12-12-2025

Andreola punta sulle Rive: «Le diverse sfumature di Valdobbiadene»

Il titolare Stefano Pola e l'enologo Mirco Balliana presentano una collezione di sei vini, per valorizzare l'identità dei singoli terroirs

Stefano Pola e Mirco Balliana con il cofanetto del

Stefano Pola e Mirco Balliana con il cofanetto della linea Rive di Andreola

Guardare al proprio territorio significa soprattutto fare delle scelte, anche coraggiose. Perché in molti casi è ancora difficile fare capire, al consumatore medio, la differenza tra un Prosecco Doc e un Prosecco Superiore di Conegliano e Valdobbiadene Docg. Figuriamoci quando un’azienda produce differenti etichette sempre di Docg, per valorizzare ogni singola vigna.

Un progetto coraggioso, quello dell’azienda Andreola, guidata da Stefano Pola, che ha voluto con forza esaltare le diverse Rive, cioè i singoli terreni maggiormente vocati, identificati tramite le menzioni geografiche aggiuntive.

Il titolare Stefano Pola

Il titolare Stefano Pola

«La nostra azienda nasce nel 1984 – racconta Stefano Pola – da mio padre, Nazzareno Pola. Il nome Andreola è quello di mia nonna, che aveva alcuni vigneti. Dal 1987 abbiamo iniziato a lavorare in autoclave. Al momento abbiamo 110 ettari vitati, siamo una delle aziende più grandi del territorio. Questo ci permette di scegliere tra i vari terreni e poter punta sulla qualità».

Ma, come raccontato da Stefano Pola, il viaggio nella realtà produttiva di Andreola passa soprattutto dalle Rive, le zone maggiormente vocate. La scelta azienda, anche tramite il lavoro del giovane enologo Mirco Balliana, 30 anni, è stata quella di voler mostrare tutte le diverse sfumature dei singoli terroir, andando a produrre una linea dedicata con ben sei Rive differenti (sulle 43 complessive presenti sul territorio del Conegliano Valdobbiadene), che fa di Andreola l’azienda con il maggior numero di prodotti con questa menzione aggiuntiva.

Alcuni degli scoscesi vigneti dell'azienda

Alcuni degli scoscesi vigneti dell'azienda

«La nostra è sicuramente una viticoltura eroica – sottolinea ancora Pola – in quanto tutti i nostri vigneti hanno pendenze superiori al 30%. Inoltre abbiamo scelto di non utilizzare in etichetta la parola Prosecco, perché crediamo che si possa dare un’identità personale credendo nel Valdobbiadene, anche nel nome».

«Andreola ha un patrimonio vitivinicolo molto importante – spiega l’enologo Mirco Balliana – per questo è stato deciso di studiare le varie zone. Ora scegliere di produrre le Rive è diventato un po’ più di moda, ma noi siamo stati tra i primi a crederci».

Gli assaggi dell'enologo Mirco Balliana

Gli assaggi dell'enologo Mirco Balliana

Attenzione, però: il processo produttivo non è lo stesso per i diversi vini dell’azienda, bensì ogni zona riesce a esprimersi in maniera differente anche in cantina, a partire dalla scelta del grado zuccherino da mantenere.

Il viaggio vitivinicolo nelle Rive di Andreola inizia con un Extra Brut, Aldaina al Mas, Valdobbiadene Docg Rive di Guia. «È una delle zone più fresche – spiega l’enologo – da un vigneto di circa sei ettari con marne calcaree. In questo caso la scelta è quella di arrivare a zero grammi litri». Un vino molto diretto, verticale e pulito, con un sorso delicato ma anche sapido.

Viticoltura eroica per Andreola

Viticoltura eroica per Andreola

Il secondo passo arriva con il 26° I° Valdobbiadene Docg Rive di Col San Martino, anche questo Extra Brut. «Il vino – racconta Stefano Pola – prende il nome dal fatto che è stata la prima annata dal passaggio di testimone da mio padre a me, che è avvenuto nel 26esimo anno di fondazione dell’azienda». «A livello di produzione – evidenzia Mirco Balliana – ci troviamo in un terreno più in altitudine e con una maggiore pendenza, anche se poi abbiamo condizioni leggermente più calde». Anche questo senza residuo zuccherino, ha un approccio più immediato, con sentori maggiori di frutta, che poi si ampliano anche in bocca.

L’ultimo nato in ordine cronologico è la Marna del Bacio, Valdobbiadene Docg Rive di San Pietro di Barbozza Extra Brut. In questo caso il terreno è il cosiddetto “Biancone”, cioè una deposizione di frammenti calcarei a tramatura molto fine. Questo rende questo vino molto minerale e sapido, ma anche particolarmente elegante e profondo.

MIrco Balliana e Stefano Pola in cantina

MIrco Balliana e Stefano Pola in cantina

Si passa, invece, ad avere qualche grammo di zucchero nel Col del Forno, Valdobbiadene Docg Rive di Refrontolo, che arriva da colline più dolci: la scelta di produrre un Brut, in questo caso con un residuo di 7 grammi litro di zucchero, aiuta un approccio più facile, con un naso floreale e di mela, e un sorso equilibrato e pieno.

Si cerca sicuramente una buona complessità aromatica, basata soprattutto sui diversi sentori di frutta, nel Mas De Fer, Valdobbiadene Docg Rive di Soligo Extra Dry. «In questo caso ci troviamo in condizioni di pendenze importanti – spiega Balliana – tanto che da quella zona partono addirittura i parapendii. Abbiamo un terreno di conglomerato calcareo, ma senza marna, che ci regala espressioni di grande finezza al naso». I 14 grammi litro di zucchero residuo, proprio grazie alle caratteristiche del terreno, non si percepiscono, per un vino ampio e complesso.

Il cofanetto speciale contenente le sei Rive prodotte da Andreola

Il cofanetto speciale contenente le sei Rive prodotte da Andreola

Infine, il Vigna Ochera, Valdobbiadene Docg Rive di Rolle Dry, è una vera carezza: «Sono quattro ettari su una collina che ha, come peculiarità, un sottosuolo di limo e argilliti – sottolinea ancora Balliana – Da qui nascono vini più spigolosi, e per questo motivo servono più zuccheri, in questo caso 24 grammi litro». Ne nasce così un vino sapido ed elegante, che unisce note florali, sentori di canditi di agrumi, ma anche fiori e spezie, per una complessità a tutto tondo, e un sorso bilanciato.

Un’azienda e sei Rive da scoprire. «Ogni vino è una sfumatura diversa della nostra produzione» chiosa Stefano Pola. Perché i dettagli contano, anche nel mondo del vino. E Andreola è sicuramente una realtà che ha puntato proprio su questo principio, sull’identità del proprio territorio.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Raffaele Foglia

di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

Consulta tutti gli articoli dell'autore