L’Italia brilla alla cerimonia del decimo anniversario dei Restaurant Awards de La Liste, che ogni anno annuncia i 1.000 migliori ristoranti del mondo, disegnando la mappa internazionale della gastronomia e raccontando le principali tendenze che caratterizzeranno il 2026. Un’occasione speciale, celebrata ieri in pompa magna nelle preziose sale del Ministero dell’Europa e degli Affari Esteri, a Parigi. Nel tempio dell’haute cuisine la cucina italiana spicca con la famiglia Cerea e Da Vittorio nell’ambita Top 10 Restaurants Worldwide. È entusiasta Chicco Cerea: “Con la mia famiglia, siamo veramente orgogliosi di essere stati inseriti questo empireo della ristorazione. La nostra cucina è gioia, condivisione e qualità e il fatto che tutto ciò sia stato riconosciuto in un anno così importante per la cucina italiana, che potrebbe diventare patrimonio UNESCO il 10 dicembre, ha ancora più valore. Un grandissimo ringraziamento a tutto il team de la Liste!”, ha commentato.

Per Jessica Rosval un doppio premio

Franco Pepe premiato da La Liste coll'Artisan & Authenticity Award

Il premio a Davide Comaschi
In ottima posizione, nei Top 20, anche
Atelier Moessmer Norbert Niederkofler dello chef sudtirolese,
Le Calandre, del gruppo
Alajmo e
Dal Pescatore della famiglia
Santini. Non è tutto. Il Belpaese si è aggiudicato più premi di qualsiasi altro paese europeo, a cominciare da
Jessica Rosval di
Roots, Modena, insignita del
New Talents of the Year Award e del
Community Spirit Award per le sue iniziative culinarie inclusive e il suo impegno sociale
. il
New Pastry Talent Award - International Selection è stato invece attribuito a
Davide Comaschi. Si è distinto anche
Franco Pepe che con l’
Artisan & Authenticity Award è il primo pizzaiolo premiato da
La Liste: «Questo premio è dedicato all’autenticità e alla tradizione, che trasformo perché sia sempre contemporanea».
Come aggregatore del meglio della gastronomia globale, attingendo a oltre 1.000 fonti internazionali e milioni di recensioni online, La Liste continua a cogliere non solo chi è al vertice, ma anche ciò che sta plasmando il futuro della ristorazione. In totale, sono stati 14 i premi dati a 35 vincitori in 16 paesi; 8 chef donne tra i premiati di questa edizione. C'è stato anche un focus sulle destinazioni culinarie emergenti, da Giacarta e Riyadh a La Paz e Sydney.

Un momento delle premiazioni
«
La Liste dimostra che il gusto non ha più un’unica capitale. Il mondo è diventato un campo di eccellenza condivisa», ha detto
Philippe Faure, fondatore e amministratore delegato. Non a caso, sul podio, dieci ristoranti provenienti da otto paesi diversi si contendono il primo posto, segnando per la prima volta nella storia della classifica un equilibrio globale di eccellenza (si tratta, oltre al
Da Vittorio dei
Cerea, di
Guy Savoy di Parigi,
Cheval Blanc di
Peter Knogl in Svizzera,
Le Bernardin negli Stati Uniti,
Schwarzwaldstube in Germania,
SingleThread di nuovo negli Stati Uniti,
Lung King Heen a Hong Kong,
Matsukawa in Giappone e le due new entry
Robuchon au Dôme a
Macao e
Martin Berasategui in Spagna. È un quadro diversificato, competitivo e agile. Altrettanto importanti i premi speciali che celebrano la diversità, l’eccellenza, la creatività, l’impegno e la capacità di reinventarsi del settore.
Sul fronte globale, l’Asia continua la sua ascesa, con diversi mercati che guadagnano terreno senza precedenti nella Top 1000. L’Europa mostra una forte e costante spinta in avanti, in particolare Svizzera, Germania, Italia settentrionale e Regno Unito. Le Americhe e il Medio Oriente registrano un momento d’oro. Björn Frantzén e il Frantzén Group emergono con nuove aperture.