Potenziale.
Non è un termine che esprime freddo calcolo; traduce piuttosto un moto di orgoglio per due aziende, due territori impegnati in un progetto ad hoc grazie al Fondo Pensioni Cariplo, consapevoli di poter dare il loro meglio proprio di questi tempi.
Pucciarella e Trequanda, l’Umbria da una parte, la Val d’Orcia e la Val di Chiana dall’altra: due voci all’unisono, di scena recentemente a Milano, intonando una canzone dove spicca la parola identità. Prima di far parlare i calici con la degustazione condotta da Giuseppe Carrus, è stato prezioso approfondire con queste realtà la loro evoluzione.
Come ha osservato Mauro Selva (direttore generale del Fondo Pensioni per il Personale Cariplo): «Parliamo di due territori con una loro identità e che vogliono crederci, aprirsi al mondo. Il piano di crescita continua e sostanziale del disegno imprenditoriale ad opera del Fondo consolida l’investimento in due zone dall’elevata potenzialità agricola e ricettiva, che chiedono e meritano di essere esplorate e valorizzate».

Nella cantina dell'azienda Pucciarella
Il valore del patrimonio di Pucciarella ammonta a 12 milioni di euro, a 18 quello di Trequanda. Proseguendo nell’identikit, il vigneto in Umbria si estende per 85 ettari sui terreni collinari più vocati tra Magione e Corciano (la produzione è di 120mila bottiglie): il suolo è composto per lo più di galestro, ed è quindi di natura argilloso-calcarea. Le vigne toscane– circa 60 ettari, per circa 100mila bottiglie prodotte - si trovano tra i 350 e i 450 metri di altezza, all’interno della Docg Chianti, della Doc Orcia e dell’Igt Toscana: qui prevalgono limo e arenarie ricche di sale.
Identità significa, per entrambe, puntare su varietà autoctone; qualora internazionali, vengono comunque interpretate con una riconoscibile intonazione territoriale.

Anche la forma si unisce alla sostanza. Così nelle etichette umbre, compaiono le “pucciarelle”, figure femminili che si rifanno alla mitologia locale, e il lago nell’autoctono Plèstina Trasimeno Gamay, simbolo della denominazione. Trequanda si veste del suo borgo, che profuma di storia medievale.
C’è un’altra carta vincente, sempre comune. È quella dell’ospitalità su cui si punta con decisione: una cornice in cui lo stile di vita del posto assorbe e conquista, con il suo ritmo meno incalzante.
Pucciarella ha sede in un castello costruito nel 1717 con 11 appartamenti affacciati su un giardino padronale con piscina. Due le residenze turistiche gestite da Trequanda: una nel borgo medievale; l’altra, poco distante, è un agriturismo.

Vista sul Trasimeno, in Umbria
Un interesse crescente da parte dei visitatori. Lo ribadisce Emanuele Brizzi, direttore delle aziende agricole: «Sul lago Trasimeno, ad esempio, il turismo avviene anche fuori dalla stagione tradizionale, e così vediamo stranieri anche in autunno». Vengono a gustare l’esperienza completa, che non può prescindere, ma viene esaltata da un calice di vino. Così il progetto enologico si unisce strettamente a una sempre più forte vocazione turistica e l’identità di brand rinasce con un occhio alla distribuzione Horeca su piano nazionale.
Un processo che le bottiglie presentate durante la degustazione e poi durante il light lunch al Garden Senato con il catering di Da Vittorio raccontano intensamente.

I vini proposti in degustazione
Partendo da Ca' de Sass Trasimeno Doc Spumante Metodo Classico di Pucciarella: Chardonnay e Pinot Bianco, uve raccolte a distanza di due settimana circa, affinamento sui lieviti di circa 24 mesi (dal 2025 nasce una versione che si spingerà fino ai cinque anni, noi assaggiamo la 2022). Note di frutta matura e una finezza, che poi troviamo accentuata nel Ca' degli Angeli Trasimeno Doc Spumante Metodo Classico Rosé sempre dell’azienda umbra (Pinot Nero, Pinot Bianco).
Il Sauvignon Toscana Igt di Trequanda 2024 spiega degnamente ciò che si accennava prima: è il territorio che imprime la sua personalità. La vendemmia avviene da metà settembre e dopo la pigiatura c’è la macerazione a freddo in pressa per 4-6 ore: questo favorisce l’estrazione dei precursori aromatici. La fermentazione è del solo mosto fiore che – si sottolinea – viene inoculato con lieviti specifici capaci di esaltare le peculiarità aromatiche del vitigno a temperature tra 13° e 18°C. Infine, il vino resta sulle fecce fini in affinamento per un paio di mesi. Conquistano le note di uva spina, sambuco e frutta esotica.
Tornando in Umbria, ha l’autorevolezza, ma vivace, dell’ambasciatore il Plèstina Trasimeno Doc Gamay di Pucciarella. Qui ogni aspetto parla di identità. Si evoca l’antico nome del lago Trasimeno, riportato negli scritti dello storico Appiano. Poi sussurrano gusto e storia le uve Grenache, la cui fermentazione avviene in vasche di acciaio a una temperatura non superiore ai 25°C: attenzione necessaria per prendersi cura dei profumi e valorizzare la loro freschezza. È tutto un canto di frutti rossi, fragola, lamponi: una complessità che prosegue al palato.
Carico di fierezza l’Orcia Sangiovese Doc Riserva di Trequanda, con la sua solida struttura. Il Sangiovese viene preso dal vigneto ritenuto migliore e ripaga con note di frutti rossi, viola, sfumature balsamiche.
Infine, un’altra riserva, tornando in Umbria: l’Egille Trasimeno Doc Rosso Riserva di Pucciarella: Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot insieme ci portano una complessità di sfumature aromatiche tra frutti di bosco, prugna, cannella, rispecchiate anche da quelle fiamme porpora che vibrano nel rosso rubino di questo vino dai tannini nel segno dell’equilibrio.