Shake & shock

22-05-2025

The Wilde, tutto quello che dovete sapere sul nuovo members' club di Milano

Vi sveliamo il nuovo club esclusivo ospitato dalla ex dimora di Santo Versace. È stato creato da Gary Landesberg, che ha scelto il capoluogo lombardo per l'esordio, prima di sbarcare anche a New York, Londra e Los Angeles

The Wilde è diventato in breve tempo il nuovo sal

The Wilde è diventato in breve tempo il nuovo salotto sia dei milanesi ma anche degli expats residenti in città. L'attenzione utilizzata nella ristrutturazione della dimora si respira in ogni angolo e in ogni dettaglio, a partire dagli interni studiati dal designer Fabrizio Casiraghi fino ad arrivare alla vasta collezione d'arte curata da Ed Tang, che impreziosisce ciascun piano.

Ammantati di mistero, spesso considerati rifugio per uomini d’affari e celebrità, i members' club vivono di un passaparola sotterraneo fatto di aneddoti e leggende metropolitane.

Più esclusivi di un resort di lusso, più nascosti di un secret bar si rendono visibili ai più solo in rare occasioni e la nostra visita vuole essere una di queste. Abbiamo varcato la soglia dell’ex residenza di Santo Versace, in Via dei Giardini a pochi passi da Via Montenapoleone, che dallo scorso novembre ospita The Wilde, il members' club creato da Gary Landesbergche ha scelto il capoluogo lombardo per aprire la sua prima sede ma che vedrà nuove aperture anche a New York, Londra e Los Angeles. Nel bellissimo viale alberato, una dimora apparentemente anonima all’esterno, custodisce in realtà una villa modernista di 1800mq dove convivono design, arte e concept gastronomici di altissimo livello.

Gli esterni della villa nel cuore del quadrilatero della moda.

Gli esterni della villa nel cuore del quadrilatero della moda.

Elegante, intimo e di chiara ispirazione britannica, The Wilde si caratterizza per l’aspetto di salotto privato – “home away from home” come recita uno dei pilastri del club–, vuole essere un’estensione della dimora di ciascun socio, dove vivere delle esperienze straordinarie e sempre diverse tra loro in una “comunità” altamente profilata ed esclusiva. È qui che entra in campo un’ospitalità molto simile a quella dei brand di lusso dell’hotellerie, ma con la differenza di poter creare infinite combinazioni di intrattenimento (cultura, arte, ristorazione, miscelazione) senza però dimenticare di potersi definire anche un luogo dove prendersi una pausa, dove pensare, progettare, vivere la quotidianità lavorativa o darsi l’opportunità di confrontarsi e condividere opinioni.

A condurci alla scoperta del The Wilde, tre ciceroni d’eccezione ovvero i tre bar manager dei differenti outlet di cui è composto il club e che sono dislocati ognuno in ogni piano della villa. Ciascun outlet incarna una formula gastronomica pensata come se fosse un locale a sé stante ovvero con un’offerta food and beverage ben delineata, uno staff dedicato, orari di apertura diversi e naturalmente un ambiente che sia allineato con l’identità stessa del format che propongono.

Velluto, uno dei drink presenti attualmente nella drinklist del The Club Room e che celebra i grandi classici della miscelazione.

Velluto, uno dei drink presenti attualmente nella drinklist del The Club Room e che celebra i grandi classici della miscelazione.

Ad aprire le danze è Lorenzo Pagano, a cui è affidato The Club Room e il Garden collocati al piano terra della villa. Il primo ad aprire le porte ai soci a partire dalle 8 e l’ultimo a chiudere con un’offerta gastronomica che copre tutta la giornata, il cuore del Club Room è il momento dell’aperitivo che Pagano dedica a Milano e alla cultura dell’aperitivo a base di Americano e Negroni. Grandi classici, servizio impeccabile e cura dell’ospite, Pagano ha studiato una drinklist che lavora sulle note dell’amaricante, profonde e intense come in Velluto con Mancino Rosso, bitter al cioccolato, liquore alla pera e Cordusio Aperitivo a base di frutti rossi. Accanto alla Club Room, la cigar lounge Arturo’s per gli estimatori di sigari da collezione e il giardino destinato nelle domeniche tra la primavera e l’estate al brunch.

Al secondo piano si apre The Library, uno spazio più intimo e molto più vicino a quello di un salotto dove fermarsi per una lettura, lavorare o seguire conferenze ma anche destinato ad eventi di arte, workshop, proiezioni di film, degustazioni… tutte attività studiate insieme alla sede centrale londinese e prenotabili dai soci attraverso un’applicazione dedicata, per tutelare la loro privacy e soddisfare ogni esigenza.

