09-12-2025

La famiglia Tedeschi porta a Firenze l'anima della Valpolicella, tra storia e visione del territorio

Al ristorante Borgo San Jacopo i vini della storica cantina veronese hanno accompagnato un pranzo che ha messo in luce complessità ed eleganza in dialogo con la cucina

La storia dei Tedeschi affonda le radici nel 1630, ma è negli anni Sessanta che Lorenzo, con intuizione pionieristica, decide di vinificare separatamente le uve del Monte Olmi, creando uno dei primi cru della Valpolicella. Da quel momento, la ricerca dell'identità più autentica del territorio diventa una cifra stilistica.

Oggi la filosofia della famiglia è chiara: ascoltare la terra, rispettarla e interpretarla con rigore scientifico, sapendo che dai vigneti di collina, con i loro suoli poveri e ventilati, nascono vini di grande carattere e longevità. Il pranzo fiorentino è stato l'occasione ideale per lasciarsi guidare attraverso un percorso di abbinamenti sorprendenti.

L'avvio è stato affidato al GA.RY IGT Veneto 2023, un bianco nato dall'incontro di Garganega, Riesling e Chardonnay: la sua freschezza agrumata, punteggiata da accenti di pera e fiori di campo, ha trovato un contrappunto ideale nella Tartare di ricciola con avocado e mandorle tostate, sottolineando la delicatezza del piatto senza sovrastarlo.

A seguire, due anime diverse del Valpolicella hanno incontrato i Ravioli di coda di bue con crema di zucca e fonduta di parmigiano. Da un lato il Nicalò Valpolicella DOC Superiore 2022, morbido e immediato, che con le sue note di ciliegia fresca e prugna ha reso più leggera la ricchezza del ripieno; dall'altro il Maternigo Valpolicella DOC Superiore 2021, figlio di un vigneto impervio dove le marne bianche e gialle regalano vini di profondità, capace di intrecciare aromi di mora e ribes con una traccia speziata che ha avvolto la dolcezza vellutata della zucca.

Il Maialino da latte in porchetta con spinaci e carote è stato il terreno di confronto tra due espressioni dell'Amarone. Il Marne 180 Amarone della Valpolicella DOCG 2021, verticale e dinamico, con ricordi di susina matura ed erbe aromatiche, ha accompagnato con vivacità la succulenza della carne; mentre il Capitel Monte Olmi Amarone della Valpolicella DOCG Classico Riserva 2018, cru storico della famiglia, ha dispiegato tutta la sua profondità con note di amarena sotto spirito, spezie dolci e liquirizia, rendendo l'abbinamento un momento di rara intensità.

A chiudere il percorso, lo Zuccotto fiorentino con salsa vaniglia ha incontrato la dolcezza calibrata del Capitel Fontana Recioto della Valpolicella DOCG Classico 2021, che ha intrecciato profumi di frutti rossi maturi e cacao con una freschezza in grado di alleggerire e rendere armonico l'incontro con il dessert.

Dietro ogni calice, però, non c'è solo il racconto di un terroir. C'è la scelta di investire in sostenibilità, con certificazioni che toccano l'ambiente, l'etica e la biodiversità; c'è lo studio dei suoli e la zonazione dei vigneti, strumenti preziosi per affrontare le sfide imposte dal cambiamento climatico; c'è infine la volontà di restare fedeli a un'identità, senza rinunciare all'innovazione. I vini Tedeschi non sono semplici espressioni enologiche, ma veri interpreti di un territorio che da secoli sorprende per la sua capacità di emozionare. In ogni sorso si avverte quella voce della Valpolicella che la famiglia, con passione e rigore, continua a far risuonare nel mondo.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Leonardo Romanelli

di

Leonardo Romanelli

Fiorentino, classe 1963, è un gastronomo, sommelier, cuoco, giornalista, commediografo, scrittore, autore e conduttore radiotelevisivo italiano

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