pala, romanesca, di Pizza Artist. Acquisto tramite il Mercato Ritrovato la frutta e la verdura dagli agricoltori locali; quanto ai ristoranti, ho attinto con grande soddisfazione da Il Grano di Pepe di Rino Duca.
Elisa Poli giornalista di La Repubblica Durante il lockdown invece, che ho passato nella provincia di Livorno, nel comune di Campiglia Marittima, purtroppo non ho avuto modo di usufruire di delivery particolari, non c'era molto aperto, ho provato solo un ristorante-pizzeria, il Carnaby Street, di Venturina, che ha delle pizze, anche con ingredienti curati, molto buone.
Massimo Di Cintio giornalista e ideatore dei congressi regionali Meet in Cucina Ho apprezzato l'efficiente servizio di FoodLovery, una giovane società abruzzese in espansione in tutte le regioni e il lavoro di piccoli produttori e di giovani chef. Anche qui tre esempi: il torrefattore marchigiano Mauro Cipolla con le sue selezioni di Caffè Orlandi Passion, lo chef Gianni Dezio di Tosto ad Atri (Teramo) che non ha rinunciato alla creatività neanche con il delivery e la famiglia Di Cecca di Altamura che ha continuato a distribuire i suoi sontuosi latticini in gran parte della Puglia.
Giuseppe Cordioli giornalista, direttore di Casa di Vita magazine e collaboratore Guida Identità Golose In questo periodo ho usufruito delle varie proposte dei ristoranti friulani. Sono rimasto impressionato dalla proposta di Elliot di Manzano. Lo chef Andrea Fantini ha saputo creare piatti semplici ma di grande intensità: il Carrè di agnello con carciofi e pesto al tarassaco era perfetto. Una menzione anche per i cjarsons alle erbe della Trattoria al Paradiso di Pocenia.
Stefano Vegliani giornalista, collaboratore di Identità Golose dalla prima edizione La convivenza con mio figlio studente al quarto anno di alberghiero, e desideroso di migliorarsi, mi ha fatto preferire il delivery di prodotti a quello dei ristoranti: le torte di Gianluca Fusto, i formaggi de Il Piccolo Brite di Cortina, le farine friulane di Molino Moras, tonno e acciughe siciliane di Testa Conserve, l'olio ligure Sommariva, le birre del Birrifico Cittavecchia di Trieste.
Giulia Zampieri giornalista gastronomica, collaboratrice di Identità Golose Le chiusure forzate hanno stimolato creatività, precisione, organizzazione. Tra gli esempi veneti non posso che citare Dimitri Mattiello e il suo nuovo Casa Dimitri. In quanto a dolce, per il servizio impeccabile e la qualità elevatissima delle creazioni, Luigi Biasetto. E infine gli Alajmo, che con la loro bottega-dispensa In.gredienti, solleticano sempre (e parecchio) l'appetito.
Giulia Grilli giornalista freelance, collaboratrice Guida di Identità Golose Purtroppo, durante il lockdown non ho usufruito del delivery. Tuttavia, ho un grandissimo desiderio di assaggiare il prima possibile i formaggi di Cau&Spada, azienda agricola del Montefeltro.
Enzo Palladini giornalista di Mediaset e collaboratore della Guida di Identità Golose La pizza di Lievità è deliziosa anche se portata a casa. Ma non è una rivelazione totale, c'era da immaginarselo. La scoperta vera è il piacere di ricevere i piatti sottovuoto (ad esempio quelli del Caffè del Lupo o dell'Antica Osteria Magenes) e provare a impiattarli in casa per ricreare la magica atmosfera di questi ristoranti.
Riccardo Felicetti pastificio Felicetti a Predazzo (Trento) In realtà in famiglia abbiamo fruito poco dei delivery. Qui a Merano l'offerta era piuttosto limitata. Unico delivery provato è stato quello di un sushi restaurant. Abbiamo invece cucinato parecchio seguendo le indicazioni dei cuochi. Ho trovato davvero particolarmente buoni i risultati dei tutorial di Irina Steccanella (ragù) e di David Fiordigiglio (pizza).
