Mondo pizza

15-07-2024

Andiamo verso la rivoluzione della pizza al femminile?

Irina Steccanella: «Ultimamente si parla molto di pizza, poco o nulla di donne pizzaiole. Di fatto, incontrare una pizzaiola sembra più difficile che incontrare una chef. Eppure esistiamo... e preparatevi, perché saremo sempre di più»

Irina Steccanella (a destra) con Francesca Romana

Irina Steccanella (a destra) con Francesca Romana Barberini al termine della sua masterclass all'ultima edizione di Identità Milano 2024. Foto Brambilla-Serrani

Terza puntata del nostro racconto sulla pizza al femminile: ospitiamo un intervento di Irina Steccanella. Leggi anche Donne pizzaiole: quante sono e perché ce ne sono ancora poche (ma sempre di più) e Fare la pizzaiola? Tante difficoltà ma che soddisfazioni! Parlano le vincitrici del Campionato Mondiale

Ultimamente si parla molto di pizza, dei pizzaioli, delle farine, dei tempi di maturazione, ma poco o nulla di una figura mitologica che, in un lavoro generalmente maschile, si sta affacciando con determinazione su questo mondo: le donne pizzaiole. Di fatto, incontrare una pizzaiola sembra più difficile che incontrare una chef.

Esattamente come in cucina, per intraprendere questa strada, le motivazioni possono essere diverse, avere una passione nata negli anni attraverso la classica nonna che ti faceva mettere le mani in pasta, in alternativa portare avanti il progetto di famiglia... Oppure trovandosi nel posto giusto al momento giusto, è successo a chi come me ha visto nascere la passione per coincidenza.

Si potrebbe dire che sta nascendo una rivoluzione della pizza al femminile, le donne che lavorano in pizzeria ci sono ma bisogna prepararsi a vederne di più. Mi domando se i maschietti siano pronti a questo!

La pizza Scarpetta presentata dalla Steccanella a Identità Milano 2024: realizzata con il suo impasto speciale («Uso una sola farina, poco olio e niente sale»), il ragù leggero leggero (senza burro né latte e con solo un po' di grasso della pancetta) e il Parmigiano

La pizza Scarpetta presentata dalla Steccanella a Identità Milano 2024: realizzata con il suo impasto speciale («Uso una sola farina, poco olio e niente sale»), il ragù leggero leggero (senza burro né latte e con solo un po' di grasso della pancetta) e il Parmigiano

Ma come si diventa pizzaiola ??

Una volta la gavetta era il mezzo principale per imparare la professione, ci si affiancava al pizzaiolo con esperienza cercando ti imparare e seguire i consigli dati. Oggi ritengo che questo non sia più sufficiente. Il mestiere richiede conoscenze specifiche, oltre che una grande passione. Conoscere il proprio impasto in tutte le sue sfaccettature è fondamentale, le temperature giocano un ruolo importantissimo, non si tratta solo di acqua e farina (sulla farina si potrebbe aprire un mondo), ma di un vero e proprio impasto vivo. Esistono diverse tecniche che bisogna saper padroneggiare come anche i vari tipi di forni. E, soprattutto, non bisogna limitarsi all’impasto in sé per sé, ma anche chiudere il cerchio con i topping. Non tutte hanno la fortuna di avere qualcuno vicino che insegni questa professione, ma non per questo bisogna rinunciare. Si prova e si riprova, fino al raggiungimento dei propri obiettivi.

Da un punto di vista fisico è sicuramente (ed estremamente) impegnativo, i sacchi di farina sono pesanti, maneggiare le pieghe di rinforzo durante la preparazione richiede comunque una certa forza. Insomma, diciamolo: devi proprio volerlo fare perché l’impegno richiesto è considerevole. Il mio suggerimento è di sgomitare tanto e lavorare ancora di più per potersi affermare in questo mondo senza però troppi fuochi d’artificio; dimostrare serietà e professionalità, con costanza e tantissima determinazione.

«Non bisogna pensare che una pizza sia maschile o femminile, il talento non ha genere, e quest’ultimo non determina la buona riuscita di un piatto, ma è come viene comunicato che lo rende unico. L’importanza sta solo nelle emozioni combinate ai sapori. Bisognerebbe parlare piuttosto di sensazioni che siamo in grado di trasmettere attraverso la nostra sensibilità, e su questo direi che le donne hanno sicuramente una marcia in più»

Esiste un mito da sfatare, non bisogna pensare che una pizza sia maschile o femminile, il talento non ha genere, e quest’ultimo non determina la buona riuscita di un piatto, ma è come viene comunicato che lo rende unico. L’importanza sta solo nelle emozioni combinate ai sapori. Bisognerebbe parlare piuttosto di sensazioni che siamo in grado di trasmettere attraverso la nostra sensibilità, e su questo direi che le donne hanno sicuramente una marcia in più.

Come già anticipato in precedenza, il panorama sta migliorando. Bisognerebbe riscrivere il mondo della pizza con una nuova prospettiva in cui si deve tenere conto esclusivamente delle capacità.

(3, continua)


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Irina Steccanella

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Irina Steccanella

nata a Sassuolo (Modena), classe 1979, nel curriculum esperienze con Massimo Bottura e Niko Romito. Da febbraio 2019 è chef e patron del ristorante Irina di Savigno (Bologna), che dopo il Covid ha trasformato in pizzeria

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