18-04-2016
Oggi al Mudec di Milano, ore 18,30, si terrà la proiezione del docufilm Snacks, bocados de una revolución, che racconta come gli iberici hanno cambiato la cucina mondiale. L'evento si inserisce in un programma denso di appuntamenti in occasione della mostra dedicata a Mirò
«Non sognavamo di arrivare dove siamo arrivati», dice Ferran Adrià, al quale replica idealmente Joan Roca: «Noi cuochi abbiamo pensato di cambiare il mondo e lo abbiamo fatto». E’ in questa sorta di dialogo a distanza che si sostanzia Snacks, bocados de una revolución, il docufilm realizzato dalla giornalista gastronomica Cristina Jolonch con l’ideatrice del festival Film & Cook Verónica Escuer. Verrà presentato tra poche ore, alle 18,30, al Mudec di Milano, all’interno del calendario “Il Mudec incontra la Spagna” che l’Ente Spagnolo del Turismo ha organizzato in occasione della mostra di Joan Mirò, in collaborazione con l’Istituto Cervantes e il museo, e che prevede un ricco programma di attività volte a promuovere la peculiarità della cultura iberica attraverso le opere di uno degli artisti capaci di interpretarne meglio lo spirito.
Snacks racconta, in sostanza, quella che può sembrare una felice coincidenza: alcune grandi figure di una certa disciplina si ritrovano in un dato momento e in dato luogo e invece di ostacolarsi fanno asse tra di loro, con risultati entusiasmanti. E’ quello che è accaduto in Spagna nell’ultimo trentennio, ed è accaduto in cucina, comportando un cambiamento senza precedenti, prima di tutto culturale e mentale, poi anche tecnico. E’ successo questo: un gruppo di chef iberici è riuscito a trasmettere al mondo la sua passione per la libertà creativa («Il peggio è l’indifferenza. Meglio sbagliare», sintetizza magistralmente Andoni Luis Aduriz).
Alcuni degli chef protagonisti di Snacks, dalla locandina del docufilm
Joan Roca e Andoni Aduriz alla presentazione di Snacks
Massimo Bottura, che si è formato (anche) a El Bulli, è tra gli chef internazionali che intervengono in Snacks
E Joan Roca parla, in Snacks. Con lui, i già citati Adrià, Aduriz, Pérez, Dacosta, León. E poi Josean Alija, Juan Mari Arzak, Albert Adrià, Eneko Atxa, Martín Berasategui, Fermí Puig, Carme Ruscalleda, Pedro Subijana: sono almeno tre generazioni, a conferma che non di fuoco di paglia si tratta (si potrà dire lo stesso della Nuova Cucina Nordica?). Accanto a quelli dei grandi di Spagna, ci sono gli interventi di alcuni dei loro maggiori colleghi di tutto il mondo: Grant Achatz, Gastón Acurio, Alex Atala, Daniel Humm. E Massimo Bottura, che così spiega nel docufilm l’alta cucina di oggi: «Trasferire emozioni con la crosta del Parmigiano, con una piccola sardina. Ossia gli alimenti “eroici” della working class». E’ probabilmente questa, la nuova frontiera. La Spagna c’è. Per fortuna, questa volta, pare esserci anche l’Italia.
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
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