No, in questi giorni non si può prenotare un tavolo a L'arcipelago, la pizzeria che abbiamo proclamato "Novità dell'anno" attribuendole così il premio promosso da Latteria Sorrentina e consegnato durante la presentazione della terza edizione della nostra Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Non si può prenotare perché, come tutto il Therasia Resort del quale fa parte, sull'isola di Vulcano (Messina), è andata in letargo invernale e tornerà attorno alla fine di aprile.
Ma val la pena raccontarvi già le ragioni per le quali abbiamo voluto premiare questa insegna, con questa motivazione: "In un luogo meraviglioso, su un’isola meravigliosa, si è sviluppata in pochi anni un’offerta gastronomica originale e di livello assoluto. Qui, nel 2025, ai due ristoranti, già giustamente celebrati, I tenerumi e Il cappero, si è affiancata una pizzeria d’autore, L’arcipelago, che segue le medesime tracce. Per noi, è la novità dell’anno".
Sull’isola di Vulcano, dove la terra fuma ancora energie ancestrali, c’è un altro fuoco che non si spegne mai (se non per la pausa invernale, eh): quello del forno di
L'arcipelago, la pizzeria del
Therasia Resort. Custode del sacro fuoco e dei suoi segreti è
Gianluca Colucci, pastry chef nativo di Martina Franca (Taranto) ma ormai “adottato” dalle Eolie; al
Therasia Resort cura anche la linea colazioni e la pasticceria dei due ristoranti
I tenerumi, che ha recentemente conquistato la seconda stella con
Davide Guidara, e
Il cappero, una stella a sua volta, chef
Onofrio Pagnotto (entrambi sfoghgiano anchela stella verde).
In uno scenario tanto meraviglioso, ed in un contesto gastronomico così alto, la pizza non poteva restare in secondo piano. «L'arcipelago non poteva essere una semplice pizzeria, ma un laboratorio del lievito vivo, dove la creatività del panificatore contemporaneo avrebbe incontrato la tecnica del pasticcere» racconta Colucci. Lui, nonostante la giovane età (è un classe 1995), vanta un curriculum ed un aplomb da veterano.

Gianluca Colucci, a destra, con il suo aiutante Alex Macor, davanti al grande tavolo dei panificati
Degno di applausi, o di un documentario su National Geographic, il lavoro svolto sui grani antichi, fieramente siciliani – maiorca, russello e margarito – coltivati da agricoltori isolani, eroici e romantici al punto da conquistare l’anima di
Colucci. Grani che poi vengono impiegati in purezza o in blend, e fermentazioni differenti: lievito madre, lievito in coltura liquida, biga e processi spontanei che cambiano con l’umidità e le stagioni. Ogni impasto è calibrato con precisione per ottenere consistenze e aromi sempre diversi, in un equilibrio continuo tra controllo e istinto.
La giornata a L'arcipelago inizia con l’accensione del forno alle sette del mattino per la produzione dei pani e dei lievitati salati per la colazione, prosegue con la panificazione per il resort e culmina la sera, quando il laboratorio si trasforma in pizzeria gourmet. Tre le linee di lavoro: le tonde dal cornicione sottile e fragrante, le pizze in pala leggere e croccanti, e i padellini, piccoli concentrati di morbidezza e gusto.

Fuoco di vulcano, pizza tonda con cicoria saltata, fiordilatte, nduja di spilinga, datterino semi dry, parmigiano reggiano
Per chi cerca un’esperienza completa,
Colucci propone un percorso degustazione in otto portate, un viaggio nel mondo dei lieviti e nella biodiversità eoliana. Ogni trancio racconta un impasto diverso, ogni abbinamento un frammento di isola: la mineralità della pietra lavica, la salinità del mare, la dolcezza dei grani locali.

La Margherita de L'arcipelago
La filosofia è chiara: rispetto per i ritmi naturali, uso esclusivo di farine locali, nessuna forzatura, nessuno spreco. Ogni parte dell’impasto trova una destinazione, ogni fermentazione una storia da raccontare. Così
L’arcipelago diventa la continuazione naturale del vulcano, un luogo dove la terra brucia ancora energie primordiali, così come il forno e i custodi del sacro fuoco.
I NOSTRI ASSAGGI
Abbiamo iniziato con una Margherita rivisitata di benvenuto (impasto fritto avvolto a formare un cannolo, con pomodorino semi-dry, basilico in pesto e spuma di bufala aggiunta al tavolo). Poi pizza alla pala con crema di zenzero, carote e curcuma, bufala, sesamo in salsa di soia e carote fermentate. Sono seguite una mini pizza biga, con crema di cipolla bruciata, cipolla croccante, cipolla marinata in salsa teriyaki e tonno, e una pizza alla pala con ragù di polpo, polpo arrosto, maionese di capperi e olive. Infine, padellino di farina multicereale, con crema di porro, salame dei Nebrodi piccante, gel di aceto.

Pizza alla pala con crema di zenzero, carote e curcuma, bufala, sesamo in salsa di soia e carote fermentate

Pizza alla pala con ragù di polpo, polpo arrosto, maionese di capperi e olive

Scirocco, con burrata, pesto di basilico, alici marinate e mandorle tostate

Pizza al padellino di farina multicereale con crema di porro, salame dei Nebrodi piccante, gel di aceto

Gran finale con Fuoco di vulcano, pizza tonda con cicoria saltata, fiordilatte, nduja di spilinga, datterino semi dry, parmigiano reggiano