La notizia - attesa - è giunta da New Delhi, capitale dell'India, dove si è riunita la XX sessione del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell'Unesco, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, la Comunicazione e l'Informazione: la cucina italiana è stata proclamata patrimonio culturale immateriale dell'umanità.
È la prima cucina al mondo ad essere riconosciuta nella sua interezza. A deliberarlo, all'unanimità, è stato appunto il Comitato intergovernativo dell'Unesco. Secondo la decisione, la cucina italiana è una "miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie", "un modo per prendersi cura di se stessi e degli altri, esprimere amore e riscoprire le proprie radici culturali, offrendo alle comunità uno sbocco per condividere la loro storia e descrivere il mondo che li circonda".
La notizia è stata accolta da un lungo applauso della sala. Quello italiano è stato tra i 60 dossier in valutazione provenienti da 56 Paesi. L'Unesco sottolinea come il cucinare all'italiana "favorisce l'inclusione sociale, promuovendo il benessere e offrendo un canale per l'apprendimento intergenerazionale permanente, rafforzando i legami, incoraggiando la condivisione e promuovendo il senso di appartenenza".
Come sottolinea La Cucina Italiana (la rivista, intendimo), non esisteva fino a oggi "tra i patrimoni intangibili una cucina considerata nel suo insieme come quella che abbiamo candidato ponendo l'accento sulla sua unicità in quanto elemento distintivo della nostra identità culturale. Nella candidatura non c'entrano ricette, prodotti o riti relativi alla preparazione. Abbiamo candidato il fatto che per noi mangiare e preparare da mangiare non sono atti fini a se stessi, bensì sinonimi di cura, accudimento e incontro. Un incontro anche tra diversità territoriali e nel segno comune della sostenibilità, che sottolinea contemporaneamente la forte matrice popolare della nostra cucina. È da qui che è partita l'idea del nostro direttore Maddalena Fossati Dondero che, insieme all'Accademia Italiana di Cucina e Fondazione Casa Artusi, ha portato il progetto alla candidatura".
Il percorso era iniziato nel 2020 e ha richiesto oltre cinque anni di lavoro. Nel marzo 2023 il Governo italiano ha presentato ufficialmente la candidatura. Il 10 novembre 2025 l’organo di valutazione Unesco ha espresso parere favorevole che ha portato alla decisione adottata oggi, 10 dicembre 2025, dal Comitato Intergovernativo.
Tra le principali tradizioni gastronomiche già iscritte: la cucina tradizionale messicana (2010), il “pasto gastronomico dei francesi” (2010), il Washoku giapponese (2013). Vi sono altri esempi di patrimoni immateriali già riconosciuti e che riguardano in qualche modo la gastronomia e l'Italia:
- 2010 Dieta mediterranea, elemento transnazionale (comprendente oltre all’Italia anche Cipro, Croazia, Grecia, Marocco, Spagna e Portogallo)
- 2017 L’Arte del “pizzaiuolo” napoletano
- 2021 Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali
- 2014 Vite ad alberello di Pantelleria
Fondazione Casa Artusi - tra i promotori della candidatura - annuncia proprio oggi la nascita dell’Osservatorio internazionale sulla cucina e il buon gusto italiano, istituito per monitorare e valorizzare al massimo questo patrimonio. Attraverso indagini, ricerche e rapporti, l’Osservatorio sarà strumento e opportunità concreta per comunicare in chiave nazionale ma anche internazionale i valori identitari della cucina italiana - gusto, salubrità, sostenibilità - così come per riflettere sulle sfide del nostro tempo intorno alla produzione e fruizione del cibo: dall'efficienza delle risorse al cambiamento dei modelli di consumo, ai valori etici e sociali legati alla tradizione alimentare mediterranea».