Vista la data, visto che siamo appena entrati nel mese di dicembre, questo articolo tratto dall'ultima newsletter di Identità di Vino raccoglie ragionati suggerimenti per i regali di Natale e Capodanno, vini ma anche distillati.
Paolo Marchi
Spesso la caccia al regalo è fonte di stress. Onestamente, dopo un anno passato di corsa, tra mille pensieri e situazioni da sistemare, ragionare anche su come scegliere il dono giusto all’amico o al parente si tramuta in un aggravio ai pensieri quotidiani.
Il nostro suggerimento è semplice: prima di tutto immaginate quello che vorreste ricevere voi. Inoltre all’interno del pacchetto non metteteci lo stress, la stanchezza, la fatica di un anno passato sempre a cento all’ora, ma inseriteci soprattutto un bel sorriso e l’affetto che provate per le persone alle quali state dedicando un pensiero.
Noi ci aggiungiamo anche una buona bottiglia di vino (e vi diamo qualche suggerimento in questo articolo) che, soprattutto, diventi un simbolo di convivialità. Non da aprire da soli, ma da stappare con le persone che davvero ci vogliono bene, che non nascondono il loro vero “io” in maschere di facciata, solo per un doppio scopo. La speranza è di essere circondati, nel 2026 come in tutta la vita, da persone genuine e vere. Con le quali condividere un buon bicchiere di vino, regalato con il cuore e con un sorriso sincero.
Raffaele Foglia
Emozioni nel Moscato d'Asti Vite Vecchia 2019 Cadgal
Natale è sinonimo di luci, scintillii e naturalmente di regali. Perfetto per la tavola delle feste, il Moscato d’Asti torna protagonista: un vino che interpreta il desiderio di leggerezza grazie alla bassa gradazione, alla freschezza e a un profilo aromatico capace di conquistare nuove generazioni di appassionati.
Tra le etichette più identitarie spicca il Moscato d’Asti Docg Vite Vecchia (Vigna Vecchia) 2019 di Cadgal, una rarità assoluta prodotta in pochissime bottiglie, da vigne di oltre settant’anni, che affinano 60 mesi immerse nella sabbia. Un metodo unico che dona al vino finezza, ricchezza e una sorprendente longevità, rendendolo un regalo davvero speciale. La sua etichetta artistica nasce dall’incontro con il “pittore del vino” Didier Michel, che nel 1998 lo degustò e ne catturò l’anima in un quadro diventato poi simbolo del vino stesso.
L’azienda sorge tra le colline di Langhe e Monferrato, nelle tenute di Valdivilla e La Cova. Fondata nel 1989, dal 2023 è guidata da Alessandro Varagnolo, che insieme al suo team ha avviato un nuovo corso all’insegna di autenticità, eccellenza e visione contemporanea.
Le vigne curate con passione conferiscono al moscato un carattere unico, con profumi di agrumi, menta, salvia e miele d’acacia; al palato dolcezza e acidità si intrecciano con equilibrio, mentre la lieve effervescenza rende il sorso gioioso. Vite Vecchia è un dono di Natale che porta eleganza e sorpresa sulla tavola delle feste.
Fosca Tortorelli

Moscato d’Asti Docg Vite Vecchia (Vigna Vecchia) 2019 di Cadgal, Barolo Cerretta di Giovanni Rosso e Pinot Noir Riserva Trattmann di Girlan
Barolo Cerretta Giovanni Rosso, valore assoluto
Il Barolo Cerretta è un vino che non ha bisogno di alzare la voce: parla con la calma sicura di chi conosce il proprio valore. Dalla storica MGA Cerretta di Serralunga d’Alba nasce un Nebbiolo che conquista per la sua finezza setosa e per un tannino avvolgente, capace di abbracciare senza stringere. Al naso è un intreccio fragrante di violetta, rosa appassita e ciliegia matura, attraversato da tocchi di pepe bianco, anice stellato e un’eco lieve di tabacco. È nella danza dei contrasti – freschezza e calore, delicatezza e profondità – che si rivela la sua vera eleganza.
Le uve, raccolte a mano in ottobre, fermentano lentamente in vasche di cemento, seguendo gesti antichi e precisi: rimontaggi quotidiani, un délestage ragionato, e poi il tempo, altro protagonista silenzioso, che accompagna l’affinamento in grandi botti francesi per fino a tre anni.