Anna Prandoni responsabile di Gastronomika de Linkiesta La mia quarantena ha avuto un sapore diverso principalmente grazie a Orapesce e a Tannico: qui da me, in provincia di Varese, le proposte di delivery non sono molte e questi due e-commerce sono stati provvidenziali per cene gustose e aperitivi davvero piacevoli. Sempre puntuali, sempre di ottima qualità, a un prezzo assolutamente concorrenziale. E poi ho usato molto Cosaporto per fare regali alle tante persone che hanno festeggiato i compleanni in reclusione: anche con loro ho trovato un ottimo servizio, sempre puntuale.
Valentina Santonastaso Ambasciatrice dei carboidrati complessi e collaboratrice di Identità Golose I piatti di tradizione di Angelina, lo spin off a domicilio della cucina di Marianna Vitale di Sud a Quarto; gli straordinari pomodori lampadina e le profumate confetture dell'azienda Pomodama di Quisisana, l'olio monocultivar di Corniola dell'azienda Ragozzino De Marco dell'Alto Casertano.
Ilaria Brunetti collaboratrice Guida Identità Golose Passerini, Septime, Fulgurances a Parigi e tutti i ristoranti che si sono reinventati per sostenere i loro produttori. Esempio particolarmente virtuoso (anche se non apprezzato direttamente) Florent Ladeyn (Auberge du Vermont), diventato distributore per i suoi produttori senza neanche fare alcun margine. Attraverso alcuni ristoranti, qui a Parigi (ex: Le Bel Ordinaire Rive Gauche) e altrove la gente ha avuto modo di entrare in diretto contatto con alcuni produttori straordinari (Sylvain Erhardt, produttore di asparagi e fragole), una grandissima fortuna. Spero che il legame tra produttori e consumatori resti più stretto.
Davide Bertellini Passione Gourmet Durante il lockdown ho preferito imparare ad eseguire ricette e piatti che non avevo mai realizzato prima come il risotto alla carbonara dei Costardi Bros o i frollìni al burro e la crema pasticcera di Nicola di Lena al Seta. Non amo il delivery o il take away. Mi manca il servizio, l'atmosfera e l'esperienza avvolgente del ristorante. Con la cucina ho una grande storia d'amore e come tale voglio viverla pienamente e non a distanza.
Alessandra Chioetto chief operating officer MagentaBureau ed executive producer Identità Golose Ho finalmente ordinato su Cortilia: frutta e verdura con colori e sapore al posto giusto e che durano tantissimo (uno stoico porro passate tre settimane era ancora perfettamente tonico e profumato). Poi le uova Principe di Fino e uno zola da perdere la testa. In delivery mi sono regalata la pizza di Fiorillo: una Favola (fiordilatte e in uscita mortadella, granella di pistacchio, scorza di lime e basilico) di nome e di fatto!
Erica Battellani giornalista e critica gastronomica Avendo trascorso il lockdown a Imola non ho avuto grandi possibilità di scoperta. Merita la segnalazione il kit dell'uovo in raviolo del San Domenico, da completare a casa seguendo il tutorial di Max Mascia, che unisce la possibilità di ricevere un piatto gourmet a casa e il divertimento di mettersi nei panni di un grande chef.
Clara Minissale giornalista enogastronomica e collaboratrice Guida Identità Golose Durante il lockdown ho avuto una conferma, cucinare mi rilassa e mi dà un senso di cura di sé e attenzione per l'altro, quindi ho utilizzato poco il delivery. Ma merita una citazione per la bontà dei suoi cornetti e del pain au chocolat il Bar Vabres in via Cipolla a Palermo. Gustati con uno specialty coffee, fanno iniziare bene la giornata.
Marina Villa dall’analisi sensoriale come strumento di marketing è approdata ai piaceri della buona tavola Segnalo: Consorzio La Granda, per l’eccellenza delle carni di razza bovina piemontese, Presidio Slow Food. Cascina Gilli, nel Basso Monferrato, per la Freisa e la Malvasia di Castelnuovo Don Bosco. Infine il laboratorio di Marco Colzani a Carate Brianza, per la sua crema spalmabile alle mandorle d’Avola e il cioccolato amaro prodotto solo con fave di cacao monorigine e zucchero di canna.
