15-04-2024

Teresa Iorio, due volte iridata e una certezza: «La pizza è femmena»

Figlia d'arte, nel 2015 è stata la prima donna a sbaragliare la concorrenza di 500 uomini, concedendo il bis nel 2017. Dopo le difficoltà del Covid, ha aperto in via Foria il secondo locale: «Sono come la squadra del Napoli, io le sfide non le mollo»

Teresa Iorio e la sua premiata pizza Femmena e Fri

Teresa Iorio e la sua premiata pizza Femmena e Fritta con ricotta di pecora, mortadella, limoni, pistacchi e provola

Il Covid ci ha provato ad ucciderle il sogno, ma non aveva fatto i conti con il suo temperamento. Teresa Iorio, femmena napoletana e terza generazione di pizzaioli, con le mani nell'impasto ci è cresciuta da bambina. Lei ha imparato il mestiere da papà Ernesto che fin dagli anni '50 aveva il suo locale a piazza Francese ed era anche il Principe della Posteggia, l'arte di rallegrare con musica e canzoni gli eventi più belli della vita. Ora papà la protegge da lassù, ma Teresa continua a rivolgersi a lui al presente: «Sei la mia vita, sei il rosso del mio sangue, il colore dei miei occhi, la forma delle mie risate… Sei la mia roccia, a te devo tutti i miei sorrisi, i miei sogni e il mio bellissimo mondo».  

Teresa i sogni li insegue, li rincorre, li difende. Con coraggio. E così nello scorso novembre ha salutato con orgoglio l'apertura del suo secondo locale: dopo Le figlie di Iorio a ridosso del Porto, ecco Femmena e Fritta in via Foria n.185, la zona in cui vive da sempre e che conosce in ogni dettaglio. Un progetto abbracciato nel marzo 2020 per onorare una vecchia promessa fatta a papà e che stava prendendo forma in un locale ampio e luminoso, adatto ad ospitare il forno a legna e una postazione per la pizza fritta. Ma l'avvio dei lavori coincide con lo scoppio della pandemia e degli interminabili lockdown che non solo fanno traballare quel sogno ma mettono in seria difficoltà anche lo storico locale di Teresa. «Un incubo – ricorda - Temevo di non rivedere la luce. Sono stata costretta a chiudere per diverso tempo Le figlie di Iorio, mi sono reinventata lavapiatti ma il mio pensiero è andato a chi stava peggio. Avevo la dispensa piena di ingredienti e vedevo tanta gente soffrire per la fame: mi sono messa a sfornare oltre 100 pizze al giorno che andavamo a consegnare personalmente». Sorride:«Io le sfide non le mollo. Sono come la squadra del Napoli che ci ha impiegato 33 anni per vincere il terzo scudetto, provandoci e desiderandolo ad ogni campionato. E quando ci è riuscita, hai visto che festa... Uguale per me: ho sempre lottato come un leone grazie agli insegnamenti di casa e a Dio che non mi lascia mai sola».  

La Margherita di Teresa servita nel nuovo locale in via Foria n.185

La Margherita di Teresa servita nel nuovo locale in via Foria n.185

Nel 2015 a 42 anni lei è stata la prima donna ad imporsi nel Campionato mondiale della pizza sbaragliando la concorrenza di 500 uomini e replicando il titolo 2 anni dopo nella categoria pizza fritta. «In entrambe le occasioni – sottolinea – è stata una felicità indescrivibile. Ero sul tetto del mondo, avevo tutti intorno tranne le persone a cui dovevo tutto, papà Ernesto e mamma Anna. Non hanno fatto in tempo a vedere dove mi avevano spinto i loro sacrifici. Il loro è stato un amore immenso, nonostante ci fossero 20 anni di differenza. Papà aveva cantato al battesimo di mamma. Mi hanno insegnato l'amore, l'umiltà, la passione e il rimanere sempre se stessi».  

Teresa è cresciuta in una famiglia dove non era così scontato mettere insieme il pranzo con la cena: c'erano 20 figli, lei era la 19a. Nel dettaglio – precisa – 11 femmine e 9 maschi, oggi il più anziano di noi ha 85 anni e il più giovane 43. Papà si spaccava in due dal lavoro, mamma trascorreva le gravidanze aiutandolo in pizzeria. L'amore era la nostra vera ricchezza. Noi fratelli ci aiutavamo reciprocamente, ci passavamo vestiti e scarpe l'uno con l'altro. Avrei voluto continuare a studiare ma sarebbe stato un impegno in più per la nostra famiglia e io sentivo sempre più forte il desiderio di dare una mano a papà. Così dopo la quinta elementare ho iniziato ad andare in pizzeria. Non arrivavo neppure al banco, lui mi metteva sotto i piedi un paio di cassette delle bibite e io lo osservavo nei gesti. Ho sfornato orgogliosa la mia prima pizza Margherita a 12 anni, non ho più smesso». E confida: «Per me è musica sentire l'impasto che fa lo schiaffo sul bancone: noi a Napoli ammàccamm a pizza, ovvero la stendiamo facendo rumore. E ti dirò di più: l'impasto lo devo fare sempre io e quando lo ammacco sul tavolo è come dare una carezza a mio padre. Mi manca tantissimo, non c'è giorno che non lo pensi».  