Frida è uno dei signature del ristorante Nina e nell'attuale drinklist firmata da Eros Ursomando. Speziato e agrumato prevede tequila infusa al peperoncino jalapeno, sciroppo d'arancia, agave e succo di lime.

Frida è uno dei signature del ristorante Nina e nell'attuale drinklist firmata da Eros Ursomando. Speziato e agrumato prevede tequila infusa al peperoncino jalapeno, sciroppo d'arancia, agave e succo di lime.

Salendo di un piano troviamo Nina, il ristorante più creativo e dinamico del The Wilde proprio per il suo format dedicato alla cucina Nikkei e a piatti da condividere. A guidarci alla scoperta di questo concept gastronomico, Eros Ursomando – al quale è stato affidato il compito di raccontare ai suoi ospiti il matrimonio tra due culture apparentemente lontane – nipponica e peruviana –, ma che solo in Perù hanno trovato un matrimonio perfetto. L’esperienza gastronomica di Nina è intensa e ricca di spunti, tali da richiedere uno studio della miscelazione che vada oltre la ricetta ma che sia anche supportato dal giusto storytelling.

Per questo Ursomando si è dedicato a studiare approfonditamente i distillati e i drink tipici di entrambi i paesi e del Sud America in generale, proprio per avere nel bicchiere altrettanta internazionalità e vivacità che nel piatto. Paloma, margarita ma anche pisco sour e chilcano, la miscelazione di Nina è un tripudio di colori e sapori, in cui spicca la piccantenza. La condivisione dei piatti e la convivialità sono anche lo spunto per creare una drinklist che possa spaziare liberamente tra Giappone e Perù.

Il ristorante Ava, situato all'ultimo piano del The Wilde, si ispira alla cucina mediterranea con un'impronta fine dining.

Il ristorante Ava, situato all'ultimo piano del The Wilde, si ispira alla cucina mediterranea con un'impronta fine dining.

Di tutt’altro indirizzo è invece, all’ultimo piano, Ava affidato alle mani del bar manager Federico Turina e che si caratterizzano da un ambiente dai colori delicati e con la possibilità di affacciarsi anche nello splendido Rooftop. Qui la sfida è completamente diversa rispetto ai colleghi Pagano e Ursomando; l’offerta è in pieno stile mediterraneo, stagionale, e che raccoglie le cucine del sud di Italia, Spagna, Francia ma anche della Grecia e del Libano. Per questo la proposta è improntata molto più sul vino, rispetto agli altri outlet, ma anche su drink freschi ed eleganti che si possano sposare con una cucina fine-dining.

The Wilde raccoglie in sé diverse anime e identità, così come lo sono i format di ristorazione proposti ma anche le personalità del personale che li dirigono. Apparentemente distanti tra loro Lorenzo, Eros e Federico in realtà condividono la stessa missione ovvero quella di studiare delle drinklist che possano incontrare il gusto dei loro soci, ma senza perdere quel pizzico di originalità e creatività che rende ciascun cocktail memorabile.

Il Rooftop è uno dei luoghi più iconici del The Wilde, soprattutto nella stagione estiva, dove è possibile godere dei piatti e dei drink del ristorante Ava oltre ad avere un'ottima proposta per il momento dell'aperitivo curata dal bar manager Federico Turina.

Il Rooftop è uno dei luoghi più iconici del The Wilde, soprattutto nella stagione estiva, dove è possibile godere dei piatti e dei drink del ristorante Ava oltre ad avere un'ottima proposta per il momento dell'aperitivo curata dal bar manager Federico Turina.

Per questo ognuno di loro ha avuto esperienze differenti, con il denominatore comune di aver lavorato nel mondo dell’hotellerie, tali da poter portare al cliente quel “quid” in più che rende ogni esperienza indimenticabile. Non a caso, tra i progetti in corso e futuri che Lorenzo Pagano sta curando in prima persona, sono quelli di portare dietro al bancone del Club Room guest internazionali di altissimo livello, come la più recente di Handshake Speakeasy – ai vertici della The World’s 50Best Bars –, proprio con l’intento di offrire ai member delle esperienze che raramente si vivrebbero in altri contesti ma anche con l’obiettivo di farli sentire parte di un circuito esclusivo e internazionale e di un members' club di nuova generazione.


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ll mondo dei cocktail e dei bartender raccontati da Identità Golose.

Claudia Orlandi

di

Claudia Orlandi

sceneggiatrice e scrittrice, dalla scuola di giornalismo enogastronomico del Gambero Rosso è approdata a Identità Golose

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