Shake & shock

29-07-2025

Il meglio di Alto Cocktail Festival, l'evento dedicato alla miscelazione (e non solo)

Cervia è stata protagonista di una settimana di appuntamenti con chef, pizzaioli e bartender italiani e internazionali, che hanno portato i trend della cucina d'autore e mixology contemporanea a un pubblico di appassionati

La prima serata dell'Alto Cocktail Festival si

La prima serata dell'Alto Cocktail Festival si è aperta con la cena pairing firmata da Mariano Guardianelli di Abocar due cucine di Rimini e Jimmy Bertazzoli di Aguardiente

Tra cielo e mare: questa è la sensazione che si prova varcata la soglia di Alto, con i piedi sulla terrazza di uno dei rooftop più affascinanti d’Italia e lo sguardo rivolto verso il mare della riviera. Da pochi giorni si è conclusa la quarta edizione dell’Alto Cocktail Festival, un evento che ha riunito a Cervia alcuni tra i nomi più interessanti della cucina e della miscelazione italiana (e non solo), proponendo un racconto articolato e concreto di come il pairing possa diventare un’esperienza costruita a quattro mani, senza perdere il legame con le radici locali.

Nato quasi in sordina con una sola serata e cresciuto sotto la guida del giovane bar manager Niccolò Amadori, oggi è un festival vero e proprio, che ambisce a farsi riconoscere non tanto per i numeri (che comunque parlano chiaro), quanto per una direzione curatoriale coerente e un’idea precisa di cosa significhi “fare mixology” nel 2025: un bar che dialoga con la cucina, che si sporca le mani con ingredienti regionali, che accetta il rischio del confronto creativo. Il format è semplice quanto efficace: ogni sera due binari paralleli, due modi diversi di intendere l’abbinamento.

Niccolò Amadori è l'anima di Alto rooftop, ma anche dell'Alto Cocktail Festival che in questa edizione ha portato barman e chef italiani per raccontare come il mondo della ristorazione e della miscelazione si possano incontrare con esiti interessanti e, spesso, unici

Niccolò Amadori è l'anima di Alto rooftop, ma anche dell'Alto Cocktail Festival che in questa edizione ha portato barman e chef italiani per raccontare come il mondo della ristorazione e della miscelazione si possano incontrare con esiti interessanti e, spesso, unici

Da una parte il ristorante Alto, dove lo chef resident Andrea Vailati ha ospitato colleghi da tutta Italia, ciascuno affiancato da un bartender con cui costruire un menu degustazione pensato ad hoc per l’occasione, cinque portate accompagnate da quattro cocktail realizzati su misura; dall’altra, il cocktail bar sul rooftop, dove a ogni bartender ospite è stato affiancato un pizza-bar d’autore, per un percorso meno formale ma ugualmente centrato su ricerca, tecnica e racconto.

A inaugurare il festival è stato l’opening party firmato da Coqtail for fine drinkers. Poi, ogni sera, un’identità geografica diversa ha preso il timone: la Romagna ha aperto le danze con Abocar Due Cucine e Aguardiente, Necessaire e O’Fiore Mio; è seguita Roma, con Carter Oblio e Depero Club, Stravinskij Bar e Crunch; quindi il Sud, con Qafiz e Aspro Cocktail Bar, Cinquanta Spirito Italiano in doppia presenza; la Toscana, con Podere Belvedere e Locale Firenze, Elementi Cocktail & Pizza; infine, la Milano delle contaminazioni, con Ceresio 7 e Cà-Ri-Co, affiancati rispettivamente da Cascina dei Sapori e dallo stesso ristorante Ceresio.

A chiudere il festival, un pool party pomeridiano animato dai ragazzi del Maybe Sammy di Sydney, tra i migliori bar al mondo, e un ultimo servizio cocktail in terrazza firmato Cucù. Filo conduttore di tutta la manifestazione: la territorialità, declinata sia nei piatti che nei cocktail.

