31-12-2023
Stelle oppure oscar? Comunque, le nostre esperienze più significative del 2023, nella terza parte del nostro sondaggione
Dopo una valanga di suggerimenti e suggestioni salate e un affascinante elenco di dolci prelibatezze, il sondaggione di Identità Golose prosegue con il tema "La mia stella del 2023". Abbiamo chiesto agli autori di Identità Golose di indicarci l'esperienza gastronomica o la personalità del mondo del food che ha "illuminato" il loro anno appena trascorso. Ecco i consigli da inserire in agenda anche per un buon 2024.
CHIARA AIAZZI La mia "stella" del 2023 è Atto di Vito Mollica, senza ombra di dubbio. Perché lui, oltre a essere uno chef di vero talento, è un ottimo manager e soprattutto una gran bella persona. Una cena qua ti fa davvero sognare: per la proposta gastronomica superlativa, per il servizio che ti coccola e la bellezza assoluta del luogo e dei capolavori artistici che ti circondano.
MARINA ALAIMO Non ho dubbi, la mia stella è Michele De Blasio, chef del Volta del Fuenti a Vietri. Di lui apprezzo la forte personalità che esprime nei suoi piatti, il fatto che riesca a mantenere uno stile tutto suo, dove si ritrovano ora sapori decisi, ora delicatissimi, comunque sempre raffinati e mediterranei nella scelta dei prodotti. Il posto poi a sua volta è molto coinvolgente per la bellezza degli ambienti e la vista sulla Costiera amalfitana.
DAVIDE BERTELLINI Il ristorante Trèsind Studio di Dubai. Nella nuova e scenografica location dei giardini del St.Regis Hotel lo chef Himanshu Saini propone un menu degustazione di 20 portate: un viaggio nei profumi, colori e sapori dell'India, da Nord a Sud, per riscoprire la cucina in chiave contemporanea di uno dei Paesi più affascinante e misteriosi al mondo. Particolarmente azzeccato il pairing (anche analcolico) del menu studiato da Dom Carella.
CONCETTA BONINI Il ristorante I Palici, all’interno del Relais San Giuliano di Viagrande, Catania. Una tappa inaspettata con una cucina che esprime una personalità già matura e un servizio ben fatto ma non di maniera. Sorprendente il carrello di salumi e formaggi ideato dallo chef Gaetano Procopio che apre il pasto: in realtà è un carrello interamente vegetale, che provoca l’ospite sul tema della sostenibilità.
CHIARA BUZZI Io dico Mauricio Zillo al Gagini di Palermo. Conquista per saper conciliare perfettamente sangue brasiliano e creatività mediterranea in una proposta di cucina concreta, diretta, verace ma tecnicamente perfetta. I suoi piatti non sono mai banali, ci si diverte e si gode.
MARIA VITTORIA CAPORALE Zia dello chef Antonio Ziantoni. Insieme alle giovani e appassionate personalità del suo team, conduce in un viaggio che segue una strada ben precisa: quella dell’amaro, dell’umami, dell’acido e dell’aromaticità servendosi di ingredienti che seguono l’andamento delle stagioni e che permettono alla cucina di viaggiare lungo l’Italia non solo in termini di materie prime ma anche di preparazioni e ricette. Il risultato? Un effetto wow gustativo, da non confondere con la forzata, e diffusa, ricerca dello stesso effetto visivo a discapito di quello gustativo, appunto.
ALBERTO CAUZZI Mattia Pecis di Cracco Portofino. Sotto l’egida e l’ala protettiva del grande maestro Carlo Cracco, ecco un giovane e vivido talento che saprà dare nel prossimo futuro un'impronta importante al mondo dell’alta cucina contemporanea unendo talento, idee, tecnica e precisione. Un grande di domani, senza ombra di dubbio, già molto affermato oggi.
ANNALISA CAVALERI Il vegetale deve vincere, anche nel 2024. Voto per bravura le chef di Al Tatto di Milano: classe e tecnica, in formato veg. L’impegno per la sostenibilità e il benessere con loro va di pari passo con la tavola.