Forza, struttura ed equilibrio sono la firma della famiglia Rosso, che da generazioni custodisce questi vigneti. Giovanni ha ridisegnato le vigne con impianti moderni, mentre Davide, enologo dal respiro internazionale, guida oggi la cantina con uno stile che unisce tradizione e visione: produrre meno, per ottenere il massimo. Una filosofia che vive in ogni sorso di Cerretta.
Leonardo Romanelli
Trattmann Pinot Noir 2022, eleganza e longevità
Nata nel 1923, la Cantina Girlan è garanzia di qualità, ma anche di sostenibilità, anche da un punto di vista sociale. Infatti è composta da 200 famiglie di viticoltori che coltivano con passione e dedizione 230 ettari di vigneto nelle migliori zone produttive dell’Oltradige e della Bassa Atesina. L’obiettivo di Girlan non è solo produrre vino, ma garantire che ogni socio possa crescere, evolversi e prosperare, mantenendo la propria attività vitivinicola in equilibrio tra la tradizione storica del maso chiuso e la capacità di innovare verso un modello produttivo sostenibile, inclusivo e competitivo.
I vini rispecchiano questa filosofia, diventando così un regalo perfetto per queste feste. Il Pinot Noir Trattmann 2022 ne è un esempio: arriva da vigneti tra i 380 e i 550 metri di altitudine. L’uva 10% vinificato a grappolo intero - viene passata per gravità nei tini d’acciaio inox per la fermentazione alcolica (20-24 giorni). Il vino affina per 12 mesi in barrique e botti di legno da dodici ettolitri. Seguono 8 mesi di affinamento in botti grandi da 70 ettolitri. Infine, il vino fa un ulteriore affinamento in bottiglia per 8 mesi.
Il risultato è vino sicuramente dalla grande profondità, con sentori al naso di frutta e di spezie, mantenendo comunque una grande eleganza. Un Pinot Noir molto espressivo e lungo, con anche un grande potenziale di longevità.
RF
Amarone 2016 Riserva di Brigaldara: grazia e potenza
È la grazia abbinata alla potenza, quella che poco concede alla struttura. Mira piuttosto all’interpretazione del concetto di “modernità”, per un vino che non deve stupire, ma conquistare per godibilità di beva. Rilanciando l’intrinseco carattere dell’Amarone, con una classicità che recupera il passato e forgia il moderno perché “vino che non ha ancora finito di dire quel che ha da dire”. Tutto questo racchiuso in una mirabile edizione 2016, poche migliaia di bottiglie, accudite con doverosa attenzione, destinate a quanti cercano il nerbo vibrante di questa leccornia vinosa.
Stefano Cesari, patron di Brigaldara è autorevole innovatore della Valpolicella. Custodisce vigneti che salgono in quota, verso colline per certi versi ritenute estreme, il vento di un clima che scandisce vendemmie indimenticabili. Poi coltiva con sagacia, rispetta insegnamenti di enofilosofia suggeriti dal compianto professor Roberto Ferrarini, mentre gestisce l’azienda coadiuvato dai suoi due giovani figli, Lamberto e Antonio. Proponendo vini archetipi di modernità. Come questa Riserva, millesimo incantevole, come l’indole del vino, rubino leggiadro - nel bicchiere “arrubinisce”, per dirla con un neologismo alla Brera - per una palpitante naturalezza, un tocco balsamico, con richiami alle ciliegie, alberi che scandiscono il paesaggio che Brigaldara onora.
Nereo Pederzolli

Amarone Riserva di Brigaldara, Rivoli Pinot Grigio di Roeno e Brunello di Montalcino di Biondi-Santi
Rivoli Pinot Grigio di Roeno: stupirsi a ogni sorso
Nato dal progetto di zonazione avviato nel 2000 a Rivoli Veronese, il Rivoli Pinot Grigio di Roeno incarna la visione della famiglia Fugatti, custode di valori tramandati nel tempo: rispetto, umiltà e un legame profondo con la propria terra. È qui, nella Terradeiforti, tra le sponde dell’Adige e il Monte Baldo, che la cantina affonda le radici, in un territorio antico e vocato, plasmato da suoli glaciali e correnti fresche.