Il piatto di Guardianelli, Pomodoro, cocco e tamarindo, è stato abbinato a Orange di Bertazzoli, un drink a base di bollicine francesi e menta

Il piatto di Guardianelli, Pomodoro, cocco e tamarindo, è stato abbinato a Orange di Bertazzoli, un drink a base di bollicine francesi e menta

Particolarmente convincenti l’Aspro Martini di Damiano Martino, a base di gin infuso all’abete bianco, abbinato al risotto all’abete bianco e polvere di porcini firmato da Nino Rossi, piatto signature del Qafiz accompagnato dal drink iconico di Aspro Cocktail Bar, un abbinamento che è stato un viaggio di andata e ritorno in Calabria. Altrettanto interessante il piatto di Edoardo Tilli, che ha portato a Cervia la Toscana più verace, fatta di prodotti unici, selezionati con cura e trattati con la maestria e il rispetto che meritano: tra tutti, spiccava La bestia in pelle, ossia il cinghiale accompagnato da funghi e susine semi mature, un piatto che meriterebbe un racconto a parte per la ricerca e la dedizione sulla materia prima. L’animale, abbattuto in primavera, successivamente frollato e cotto rigorosamente alla brace, completato da ingredienti capaci di esaltarne ancora di più i sentori di sottobosco, servito in abbinamento al Cold Brew Miso di Alessandro Mengoni del Locale Firenze, un cocktail gastronomico a base di Vodka Altamura, miso d’orzo toscano, kombucha di cold brew e acqua tonica, pensato per esaltare i sentori intensi della carne e dei suoi fondi.

L'ultima edizione del festival ha anche proposto agli appassionati uno dei trend attualmente più di moda ovvero il pairing pizza e cocktail, interprata da professionisti provenienti da tutto lo Stivale

L'ultima edizione del festival ha anche proposto agli appassionati uno dei trend attualmente più di moda ovvero il pairing pizza e cocktail, interprata da professionisti provenienti da tutto lo Stivale

Insomma, ci sarebbe da parlarne per ore e ore. Ma a rendere Alto Cocktail Festival qualcosa di più di un evento ben riuscito è la visione di Niccolò Amadori, classe 1997, anima e cervello del progetto. La sua è una storia che attraversa il mondo: Milano da Ceresio 7, Sydney da Bar Conte, New York da Mace con Nico de Soto e da Martiny’s con Takuma Watanabe: un curriculum che molti si costruiscono in vent’anni, condensato in pochi passaggi e riversato oggi in una proposta di ospitalità tutta personale. Non a caso, Alto Rooftop è entrato nei Top 500 Bars mondiali, conquistando pubblico e critica con una miscelazione essenziale, profonda, di ispirazione gastronomica.

Alto Cocktail Festival si conferma così come un evento atipico nel panorama nazionale: indipendente, organizzato interamente da un singolo locale, pensato per un pubblico di appassionati ma accessibile anche ai curiosi; e soprattutto lontano dall’autoreferenzialità che spesso appesantisce questo tipo di manifestazioni. È anche un’occasione concreta di scambio: dietro le quinte, tra un servizio e l’altro, chef, bartender e addetti ai lavori si confrontano, si osservano, si influenzano, si creano relazioni, si scoprono affinità, nascono progetti futuri. In un settore che spesso fatica a fare rete, eventi come questo diventano catalizzatori di connessioni reali, di quelle che durano più di una stagione.

Chi c’era lo sa: Alto non è solo un nome, ma una promessa mantenuta e, a giudicare da come si è chiusa questa edizione, l’impressione è che il meglio debba ancora venire.


Shake & shock

ll mondo dei cocktail e dei bartender raccontati da Identità Golose.

Manolo Orgiana

di

Manolo Orgiana

nato a Cagliari nel 1979, ha sviluppato negli ultimi 15 anni una passione viscerale per la cucina, diventata quasi un'ossessione. La coltiva in giro per il mondo provando ogni tavola possibile, dallo street food dei mercati rionali ai ristoranti di fine dining

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