Mondo pizza

26-07-2024

Donne pizzaiole? Si-può-fare! Parlano cinque protagoniste dell'empowerment femminile in pizzeria

Il programma Pizza Girls promuove un punto di vista diverso sul ruolo delle donne nel mondo della pizza. Ne hanno dato prova Federica Mignacca, Francesca Gerbasio, Roberta Esposito, Petra Antolini e Francesca Calvi. E ci spiegano...

Un ciak di Pizza Girls, programma televisivo che d

Un ciak di Pizza Girls, programma televisivo che dà finalmente visibilità al mondo della pizza al femminile

Si è conclusa a giugno la quarta edizione di Pizza Girls, programma tv dedicato alle donne della pizza, trasmesso su Rai Italia e Rai Premium nonché in streaming su RaiPlay. Pizza Girls è la prima trasmissione in Italia che vuole raccontare la pizza in “rosa”: cosa non scontata, la pizza è da sempre legata nell’immaginario a un universo maschile. Il format nasce da un’idea di Carlo Fumo, suo autore e regista; possiamo definirlo - come lo stesso autore conferma - la prima serie tv sulla pizza che mette in primo piano non solo capacità, talento e bravura delle donne che ne sono protagoniste, ma anche le loro storie personali, le difficoltà e le riflessioni su un sistema – quello delle pizzerie, più che della ristorazione – appannaggio degli uomini e legata a una cultura prettamente machista. Di questo modo di vedere e pensare la pizza si è accorto fin dalle primissime puntate lo stesso Fumo: «Io ho sempre associato la pizza alla figura femminile perché fu nonna a prepararmi la prima pizza della mia vita, di conseguenza per me la pizza è sempre stata femmina. Ma, entrando nel mondo delle pizzerie e dei pizzaioli, mi sono reso conto che quest'idea era un’eccezione. Ecco perché mi sono voluto focalizzare sulle donne pizzaiole, poco conosciute e poco comunicate».

Carlo Fumo, ideatore e regista di Pizza Girls, insieme alle "sue" pizzaiole

Carlo Fumo, ideatore e regista di Pizza Girls, insieme alle "sue" pizzaiole

Raccontare le donne in pizzeria implica un ritmo narrativo differente, cambia anche lo storytelling e la tipologia di format, occorre muoversi in una collezione di storie di vita vissuta, di passioni, desideri, di prospettive. Fumo: «Le storie dei vari pizzaioli che avevamo intervistato all’inizio si assomigliavano un po’ tutte, c’era bisogno di una nota più originale e gustosa. Le donne in questo sono state una fonte preziosa, perché sono state capaci di creare subito empatia, sintonia con il pubblico».

Ma cosa significa nel 2024 partecipare a un programma di questo tipo? Può essere veramente utile alla comunicazione del mondo della pizza al femminile? E perché ci sono ancora poche donne pizzaiole, anche se il loro numero è in continuo aumento? Sono domande che ci siamo posti guardando le varie puntate di Pizza Girls. E che abbiamo provato a rivolgere anche ad alcune delle pizzaiole sue protagoniste.

 

FEDERICA MIGNACCA

Federica Mignacca

Federica Mignacca

«Il mio esordio a Pizza Girls – ci racconta Federica Mignacca - risale alla prima edizione. All'epoca ero neofita nel mondo della pizza, così mi trovai a essere felice e spaventata allo stesso tempo». Lei, napoletana, ora è di base a Torino e lavora come master istruttrice presso la Scuola Italiani Pizzaioli. Dice: «Occupandomi spesso di formazione, mi rendo conto come in questo settore le donne siano ancora troppo poche. Immagino che tante mie colleghe si pongano oggi la stessa domanda sulla quale mi arrovellavo io stessa anni fa: "Davvero quello della pizza è il mio mondo?". Risulta fondamentale avere accanto qualcuno che ti spinge ad andare oltre, a credere nella strada che hai intrapreso, e la scuola da questo punto di vista può fornire un grande aiuta. Proprio per questo credo che Pizza Girls serva a rendere più vivida la possibilità di immaginarsi nel ruolo. Preferisco pensare di essere "rara" e non "un’eccezione"».

 

FRANCESCA GERBASIO

Francesca Gerbasio

Francesca Gerbasio

Con una storia e una evoluzione professionale completamente differente è Francesca Gerbasio, titolare e resident della pizzeria La Pietra Azzurra a Vallo di Diano (Salerno), insieme al suo socio e maestro Michele Croccia. Francesca, che come Federica Mignacca ha partecipato a Pizza Girls fin dalle prime puntate, nel 2014 è stata la prima e finora unica donna ad aver vinto il concorso Emergente Pizza. È stata anche celebrata da Slow Food con queste parole: “Una della prime donne pizzaiole della Campania, una scommessa vinta ai margini estremi del Vallo di Diano”. Ci spiega: «Per me Pizza Girls è stata una bellissima esperienza, in un certo senso una sfida personale dove ho pure imparato molto di me stessa. Il programma è servito a noi donne pizzaiole per uscire allo scoperto e prenderci i nostri meriti, così da non lavorare sempre e comunque dietro le quinte, ma poterci comunicare, promuovere e mettere in primo piano. È questo il messaggio che deve passare: dopo tanti sacrifici, altrettanto lavoro e una dimostrazione continua di essere all’altezza, è giusto dire: “Ci siamo anche noi”». Ma perché ci sono ancora poche donne pizzaiole? «Non riesco a darmi una spiegazione. In passato era la donna a preparare la pizza, specie quella fritta, e a venderla per strada». Oggi invece... «Oggi pare strano. Di battutine ne ho sentite tante, alla fine ho imparato a non farci caso, ad andare dritta per la mia strada, anzi a trasformare lo scetticismo in un motivo per fare sempre meglio. Ho così dimostrato di saper fare il mio lavoro».