Nel piccolo anfiteatro morenico di Rivoli, la cantina veneta ha trovato il luogo ideale per elevare il Pinot Grigio e con Rivoli è stata data vita ad un vero e proprio cru come racconta Giuseppe Fugatti, ideatore del progetto insieme agli enologi Mirko Maccani e Alessandro Corazzola. Anni di studio agronomico ed enologico hanno dato vita a un vino premiato e riconosciuto. La ricerca continua in cantina: vendemmia manuale, selezione ottica degli acini, fermentazione tra acciaio e tonneau, affinamenti lunghi in rovere e in bottiglia. Nel calice Rivoli si rivela con freschezza ed equilibrio che firmano un Pinot Grigio elegante, autentica espressione della filosofia Roeno.
Salvo Ognibene
Brunello 2019 di Biondi–Santi, la storia nel bicchiere
Leggere l’emozione negli occhi di chi scarta un dono è forse la gratificazione più autentica per chi lo ha scelto. E se volete davvero bene a qualcuno, il Natale diventa il momento ideale per regalare un frammento di storia del vino italiano. Il Brunello di Montalcino DOCG 2019 di Biondi-Santi non è una semplice bottiglia, ma un pensiero prezioso impossibile da confondere con altri.
Era il 1888 quando Clemente Santi e suo nipote Ferruccio Biondi Santi decisero di vinificare in purezza il Sangiovese Grosso a Montalcino, dando origine alla prima annata di Brunello nella storia. L’azienda, oggi di proprietà del gruppo francese EPI guidato da Christopher Descours, da allora non ha mai smesso di scolpire vini celebrati per finezza, rigore e straordinaria capacità di attraversare il tempo.
Il Brunello 2019 nasce da uve Sangiovese Grosso delle parcelle di proprietà, vinificate in cemento, acciaio e botti di rovere, con l’impiego esclusivo di lieviti indigeni. L’affinamento di 30 mesi in rovere di Slavonia modella la struttura e amplifica il carattere del vino. Granato luminoso alla vista, al naso è ampio di ciliegia, frutti di bosco, erbe aromatiche e continua con spezie scure, ginepro, un soffio di cenere. Sorso pieno, elegante e complesso, acidità vibrante, tannini già ben definiti.
Una bottiglia d’eccezione, destinata a evolvere e a diventare esperienza memorabile. Un vino che custodisce un’eredità, vive intensamente il presente e che il tempo porterà a pieno compimento. Cin e buon Natale.
Davide Visiello
Cuma di Sgaly, un ambasciatore delle Marche
Appassionati della terra e della storia: un doppio valore che fa propendere per puntare come regalo natalizio su un vino dell’azienda marchigiana Sgaly. Abbiamo scelto in particolare il Cuma Marche Rosso Igt perché è un delizioso ambasciatore di questi luoghi di cui si prende cura la famiglia Sgalippa a Ortezzano e Monte Rinaldo.
Cuma, 100% Montepulciano, è il risultato di una meticolosa selezione di uve pregiate a bacca rossa (e certificate biologiche) nei vigneti più storici ed esposti a Sud. Il suo è un lento esplorare il tempo. La paziente vinificazione in acciaio, infatti, viene seguita da un’altra sosta in piccole botti di rovere, che dura almeno un anno; infine sei mesi in bottiglia.
Ci appare di valore - e anche di buon auspicio, visto il periodo festivo - la sua armonia, che si esprime dall’olfatto tra note di frutta rossa e vaniglia, fino a un tocco speziato che chiude al palato. Il nome si lega alla località dove fu realizzato il santuario ellenistico romano tra il secondo e il primo secolo avanti Cristo, a Monte Rinaldo.
Il bello di questo vino è che trasporta quella cura lunga e silenziosa anche nell’attesa della degustazione: si lascia volentieri plasmare nel carattere dal tempo, sprigionando la sua ricchezza di sensazioni e il suo equilibrio anche dopo dieci anni.
Marilena Lualdi

Cuma Marche Rosso Igt di Sgaly, Torgiano Rosso Riserva Vigna Monticchio di Lungarotti e Tellus Syrah Fiocchetto Lilla di Fattoria Tellus
Lungarotti, Vigna Monticchio è un vino simbolo
Fondate negli anni Sessanta a Torgiano da Giorgio Lungarotti, le cantine Lungarotti sono diventate in poco più di mezzo secolo una delle realtà produttive più rappresentative dell’Umbria e dell’enologia italiana, grazie anche alla capacità di pensare il vino come volano turistico. L’azienda ha recentemente perso l’ultimo pilastro della generazione precedente, Maria Grazia Lungarotti, venuta a mancare, e oggi è condotta dalle figlie Teresa Severini e Chiara Lungarotti.
