07-09-2022
Gabriele Bonci è, insieme a Franco Pepe, uno dei due pizzaioli italiani raccontati da Chef's Table: Pizza, in uscita oggi, mercoledì 7 settembre, sulla piattaforma Netflix
Non fissatevi sulla pizza, mettetevi comodi, restate concentrati e preparatevi a riflettere sulla vita, sul successo, sulla distanza che può esserci tra la persona e il personaggio. Su quanta forza sia stata necessaria a Gabriele Bonci per riuscire a scacciare via il mostro dentro di sé e tirare fuori il fornaio, il marito e il padre e «ricominciare a vivere in maniera progettuale». C’è tutto questo (e anche di più) nei 50 minuti della puntata della docu-serie Netflix Chef’s Table: Pizza dedicata a Gabriele Bonci.
Certo c’è anche la teglia romana di Pizzarium che ha fatto guadagnare al pizzaiolo capitolino classe ’74 l’appellativo di “Michelangelo della pizza”. E pure il fritto di pasta, “invenzione” di Bonci, che dopo le difficoltà del lancio è diventato una leggenda prima all’estero e poi in Italia, dove «ha cambiato la tradizione». Ma entrambi restano sullo sfondo della parabola umana di Gabriele Bonci che si è mostrato e raccontato senza filtri. «È giusto che sia così, sennò raccontiamo sempre le stesse cose. Ed è bene lasciare traccia della nostra storia, che così ci sopravvive», afferma.
«Della pizza non m’importa niente, è solo un mezzo per arrivare a un pensiero: “Mangiare è un gesto agricolo”. Non sono un pizzaiolo, io faccio agricoltura», è la dichiarazione d’intenti con cui Bonci si presenta nella puntata di Chef’s Table: Pizza. «Magari manca qualche parola che avrebbe potuto spiegare meglio, ma è così – osserva senza polemica -. Il mio prodotto non è pizza, è focaccia, attiene più alla panificazione. Io faccio teglia, cuocio 2 chili e mezzo di pasta su una teglia e per il topping mi rivolgo a una rete di piccoli produttori portando avanti un’economia agricola. Ed è questo che realmente m’interessa perché di me e della mia pizza ormai si sa tutto e, poi, basta mangiarla e sentire “crunch” per comprenderla».
Una pizza “michelangiolesca” che, però, ha cambiato radicalmente la vita di Gabriele Bonci, il figlio di un autista dell’Atac (la società di trasporti urbani romana, nda) che tra il suo personale oggi annovera 50 dipendenti su Roma e ben 250 nel mondo, «dei quali mi sento responsabile».
Gabriele Bonci sul set di Chef's Table: Pizza insieme a Roberta Pezzella
«Essere protagonista di Chef’s Table era un’opportunità e io le opportunità non le lascio mai. Anche se, adesso, comincio a pesarle. Soprattutto perché il personaggio, quell’uomo grasso che ero prima, l’ho ucciso davvero. Cambiata l’immagine, è cambiata anche la mia vita. Di me è rimasta la persona e i produttori di Chef’s Table mi hanno aiutato a raccontarla. E - conclude – devo ringraziarli perché non sono stato sempre una persona facile».
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Giornalista catanese a Milano, classe 1966. «Vado in giro, incontro gente e racconto storie su Volevofareilgiornalista» e per una quantità di altre testate. Inscalfibile
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