Su “quel ramo del Lago di Como” che dal capoluogo sale sulla destra orografica del lago stesso, si incontrano prima Cernobbio, poi Argegno e un po’ più su l’abitato di Sala Comacina da cui si ammira l’omonima isola. L’unica del Lario, nota per la maledizione lanciata nel 1169 dal vescovo longobardo Vidulfo che la condannava “a non essere mai più riabitata, a non vedere campane suonare e a non poter più ospitare locande”, ma anche per vicende decisamente più felici, per il ristorante che, negli anni '70, serviva il Pesce alla contrabbandiera, all’epoca uno dei piatti del Buon Ricordo.
Ora la zona è un fiorire di locali, b&b di charme e boutique hotel. Come il Musa, situato a Sala Comacina, di fianco al pontile del traghetto per l’isola. Una villa ottocentesca è stata adottata, rinnovata e adattata da una donna australiana, innamorata di questa località, per essere trasformata in un hotel cinque stelle. Dodici, fra camere e suite, ognuna dedicata a una musa: grandi donne che hanno segnato la storia e la loro epoca. Da Giovanna d’Arco a Margaret Thatcher, da Marie Curie a Rosa Parks, queste icone accompagnano gli ospiti in un’oasi di relax prospiciente il lago, con tanto di attracco privato per chi arriva dall’acqua.

L'atmosfera serale al Gaia Bar
E dato che il viaggio è prima di ogni altra cosa una delizia per i sensi, ecco inseriti nella struttura un ristornate fine dining, il Roteo, guidato da due giovani chef Robert Moretti e Matteo Corridori, e un cocktail bar, il Gaia - la dea madre sinonimo di fertilità, equilibrio, nutrimento - che abbiamo visitato in occasione della presentazione della nuova drink list.

Luca Salvioli, bar manager di Gaia Bar
Emotion, è questo il nome scelto da Luca Salvioli, Bar Manager di Gaia Bar: presenta dodici cocktail, numero ricorrente al Musa, ispirati alle sei emozioni umane universali: gioia, sorpresa, tristezza, rabbia, disgusto e paura.
Idea originale, cosi come lo sono i drink degustati in sequenza, nati per creare un ponte tra sentimenti, stati d’animo e quello che si può portare in un bicchiere, in un momento conviviale e di relax come quello dell’aperitivo vista lago o del dopo cena. Lo stile comune è contraddistinto da un bel lavoro con i cromatismi e da un fervente lavoro dietro le quinte: molti cordiali, distillazioni, fermentati, spume e arie.

La genesi della lista risale allo scorso dicembre. Oltre sette mesi di lavoro, prove, assaggi, hanno portato alla composizione di una lista che accompagnerà i clienti del Gaia Bar sino al prossimo anno. I drink sono, mediamente, a non eccessivo contenuto alcolico e presentano una certa complessità sulla quale, il consiglio, è quello di non eccedere nel numero di ingredienti e in abbinamenti audaci. La ricerca dell’effetto wow, infatti, a volte può rischiare di produrre una prevaricazione di alcuni distillati su altri e una difficoltà a percepire gli elementi del drink. La strada comunque è quella giusta.
«Ogni cocktail è studiato con precisione e ironia – spiega Salvioli – per giocare con ingredienti inaspettati, tecniche contemporanee e presentazioni scenografiche. Il risultato è una drink list originale e del tutto particolare, che invita all’ascolto interiore, ma anche al gioco, alla leggerezza, alla scoperta».
Tutto vero, con alcune eccellenze. Il Climax, inserito nel capitolo Sorpresa, ha una base vodka, ridistillata con frutto della passione e yogurt, a cui si aggiunge un cordiale di agrumi e vaniglia per finire il tutto con lo Champagne e una finta oliva che in realtà è un bon bon al cioccolato bianco. Un bel mix di profumi e aromi ed effetto sparkling, ora tanto in auge.
Piacevole e sorprendente, Inganno presenta un bel gioco di percezioni e contrasti proposti su base Gin con Sherry Oloroso, foglia di fico, la nota affumicata del palo santo e della CO₂.

A sinistra il drink Brace, a destra Furia
Fra i cocktail dell’emozione Rabbia, è piaciuto il Furia, una sorta di Negroni con Bitter, Tequila e Mezcal, il piccante del Chipotle, la dolce acidità dell’acqua di pomodoro e l’intensità dell’olio al basilico facilmente percepibile.
Dal mazzo esce come un jolly Mare Intus, inserito nella sezione Disgusto. Una simil-Caipirnha con l’arancia al posto del lime. C’è, ovviamente, la Cachaca, insieme a Gin e a un cordiale con finocchio e colatura di alici. Inusuale quanto interessante. Numerosi gli effetti scenici fatti per stupire: l’aria di wafer di Euforia o la bolla d’aria affumicata fatta adagiare sopra il tumbler al momento del servizio del drink Oscuro.
Presenti in lista sei analcolici e i signature cocktail, scelti fra i drink della precedente lista dedicata alle muse della storia.
In abbinamento bites e tapas in uscita dalla felice e divertente cucina del ristorante Roteo. Pizza fritta, Bao ripieni e l’inconsueto Formaggio di Capra, un risotto freddo al morbido di capra di Casale Roccolo, servito sotto al coperchio di una boule – l’effetto è reso possibile dell’amido del riso freddo - inizialmente nascosto al cliente.
Fascino della location, valore della sperimentazione e qualità dei drink e del servizio sono gli elementi che consigliano la visita al Gaia... Oltre al parcheggio privato, vera rarità, particolarmente apprezzata in una zona dove i posti auto cronicamente scarseggiano.