Quando Raimondo Cusmano decise, nel 1988, di avventurarsi nel Monferrato per coltivare il suo sogno di fare vino, il figlio Daniele era un bambino.
Adesso, invece, a 40 anni, è lui a guidare l’azienda di famiglia, con il marchio Tenute RaDe, nome che nasce proprio dall’unione del nome del padre e del suo. L’azienda, oltre al Monferrato, lavora anche nell’area dei Colli Tortonesi con il Timorasso e nell’Alta Langa per la produzione di spumanti: tre anime, ma stessa filosofia.

Raimondo e Daniele Cusmano
Daniele Cusmano è un enologo giovane, appassionato, preparato. Ma soprattutto è uno che non ha paura di mettersi in gioco e di osare.
Assaggiamo insieme il Timorasso, dall’annata 2024 alla 2020: «Come posso spiegare la filosofia di Tenute RaDe? Partiamo da questo Timorasso. Io sono in commercio con la 2020, cioè dopo quasi 5 anni dalla vendemmia. Faccio fare al vino affinamenti lunghi in vasca, non utilizzo legno, non faccio strani procedimenti. Voglio solo che si senta l’evoluzione del vino».

L'assaggio dei vini in cantina
E così assaggiamo insieme i vini, campioni da vasca. «Partiamo dal 2024. Non si può dire che non sia buono – spiega
Daniele Cusmano – potrei anche imbottigliarlo. Però se si ha pazienza e tempo di aspettare, si sente come inizia un pochettino a evolvere, a “esterificare”: perde un po’ quei profumi primari, guadagna la bocca e inizia ad allungarsi. Poi, nel tempo, arriva un punto dove ti spaventi, perché dopo due o tre anni, non capisci bene che strada stia prendendo il vino. E allora? Aspetti ancora un po’».
Il tempo gli dà ragione. «Dopo quattro anni il Timorasso inizia a esprimere la propria natura, con note di idrocarburo, con una certa grassezza, con anche una uva fragola in bocca. Questo è il suo indicatore, dice che il Timorasso è pronto per andare in bottiglia. Non bisogna avere fretta, il Timorasso deve fare il suo percorso. Anche se è difficile da farlo capire…».

Daniele Cusmano con la moglie
Infatti i paragoni sono sempre complessi, quando si trovano annate così distanti tra loro. «Ti trovi a confrontarti – racconta
Daniele Cusmano - con dei
Timorasso che sono profumatissimi dopo solo un anno. Ma poi negli anni rischiano di crollare. Io arrivo con un 2020: è la mia scelta».
La filosofia del tempo, dell’attesa, si applica anche sugli altri vini. A partire dall’Alta Langa. «Il mio millesimato, attualmente, affina 70 mesi sui lieviti – sottolinea Cusmano – La Riserva supera gli 80 mesi, siamo in commercio con l’annata 2015. Anche in questo caso, non è che dopo 30-36 mesi il vino non sia pronto. Però se tu hai una base fatta bene, una cuvée fatta bene, allora si deve aspettare. Provi a sboccarne qualcuna, le assaggi… E scopri che questo vino, restando sui lieviti, tira fuori un carattere che si differenzia dagli altri, tira fuori un po' di personalità. Come azienda, al momento, forse non siamo molto conosciuti: ma possiamo giocarci queste carte, con vini più complessi e identitari».

La gamma dei vini di Tenute RaDe
Lavorare bene in vigna, per fare il meno possibile in cantina. «Noi abbiamo il dovere di essere meticolosi e precisi, per non avere difetti nei nostri vini – spiega
Daniele Cusmano – Mi è stato insegnato un piccolo “trucco”. Quando prendo un campione da vasca, lo assaggio, ma poi lo lascio nel bicchiere, mettendoci sopra solo un foglietto di carta per evitare che ci entrino i moscerini. E poi lo riassaggio il giorno dopo, o anche due giorni dopo. Bene, se con il vino che è rimasto lì a ossidarsi non saltano fuori dei difetti, vuol dire che è a posto. Se invece, anche solo dopo mezz’ora, si notano dei problemi, allora bisogna preoccuparsi seriamente».
Tenute RaDe, in totale, può contare su circa 45 ettari vitati, ma la produzione per questo marchio si concentra sui vigneti maggiormente vocati. Non solo Timorasso e Alta Langa, che comunque sono produzioni d’eccellenza, ma anche vini del Monferrato, come Barbera d’Asti e Moscato d’Asti. Anche nel caso della Barbera, il tempo è un prezioso alleato, per poter smussare (senza coprire) quella forte acidità presente di natura in questo vitigno. Ne guadagna l’equilibrio e la facilità di beva. Il Moscato, invece, è l’espressione dell’aromaticità a 360 gradi: un vino che non deve mai essere sottovalutato. E qui, alle Tenute RaDe, lo sanno molto bene.