ANDREA CIPRIAN Dai tavoli della sala vetrata del ristorante Da Aurelio, a oltre 2.000 metri sul passo Giau, si gode di un panorama dolomitico che toglie il fiato. Un contesto incantevole in cui lo chef e patron Luigi Dariz regala altre emozioni con una cucina moderna, ricca di idee e sensibilità per le cose buone, di montagna ma non solo. Il resto lo fa una cantina davvero ben intonata.
Alcuni dei protagonisti del nostro sondaggione: dall'alto a sinistra, in senso orario, Giuseppe Iannotti, Marco Ambrosino, Antonio Biafora, Vincenzo Dinatale, Michele De Blasio, Guglielmo Paolucci, Michelangelo Mammoliti, Luigi Dariz
ANDREA CUOMO Michelangelo Mammoliti, per me certamente la migliore esperienza del 2023 nel nuovo La Rei Natura nel resort Il Boscareto nelle Langhe. Un viaggio mnenomico ed emozionale e anche fisico, visto che nel corso della cena ci si sposta in tre differenti ambienti.
ALESSIO CUTRÌ Dolcissime curve tra Grosseto e Siena. Boschi fitti e mare in lontananza. A pochi chilometri dall'Abbazia di San Galgano. La stella 2023 è il ristorante La Ciottolona di Bocchegiano, guidato dal giovanissimo e bravissimo chef Duccio Frullani. Il colpo di fulmine è Alici fritte, salsa agrodolce alle arachidi e insalata tiepida di fagiolini. Maglietta a maniche corte e silenzio. Un luogo magico dove ho trascorso ore preziose. Tornerei di corsa per assaggiare il nuovo menu dove ordinerei subito il Petto d'anatra con salsa bbq alle prugne e caffè, confettura di arance amare e carote alla brace. Piatti super e personale gentilissimo.
AMELIA DE FRANCESCO Marco Ambrosino è per me sempre una garanzia: e quale migliore occasione di passare a trovarlo nella sua Napoli, per godere della recente apertura di Sustanza? Andateci per il menu, che è uno splendido giro nei sapori del suo Mediterraneo, con qualche escursione nell’interno. Ma anche per la bellezza raffinata e senza tempo del locale che ospita il ristorante, inserito nel contesto del caffè letterario (ma anche bistrot e cocktail bar) ScottoJonno, in Galleria Principe di Napoli.
FRANCESCA FERESIN La mia stella del 2023? Le due stelle del Santa Elisabetta dell’Hotel Brunelleschi a Firenze con la cucina di Rocco De Santis, uno chef che rende la semplicità coraggiosa. I suoi piatti sono gioielli puntuali, sobri e per nulla sfacciati che regalano gusto e sorpresa alle fortunate tavole della torre. Rimane impresso nella memoria l’assaggio del Gambero rosso crudo, panzanella all’agro, caviale e zuppetta di olive Nocellara, e ancora quello della Triglia in crosta di pane allo zafferano. La cantina, frutto della mente del restaurant manager Alessandro Fè e del sommelier Lorenzo Paoli, è capace di regalare stupore in calici di vino ragionati e pairing non convenzionali, a base di tè, birre e sake.
GIUSY FERRAINA Una cena firmata da Antonio Biafora all'Hyle a San Giovanni in Fiore (Cosenza). è un viaggio tra le pieghe della Calabria, un’esplorazione attraverso il gusto e gli aromi, di paesaggi e territori nascosti ai più, che aspettano di essere svelati. Una visione intima, un dialogo tra elementi (vegetali, fermentati, carne di cervo, cipresso, farine e lievitati) attraverso una storia da ascoltare, imparare, assaporare. C’è un utilizzo eclettico delle spezie e delle erbe aromatiche che ti portano dalla collina al sottobosco.
BARBARA GIGLIOLI Il ristorante che quest'anno mi ha fatto sognare è senza dubbio il Circolino di Monza. Lo chef Lorenzo Sacchi riesce sempre a coniugare ottima cucina, tradizione, con un tocco d'internazionalità. Ogni suo piatto è una curiosa sfumatura delle esperienze vissute in giro per il mondo. La Spagna in primis. Mi piace davvero molto il suo tocco creativo.
MARIALUISA IANNUZZI In maniera provocatoria, il “ristorante” che mi ha fatto sognare è una pizzeria: Confine a Milano. Per lo stupore che ogni assaggio genera, per la maniera in cui le ricette si integrano all’impasto rendendo ogni spicchio memorabile. Tutto merito di Francesco Capece e della serietà con la quale si approccia al mestiere di pizzaiolo, preferendo all’esaltazione dell’ego, la consapevolezza del prodotto finale.
