06-08-2024
Il mondo della pizza fritta è da sempre quello più "al femminile", con esempi storici illustri, donne che nei decenni han fatto della pizza fritta la loro bandiera. A raccoglierne l'eredità è, su tutte, Isabella De Cham (nella foto), ma non solo
Continua il nostro viaggio nel mondo della pizza al femminile. Dopo aver parlato di un po' di numeri, in Donne pizzaiole: quante sono e perché ce ne sono ancora poche (ma sempre di più), e dopo aver fatto parlare i volti nuovi del settore (Fare la pizzaiola? Tante difficoltà ma che soddisfazioni! Parlano le vincitrici del Campionato Mondiale), abbiamo ospitato l'intervento di Irina Steccanella (Andiamo verso la rivoluzione della pizza al femminile?) e abbiamo fatto parlare cinque protagoniste del settore (Donne pizzaiole? Si-può-fare! Parlano cinque protagoniste dell'empowerment femminile in pizzeria). Ora, andiamo ad analizzare l'apporto delle donne nei vari stili di pizza, iniziando dalla pizza fritta
Parliamo da una pizza storica, quasi un cliché nella sua essenza, ma imprescindibile nell'intraprendere questo nostro viaggio tra i formati e le tipologie. Stiamo parlando della pizza fritta, la "parente povera" (?) della pizza napoletana, definita l’oro di Napoli - e non a caso protagonista dell’omonimo film del 1954 girato da Vittorio De Sica, che in un certo qual modo ha riportata in auge questa icona dello street food partenopeo.
In uno degli episodi di cui si compone il lungometraggio troviamo la prorompente Sofia Loren nei panni di una pizzaiola che vende pizze fritte per strada, con la formula “oggi a 8”, ovvero con pagamento dopo 8 giorni. Trasposizione realistica della Napoli del Dopoguerra, quando le mogli dei pizzaioli aiutavano il bilancio familiare vendendo le pizze fritte fuori dai bassi (le abitazioni napoletane con affaccio per strada) e, nello stesso tempo, offrivano ai passanti un pasto economico e nutriente. Nulla di più semplice, anche perché quello che occorreva era una padella solitamente posta fuori dall’uscio, dove friggere le pizze con lo strutto (ovviamente, più a buon mercato dell’olio). Le pizze si ottenevano dall’impasto avanzato della classica napoletana, si mangiavano così appena scolate sulla carta o ripiene di ciccioli di maiale, ricotta e pepe.
In poche parole, nella sua lunga tradizione da street food, potremmo definire la pizza fritta una sorta di cibo di recupero, che nel tempo è stato ed è diventato una vera specialità napoletana con radici profonde nella tradizione gastronomica della città e con una storia affascinante che la rendono unica.
Sofia Loren pizzaiola (di pizza fritta) ne L'oro di Napoli
Tra le pizzaiole storiche e più celebri dell’epoca c’era Concettina Flessigno Oliva, la bisnonna di Ciro Oliva, che vendeva pizze fritte fuori dal suo basso e a cui il bisnipote ha dedicato il noto locale Concettina ai Tre Santi, nel rione Sanità; un altro celebre esempio è zia Esterina Sorbillo, anche lei pizzaiola specializzata fin dall’età di 14 anni e capostipite dell’impero di famiglia. E poi c’è il nome di Fernanda Miano, detta ‘A Pizzaiola, una delle figure iconiche dei Quartieri Spagnoli a Napoli, da poco scomparsa all’età di 85 anni. Capostipite di tutte le pizzerie fritte a Napoli è però l'antica pizzeria De' Figliole a Forcella, fondata addirittura nel 1860 da una donna e ancora oggi gestita da donne, le tre eredi, Giuseppina, Immacolata e Carmela Apetino.
Nel tempo, questo binomio donne-pizza fritta non è mutato, anzi si è rafforzato con protagoniste moderne che hanno continuato a lavorare e valorizzare la tipologia, rivisitandola anche in chiave gourmet e facendola diventare un vero e proprio capolavoro gastronomico. Basta chiedere a Isabella de Cham.
Isabella De Cham
Una pizza della De Cham
Teresa Iorio
(5, continua)
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a cura di
Calabrese di origine e romana di adozione. Laurea in Scienze della Comunicazione. Dopo alcuni anni passati nell’editoria, si avvicina al mondo dell’enogastronomia, muovendo i primi passi tra redazionali, ricette da editare, social network e fiere di settore. Giornalista pubblicista, collabora con La Madia e Pizza e Pasta Italiana, è autrice del podcast Misticanza per Radio Food, di cui dirige il magazine. La sua passione è raccontare le storie di aziende e produttori. Amante del buon cibo, della pizza abbinata con il vino e dei libri. Fanatica di sport
Raffaele Boccia, chef pizzaiolo del Nanninella di Poggiomarino, in provincia di Napoli
Ciccio Filippelli, Duodecim Pizze, via Louis Braille 1, Rende (Cosenza)
Claudio Abbate, chef pizzaiolo e patron della sua Abbate Pizzeria a Giugliano in Campania (Napoli)