14-04-2016

Vinitaly, la forza delle idee

Dalla rassegna scaligera emerge chi esce dal coro. Come i quattro produttori che raccontiamo oggi

Il sommelier Federico Graziani e i suoi vini etnei

Il sommelier Federico Graziani e i suoi vini etnei Profumo di Vulcano, espressione del podere di Passopisciaro a Castiglione di Sicilia (Catania), una sfida vinta

A Vinitaly vincono le identità. Vincono le persone (prima ancora dei prodotti) che vogliono uscire dal coro. Vincono le idee vincenti. Perché non basta fare qualità, quella ormai è diventata un requisito sine qua non, ma bisogna anche valorizzare l’unicità delle proprie aziende. Un Vinitaly delle persone e delle idee, dove ha funzionato anche il “filtro” di un biglietto di ingresso oneroso (80 euro per una giornata) che ha disincentivato quei “bevitori seriali” che giudicano la professionalità di un’azienda da quanto vino gli versano nel bicchiere.

Sembra ieri che Federico Graziani, noto professionista del vino e autore di libri, presentò Profumo di Vulcano 2010, Etna Rosso con un’etichetta perfetta per sintetizzarne il vino: “Da un antico podere, con l’aiuto di Salvo Foti nasce questo vino che ha l’anima di cenere e pietra lavica”. Il millesimo 2012 presentato al Vinitaly, nello spazio di Feudi di San Gregorio (distributore del vino) svela un rosso elegante ed equilibrato. Graziani è uno stretto collaboratore di Antonio Capaldo, anima pulsante di Feudi e supporter di Federico per i progetti etnei. Insieme hanno presentato un secondo Etna Rosso Doc 2014. Vino immediato, circa 9mila bottiglie contro le 1.300 di Profumo di Vulcano. La sinergia Feudi-Graziani ci fa ben sperare che un Etna Bianco possa essere la tappa successiva.

Cecilia Leoneschi, enologa di Castiglion del Bosco a Montalcino

Cecilia Leoneschi, enologa di Castiglion del Bosco a Montalcino

In Toscana, invece, Cecilia Leoneschi, un’enologa cresciuta a pane e Sangiovese, non poteva che prestare il suo talento a Montalcino alla tenuta di Castiglion del Bosco. Il sorriso di Cecilia e la vitalità del proprietario Massimo Ferragamo ci svelano un progetto enoico che va oltre il vino. Cecilia afferma che “la prima parola spetta sempre al vigneto, poi arriva il nostro lavoro in cantina”. Infatti, i loro Brunelli si allineano con uno stile raffinato e la giusta austerità che il terroir dona sia alla Riserva sia al Campo del Drago. Singolare l’assaggio di Prima Pietra 2011 dell’omonima Tenuta, vigne a nord di Bolgheri estranee alla doc. Cuvée di 50% merlot, 15% sia di cabernet franc e cabernet sauvignon, 20% di petit verdot:  l’eleganza.

Angela Sini di Cantina della Volta a Bomporto (Modena)

Angela Sini di Cantina della Volta a Bomporto (Modena)

Come detto, anche le idee. Come quella dell’azienda Cantina della Volta di Sorbara, che ha aggirato l’ostacolo del pregiudizio: “Volevamo far capire – spiega Angela Sini, responsabile marketing - che il Lambrusco è un’ottima base spumante. Il problema era il colore: il rosso, oltre che al nome del vitigno, creava un pregiudizio difficile da superare. Allora abbiamo pensato di aggirare l’ostacolo, facendo una vinificazione totalmente in bianco per poi realizzare un metodo classico, che abbiamo presentato in anteprima al Vinitaly. Noi lo facciamo assaggiare, e poi diciamo che cos’è. E la gente si stupisce”.

Andrea Farinetti di Fontanafredda a Serralunga d'Alba (Cuneo)

Andrea Farinetti di Fontanafredda a Serralunga d'Alba (Cuneo)

La forza delle idee. E Andrea Farinetti, enologo di Borgogno, è un vulcano di idee. Tanto da lanciare l’iniziativa “Barolo week(s)” : 15 giorni, 10 eventi sul vino, 30 paesi. “E’ il più grande nostro progetto mondiale, con tutti i nostri distributori, che si svolgerà nelle ultime due settimane di ottobre. E sarà una manifestazione a 360 gradi”. In estrema sintesi, il Barolo sarà declinato in diverse maniere: “By the glass”, al bicchiere, in tutti i ristoranti del mondo; “Cool pick”, con 4 bottiglie presentate con una particolare confezione e vendute assieme a originali omaggi; “Vertical Library”, con bottiglie di Barolo dal 1961 al 2012; “Art”, con 6 etichette artistiche di Ugo Nespolo; “White truffle”, con cene abbinate al tartufo bianco; “Social”, dove protagonista sarà la rete e i link al progetto; “Around” che darà un premio a chi è più attivo sui social network; “Masterclass”, con lezioni sul Barolo; “Ambassador”, dove verrà scelta una persona per paese che rappresenti il barolo nel mondo; e “Donation”.

“Noi abbiamo avuto la grande fortuna di essere nati in un posto meraviglioso – conclude Andrea Farinetti – allora abbiamo deciso di ‘farcelo perdonare’, donando per ogni bottiglia una parte del ricavato a un ente differente per ogni nazione”. La forza delle idee.  E dell’entusiasmo di Farinetti junior.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi e Raffaele Foglia

sono i responsabili di Identità di Vino per Identità Golose. Cinzia Benzi è laureata in psicologia. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione. Raffaele Foglia è giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare

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