STEFANO INCERTI Io dico Cantine Cattaneo a Sestri Levante (Genova). Perché i piatti sono una riscoperta dei sapori perduti di una zona agricola che sorge a due passi dal mare. Ambiente fiabesco e incantato nel quale chef Enrico Bo accompagna i clienti in un viaggio tra gli ingredienti autoctoni ritrovati, con i quali declinare la propria proposta gastronomica. Ci sono 14 ettari di uliveti ed orti nei quali primeggiano le erbe del preboggión, la citronella, la santoreggia e i fiori di rosmarino e salvia. Affumicature e cotture utilizzano tralicci di vite e legna d’ulivo.
ALAN JONES Quest’anno ho provato per la prima, ma sicuramente non ultima, volta il ristorante Moi Omakase a Prato dove lo chef e sushi master Francesco Preite delizia i dieci ospiti seduti al suo bancone con un menu Mi fido di te che catapulta immediatamente in Giappone, grazie all’alta qualità della materia prima utilizzata e alla tecnica e maestria nel preparare i piatti. Guardare Preite mentre con maestria taglia il pesce o mentre prepara i nigiri con il riso ancora tiepido è davvero affascinante. Il menu di venti portate scorre via piacevolmente e non ci si accorge nemmeno del tempo che passa.
Altri protagonisti del nostro sondaggione: dall'alto a sinistra, in senso orario, Nicolò Quarteroni, Daniele Lippi, Angelo Borghese, Anthony Genovese, Elena Rava, Maicol Izzo, Rocco De Santis, Enrico Bo
LAURA LAPIDARI La mia stella del 2023 è Alalunga Pescatori a Savona. Come dice il nome: prima pescatori e poi ristoratori. Questa è la caratteristica che contraddistingue questo luogo: il pescato viene direttamente servito nel piccolo ristorantino che si trova in porto a Savona, fronte peschereccio, quindi più che a kilometro zero. La proposta di cucina sa raccontare il territorio e la filosofia di pesca. Chicca per chi è di passaggio il sabato e la domenica: il frittomisto o il fishburger direttamente cucinato sulla barca.
TANIO LIOTTA A poco più di un chilometro di distanza - ma in mezzo c'è un confine - ecco le mie due stelle del 2023. Siamo affacciati sul Mar Ligure: dalla parte francese il Mirazur di Mauro Colagreco, sulla nostra sponda, invece, i Balzi Rossi di Enrico Marmo.
FEDERICA LISI La mia stella 2023 va a Trattoria contemporanea. Per il coraggio di osare, per l’instancabile ricerca e l’innata passione che caratterizza i ragazzi della brigata e della sala. Ne consegue un’offerta enogastronomica fresca, divertente ed estremamente interessante. Degna di nota.
VALERIA LOPIS La Sicilia è un viaggio gastronomico da Est a Ovest, un itinerario continuo di rotte del gusto con un orientamento ben preciso a seconda di dove ci si trovi. Ecco perché propongo una stella 2023 per ogni estremo, con una fermata in Oriente e una in Occidente. La prima è una tappa marinara a Sciacca (Agrigento), città da gustare nella cucina gioiosa de La Lampara di Fabio Cacace, una proposta curata dallo chef Gianni Morreale che offre una tavola sonora, suggestiva di echi marini e onde. Tra gli assaggi cult da non perdere lo Sgombro cunzato. Nota bene: vi invito ad affidarvi alla sommelier Laura Piscopo, già miglior sommelier di Sicilia. In Oriente suggerisco la fuga romantica sull’Etna, a Bronte (Catania). La fucina di vulcano di Irene Foti, giovane ex farmacista passata alla ristorazione per pura passione, è una scoperta per paesaggio e gusto. In cucina Sandro Rinaldo Chiù, i cui piatti mantengono integra la freschezza dell’ingrediente locale. In apertura la carne salata e l’arancino al pistacchio e poi i tortelloni 30 tuorli sono vessilli di una cucina di montagna, gustosa pur rimanendo equilibrata e di benessere.
