Angelica Giannuzzi

Pashà

via Morgantini, 2
70014 - Conversano (Bari)
+390804951079

Pugliese di Castellana Grotte, classe 1982, Angelica Giannuzzi è la cuoca dolce del Pashà di Conversano (Bari) capitanato in sala dal patron Antonello Magistà e ai fornelli da Antonio Zaccardi, con il quale Angelica vanta vent’anni suonati di vita sentimentale e professionale di fronte allo stesso pass. Il paso doble con Zac è una escalation a tappe stellari. La prima a 18 anni, Bolzano, Park hotel Laurin. È lì che si incontrano. È lì che Angelica Giannuzzi prende posto per la prima volta nella partita dolce. Due colpi di diapason del destino per accordare cuore e talento. Il grosso era fatto, il meglio tutto ancora da fare.

Altra tappa da Pierino Penati a Viganò Brianza, paese natale di Enrico Crippa. Coincidenze. Da lì a Milano, alla corte di Cracco: «Il rigore. Il rispetto dei ruoli. Quello dei tempi. Il silenzio, l’assoluto silenzio». Altro giro altra corsa, pit-stop in Lussemburgo a casa Mosconi: «La famiglia delle famiglie». Anno 2006, autunno, piena fiera del tartufo: Angelica e Antonio planano ad Alba (Cuneo). Enrico Crippa, allievo fra i prediletti del maestro Marchesi, è già un virtuoso, anche della bicicletta, quella che Angelica disegna sulla torta di compleanno del master chef per festeggiarne i quarant’anni. Fra la cuoca dolce e il capitano di Piazza Duomo nasce un dialogo serrato, parole poche, tutto concretezza e complicità: «Crippa è capace di input fulminanti che innescavano in me il percorso creativo. Niente di più profondo, e di più gratificante per me che chiedevo a me stessa di legare il mio pensiero al suo». Nel silenzio delle parole e l’eloquenza delle intenzioni, nasce uno dei capolavori di Piazza Duomo e della cucina italiana: la Panna cotta Matisse.

Nel maggio 2018, dopo tanto andare, arriva il momento di tornare. Destinazione Puglia, novecento chilometri à rebours, casa. Ma il bagaglio questa volta è pesante di esperienze, strumenti, pensieri, attrezzi di fine artigianato d’autore. Quelli che hanno permesso ad Angelica Giannuzzi di firmare dolci-non dolci come la Panna cotta, limone e gamberi, un viaggio lungo una vita in tre ingredienti. Una serata al cinema, architettura sofisticata che regge molti equilibri, di consistenza aerea: gel al passion fruit, mou, cornflakes, cioccolato al caramello, mais, crema inglese e polvere di popcorn che al naso senti l’odore come quando entri nei cinema. Più una arrampicata di spaghettini di mais fritti. Come un gioco da bambini. Post lockdown 2020 è nato anche Italiasù, una eco del tiramisù con la forza di una ola al Paese. La silhouette dell’Italia è fatta di crema al mascarpone, pasta di mandorle di Toritto ed Elisir Borsci San Marzano (azienda pugliese di Taranto). A completare l’opera, polvere di caffè, cacao e Carafin, uno zucchero che sa di caramello. Per finire con dei trucioli di fave di cacao, un tocco di croccantezza e di acidità dosati con mano sicura, come fa chi sa il fatto suo senza darsene arie.

di

Sonia Gioia

Cronista di professione, curiosa di fatto e costituzione, attitudine applicata al giornalismo d’inchiesta e alle cose di gusto. Scrive per Repubblica, Gambero rosso, Dispensa