Mondo pizza

31-12-2025

La rivoluzione gentile di Pit’sa, dove l’inclusione è pratica quotidiana

A Bergamo e Milano, una pizzeria che profuma di forno e umanità. Alta qualità degli impasti, materia prima eccellente, sincera, rispettata (a prevalenza veg), ma soprattutto la scelta di dare lavoro a ragazzi e ragazze con sindrome di Down

I fondatori e alcuni ragazzi del team di Pit's

I fondatori e alcuni ragazzi del team di Pit'sa, pizzeria a Bergamo e Milano dove l’inclusione, non è un progetto: è una pratica quotidiana

A Bergamo (e anche a Milano), in un locale che profuma di forno e umanità, la pizza ha smesso di essere solo un piatto per diventare una dichiarazione di intenti. Si chiama Pit'sa, si legge “pizza”: ma quella lieve deviazione ortografica è già un manifesto. Perché l’inclusione, qui, non è un progetto: è una pratica quotidiana.

Tra i tavoli e dietro il banco si muovono ragazzi e ragazze con sindrome di Down, che accolgono e servono con grazia e competenza. Giovanni Nicolussi e Valentina Pisani Giacomin, fondatori del format, hanno scommesso su un’idea radicale nella sua semplicità: che la diversità sia una forma di eccellenza, e che la gentilezza, se coltivata, possa diventare competenza.

Chanel n.6, con vellutata di patate al rosmarino, porcino arrostito delle montagne di Asiago, spinacio spadellato, camembert vegetale, olio al tartufo fuori cottura

Chanel n.6, con vellutata di patate al rosmarino, porcino arrostito delle montagne di Asiago, spinacio spadellato, camembert vegetale, olio al tartufo fuori cottura

Il menu è in prevalenza vegetale, pensato per essere leggero, digeribile e adatto a tutti. Una scelta voluta dai fondatori, che hanno voluto unire gusto e benessere con naturalezza, senza rinunciare al piacere. Qui la materia prima è nuda, sincera, rispettata: a ricordarci che la bontà, quando è autentica, sa anche farsi cura.

E poi c’è un gesto che, più di ogni parola, tocca il cuore: accanto alla pizza, una piccola ciotola di sugo, pensata per fare la scarpetta con il cornicione. È un rito infantile e primordiale, che profuma di casa e semplicità; un invito a godere fino in fondo, a non lasciare nulla nel piatto.

Regina di cuori, con sugo di pomodoro, mozzarella vegetale a ciuffetti, pomodorini gialli, decorazione di crema al basilico fresco, olio a crudo, foglie di basilico fritto

Regina di cuori, con sugo di pomodoro, mozzarella vegetale a ciuffetti, pomodorini gialli, decorazione di crema al basilico fresco, olio a crudo, foglie di basilico fritto

La Veliero del pirata, impasto fritto, con sugo al pomodoro, mozzarella vegetale a ciuffetti e basilico fritto

La Veliero del pirata, impasto fritto, con sugo al pomodoro, mozzarella vegetale a ciuffetti e basilico fritto

Un viaggio dal Ferdy, con sugo al pomodoro, formaggio stracchino Quadro del Ferdy in cottura, olio a crudo, basilico fritto. Servita con un assaggio a parte dello stesso formaggio

Un viaggio dal Ferdy, con sugo al pomodoro, formaggio stracchino Quadro del Ferdy in cottura, olio a crudo, basilico fritto. Servita con un assaggio a parte dello stesso formaggio

Mangiare da Pit’sa non è solo condividere una tavola: è entrare in una visione del mondo in cui il buono e il giusto coincidono. Un luogo dove l’inclusione non è un’eccezione da celebrare, ma una normalità da imparare.

Valentina Pisani Giacomin, fondatrice di Pit'sa con Giovanni Nicolussi

Valentina Pisani Giacomin, fondatrice di Pit'sa con Giovanni Nicolussi

Forse è questo il vero Pit’sa Effect: scoprire che fare del bene non è un atto straordinario, ma il gesto più naturale che ci sia — come impastare acqua e farina, e accorgersi che, da soli, non sarebbero mai diventati pane.


Pit'sa
Via Alberto Pitentino 6 - Bergamo
tel. +39 035 0086930

Via Cadore 31 - Milano
tel. +39 02 97138900
pizzeriapitsa.com

Entrambi i locali sono sempre aperti a cena. A pranzo aperti venerdì, sabato e domenica


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Matilde Sirch

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Matilde Sirch

classe 1999, dopo una laurea in comunicazione alla Iulm sceglie di passare dalla teoria alla pratica: prima la cucina, poi la pasticceria, che oggi rappresenta la sua quotidianità. Si forma tra la scuola di cucina e un diploma in pasticceria francese all’École Ducasse. In ogni tappa resta costante la passione per le parole e per il racconto, strumenti con cui cerca di dare voce al gusto e alle storie che può raccontare

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