MARILENA LUALDI Memore della relazione tra nonni, terra e tavola, Elena Rava ad Alessandria ha creato Antica Casa Rava. Qui il “fatto a mano” fa rima con vegano: è la mia piacevole scoperta del 2023. Attenzione scrupolosa alla materia prima, creatività che propone piatti piemontesi (nelle serate a tema, di altre regioni e del mondo) in chiave vegana, atmosfera accogliente. Che delizie S’tonnato e Carborava!
ERIKA MANTOVAN Tanta tecnica e precisione, sì, al Senso del Mart di Rovereto. Ma anche raffinatezza in quelli che son i profumi di montagna che circondano chef Alfio Ghezzi al mattino, quando nelle sue passeggiate "vede" già i suoi piatti allo sguardo di piante, verdure, formaggi e spezie. Raccolti in prima persona o selezionai da fornitori locali. Le preparazioni sono efficaci nel loro scandire i singoli gusti prima di sposarsi con le altre, gli ingredienti sono come dei vocalizzi che si migliorano e si estendono, Ghezzi ne modula la potenza del gusto; con il riso (del Veronese) accompagnato da mirtilli di bosco e aringa affumicata, comprendiamo la capacità di chi sa dare il senso e il valore alle cose. E unirle.
PAOLO MARCHI Ferdy Wild a Lenna in Alta Val Brembana alle spalle di Bergamo. È un agriturismo, fedelissimo ai prodotti del territorio e ai vini naturali lombardi, figlio della passione della famiglia Quarteroni. In questi anni Venti dominati dalle stelle verdi della Michelin, loro ne sono una perfetta incarnazione che si nutre anche di una notevole tecnica e capacità di equilibrare gli ingredienti tra loro. Applausi per Nicolò Quarteroni, titolare trentenne.
GIORGIO MINESTRINI Anita Di Liberto, siciliana Doc e pastry chef. Dopo aver finito l’Alma, ha viaggiato moltissimo saltellando dalla ristorazione di hotel a quella più classica del ristorante per raggiungere nel 2021 lo chef Samuele Di Murro al ristorante San Giorgio a Genova. Stupisce nella Di Liberto lo stile imbevuto di personalità contrapposto alla sua giovane età, classe 1998; lei è in grado di “vedere” e trasmettere la cucina da angoli diversi, il suo approccio è altamente gastronomico, tanto che si potrebbe costruire un intero percorso degustazione basandosi solo sui suoi dessert, senza cadere mai nel piattume gustativo.
Altri protagonisti del nostro sondaggione: dall'alto a sinistra, in senso orario, Anita Di Liberto, Antonio Ziantoni, Francesco Capece, Gaetano Procopio, Matteo Grandi, Davide Guidara, Giuseppe Geraci, Gerardo Cosentino
SALVO OGNIBENE Da Nord a Sud, tra grandi e meritevolmente stra-noti, ho avuto la fortuna di conoscere la bella cucina di Giuseppe Geraci nel bel binomio con il servizio di sala curato da Alessandra Quattrocchi. Modì si trova a Torregrotta (in provincia di Messina) e non vedo l’ora di ritornarci per gustare una cucina siciliana rivisitata con modernità ma ben ancorata ai sapori dell’isola
ENZO PALLADINI In un anno il Borgia è passato dal primo posto della wish list al primo posto dei locali visitati nel 2023, confermandosi un luogo del cuore all’interno della metropoli. Lo staff è giovane ma preparatissimo a partite dallo chef Giacomo Lovato che con la sua serietà promette fin dall’inizio di far uscire portate perfette. Il menu Psyche ha un nome che sembra una trovata di marketing e invece rispecchia perfettamente la filosofia del locale, che con poche e mirate domande riesce a entrare perfettamente nella mentalità dell’ospite, facendolo uscire felice.
CARLO PASSERA Una stella per ogni area d'Italia, isole comprese, come avrebbe detto Guido Angeli: al Nord i Balzi Rossi di Enrico Marmo, in Liguria; al Centro l'Acquolina di Daniele Lippi, a Roma; al Sud il Bros di Isabella Potì e Floriano Pellegrino, a Lecce; in Sicilia I Tenerumi di Davide Guidara. Quattro giovani, e aggiungo infine un maestro, che non è mai stato così sfavillante: Anthony Genovese, al suo Il Pagliaccio romano.