 

ROBERTA ESPOSITO

Roberta Esposito

Roberta Esposito

Di questo stesso avviso è anche Roberta Esposito, pizzaiola e patron del ristorante-pizzeria La Contrada ad Aversa (Caserta), nominata anche Miglior Pizzaiolo dalla Guida dei Ristoranti di Identità Golose nel 2023. Va dritta al sodo: «Occorre a mio avviso mettere sempre più in risalto la passione di noi donne per questa professione, mostrando quanto realmente ci impegniamo sia fisicamente che mentalmente, creando, studiando i menu, lavorando su impasti e topping. Ecco: non mettiamo solo la fogliolina di basilico sulla pizza all’uscita, come forse qualcuno immagina». E ancora: «Io ho intrapreso il mestiere di pizzaiola per provocazione e sfida. Non ho avuto difficoltà ad impormi, grazie al mio carattere forte e deciso. Ho riscontrato invece tante difficoltà nei colleghi e nei collaboratori ad accettare il mio progetto, quello di una pizza pensata e realizzata da una donna. È una doppia fatica: devi prima far accettare le tue idee e poi eseguirle alla perfezione. Oggi fortunatamente ho un grande staff e anche tanti anni di lavoro alle spalle, il problema non esiste più».

 

PETRA ANTOLINI

Petra Antolini

Petra Antolini

Petra Antolini nel 2010 ho aperto a Pescantina (Verona) la pizzeria Settimo Cielo ed è una veterana del mondo pizza. È convinta che «trasmissioni come Pizza Girls consentano di sottolineare un concetto: qualunque donna ce la può fare, innanzitutto se ha passione, poi personalità e infine sapendo gestire il proprio tempo. Quando questo accade, una donna riesce a essere padrona di sé stessa e fare il mestiere che le piace, senza limiti o condizionamenti esterni». Considerazioni che trae dalla propria personale esperienza: «Non ho mai avuto difficoltà particolari in questo lavoro, è solo una questione di organizzazione. Ed è proprio qui che si distingue il genere uomo-donna: noi siamo spesso chiamate anche a gestire la famiglia, a seguire i figli. In certi momenti conciliare i vari impegni diventa davvero difficile. Ma sono le difficoltà classiche di chi lavora nel settore ristorativo, che coi suoi orari ti impedisce di essere una madre "normale"».

 

FRANCESCA CALVI

Francesca Calvi

Francesca Calvi

Una tra le più recenti protagoniste di questo talent sulla pizza è stata Francesca Calvi, di Empoli, che non fa mistero di essersi scontrata nella sua carriera con diffidenze e pregiudizi: «Ho voluto partecipare al programma essenzialmente per rompere uno schema. Non è possibile che ci sia ancora dello stupore nel vedere una donna pizzaiola, in fondo a casa siamo sempre state noi donne a cucinare o a gestire il forno. Ma, se lo si fa per mestiere, ci si meraviglia! Ci sono moltissime donne pizzaiole, titolari e non: sono persone di successo che sanno lavorare molto bene, spesso anche meglio di certi uomini. Siamo tutte stanche di sentir parlare di donne che fanno la pizza come se fosse una cosa stravagante». Aggiunge: «La frase un po’ sessista che mi sono sentita dire spesso è stata: "Non ho mai visto una donna pizzaiola”, quasi fossimo un fenomeno da baraccone. Anche a me è sempre stato detto che questo non è un lavoro per donne, troppo lo stress sia fisico che mentale... Mi sono state chiuse in faccia molte porte, prima di trovare qualcuno che mi assumesse». Son tutti pregiudizi, spiega la Calvi: «C’è la macchina impastatrice che impasta, i sacchi di farina sono più piccoli e maneggevoli rispetto ad anni orsono, la pizza in sé pesa 200 grammi... Dov'è tutto questo sforzo fisico che non riusciremmo a sopportare?».

(4, continua)

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Giusy Ferraina

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Giusy Ferraina

Calabrese di origine e romana di adozione. Laurea in Scienze della Comunicazione. Dopo alcuni anni passati nell’editoria, si avvicina al mondo dell’enogastronomia, muovendo i primi passi tra redazionali, ricette da editare, social network e fiere di settore. Giornalista pubblicista, collabora con La Madia e Pizza e Pasta Italiana, è autrice del podcast Misticanza per Radio Food, di cui dirige il magazine. La sua passione è raccontare le storie di aziende e produttori. Amante del buon cibo, della pizza abbinata con il vino e dei libri. Fanatica di sport

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