«Siamo sulla buona strada. E ottimisti per il futuro». Giacomo Bartolommei, 33 anni, è alla guida del Consorzio del Brunello di Montalcino da pochi mesi, e sa che il lavoro che lo attende è particolarmente oneroso, con le esigenze dei 214 soci da soddisfare e una situazione di mercati, al momento, piuttosto complessa.
Il pensiero va sicuramente ai dazi americani, ma non solo: più in generale sussiste un problema della contrazione dei consumi riguardante, in particolare, i vini rossi importanti.
La questione riguarda anche la fascia di collocamento del Brunello di Montalcino, con il timore che il suo prezzo possa non essere pienamente compreso dai consumatori finali.

Le degustazioni riservate alla stampa durante l'ultimo Benvenuto Brunello
«In questo momento – spiega
Bartolommei, intervistato durante l’ultima edizione del
Benvenuto Brunello – c’è una congiuntura internazionale che ha portato a un “rimbalzo” un po’ di tutte le categorie dei
fine wines, e di conseguenza anche del brand Montalcino. Non c’è dubbio che abbiamo registrato un rallentamento in estate. Agosto è stato uno dei mesi peggiori per le esportazioni, come ha certificato anche l’
Unione Italiana Vini in un suo comunicato. Le esportazioni sono calate drasticamente, e l’abbiamo notato anche sul nostro fatturato di agosto come
Consorzio, che è stato molto risicato, però abbiamo visto una bella ripresa a settembre e a ottobre, e questo ci ha consentito di avere una prospettiva diversa».
«Secondo noi non c'è un problema di prezzi per quanto riguarda il Brunello di Montalcino – prosegue il presidente – È chiaro che registriamo il calo dei prezzi di Bordeaux, fattore che a tal punto ci porta sulla loro stessa fascia di prezzo. Noi manteniamo la nostra posizione, ma se loro calano e vengono nella nostra categoria, chiaramente ci può essere un po' di competizione. Anche se è una sana competizione, e noi ci difendiamo».

Il Rosso di Montalcino diventa un'opportunità per avvicinare i più giovani
Uno sguardo ai consumatori più giovani è d’obbligo e in tal senso il
Rosso di Montalcino potrebbe essere un ottimo strumento per raggiungere questo pubblico.
«Per quanto riguarda il rosso di Montalcino registriamo un dato positivo – spiega Bartolommei – Siamo a più 29% su base annua e siamo già a 4 milioni di bottiglie nel mese di ottobre, quindi contiamo di arrivare almeno a 4 milioni e mezzo entro la fine dell'anno. Oltretutto il prossimo anno registreremo il primo effetto degli ettari nuovi, perché il 2024 è la prima annata dopo l’ampliamento e per questo motivo noi siamo fiduciosi. Vediamo che c'è richiesta, i nostri produttori sono tutti già molto concentrati sul Rosso di Montalcino. Da qualche anno, secondo me, anche il livello qualitativo del Rosso di Montalcino è migliorato, e l'ultima edizione di Red Montalcino lo ha dimostrato. Noi siamo molto fiduciosi su questo vino: potrebbe essere il mezzo per avvicinare i giovani che poi, in futuro, potranno scegliere il Brunello».

Le degustazioni al chiostro
Il
Brunello di Montalcino, a livello stilistico, per il futuro deve cambiare qualcosa? «Io credo che siamo già sulla buona strada – chiosa
Bartolommei – l'identità del Brunello in Montalcino non si può sovvertire, anche perché abbiamo lavorato tanto in questi anni per far sì che il
Sangiovese nel
Brunello si esprimesse a questi grandi livelli a cui si esprime oggi. Credo anche che la 2021 assaggiata in anteprima stia dimostrando questo. I nostri produttori ormai sono abituati all'impossibile e quindi io credo che oggi ci sono tutti gli strumenti per poter interpretare sempre bene anche le annate più difficili. Ne sono convinto: per il Brunello siamo sulla giusta strada e la qualità anche quest'anno certificano la crescita. E ne siamo molto contenti».