NEREO PEDERZOLLI Incastonato sulla collina vitata dei Sorni, sopra Lavis, borgo rurale che rispetta l’habitat e le consuetudini alimentari della gente trentina, apre le porte della spettacolare veranda il ristorante Vecchia Sorni, minuziosamente gestito da Lorenzo Callegari, chef e titolare. Un cuoco che non ama ostentare la sua innata bravura, presentando però una sequenza di piatti assolutamente gustosi, dall'esecuzione precisa quanto mirabile. Proposte scandite dalle stagioni, con una particolare attenzione alla cultura dolomitica.
PAOLA PELLAI Manuelina a Recco. Una storia di più di 135 anni che ho scoperto dal vivo solo un paio di settimane fa. La focaccia al formaggio ti dà il benvenuto, poi ti aggrappi alla tradizione dei pansotti ripieni di prebuggiún fatti a mano “al momento” conditi con salsa di noci e ti spingi in avanti con la Palamita marinata agli agrumi con mango e salsa al maracuja e il dolce Sfoglia di focaccia con fragole e chantilly. La sorpresa più bella? La cucina affidata a due giovani subentrati in corsa al precedente chef: Giulia Sicano, 25 anni, e Francesco Giurato, 39.
MARIO PENNELLI La mia stella è Vincenzo Dinatale di Luce Ristorante presso Ognissanti a Trani. I suoi modi gentili, quasi fuori posto nella scena fine dining attuale, gli permettono di stilare menu decisamente importanti all’interno di una struttura tanto grande e poliedrica. Il suo curriculum parla chiaro ma ciò che gli interessa maggiormente è il futuro. Se Trani avrà una nuova stella, sarebbe la terza in città, son convinto che sarà sua.
GIANNI REVELLO La migliore cucina d'Italia nel 2023 al tavolo dello chef di Matteo Baronetto al Del Cambio di Torino. Questione di stile, peculiare, unico, in sempre nuova intersezione di libertà e progetto. A dimostrazione che lo stile non è perfezione cristallizzata, né riguarda la matericità, men che mai il concetto. "Chi ha imparato a degustare non beve mai più del vino ma gusta i segreti". Lo stile: o del gusto segreto.
VALENTINA ROCCA Non ha certo bisogno di una stella in più un ristorante che di stelle Michelin ne ha già tre, più brillanti che mai. Ma a questo firmamento celeste aggiungo anche la mia stella per il 2023. Uliassi e la sua gang, dal loro angolo sospeso sul mare tra il porto canale e la spiaggia di Senigallia, continuano a proporre una cucina che da oltre trent’anni si r-innova di sapori e di emozioni. Il segreto sono i piatti iconici di Uliassi, che raccontano sfumature sempre nuove del mare e della terra; mentre il servizio, guidato con classe da Katia, scardina ogni formalismo e invita a mettersi comodi, lasciando cadere ogni sovrastruttura per godersi la cena in libertà. Un posto dove tornare sempre, per mangiare bene e sentirsi come a casa.
PAOLO SCARPELLINI In mezzo ai vigneti della Barossa Valley (Adelaide): ecco Artisans of Barossa, la tana di questo espatriato tedesco che si è fatto le ossa prima al Sepia di Sydney e poi al Magill Estate della casa vinicola Penfold. Una rivelazione la sua creativa cucina a km.0, rigorosamente regionale e stagionale, con largo uso di affumicature o disidratazioni: da urlo la sua sontuosa Anatra arrosto con glassa di miele e orzo perlato.
Altri protagonisti del nostro sondaggione: dall'alto a sinistra, in senso orario, Floriano Pellegrino e Isabella Potì, Enrico Marmo, Francesco Preite, Mauro e Catia Uliassi, Vincenzo e Francesco Montaruli, Lorenzo Callegari
LUCIANA SQUADRILLI Arieddas, il ristorante della cantina sarda Su'Entu in una cantina appena fuori dal borgo di Sanluri, dove Francesco Vitale - con il prezioso e concreto supporto di Pier Giorgio Parini - trasforma idee e prodotti del territorio in piatti contemporanei e autentici, eleganti ma ricchi di sostanza, senza troppe sovrastrutture. Il ristorante che vorrei vicino casa.
