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Un paio d'anni fa,a soli 24 anni, è stato definito dal London's Evening Standard uno dei due “hottest young chefs” della città (insieme al suo collega e socio Joseph Trivelli). A leggere il suo curriculum, la carriera di Stevie Parle sembra piuttosto lineare: a 16 anni decide che vuole fare il cuoco e va alla Ballymaloe Cookery School, una delle più rinomate d'Irlanda. In 8 anni, prima di aprire il suo ristorante nel 2009, ha già messo insieme un bel po' di esperienze di quelle che contano, dal River Café con Ruth Rogers e Rose Gray – dove è passato anche Jamie Oliver, e dove probabilmente Stevie ha preso la passione per la cucina italiana - all'esotico Moro passando per le prestigiose cucine delle Petersham Nurseries con Skye Gyngell.
Nel frattempo, però, trova il tempo e il modo per girare il mondo, da Tokyo a New York, un po' per lavoro e un po' per piacere. Dalle “lezioni” tratte dai viaggi deriva la sua cucina, proposta inizialmente con la formula del supperclub itinerante The Moveable Kitchen, insieme a Trivelli. Nel 2009, come dicevamo, decide di piantare – relativamente - le tende: alla “veneranda” età di 24 anni Parle mette su casa (prima viveva con l'attuale moglie, Nicky, in una houseboat sul Tamigi), famiglia (nel 2010 è nato Sam) e bottega: The Dock Kitchen, ristorante affacciato sul fiume nella zona periferica di Portobello, disegnato e arredato dal designer Tom Dixon che qui ha il suo showroom. Nel frattempo, le sue ricette – rielaborazioni personali ma mai troppo complicate o fuori dalle righe dei piatti assaggiati in ogni angolo del mondo, con una predilezione per Italia, Asia e Medio Oriente – sono diventate un libro di quelli che si usano per cucinare davvero, e non solo da sfogliare: My Kitchen, Real Food From Near and Far.
Niente presentazioni a effetto, niente tecnologia avveniristica, sapori veri. Quando non è in viaggio – ormai più per dovere che per piacere – lo trovate a spadellare dietro alla cucina a vista (e a portata di naso) al centro del locale, insieme al suo giovanissimo staff.
di
giornalista, napoletana di nascita e romana d'adozione, cerca di unire le sue tre passioni: mangiare, viaggiare e scrivere
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Stevie Parle, chef e proprietario di Dock Kitchen a Londra, ed Emma Grazette, cuoca esperta di spezie, hanno visitato 6 Paesi produttori delle 6 spezie più importanti e ne hanno tratto 6 puntate della serie britannica Spice Trip, su Channel 4 (foto Telegraph.co.uk)
Granchi al pepe di Kampot, piatto simbolo di Cambogia, paese del Sud-Est asiatico di 14 milioni di abitanti, uscito da pochi anni dal regno del terrore di Pol Pot. Come spesso accade in questi casi, la rinascita passa dalla cucina, sempre più ricca e multiforme (foto del servizio di Luciana Squadrilli)
La Zuppa inglese in bolla, il primo dei due piatti presentati a Identità Milano da Franco Aliberti, in forze da pochi giorni all'Osteria Francescana di Modena. La sorpresa è che il ragazzo, all'interno del team coordinato da Massimo Bottura, non si occuperà dei dolci ma dei primi (foto del servizio di Francesca Brambilla e Serena Serrani)