07-05-2025

Bollicine e spirits: le due anime di Pisoni raccontano la Valle dei Laghi

L'azienda produce TrentoDoc, distillati e liquori: «Per gli spumanti abbiamo un microclima felice. E per gli spirits utilizziamo le botaniche della nostra zona»

Da sinistra Giuliano, Andrea, Francesco ed Elio P

Da sinistra Giuliano, Andrea, Francesco ed Elio Pisoni

Un’azienda e due anime. Bollicine e distillazione. Insieme per la Valle dei Laghi.

La Pisoni racchiude queste due anime: due realtà parallele dove la qualità è sempre l’obiettivo principale, ma anche con un legame molto stretto con il territorio.

Elio Pisoni, amministratore delegato dell’azienda, racconta: «Spirits e bollicine insieme… È una cosa un po’ forse originale e particolare sulla scena italiana. L'azienda storicamente ha sempre fatto la produzione di vini, ha sempre seguito tutti i vigneti». 

L'amministratore delegato Elio Pisoni

L'amministratore delegato Elio Pisoni

Poi la scelta di dedicarsi alla spumantizzazione: «C’è stata un’evoluzione, dagli anni 70, quando è nata anche la produzione di Metodo Classico. Noi ci troviamo nella Vale dei Laghi che è una zona molto vocata, anzi dove siamo noi è una delle zone più vocate per la produzione delle bollicine perché abbiamo questo microclima molto felice. Da una parte abbiamo il Garda che influenza molto clima, che lo mitiga: abbiamo l’Ora del Garda, una brezza che viene da sud il pomeriggio, però di notte dalla Forra del Sarca (il Sarca è un fiume che scende dalle Dolomiti, dall’Adamello) scende l'aria fredda e quindi questa escursione termica fa aumentare l’acidità delle uve, e quindi abbiamo una condizione ottimale».

La cantina di affinamento in una grotta

La cantina di affinamento in una grotta

Quindi l’azienda, storia produttrice di distillati e in particolare di grappa, ha saputo anche trasformarsi. «Questa produzione di bollicine – spiega ancora Elio Pisoni – è cresciuta molto: pur non abbandonando il settore degli spirits, abbiamo curato molto la produzione del Metodo Classico. Abbiamo una grotta sotto la montagna, che una volta era un rifugio antiaereo, che ora usiamo come cantina di affinamento».

Tra i vari spumanti realizzati, sicuramente la punta di diamante è il TrentoDoc Riserva Erminia Segalla, che è presente anche nella nostra App Bollicine del Mondo. Chardonnay in purezza, almeno 85 mesi sui lieviti, è un vino che non esaspera le note di lievito, bensì punta sulla grande verticalità, sull’eleganza e sulla profondità.

Le bottiglie riposano in un ex rifiugio antiaereo

Le bottiglie riposano in un ex rifiugio antiaereo

«Le due anime dell’azienda hanno sempre convissuto – prosegue Pisoni – All’inizio il TrentoDoc era una produzione più di nicchia, almeno fino a 15 anni fa, ma adesso grazie anche al lavoro del Consorzio siamo in 69 case spumantistiche il TrentoDoc è cresciuto molto. Noi siamo i secondi come storia di produzione di Metodo Classico».

Ma la Pisoni è soprattutto una famiglia, che ha saputo gestire questa importante crescita: «Oltre a me si sono mio fratello, i miei cugini e adesso anche i nipoti…  Ognuno si è specializzato, ognuno ha il suo settore: è un buon esempio in effetti di convivenza di queste due anime all'interno della nostra azienda».

La distilleria è curata da Giuliano Pisoni

La distilleria è curata da Giuliano Pisoni

Per quanto riguarda i distillati, la produzione è concentrata sulle grappe, ma non solo. In arrivo, infatti, c’è un whisky.

Ma non solo: «Si sta avvicinando un progetto molto interessante che è stato lanciato da Matteo e Simone Pisoni, che sono fratelli, figli di mio fratello, che hanno lavorato in Australia con il Rum. Stiamo per produrre un whisky a chilometro zero: a Storo, nelle valli Giudicarie, c'è la farina gialla. Noi vorremmo fare un whisky in stile bourbon con la farina di Storo con l’acqua delle Dolomiti. Non potremo chiamarlo bourbon, perché il nome è esclusivo della produzione americana, ma nascerà un distillato a chilometro zero. Ma sarà pronto tra qualche anno».

Gli utlimi nati della distilleria: la grappa Clessidra Stravecchia 20 Anni e il Vermouth

Gli utlimi nati della distilleria: la grappa Clessidra Stravecchia 20 Anni e il Vermouth

La novità invece già in commercio è il Vermouth, anche in questo caso legato alla Valle dei Laghi. «Sono le botaniche che noi usiamo storicamente da sempre. Noi facciamo una grappa amara alle erbe, dal 1920, che si chiama appunto Grappamara. Era una ricetta di un vecchio farmacista che poi ha passato a mio nonno. Queste botaniche sono le stesse che abbiamo usato poi per fare l’amaro Donzio, e sono le stesse botaniche che usiamo per il Gin 7 Laghi: sono tutte del territorio. La base del Vermouth è un Müller Thurgau della Vale dei Laghi, quindi un vino bianco semiaromatico, molto profumato, a cui si aggiungono queste 10 botaniche».

La grappa, comunque, resta la produzione centrale, per quanto riguarda la distillazione. E così nasce Clessidra Stravecchia 20 Anni che, dopo la 10 e la 15 Anni, completa la gamma delle grappe super invecchiate: prodotta in sole 400 bottiglie, riposa per più di 20 anni in barrique di rovere francese. Un’altra grande eccellenza italiana esaltata dal lungo affinamento, per un distillato avvolgente e unico.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Raffaele Foglia

di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

Consulta tutti gli articoli dell'autore