Mancano poche ore all'atto finale. Questa sera, a conclusione della attesissima Grand Finale di Milano, verrà annunciato chi tra i 15 finalisti della S.Pellegrino Young Chef Academy Competition 2024-25 meriterà il titolo di miglior young chef del mondo. Dopo la prima intensa giornata di gare che ha visto sfilare davanti alla Grand Jury internazionale sette concorrenti con i loro piatti d'autore, oggi tocca agli ultimi otto aspiranti al titolo presentare le proprie creazioni. Infine, durante la cena di gala, verrà proclamato il successore di Nelson Freitas, il portoghese che vinse l'edizione precedente.
La S.Pellegrino Young Chef Academy Competition rappresenta molto più di una semplice gara culinaria. L'Academy, nata nel 2020, conta oggi oltre 1000 membri da più di 70 paesi, creando un ecosistema internazionale dove il talento non è vincolato da geografia, etnia o genere. È una piattaforma globale dove i leader della gastronomia di oggi accompagnano gli innovatori di domani nel plasmare il futuro della ristorazione.
Il tema della gara di quest'anno, Porta in tavola il tuo futuro, invita i giovani chef under 30 non solo a dimostrare abilità tecniche eccezionali, ma a definire la propria voce originale, personale, per dare forma a una visione chiara per un mondo gastronomico migliore. Dopo due anni di selezioni attraverso 55 paesi e 15 regioni, la competizione giunge al suo apice.
 
I protagonisti della finale
Quindici giovani chef provenienti da ogni angolo del pianeta si contendono il titolo. Dall'Asia arriva 
Ardy Ferguson (
Belon, Hong Kong) con il suo 
Archipelago celebration, mentre il Sudafrica è rappresentato da 
Luckson Mare da
 The Living Room at Summerhill Guest Estate a Durban, con il piatto 
Duck, Sweet Potato and Matungulu. Il Canada schiera 
Victoria Rinsma (
Hexagon, Oakville) con il suo 
Across the Sea and Home Again, la Germania 
Emilia Montz (
Troyka, Erkelenz) con il piatto 
Russian ballet. La Francia punta su 
Antonis Avouri del parigino 
Mosuke che presenta 
The Consequences of Our Actions, i Paesi Iberici su 
Jose Maria Borrás (
Villarroel Agroturismo Santa Mariana), con 
Langosta y Cochinillo Balear.
L'Italia affida le proprie speranze a Edoardo Tizzanini (DaV by Da Vittorio Louis Vuitton, Milano), di cui parleremo tra poco. Completano il gruppo Gabriela Sarmiento dall'Hotel Marriott di Panama con il piatto La Malquerida, Ya Min Liu (La Bourriche 133 di Shanghai) dalla Cina con il piatto Symphony of Layered Flavours, Noah Wynants (De Librije, Zwolle) dall'Olanda con Dutch Rendang, KyongHo Choi (Omnia, Melbourne) dall'Australia, dalla Slovenia Pablo Donadío Falcón, sous chef del celere Hiša Franko, con il piatto Haiku to the Mountain, Ben Miller (Alex Dilling, Londra) dal Regno Unito con Ode to Sam Yee, Garrett Brower (The French Laundry, Yountville, altro indirizzo celeberrimo) dagli Stati Uniti, e Theo Kopp (Ma Langue Sourit, Lussemburgo) con Potée Lorraine.
A giudicarli, sette colonne della gastronomia mondiale: 
Christophe Bacquié (
La Table des Amis, Bonnieux), 
Jeremy Chan (
Ikoyi, Londra), 
Antonia Klugmann (
L'Argine a Vencò, Dolegna del Collio), 
Niki Nakayama (
n/naka, Los Angeles), 
Elena Reygadas (
Rosetta, Città del Messico), 
Julien Royer (
Odette, Singapore) e 
Mitsuharu Tsumura (
Maido, Lima, quest'anno in cima alla classifica della 
World's 50Best Restaurants).
 
