17-06-2021
Giorgio Facchinetti, flair bartender & bar specialist, presenta a Identità Golose Milano tre cocktail per introdurre l'uso di Asti e Moscato d'Asti Docg nella mixology rivelandone la grande versatilità
Una tradizione territoriale solida, un circuito di case spumantiere a dimensione d’uomo e di produttori appassionati, devoti alla loro terra e a un vitigno, quello del Moscato bianco, che ha reso Asti, la patria d’eccellenza delle bollicine dolci in tutto mondo. Questo uvaggio, dal patrimonio olfattivo fragrante, fresco e piacevole al palato, è alla base della produzione di Asti e Moscato d’Asti Docg: il primo, uno spumante, grazie all’applicazione delle migliori professionalità e competenze, è riuscito ad ampliare la propria gamma di proposte, per compiacere ogni momento del pasto e, perché no, della giornata. Oggi, infatti, è disponibile in più varianti, dal Demi Sec all’Extra dry, fino a spingersi alla possibilità di arrivare, nel tempo, a un Pas Dosè o alla sperimentazione della fermentazione in bottiglia, e quindi passare dal Metodo Martinotti (applicato per la prima volta proprio con i vini di Asti) al Metodo Classico. Dall’altro lato, invece, il Moscato d’Asti, un vino frizzante dall’intenso aroma muschiato, una componente zuccherina fruttata, di vaniglia e un basso tenore alcolico.
Entrambi questi vini sono l’espressione dell’uva appena raccolta, di tutto il buono della viticoltura piemontese che il Consorzio per la tutela dell’Asti Docg dal 1932 pone come punto d’origine della sua missione, ossia quella di valorizzare, promuovere e tutelare i prodotti e i produttori di questa terra. E lo fa con slancio creativo, introducendo un pubblico di affezionati (ma anche una platea del tutto nuova) a iniziative in grado di rivelare il potenziale di questi vini, spesso associati meramente al fine pasto, e da servire con un buon dolce da grandi occasioni. Sia pure sfatata tale convezione perché le eccellenze di Asti si trasformano in divertenti cocktail da aperitivo: il Consorzio ha così inaugurato la Sparkling Summer, una collaborazione con Giorgio Facchinetti, giovane flair bartender & bar specialist che, nel 2019, conquista la medaglia d’argento all’International Flair Competition di Montpellier. Commenta Giacomo Pondini, direttore del Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti Docg: «Il coinvolgimento di Giorgio rappresenta un passaggio cruciale per la produzione vinicola astigiana declinata in chiave giovane e fresca, combinata con ingredienti semplici e intrecci gustativi inaspettati. Un percorso innovativo per far scoprire e riscoprire i nostri vini».
Giacomo Pandini, direttore del Consorzio per la Tutela dell'Asti DOCG, ha ribadito l'importanza di questa produzione italiana nel mondo e il relativo impatto sociale che una simile realtà apporta al territorio astigiano. In questo scatto con Giorgio Facchinetti
Le ricette dei tre cocktail pensati da Giorgio Facchinetti per l'evento Asti MIX a base di Asti Docg Dolce, Asti Docg Dry e Moscato d'Asti Docg
ASTI SIGNATURE, un cocktail in cui la combo spezie-agrumi fa da padrona e quindi un drink perfetto da sorseggiare in estate, fresco e anche facile da riproporre a casa ai propri ospiti: occorre del pompelmo rosa in fette, qualche foglia di basilico, ghiaccio e pepe di Sichuan. Insomma, un’alternativa al solito Spritz, con l’ulteriore vantaggio di lasciarsi bere a cuor leggero grazie a una gradazione alcolica contenuta;
Asti Signature: Asti Docg Dolce, basilico, pompelmo, ghiaccio e pepe di Sichuan
RED HOT VEGGIE PEPPER, lo annusi e ti trasporta immediatamente in un orto perché il peperone (una vodka) libera la sua profonda nota vegetale, addolcita da quella avvolgente della fragola (un estratto) con la spinta vibrante del succo di limone. Un cocktail che stimola l’appetito, perfetto in abbinamento a una pizza o a un ricco pinzimonio di stagione.
ll mondo dei cocktail e dei bartender raccontati da Identità Golose.
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A cura della redazione di Identità Golose
Da sinistra, Claudio Negrino e Bruno Roffredo, rispettivamente presidente e vicepresidente della Cantina Alice Bel Colle