La crescita costante della cantina e il successo internazionale delle sue etichette hanno portato a un importante ampliamento aziendale a Montefalco. A questa si affiancano diversi poli culturali – tra cui il Museo del Vino, il Museo dell’Olio e la Fondazione Lungarotti – che testimoniano l’impegno della famiglia nella promozione della cultura enologica e del territorio.
Selezione speciale di Rubesco ottenuta, sin dalla prima vendemmia del 1964, dalle uve della Vigna Monticchio, questo Torgiano Rosso Riserva rappresenta il vino simbolo di Lungarotti nel mondo. Si apre con profumi intensi di visciola e piccoli frutti rossi, arricchiti da sfumature di liquirizia e cannella. Il sorso è vigoroso e concentrato, con rimandi di frutti rossi e una chiusura lunga, sostenuta da un tannino deciso, ma ben cesellato.
Adele Granieri
Tellus Syrah Fiocchetto Lilla, bontà e impegno
Un Syrah che cattura per note speziate e un alto tasso di convivialità. Rosso intenso dal profumo di frutta fresca, in primis ciliegia. Note di vaniglia per un sorso setoso con tannini gentili e un finale persistente e speziato. Un grande progetto voluto da Dominga, Marta ed Enrica Cotarella per sugellare un rapporto di sorellanza. Un vino fresco, fruttato, con un eccellente rapporto prezzo qualità. Fattoria Tellus è un luogo speciale per i bambini, anche quelli meno fortunati, che vogliono un rapporto inclusivo ed esclusivo. Il Fiocchetto Lilla, simbolo dell'impegno e della consapevolezza nei confronti delle problematiche legate ai disturbi alimentari, è il segno distintivo che compare sulle etichette.
Parte del ricavato di ogni bottiglia venduta sarà devoluto in favore delle iniziative di Fondazione Cotarella, Animenta e Mi fido di te, dedicate a chi soffre di DCA. Un perfetto regalo per il Natale e da avere sul tavolo delle feste. Non serve un’occasione speciale per stapparlo: ogni serata può diventare memorabile specie se non si scorda la finalità del Fiocchetto Lilla.
Cinzia Benzi
Tarantula di De Quarto 2016, finezza in Puglia
A Lizzano, nel Tarantino, De Quarto è una realtà familiare che sta vivendo un passaggio di testimone interessante: accanto all’esperienza dei fondatori c’è oggi lo sguardo della nuova generazione, più attenta alla misura, alla pulizia del gesto, a un’idea di Puglia meno muscolare e più nitida. Le vigne crescono su terra rossa e venti marini, ma in cantina tutto si muove con essenzialità: fermentazioni ordinate, estrazioni controllate, nessuna ricerca di peso superfluo.
Il Tarantula 2016 ne è un esempio luminoso. Il colore è profondo, il naso intreccia frutta scura, mirto, una sfumatura balsamica e un accenno salino che fa pensare al mare vicino. In bocca sorprende: il sorso è teso, lineare, fresco – una freschezza che sul Negroamaro non è sempre scontata – e il tannino, pur presente, rimane educato. È un rosso che scorre senza stancare, preciso fino al finale.
Proprio questa lettura più agile del vitigno lo rende un regalo perfetto per le feste: un vino che racconta una Puglia diversa da quella che ci aspettiamo e che piace sia a chi cerca intensità sia a chi ama la bevibilità. Un invito a scoprire un territorio in evoluzione, con una bottiglia che parla chiaro.
Amelia De Francesco

Tarantula di De Quarto, Baccu S'Alinu Riserva di Jerzu e Aurea, la nuova grappa di Quaglia Antica Distilleria
Baccu S'Alinu di Jerzu, orgogliosamente sardo
Le cantine sociali sono uno dei monumenti viventi della viticoltura italiana. La logica del conferimento si sta via via evolvendo in termini di qualità e controllo della filiera. In Sardegna la logica di “cantina diffusa” è alla base di uno dei maggiori successi in ambito vitivinicolo. La cantina Antichi Poderi Jerzu, nata nel 1950 dall’intuizione di diciotto fondatori, si è evoluta nel corso di 75 anni e oggi conta oltre 408 soci conferitori, impegnati a non abbandonare questo territorio e ad alimentarne una storia che guarda al passato per dirigersi, con orgoglio, verso il futuro.