L'Italia punta su Tizzanini

Tizzanini in gara con il suo mentore, Giancarlo Perbellini
, fiorentino di Calenzano, rappresenta l'Italia con 
An artichoke heart, un piatto che rovescia le gerarchie tradizionali della cucina italiana ponendo il vegetale al centro e relegando la carne a un ruolo di supporto. Il carciofo viene declinato in tre consistenze - confit, in crema e con foglie croccanti - accompagnato da Parmigiano Reggiano e tartufo bianco, mentre le frattaglie di piccione fanno da contrappunto insieme a pane croccante, barbabietola e rabarbaro. Una scelta consapevole che riflette il dibattito contemporaneo sull'equilibrio tra elementi di origine vegetale e animale in cucina.
«Sto bene, molto emozionato, molto carico. Ho molta voglia di fare, non vedo l'ora», ci ha confidato Tizzanini alla vigilia della finale. Sul livello dell'organizzazione non ha dubbi: «Hanno creato un'atmosfera unica, sono rimasto colpito dalle attrezzature straordinarie, è un piacere fare parte di una finalissima così prestigiosa». Il piatto è stato ulteriormente perfezionato per questa ultima sfida: «Lo abbiamo portato ai massimi livelli. Ogni dettaglio è calibrato, ogni grammo di qualsiasi cosa è stato misurato con precisione assoluta».
Al suo fianco c'è 
Giancarlo Perbellini, chef tre stelle Michelin di 
Casa Perbellini 12 Apostoli a Verona, che da giudice della finale italiana è diventato suo mentore. «
Perbellini è accanto a me in ogni momento e mi segue, mi supporta, mi sopporta... è veramente unico, un grande maestro», racconta 
Tizzanini. Il percorso del giovane chef - che ha lavorato nel tristellato di Brusaporto e della famiglia 
Cerea, 
Da Vittorio, per oltre sette anni (tre e mezzo come sous), e che col nuovo anno è diventato executive chef del 
DaV by Da Vittorio Louis Vuitton a Milano - è stato arricchito da esperienze iberiche di primo piano presso 
El Celler de Can Roca, 
Disfrutar e 
Martin Berasategui.
 
La prima giornata e i premi in palio

Theo Kopp durante la gara
Ieri i primi sette finalisti hanno avuto cinque ore per preparare e presentare i loro signature dish. Ad aprire le danze 
Theo Kopp con la sua interpretazione della 
Potée lorraine, seguito da 
Ardy Ferguson e il suo viaggio tra i sapori dell'arcipelago indonesiano. 
Ben Miller ha commosso la giuria con 
Ode to Sam Yee, dedicato alla compagna che gli ha aperto le porte della cultura gastronomica asiatica. 
Ya Min Liu ha impressionato con l'uso coraggioso del pepe di Sichuan, mentre 
Tizzanini è stato lodato per la sua «semplicità portata alla perfezione», come l'ha definita 
Tsumura. 
Luckson Mare ha proposto combinazioni di sapori mai sperimentate prima dalla giuria, mentre 
Emilia Montz ha chiuso con il suo elegante balletto russo ispirato al 
Lago dei Cigni.
Oggi gli ultimi otto concorrenti completeranno le presentazioni. Stasera, durante la cena di gala, oltre al premio principale verranno assegnati tre riconoscimenti collaterali: il 
S.Pellegrino Social Responsibility Award (votato dalla 
Sustainable Restaurant Association per il piatto che meglio interpreta pratiche socialmente responsabili), l'
Acqua Panna Connection in Gastronomy Award (assegnato dai mentori per il piatto che meglio esprime il patrimonio gastronomico del paese d'origine) e il 
Fine Dining Lovers Food for Thought Award (attribuito dalla community online per la migliore espressione di visione gastronomica personale).
«Si è creato un bel rapporto tra di noi e sarà una gara entusiasmante, perché qui c'è il meglio del meglio», osserva Tizzanini sui suoi avversari. Ed è proprio questo lo spirito originario della S.Pellegrino Young Chef Academy: non solo una gara, ma un momento di incontro e crescita collettiva, in cui la prossima generazione di chef può confrontarsi, imparare e insieme immaginare il futuro della gastronomia mondiale. Un futuro che da stasera avrà un nuovo ambasciatore.