Dal 25 aprile al 2 maggio 2025, Udine ha celebrato la quarta edizione della Udine Cocktail Week, una manifestazione che negli anni è riuscita a mantenere vivo il suo spirito originale di ricerca e qualità, aprendosi sempre di più alle nuove tendenze del bere consapevole e alle contaminazioni culturali. Quest'anno, ancora una volta in concomitanza con il Far East Film Festival 27, il più importante festival europeo dedicato al cinema asiatico, la città friulana si è trasformata in un laboratorio internazionale del gusto e dell'ospitalità. La Udine Cocktail Week 2025 ha saputo rinnovarsi senza perdere la propria identità: oltre ai classici cocktail, spazio a drink low-alcohol e no-alcohol, nuove tecniche, ingredienti fusion e una serie di eventi che hanno valorizzato sia la cultura asiatica sia i prodotti locali.

Il più importante festival dedicato al cinema asiatico in Europa si è tenuto in concomitanza della cocktail week della città friulana; un'occasione per far incontrare miscelazione e cultura
Una settimana tra grandi nomi e nuovi trend
Il programma ha visto alternarsi masterclass, degustazioni, corsi di perfezionamento e serate a tema nei migliori locali della città. Tra i protagonisti di spicco,
Giancarlo Mancino, veterano della manifestazione, è tornato a Udine portando con sé
Salvatore "The Maestro" Calabrese: il primo ha guidato una masterclass dedicata al Negroni e all'aperitivo italiano, mentre
Calabrese ha raccontato la storia del suo celebre
Breakfast Martini. A loro si è affiancato
Samuele Ambrosi, altro ospite fisso dell'evento, che ha condotto un laboratorio sulla
Garnish Make Up, in collaborazione con
Flower Cocktails e The Sister's Dry Gin, oltre a una suggestiva masterclass sul potere dei fiori, "The Power of Flowers", presso il locale
Gatti e Re.

Salvatore Calabrese, insieme a Giancarlo Mancino e Samuele Ambrosi, è stato tra i protagonisti della settimana dedicata al bere bene miscelato, portando il suo drink più iconico ovvero il Breakfast Martini
La cocktail week ha anche dato spazio alle eccellenze locali che hanno contribuito a portare il Friuli nel mondo, come
Cristina Nonino, che ha raccontato la tradizione della grappa friulana. Inoltre, spazio anche a nuove tendenze come l’uso creativo dell’aceto balsamico in mixology, presentato dall’ambassador
Simone Maion dell’
Acetaia Midolini. Non sono mancati momenti più glam e originali, come le due serate organizzate al
Bar Contatto, allestito sotto il foyer del
Teatro Palamostre, tra dj set asiatici e proiezioni audio-video d'atmosfera. E per sottolineare l’attenzione alla sostenibilità, in alcuni eventi sono state introdotte le cocktail list commestibili, ideate da
Andrea Basso della
Pasticceria Beltrame: un’idea curiosa e apprezzata, capace di rendere ancora più interattiva l'esperienza di degustazione.
Il Giappone protagonista: sakè e shōchū
Se il tema dell’Oriente ha permeato tutta la settimana, il vero cuore pulsante per chi ama le contaminazioni è stato rappresentato dagli eventi dedicati al sakè e al shōchū. Il 1° maggio, presso il locale Alla Rocca, si è tenuto l’attesissimo "Saké Mixology" con Lorenzo Ferraboschi, esperto italiano di questa straordinaria bevanda giapponese. Ferraboschi ha guidato i partecipanti in un viaggio alla scoperta del sakè: un fermentato di riso nobile, con una gradazione alcolica che si aggira tra i 12° e i 18°, caratterizzato da una delicatezza che ben si presta alla miscelazione moderna. Attraverso degustazioni e cocktail creativi, il pubblico ha potuto toccare con mano la versatilità del sakè, imparando ad abbinarlo sia in chiave classica sia più sperimentale.
Il 2 maggio, al P911, è stato il turno di “Shochu: innovazione e tradizione nei cocktail”. Il shōchū, meno conosciuto del sakè ma altrettanto radicato nella cultura giapponese, è stato protagonista di una masterclass che ha mostrato come questo distillato – ottenuto da materie prime come orzo, riso o patata dolce – possa portare nei cocktail note asciutte, aromatiche e profondamente legate alla terra. La sperimentazione è stata protagonista, con drink che univano il shōchū a tè verdi, agrumi come lo yuzu e spezie orientali, dimostrando quanto sia ampio e creativo il campo della miscelazione asiatica.
Una manifestazione sempre più internazionale

La prima cocktail week con una profonda anima asiatica è il tratto distintivo della settimana, che ha visto protagonista la città di Udine
La
Udine Cocktail Week si conferma una manifestazione di grande respiro, che sta diventando negli anni un punto di riferimento nel panorama degli eventi nazionali, che riesce a coinvolgere, sempre di più, un numero crescente di appassionati, ma anche di esperti e di semplici curiosi del mondo della mixology. Per una settimana, Udine non è stata solo la città del grande cinema d’autore orientale grazie al consolidato legame con il
Far East Film Festival, ma si è rivelata un luogo in cui la qualità della vita e l'arte dell'accoglienza si sono perfettamente intrecciate, offrendo un'esperienza unica a chi ha scelto di viverla. Capace di stupire con il suo patrimonio artistico, le sue eccellenze gastronomiche e un'intensa vita culturale, Udine è il perfetto esempio di come tradizione e innovazione possano convivere armoniosamente. E manifestazioni come la
Udine Cocktail Week, in dialogo con eventi di portata internazionale come il
Far East Film Festival, rendono questa città un laboratorio di idee e di sapori, proiettato con entusiasmo verso il futuro.
Lo sapevi che?
Il sakè non è un distillato, ma un fermentato di riso, simile al vino o alla birra.
- Si ottiene grazie al fungo kōji, che trasforma l'amido del riso in zucchero fermentabile.
- I sakè si classificano in base alla raffinazione del riso: più il chicco è "sbramato", più il sakè è fine (es. ginjo, daiginjo).
- La gradazione alcolica è moderata: tra 12° e 16°.
Il shōchū è invece un distillato tradizionale giapponese, prodotto da riso, orzo o patata dolce. Ne esistono due tipi principali:
- Kōrui (più neutro)
- Otsurui (più aromatico)
- Gradazione alcolica: tra 20° e 25°.
- In Giappone è bevuto liscio, con acqua o nei cocktail.
Due anime diverse, un’unica passione: il rispetto per la materia prima.