L'entrata della pizzeria di Teresa Iorio con forno a legna e grande postazione per la pizza fritta

L'entrata della pizzeria di Teresa Iorio con forno a legna e grande postazione per la pizza fritta

Teresa è così dentro la città di Napoli che le è stata dedicata anche una statuina nel presepe e nei suoi locali ti accoglie indossando i vasci, gli abiti popolari dei quartieri bassi: camicetta, gonna e foulard nei colori bianco e rosso. «Continuo ad abitare nella casa d'infanzia – spiega - Lì c'è il mio cuore e il ricordo indelebile dei miei genitori e dei loro sacrifici. Siamo cresciuti in quell'appartamento in affitto, sacrificati negli spazi ma abbiamo conosciuto la felicità vera, quella che non compri con i soldi ma che nutri con valori importanti come la lealtà, l'onestà, la solidarietà. Lo sai cosa pensavo da bambina? Volevo fare i soldi per aprire una pizzeria grande come un palazzo e dare lavoro agli abitanti in difficoltà del mio quartiere. Avevo già pensato anche all'insegna: Da Teresa Iorio, il palazzo dell'amore».  

Teresa sorride: «Le mie sorelle mi dicono spesso che noi siamo nate povere e moriremo povere soprattutto per colpa mia. Non riesco a fare soldi, in tanti anni di attività chiudo sempre in pareggio». E ricorda ancora quella volta che l'avevano portata a Las Vegas e a New York: «Sembravo una star di Hollywood. Tutti mi applaudivano, mi fermavano, firmavo autografi e mi tempestavano di foto. Avrei potuto rivoluzionare la mia vita cogliendo l'opportunità di aprire un locale da 300 coperti, ma io voglio restare quella che sono e il mio posto nel mondo è Napoli. Qui ci sono le mie radici, il mio presente e il mio futuro. Qui c'è anche la mia parlata, quel meraviglioso dialetto napoletano con cui mi rapporto con chi entra in pizzeria. Sai, all'inizio soffrivo a non parlare correttamente l'italiano. Ora non più, chi mi ama sa che non potrei essere diversamente».  

Dopo il locale de Le figlie di Iorio in zona del porto, ora Teresa ha realizzato il sogno del secondo locale 

Dopo il locale de Le figlie di Iorio in zona del porto, ora Teresa ha realizzato il sogno del secondo locale 

Teresa è femmena, la sua pizza è femmena. «Femmena e Fritta – sottolinea - è il nome che ho dato al mio nuovo locale ed quello che richiama la pizza con la quale ho vinto il Mondiale nel 2017. È il mio cavallo di battaglia, profumatissima: ricotta di pecora, limoni, pistacchi, mortadella e provola. Se la assaggi, non te la dimentichi». La prepara con abilità e vederla gonfiare poco a poco nell'immensa friggitrice, mentre lei la gira e la rigira, la solleva e l'abbassa, è uno spettacolo nello spettacolo. E poi ci sono la Pizza con ragù e polpette e quella col soffritto, entrambe omaggio alla sua casa e alla sua famiglia e il profumo è proprio quello “antico”. Da Teresa la carta delle pizze non è di quelle che si arrampicano sui vetri o vogliono portarti la luna nel piatto, è genuina e popolana come lei. C'è la lista delle pizze classiche e quando vuole osare ti propone una pizza Pera con provola, gorgonzola, guanciale, pera, noci, cipolla, timo parmigiano e pepe o, ancora, una Marinara con coroniello di stoccafisso. Nell'attesa non rinunciate ad assaggiare le sue polpette, crocchè o frittatine, fatte con la pasta grossa o i bucatini, la besciamella, carne di maiale, verdure e poi ripassate al forno. Attenzione: creano dipendenza. Siete avvertiti.


Mondo pizza

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a cura di

Paola Pellai

giornalista professionista, nata in un'annata di vino buono. Ha spaziato in ogni settore, dallo sport alla politica perché far volare in alto la curiosità è il sistema migliore per non annoiare e non annoiarsi. Non ha nessuna allergia né preconcetto alimentare, quindi fatele assaggiare di tutto. E se volete renderla felice, leggete il suo libro di fotostorie, Il tempo di uno sguardo

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