NADIA TAGLIALATELA Quest’anno mi è piaciuto molto Angelo Borghese, chef di Bluu il mare dentro, ottima scoperta a Nocera Inferiore (Salerno). È nel suo momento perfetto, complice anche una proprietà di larghe vedute e ambiziosa quanto basta. Piatti che rivelano una sensata voglia di centrare il bersaglio, senza smanie e mescolando ricordi personali, tecnica e una voglia contagiosa di divertirsi e far divertire a tavola.
ERRICA TAMANI Il ristorante da sogno del 2023 per me è La Rei Natura di Michelangelo Mammoliti, un coinvolgente mix di tecnica impeccabile, profondità di pensiero, senso del gusto e ricerca che si traduce in pura piacevolezza.
ALBERTO TONELLO Istintivo, introverso, burbero, ma in realtà timido, con un talento unico, pari alla conoscenza della materia prima che ha e al palato analitico. Tanta tecnica in piatti all'apparenza semplici, dove si fondono le radici di un approccio alla tradizione italiana con le influenze asiatiche e francesi frutto delle esperienze di gioventù. A 33 anni Matteo Grandi è pronto a spiccare il volo tornando alle origini. Un degustazione vista Basilica palladiana in pieno centro a Vicenza è una esperienza da fare, al Matteo Grandi in Basilica.
LUCA TORRETTA La mia “stella” per l’anno 2023 la assegno a Gong, che - stupisce e rammarica - di macarons, quelli conferiti dalla Guida Michelin, ancora non ne annovera. Dall’apertura nel marzo del 2015 a oggi, Giulia Liu ha saputo creare un encomiabile stile di ristorazione e ospitalità in sviluppo continuo e crescita costante. Anche grazie al fondamentale impulso dello chef Guglielmo Paolucci e del maître sommelier Massimo Francescato che dirigono rispettivamente cucina e sala con inappuntabile competenza. Carta, menu tradizione, menu evoluzione e Assoluto di pecking duck sono qui tutte eccellenti espressioni di un’alta cucina contemporanea.
FOSCA TORTORELLI Emozioni cilentane quelle che si assaporano da Pappa e Poppa Hostaria, la realtà del piccolo centro di Palinuro, guidato e gestito dai fratelli Maria e Gerardo Cosentino. Un locale familiare, dalla cultura identitaria e dalla capacità di riportare i piatti della tradizione della zona con un’impronta personale e contemporanea, a cui si unisce un lavoro di sala, elegante, discreto e professionale.
PENELOPE VAGLINI L’ingegnere del gusto Giuseppe Iannotti accoglie gli ospiti nella sua casa di campagna circondata dalle vigne. Ai tavoli del Kresios va in scena una degustazione dal ritmo serrato che inizia con piccoli assaggi, prosegue con piatti di mare dai contrasti sorprendenti e termina con la pastina al formaggio, liberando il commensale da schemi predefiniti e lasciandolo concentrare unicamente sul gusto.
NICCOLO' VECCHIA Tra le esperienze più sorprendenti e appaganti del 2023 c'è sicuramente un pranzo eccellente a Barcellona, città dal tasso di creatività gastronomica sempre altissimo, in cui non è facile emergere. Ci riesce Artur Martìnez, con il suo Aürt, all'interno del quattro stelle Hilton Diagonal Mar. Nella cucina di Martìnez si trovano diverse ispirazioni che arrivano da altri luoghi del mondo. Ma queste fascinazioni esotiche diventano apparenti quando vengono portate in Spagna, in Catalogna, nel modo più coerente possibile: utilizzando dunque ingredienti locali, trovando così nuove sfumature sia di gusto che di concezione di questi piatti.
DAVIDE VISIELLO La mia stella del 2023 arriva dove ancora brilla la scia luminosa delle medaglie già conferite dalla guida Michelin e si ferma al Piazzetta Milù di Castellammare di Stabia. Maicol Izzo ha fatto un grande lavoro di ricerca tecnica e identitaria e oggi merita il posto che ha tra gli chef più rinomati della nazione. Mangiare qui, tra cucina, cantina, sala e marciapiede, è un’esperienza unica, folgorante, intellettuale e divertente. Venite adoremus.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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A cura della redazione di Identità Golose
Un mosaico di dolcezze consigliate dagli esperti di Identità Golose ai lettori
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