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Tra gli chef oriundi milanesi, è sicuramente il più chiacchierato. Perché è riuscito a trasformare, nei piatti più che negli arredi, una tipica e rustica osteria sui Navigli in un godurioso ritrovo di gastrocuriosi e gourmet. Un obiettivo che neppure la proprietaria (e sommelier) del Pont de Ferr, la suadente Maida Mercuri, avrebbe mai immaginato: ma è proprio lei, alla fine, che l’ha voluto e abbracciato in toto, all'inizio del millennio. Matias, uruguayano, lavora in cucina da quando aveva 14 anni: obiettivo numero uno, lavorare nel primo hotel 5 stelle del suo Paese. Non ce la farà causa la giovane età, ma il traguardo da raggiungere la dice già lunga sulle sue ambizioni. Quattro anni dopo, si fa già le ossa nelle cucine di un ristorante italiano a Montevideo, dal quale salperà direttamente verso la Madonnina. Motivo, dare una mano all’amico chef Juan Lema, uruguayano come lui, che lavora già al Pont de Ferr fra pasta e fagioli e stracotti di asinella, i piatti forti del locale (ora Lema è alla Trattoria Mirta). Grazie a un'incontenibile creatività, Matias non impiegherà molto tempo a prendere le redini della cucina, impostando una vera e propria rivoluzione in termini di ricette, preparazioni e presentazioni. Animato da un’inesauribile curiosità per le nuove tecniche in arrivo dalla Spagna (fanno testo fondamentali stage dai fratelli Roca, in quel di Girona), Matias lancia così la sfida a Milano: proporre piatti fra i più creativi in città, in quella che è rimasta a tutti gli effetti una semplice osteria sui Navigli. Contando su una cucina minimale ma ben attrezzata, un’ottima scelta di materie prime e una grande inventiva: la stessa che gli fa mettere ogni giorno sul menu, sotto la voce «Questa notte lo chef ha sognato…», le ricette frutto di oniriche visioni notturne. Adesso, anche se non è più un emergente e le guide gastronomiche si sono accorte di lui (c'è anche la Stella, arrivata con la Michelin 2012 al Pont e bissata più avanti), Matias rimane la persona umile e introversa di sempre. E che abbia i piedi ben saldi alla terra lo confermano le sue malinconiche velleità legate alla patria lontana: «Vorrei aprire una scuola di cucina nel mio Paese. Ma mi piacerebbe anche un ristorante: questa volta, però, sul mare». Nel frattempo, nell'inverno del 2014, dopo 14 anni, ha interrotto la liaison con Maida Mercuri per aprire Contraste, l'avventura con i compari di sempre Simon Press, Tomas Piras. Oggi è tra i ristoranti più acclamati (da critica e pubblico) del paese. Così tanto che, a fine 2017, ha incassato un doppio importante titolo: nuova stella Michelin e "miglior chef d'Italia" per la Guida ai Ristoranti di Identità Golose. E ha bissato con l'apertura di Exit, gastronomia urbana, un format che aggiungerà soddisfazioni a soddisfazioni.
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Origini bergamasche, infanzie bolognesi, adolescenze milanesi, maturità torinesi, è reporter freelance e si occupa così di libagioni (e non solo) su diverse testate nazionali
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