18-01-2024

Altesino e Argiano, quando il confronto diventa un'arma vincente

Degustazione parallela dei vini delle due importanti cantine di Montalcino. «Zone diverse, ma filosofia simile»

Bernardino Sani e Alessandra Angelini presentano i

Bernardino Sani e Alessandra Angelini presentano i vini di Argiano e Altesino

L’arma vincente per chi produce vino, oggigiorno, è il confronto. Non l’invidia. La stima reciproca può infatti portare a scambi di idee, riflessioni, dibattiti, e anche assaggi comparativi. Non per scegliere quale sia il vino più o meno buono, ma per comprendere se la strada intrapresa sia quella giusta.

Un esempio di questa collaborazione tra produttori arriva da Alessandra Angelini e Bernardino Sani, che guidano rispettivamente Altesino e Argiano, due delle più rinomate cantine di Montalcino. Non per nulla Argiano, alla fine del 2023, ha ricevuto anche il prestigioso premio di Wine Spectator, che ha indicato il suo Brunello di Montalcino 2018 come miglior vino al mondo dell’anno.

I vini in degustazione di Altesino

I vini in degustazione di Altesino

Al di là dei premi, che fanno sempre e comunque piacere, Altesino e Argiano hanno voluto alzare insieme i calici, sia per celebrare il Sangiovese e il Brunello di Montalcino, sia per un piacevole confronto, durante una recente degustazione avvenuta a Milano, da Aalto.

«Vogliamo far vedere due facce differenti di Montalcino – spiega Alessandra Angelini – Noi con Altesino siamo a nord, mentre Bernardino Sani con Argiano si trova a sud. C’è grande stima tra di noi. Quest’anno poi grande onore per il premio conquistato da Argiano, anche perché avere il Brunello in cima al mondo deve far piacere a tutti i produttori di Montalcino».

«Da parte nostra – ha risposto Bernardino Sani – vogliamo mostrare il nostro percorso di dieci anni di valorizzazione del territorio. Le due zone di Altesino e Argiano sono diverse, è vero, ma lavoriamo molto con la stessa idea, nel rispetto dell’annata e del territorio, con l’obiettivo di fare Brunelli eleganti. E anche perfetti per gli abbinamenti».

I vini in degustazione di Argiano

I vini in degustazione di Argiano

Il viaggio virtuale nelle due differenti zone di Montalcino inizia con il Rosso di Montalcino, con Altesino 2022. «Per noi è un vino che ha grande importanza – spiega Alessandra Angelini – Ha una notevole versatilità e dimostra che i nostri vini si abbiano anche ai piatti più inattesi».

Argiano, invece, ha presentato il Rosso 2021. «Affina per nove mesi in botte grande – spiega Bernardino Sani – Risulta comunque un vino fresco e di ottima godibilità fin dal primo momento».

Una bella immagine dall'alto della tenuta di Altesino

Una bella immagine dall'alto della tenuta di Altesino

Poi si passa al Brunello, con un’annata 2019 che per entrambe le aziende è stata sicuramente positiva. «Si è tornati alle annate più classiche di Montalcino – racconta Alessandra Angelini – senza picchi estremi di caldo. Un’annata con uve sane in tutte le aree. Il nostro Brunello deriva dall’unione dei prodotti dai vigneti di proprietà che abbiamo nelle diverse zone di Montalcino, affinato in botti grandi che arrivano anche ai cento ettolitri».

Il Brunello risulta molto equilibrato fin da subito, anche se ha la stoffa per affrontare i prossimi anni in bottiglia con grande vigore. Piacciono soprattutto le note fresche e sapide, che danno al vino un’impronta moderna e un’ottima capacità di essere abbinato a diversi tipi di pietanze.

Una bella immagine dall'alto della tenuta di Argiano

Una bella immagine dall'alto della tenuta di Argiano

«Nel 2019 – ha raccontato Bernardino Sani – c’era davvero tanta quantità da gestire, c’era una certa esuberanza produttiva. Il nostro Brunello arriva da sei parcelle differenti, tutte su terreni calcarei, con un affinamento in botti da 25 ettolitri. Si tratta di un vino che ha bisogno di un po’ di riposo in bottiglia». In effetti il Brunello 2019 di Argiano ha sicuramente un buon corpo e una struttura ideale per i grandi invecchiamenti. Un vino scalpitante e con qualche spigolo da arrotondare con il tempo, ma anche in questo caso eleganza e bevibilità sono assicurate».

E poi c’è la “sfida” tra Nord e Sud, tra il Montosoli di Altesino e la Vigna del Suolo di Argiano. Ripetiamo, più che una sfida è un confronto tra due espressioni di Montalcino. «Ci troviamo a Nord Ovest – spiega Alessandra AngeliniMontosoli è il primissimo “cru” di Montalcino, con vecchi cloni di Sangiovese, un terreno di galestro in purezza e un’esposizione al sole per tutto il giorno, a un’altitudine di 380 metri. L’affinamento è solo in botti da 60 ettolitri. Si tratta di una vigna che di solito ci permette di fare un Brunello particolarmente elegante».

La degustazione da Aalto Milano

La degustazione da Aalto Milano

È proprio la finezza l’arma vincente di questo vino: complesso al naso, ma mai invadente, con note floreali e fruttate, ma anche un accenno di balsamico e erbe aromatiche. In bocca è vibrante, con una nota sapida finale che ne incrementa ancora la bevibilità. Estremamente giovane, il tempo è dalla sua parte.

«Vigna del Suolo – racconta Bernardino Sani – ha un’età di 60 anni. Da qui riusciamo ad avere il Sangiovese più elegante, è il nostro suolo migliore, ricco di calcare. Il vino poi affina 12 mesi in botticelle ovoidali da 12 ettolitri in rovere francese e 12 mesi in botti di rovere di Slavonia, poi un periodo ancora in cemento e bottiglia». Si gioca con le finezze, con questo Brunello, che riesce a trovare una perfetta simbiosi tra un naso ampio, con leggere note di tostatura, e un sorso netto e pulito, ma anche dalla struttura di spessore. Vino di grande prospettiva, come deve essere un grande Brunello di Montalcino.

Assaggiandoli affiancati, si possono notare delle piacevoli differenze: ma di certo la filosofia è la stessa, cercando eleganza, pulizia e bevibilità. Poi entrano in gioco i gusti personali e su questo non entriamo – giustamente – nel merito.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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