Foto Brambilla-Serrani
10 E 60th street New York Stati Uniti +1.646.2378977
Jeremy Bearman, già coinvolto nell’ottobre del 2013 a Identità New York, sarà due volte protagonista a Milano 2014 perché lui, uno dei pochi chef stellati della piazza di Manhattan che sia nato nei dintorni, salirà sul palco sia in Auditorium sia nella sala di Identità Naturali, troppo nuovo il suo messaggio per non dargli spazio massimo. Jeremy non sarà solo e chi lo accompagnerà, Kristy Del Coro, non è la classica spalla, tipo fratello, moglie o sous-chef. Kristy è una dottoressa, una nutrizionista.
Tutto il progetto che va sotto l’insegna Rouge Tomate, la prima apposta a Bruxelles, la seconda (e più importante) a ridosso di Central Park dove il cibo è così buono da avere convinto anche gli ispettori della guida Michelin, ricevere una stella fa sempre piacere. Quello che rende diverso questo chef e questo ristorante è il progetto che sta alle spalle e che i responsabili hanno condensato in tre lettere: SPE. In latino, questo acronimo sta per Sanitas Per Escam, la salute attraverso il cibo.
Ruota tutto attorno a questo concetto lì al 10 della 60 Strada Est. E va subito chiarito che Jeremy non è affatto vegetariano, figuriamoci vegano, e la sua cucina di conseguenza. L’imperativo è garantire piatti salutari e golosamente buoni, quale che siano gli ingredienti nel piatto, carne, pesce o verdure.
Non è stato facile nemmeno a Manhattan perché NY non avrà nulla da spartire con il resto degli Stati Uniti, fa corsa a sé, ma comunque in America è e questo lo stesso conta e prima o poi emerge, ad esempio nella diffidenza dei clienti che o cercano posti del circuito veg o se puntano su un posto stellato non vogliono sentir parlare di salute. Però c’è un segreto, vincente: Jeremy deve proporre pietanze che sia anche golose, belle e appetitose. Non gli chiedono di pensare solo alla salute ma anche al piacere.
Arriva da esperienze all’Atelier di Joel Robuchon a Las Vegas piuttosto che in una steak house di San Francisco. Suona strano “ma cercavano un cuoco che non avesse pregiudizi, che fosse in grado di lavorare qualsiasi ingrediente e un vegetariano risulterebbe limitato”. E in effetti è più facile per un carnivoro allargare i suoi orizzonti fino al mondo vegano, che viceversa.
di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi
Utilizza i campi sottostanti per effettuare una ricerca nel database degli Chef e dei Protagonisti.
Le mani di un cuoco giapponese, Yoshi Takazawa, su un gomitolo di spaghetti. E' un po' il simbolo del crossover della cucina mondiale, ben testimoniato da diverse lezioni di Identità Milano 2014 (foto Brambilla-Serrani)
Parentesi scherzosa di un momento importante nel pomeriggio dell'Auditorium: Massimo Bottura spruzza del distillato di mortadella sul volto di Fulvio Pierangelini. Il cuoco toscano di San Vincenzo è stato omaggiato da Identità. Seminascosto nella foto di Brambilla-Serrani, si intravede Massimiliano Alajmo. A sinistra, Paolo Marchi (foto Brambilla-Serrani)
MONTAGNE VERDI. Alessandro Negrini, Fabio Pisani, Aimo Moroni del ristorante Aimo e Nadia di Milano e Lisa Casali, presentatrice in Sala Blu 1, un momento importante di Identità di Sala, il format più verde di Identità Golose (foto Brambilla-Serrani)