Eugenio Signoroni curatore Guida Osterie d'Italia Slow Food Editore Non ho provato moltissimi delivery. Quello del Banco Vini e Alimenti l'ho trovato curato, semplice, goloso, perfetto per questi tempi. Ma a essermi restati nel cuore sono una bottega e un banco del mercato del mio nuovo quartiere, luoghi di prossimità dei quali avremo sempre più bisogno e che mi hanno permesso di cucinare a casa prodotti straordinari e di creare con loro un rapporto di fiducia che mi mancava. Sono la macelleria I Binari del Gusto di piazza Nizza e il banco del pesce Il Corallo di piazza Madama Cristina.
Francesco Bruno Fadda food & wine journalist Non sono mai stato un grande grande fruitore del servizio delivery e, ammetto con franchezza, non mi sono fatto "rapire" dalla tendenza neanche in questo periodo. Altresì, mi sono rimesso ai fornelli - con risultati ahimè tutt'altro che convincenti - acquistando le materie prime solo ed esclusivamente da piccoli produttori locali - un piccolo contributo all'economia diretta - o attraverso e-commerce selezionati come per esempio Longino&Cardenal che hanno aperto il loro shop anche ai privati, una sorta di eden per gastroappassionati. Dal punto di vista alcolico, il tempo di quarantena è servito per studiare e riassaggiare con la giusta attenzione. Tantissime conferme e pochissime scoperte nonostante il numero importante di assaggi: un grandioso Cerasuolo di Vittoria, Sabuci 2017 (Azienda Agricola Cortese), un interessante Riesling della Mosella Kupp 2017 (Dr Fischer Hofstatter), un gin base zafferano di Sardegna Dop di Sardegna prodotto da Silvio Carta profumato e armonico anche utilizzato in miscelazioni estreme. Ultima citazione, un Cannonau esplosivo e di agile beva, che non avevo mai assaggiato prima della scorsa settimana, si chiama Naniha prodotto dalle Tenute Perdarubia. Sono certo che ne sentiremo parlare parecchio.
Pierpaolo Sammartino scrive di viaggi e cibo per Con Gusto di Repubblica Bari e Identità Golose Eustachio Sapone, della Pasticceria Sapone di Acquaviva delle Fonti, è uno di quei pasticcieri che non ti aspetti di trovare. I suoi sono prodotti artigianali di grande qualità. Ho assaggiato una colomba di una fragranza unica e dai canditi che così morbidi da sciogliersi in bocca.
Martino Lapini Fondatore di www.mamadoitaly.com col vizio per le cose buone Dato che il tempo non è mancato, ho cucinato con continuità. Ho sempre scelto la carne di Fattoria San Giuda, alle porte di Milano e mi sono innamorato del diaframma. L'asporto di Pasticceria Marlà ha addolcito i momenti di isolamento. Quello di Rost Milano mi ha pienamente soddisfatto, quando riapriranno andrò a trovarli anche fisicamente. I consigli di Cristian Marasco della Grotta Azzurra di Merate mi hanno fatto fare ottimi upgrade sulla pizza homemade.
Belinda Bortolan scrittrice e comunicatrice enogastronomica Per la pizza da asporto, Proloco Pinciano. HQF e il suo staff hanno reagito prontamente e hanno dato immediatamente il proprio listino per la vendita dei prodotti al dettaglio, in delivery, a prezzi corretti. Il pesce di Romolo al Porto, MeglioFresco e il banco del Mercato Parioli. Ancora, Retrobottega, Macelleria Da Pino ai Parioli, la più buona carne che io abbia mai mangiato.
Luca Milanetto gastronomo, collaboratore di Identità Golose Scelgo Eragoffi a Torino, un bel packaging e una bella scelta di menu. Il progetto Eraway è davvero una bella scoperta. Poi Dalmasso, pasticceria ad Avigliana, perché non si può vivere senza la piccola pasticceria di Alessandro. Infine l'enoteca il Salto dell'Acciuga di Avigliana, perché è in grado di stupire sempre la mia sete con grandi vini naturali.
Andrea D’Aloia collaboratore di Identità Golose Sono andato fuori di testa per le Sise delle Monache: dolce tipico di Guardiagrele che Emo Lullo, titolare dell'omonima pasticceria storica, ha consegnato personalmente in ogni angolo d'Abruzzo; poi le pizze di Impastatori Pompetti, a Roseto: Francesco ha portato nelle nostre case due delle sue "gourmet" più golose; infine i vasetti di Essenza Cucina di Mare, di San Vito Chietino: non i piatti del ristorante, ma un menu pensato da Filippo De Sanctis per il vasocottura, tecnica che preserva gusto e odori delle materie prime freschissime.