Nel minuscolo centro di soli 3200 abitanti, la Cantina rappresenta un riferimento sociale ed economico. Siamo in Ogliastra, terra di Vermentino e soprattutto di Cannonau. Fra i 500 ettari che declinano dal piano sino alla collina sono state individuate delle microzone, dove terra, clima, esposizione e lavoro dell’uomo donano uve di eccellenza per vini di grande personalità. A quasi 700 metri di altezza, con una vista che si perde sul mare, gli areali S’Abba e S’Alinu poggiano su rocce calcaree e scistose e le loro vigne, di oltre 50 anni di età, producono Cannonau che coniugano potenza ed armonia per vini strutturati e complessi. Il Baccu S’Alinu Riserva 2019 ne è una rappresentazione fedele. La lunga macerazione offre un vino possente eppure fresco, profumato ed elegante, che tira fuori le note del terreno, del sole e del mare con una piacevole sapidità finale intrecciata al mirto e alle erbe spontanee che crescono tutto attorno alle viti. Per presentare al mondo intero il Cannonau in una veste moderna e affascinante.
Maurizio Trezzi
Aurea, preziosa novità della distilleria Quaglia
Aurea è la nuova grappa firmata Quaglia Antica Distilleria, un distillato nato per trasformare il Natale in un momento di pura meraviglia. Limpida, brillante, delicata, custodisce al suo interno vere scaglie d’oro 24 carati che fluttuano come polvere di stelle: un minuscolo firmamento che si anima a ogni gesto, regalando alla vista la magia di un cielo in movimento.
La sua essenza nasce da una selezione di vinacce italiane pregiate, distillate secondo l’antico metodo a vapore diretto, tecnica che preserva la morbidezza naturale dell’acquavite e le conferisce un’eleganza essenziale.
Al palato Aurea è armoniosa, vellutata, perfetta per accompagnare i brindisi delle feste e le serate che meritano di essere ricordate. È un distillato da assaporare lentamente, lasciandosi conquistare prima dalla luce, poi dal gusto.
Ogni bottiglia è un gesto prezioso, un piccolo frammento di cielo da regalare o regalarsi. Per chi ama sognare, per chi cerca un dono capace di sorprendere, per chi desidera aggiungere un tocco di luce al Natale. Aurea trasforma un semplice brindisi in un’esperienza simbolica e sensoriale: un invito alla meraviglia, da condividere con chi si ama.
Stefania Oggioni

Glenomrangie A tale of Spices
Glenmorangie A tale of Spices: viaggio sensoriale
Ogni anno Glenmorangie presenta la sua selezione speciale della serie “A Tale of…” e ogni volta è un nuovo racconto, nato dalle intuizioni del Direttore della Creazione del Whisky, Bill Lumsden.
Il sesto viaggio di questa edizione limitata va alla scoperta delle spezie, con tanto di novità dal punto di vista dell’assemblaggio: dopo l’invecchiamento in botti ex-Bourbon, per la prima volta Glenmorangie è stato affinato in quattro tipologie di botti diverse, tra cui le rarissime botti di vino rosso marocchino in rovere francese, che donano strati unici di speziatura; botti nuove carbonizzate, per una spinta ulteriore; botti di vino raschiate e tostate, per leggere sfumature fruttate; e infine botti di sherry Pedro Ximénez, che completano il mosaico con profondità dolci e ricche. Il risultato è un whisky particolarmente complesso, dove le spezie la fanno da padrona, ma dove si uniscono anche sentori dolci e floreali. Così nasce A tale of Spices.
«Ho sempre amato la varietà di colori e profumi dei mercati delle spezie in giro per il mondo – ha raccontato Bill Lumsden – Anni fa, insieme a Gillian Macdonald, provammo per la prima volta le botti di vino rosso marocchino e rimanemmo incantati dalle sfumature speziate che regalavano al nostro whisky. Da lì è nata l’idea di combinare diversi tipi di botti per creare un vero e proprio mosaico di aromi. Ogni sorso di questa edizione limitata è come immergersi in un mercato delle spezie».
RF