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Nato e cresciuto a Castellammare di Stabia, Agostino Iacobucci è chef e patron dell’omonimo ristorante di Castel Maggiore, griffato di stella Michelin. Classe 1980, si è avvicinato ai fornelli, «da curioso e da goloso», quando aveva 15 anni nel ristorante della zia a Lettere (Napoli) e, dopo il diploma di scuola alberghiera, si è formato alla destra di Andrea Cannavacciuolo, papà di Antonino, allora chef de La Sonrisa a Sant’Antonio Abate, luogo più noto ai telespettatori come castello del Boss delle cerimonie.
Nel 1995 va a lavorare a Vico Equense in un locale, O’ Saracino, porta a porta con il più famoso Torre del Saracino; guardare da vicino i progressi e l’ascesa di Gennaro Esposito stimola Iacobucci a lanciarsi in diversi stage tra locali importanti di Francia e Regno Unito: «Lì ho capito come funzionava una vera brigata osservando le gerarchie rigide delle cucine di alto livello».
«Bisogna amare questo mestiere quotidianamente; si può essere maestri assoluti di tecnica, ma senza cuore non si va lontano. Se non hai amore, non hai arte e non hai futuro». Nel 2010 ha conquistato il suo primo macaron da chef a La Cantinella di Napoli e nel 2012 ha spostato la toque verso Nord entrando nel mese di giugno nelle cucine de I Portici, hotel di design nel centro di Bologna, riconfermando a novembre la stella e intraprendendo un percorso di crescita durato sei anni per poi trasferirsi nella vicina provincia e avviare il suo ristorante nella splendida Villa Zarri.
«Amore e libertà, conoscenza della tradizione, studio e ricerca sono le basi per creare una cucina d’eccellenza; il piatto memorabile nasce dalla passione che trasmetti alla materia prima». Libertà creativa e amore per il mondo, ingredienti che non mancheranno mai nella cucina di Agostino Iacobucci.
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classe 1974, sommelier, assaggiatore di caffè e verace uomo del Sud, è alla costante ricerca di sole e cieli azzurri. Nato a Vico Equense e cresciuto a Castellammare di Stabia, ama la cucina quando è innovativa e ha solide basi. Epicureo di cuore e palato, vive e scrive a Palermo, ma mangia e beve ovunque. Collabora con Identità Golose dal 2016
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Guglielmo Araldi, 29 anni, chef del ristorante I Carracci, contenuto nel Grand Hotel Majestic di Bologna
Davide Venturelli, sindaco di Pavullo nel Frignano (Modena), Valter Tagliazucchi, maestro della pasticceria Giamberlano, Luca Minelli, la nuova generazione degli artigiani del Parmigiano Reggiano di montagna Malandrone 1477, e Gianni Di Lella, esplosivo pizzaiolo de La Bufala di Maranello, Modena: insieme hanno unito le forze con la grande famiglia di Cantine della Volta e alla felice dispensa di liquori tradizionali della Distelleria Roteglia 1848 per portare in scena lo scorso 3 ottobre MOPA, "preview" dell'evento per la prossima estate. MOPA, quindi MOdena-PAvullo, Not Only Motors, às magnà enc (si mangia anche). Un viaggio per riscoprire le tradizioni ultracentenarie dell'Appennino Modenese, un evento di gusto a sostegno del laboratorio terapeutico Tortellante e della cooperativa sociale Concresco. Foto a cura di Marialuisa Iannuzzi
Agostino Iacobucci, chef di Castellammare di Stabia (Napoli), classe 1980. Da poco più di due anni è al timone del ristorante Villa Zarri, a Castel Maggiore (Bologna)