Il Benvenuto Brunello, come ogni anno, offre grandi spunti di riflessioni, molte conferme e qualche sorpresa. Perché le annate, tutti gli anni, vanno interpretate negli assaggi esattamente come i produttori devono interpretare l’andamento stagionale giorno dopo giorno, fino alla vendemmia, per poi indirizzarlo stilisticamente in cantina.
Quest’anno, in particolare, grazie all’organizzazione del Consorzio, è stato possibile assaggiare i Brunelli di Montalcino dell’annata 2021 (anche da singola vigna) e le Riserve 2020 di 124 produttori soci. Peccato constatare alcune assenze, visto che lo stesso Consorzio può vantare 219 soci: si tratta di un tema che ciclicamente si ripropone, nella speranza che ogni anno ci sia un aumento della partecipazione a quella che, fuor di dubbio, è la manifestazione di maggior risalto e prestigio per la denominazione.

La degustazione tecnica per i giornalisti del settore
Entriamo però nel vivo: come è questa annata 2021? Il nuovo strumento inaugurato lo scorso anno dal
Consorzio del Vino Brunello di Montalcino per analizzare l’andamento stagionale si chiama
Brunello Forma: è un’impostazione di studio estremamente minuziosa, che unisce i dati tecnici arrivati dal territorio alla degustazione dei vini curata da un panel di livello internazionale formato da ben otto
Master of Wine.
«Con Brunello Forma, introdotto lo scorso anno, abbiamo inaugurato un nuovo approccio alla lettura delle annate, superando il tradizionale sistema delle stelle per adottare una valutazione in chiave più qualitativa e stilistica, capace di esprimere al meglio la personalità del Sangiovese – commenta Giacomo Bartolommei, presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino – La valutazione di quest’anno ci racconta di un millesimo armonioso ed elegante, con grande potenziale anche in termini di invecchiamento: ora non ci resta che attendere la risposta del mercato, dove già registriamo un fortissimo riscontro per un’annata che entrerà in commercio a partire da gennaio».

Gabriele Gorelli spiega l'annata tramite Brunello Forma
L’annata è stata poi presentata da
Gabriele Gorelli, tra i fautori di
Brunello Forma nonché uno degli otto
Master of Wine che hanno effettuato la degustazione. «È un progetto che ha avuto anche un’implementazione – spiega
Gorelli – arrivando ad avere sul territorio 60 centraline che i produttori condividono. L’annata si è sviluppata con un germogliamento precoce, che ha però dovuto affrontare la gelata che nella notte tra l’8 e il 9 aprile ha colpito tutta la zona e che poi, di conseguenza, ha ritardato la fioritura e l’allegagione. L’estate invece è stata secca, ma senza ondate di calore e con ottime escursioni termiche. Ci sono stati ben 60 giorni di fila senza pioggia, che è poi arrivata negli ultimi dieci giorni di agosto. La stagione è stata sotto la media per piovosità, ma nei mesi più importanti le precipitazioni erano nella media».
Gli assaggi da parte degli otto Master of Wine, rigorosamente alla cieca, sono stati condotti su 58 campioni di Brunello di Montalcino 2021 imbottigliati e certificati DOCG, per un totale di 30 aziende rappresentate, selezionate in base a superficie, regime di coltivazione, ubicazione, altitudine e volumi produttivi e che incidono per il 50% in termini di rappresentatività dei volumi.

Gli assaggi del Brunello 2021, della Riserva 2020 e il Rosso 2024
I termini scelti dal
Consorzio per definire il
Brunello 2021 sono stati
fragrante,
definito e
verticale. Nei nostri assaggi, la certezza è che il
Brunello sia uno dei vini che maggiormente seguono l’andamento dell’annata, senza compromessi, dove conta però molto anche la scelta interpretativa del singolo produttore che, anno dopo anno, cerca di arrivare a un prodotto più contemporaneo.
Dopo quasi duecento assaggi di Brunello 2001 (annata, altra etichetta o singola vigna), il parere è che la qualità media sia decisamente molto alta: si tratta di vini molto puliti e piacevoli, con un’ottima bevibilità fin da subito. C’era da affrontare il problema dell’alcolicità di questi vini, che in alcuni casi è stata ben interpretata, in altri faceva sì che il vino diventasse un po’ caldo in bocca. Sono tutti vini dalla grande complessità e sicuramente da una struttura non indifferente, già abbastanza equilibrati e pronti: un aspetto, quest’ultimo, forse meno attinente all’idea consueta che si ha del Brunello di Montalcino, dove il tannino leggermente più incisivo faceva sentire le potenzialità di affinamento. Che siano queste le caratteristiche che ora cerca il mercato? Staremo a vedere. Si sa, comunque, che le mode passano, ma la qualità intrinseca dei vini di Montalcino rimane, anzi, cresce. E solo il tempo potrà dare ragione ai produttori.

Impeccabile il servizio offerto dall'Ais Toscana
Per quanto riguarda gli assaggi, come detto, sono stati numerosi i vini da “alti punteggi”, anche se noi non siamo abituati a valutazioni di questo genere e ci limitiamo a suggerire i prodotti che ci hanno impressionato di più, che ci hanno dato maggiori emozioni. Non esiste una nostra classifica (e mai la faremo), ma sicuramente ci hanno impressionato i
Brunelli di Montalcino di
Argiano, per il suo grande equilibrio,
Canalicchio di Sopra –
Montosoli (notevole ampiezza),
Caparzo –
La Casa (bella struttura, senza diventare pesante),
Castello Romitorio (grande lunghezza nel finale),
Castello Tricerchi –
A.D. 1441 (ma ottima anche l’annata),
Elia Palazzesi (netta sapidità al sorso),
La Fortuna (piacevole fin da subito, avvolgente in bocca),
La Gerla –
La Pieve (caratterizzato da un piacevole tocco di erbe aromatiche al naso),
La Palazzetta (delicato e preciso al naso, poi esce alla distanza),
Lisini (molto equilibrato),
Poggio di Sotto (da sempre una garanzia, armonico e ampio),
San Polo –
Podernovi (bevibilità e longevità nel bicchiere),
Sensi 1890 –
Poggio Scudieri Officium (notevole complessità),
Tenute Donna Olga –
Clos degli Amodeo (ampio e profondo, completo),
Tiezzi –
Vigna Soccorso (che gioca tra spezie e frutta rossa).
Ripetiamo: non è una classifica. E ribadiamo anche che l’annata ha prodotto dei Brunelli di Montalcino dalla grande qualità. L’invito è dunque di assaggiarli: poi ognuno scelga liberamente il proprio preferito, senza temere di sbagliare.