Fulvio Marcello Zendrini docente universitario di Food Marketing a Pollenzo e consulente di Marketing e Comunicazione aziendale Gianluca Gorini di daGorini a Bagno di Romagna si è dato da fare con successo con 20/30 pasti al giorno, Giuseppe Iannotti del Kresios a Telese, che ha messo in pista il delivery più innovativo, spedendo i prodotti semilavorati con diretta Instagram finale per cucinarli, e Adriano Baldassarre di Tordomatto, a Roma, uno dei primi a dare il via al delivery.
Luca Managlia fotografo, collaboratore di Identità Golose In una Prato in completo lockdown mi hanno allietato e reso la vita meno amara le dolcezze di Paolo Sacchetti e Luca Mannori. I pranzetti della domenica del Pepe Nero. Le proposte alcoliche del Mag 56. E il provare a realizzare il sushi a casa di Kukku risosushi Club.
Paola Pellai giornalista e scrittrice La Gastronomia di Avigno di Varese è una bottega famigliare “affamata” di genuinità ed artigianalità. Grande successo per la proposta quotidiana, sempre diversa, di un primo e secondo a 5,50 euro, in asporto o delivery. Per il dolce sosta in Cilento, nella Torteria del cake designer Antonio Ventieri: ha sofferto ma non si è arreso con delivery su prenotazione. Indimenticabile la millefoglie con babà, crema diplomatica ed amarene.
Felice Modica agricoltore e giornalista del Giornale e della Gazzetta di Parma Ho perfezionato l'idiosincrasia per un'autorità statuale ipocrita, parolaia e liberticida. In compenso, nei pomeriggi ai domiciliari, ho consegnato il mio settimo pamphlet in due anni. Uscirà in allegato al Giornale e si occuperà di Wilderness, "una via liberale per l'ambiente". In una piccola città come la mia, l'offerta di delivery si limita alla pizza e c'è poco da segnalare.
Fabio Rinaldi Aromi Abbiamo scoperto l’anima di molti ristoratori e produttori, il loro volto aziendale prima ancora che creativo. Abbiamo vissuto la nascita di veri e propri format, frutto dell’accelerazione al cambiamento imposta negli ultimi mesi. Lo chef famoso che all’alta cucina affianca il suo format di pret a porter. Le cucina stellata che si riorganizza e propone piatti street food su grandi numeri. Tre mesi fa non esisteva nulla di tutto questo. Da citare è quindi soprattutto questo cambiamento globale, non tanto il caso singolo. E lo stesso accade per i produttori: le vendite online toccano punte mai viste prima. Una pasticceria ha venduto più colombe quest’anno con il solo e-commerce, rispetto alle vendite globali del 2019.
Marina Alaimo giornalista, collabora con Identità Golose Mi sono mancati molto i dolci, ho provato i maritozzi con crema cassata di Sabatino Sirica, pasticceria di San Giorgio a Cremano, consegnati a domicilio – uno sballo. Non ho saputo rinunciare al cocktail time che amo moltissimo così mi sono fatta spedire gran parte delle bibite e succhi di Cortese Bevande Futuriste inventandomi bartender. Una bella sorpresa è stata la cucina di mare da asporto del ristorante New York New York di Torre del Greco. Buonissimo il risotto di mare. Una vera e propria scoperta sono state le zucchine gialle appena colte da Azienda Agricola Gioli e consegnate a domicilio che ho marinato e mangiate crude.
Aurelia Blanc food writer, è collaboratrice Guida ai Ristoranti di Identità Golose Ho passato la quarantena in campagna dove per fortuna o sfortuna ricorrere al delivery non è stato necessario; tuttavia ho spesso fatto la spesa da produttori locali (evitando i supermercati) che si sono organizzati per consegnare a domicilio alimenti di altissima qualità come l'azienda agricola Sant'Anna a Eupilio (Como).
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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A cura della redazione di Identità Golose
Stelle oppure oscar? Comunque, le nostre esperienze più significative del 2023, nella terza parte del nostro sondaggione
Un mosaico di dolcezze consigliate dagli esperti di Identità Golose ai lettori
Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.