26-05-2025

Alla scoperta del Timorasso: «Non una gabbia, ma identità». Il meglio da Derthona Due.Zero

All'evento che celebra il vitigno simbolo dei Colli Tortonesi, non solo degustazioni, ma anche numeri e prospettive future che provano una sana crescita di questa eccellenza, pronta ad affrontare persino le sfide meteorologiche più complesse

La V edizione di Derthona Due.Zero si è svolta c

La V edizione di Derthona Due.Zero si è svolta come di consueto al Museo Orsi di Tortona (Alessandria)

«Senza identità, non si va da nessuna parte. Averla è fondamentale». Come pure raccontarla.

Il Timorasso è deciso a procedere non solo nella sua crescita, ma lungo una direzione netta che ne custodisca e rafforzi l’identità, passando dalla comunicazione: allora sia fortissimamente Derthona. È emerso con decisione nel quinto appuntamento di Derthona Due.Zero, organizzato dal Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi nel segno della conoscenza di questo vitigno: la frase menzionata prima è del presidente Gian Paolo Repetto durante la degustazione di oltre 70 etichette alla cieca, uno dei momenti più appassionanti dell’evento per la sua completezza nel narrare il confronto tra natura e uomini in un’epoca dove il meteo diventa sempre più protagonista.

L’evento ha visto 50 produttori portare all’attenzione del pubblico i frutti dei loro sforzi e della loro passione in tre giornate (e diverse cornici) dedicate alle anteprime 2023 e al mondo delle riserve, particolarmente prezioso nel dipingere il ritratto del Timorasso nel tempo.

 

Oltre alla storica sede del museo Orsi di Tortona con spazio ai banchi di prova e alle storie delle aziende, infatti, una tappa è avvenuta al Dongione di Carbonara Scrivia, conclusa con un buffet firmato da Derthona Giovani per rimarcare il connubio tra Timorasso e i prodotti del luogo.

Il sindaco di Tortona Federico Chiodi e l’assessore Fabio Morreale consegnano il premio “Grosso d’oro” a Walter Massa

Il sindaco di Tortona Federico Chiodi e l’assessore Fabio Morreale consegnano il premio “Grosso d’oro” a Walter Massa

A Tortona, la domenica, il sindaco Federico Chiodi e l’assessore Fabio Morreale hanno consegnato il premio “Grosso d’oro” a Walter Massa, il pioniere che con Andrea Mutti e a Paolo Poggio si dedicò alla rinascita di questo vitigno in dissolvenza negli anni Ottanta, nonostante appartenesse fin dal Medioevo ai Colli Tortonesi.

Parlano - anche - i numeri. Sedici anni fa, la superficie vitata a Timorasso nella denominazione era pari a 25 ettari: oggi è arrivata a quota 400. Un ritmo che ha visto procedere a sua volta il Consorzio, oggi con 108 soci.  Far conoscere questo vitigno – voce, profumo, anima del territorio - è un impegno per cui sono stati applauditi anche il giornalista Gianni Fabrizio e Andrea Mignolo con il suo documentario “San Timorasso”, in qualità di “Ambasciatori Derthona 2025”.

Ma che cosa ci raccontano dunque le tre annate degustate?

Prima di tutto il presidente Repetto porge il biglietto da visita del Timorasso: «Sei valli e 46 Comuni, la sottozona Derthona (antico nome di Tortona, ndr) proprio per sottolineare l’identità del vitigno, un rebranding più facile all’estero che in Italia». Un nome che si legge e si “vede”: parla anche in questo caso la storia, un grappolo d'uva bianca affigurato in un mosaico del I secolo dopo Cristo, rammenta Repetto.

La sottozona, lanciata nel gennaio di 5 anni fa, è ancora in fase di approvazione: quando quest’ultima si verificherà, entrerà nel disciplinare di produzione della Doc Colli Tortonesi.

Il presidente mette a fuoco anche le caratteristiche di questa sottozona: la suddivisione in tre tipologie tutte Timorasso al 100% (Piccolo Derthona, Derthona, Derthona Riserva), l’altitudine minima differente per ogni località e la bottiglia che pesa al massimo 600 grammi. La prima tipologia prevede una resa di 7.500 chili per ettaro, l’uscita nel mese di marzo del primo anno dopo la vendemmia, possibilità di arricchimento e un grado alcolico di almeno 11 gradi. Derthona si differenzia perché esce più tardi, a settembre, con un grado lievemente superiore, almeno 12,5 gradi. Infine la riserva compare nel marzo del terzo anno e parte da 13 gradi.

Ma narrazione ancora più appassionante è il lavoro con la natura, pur carico di tutte le sue sfide accentuate da quest’epoca di cambiamento climatico: un’alleanza, spesso un match in queste valli dal suolo prettamente argilloso. È Davide Ferrarese a condurci tra cielo e terra: la più recente annata, la 2024 – di cui assaggeremo alcuni campioni -, viene da lui definita «una stagione particolarmente impegnativa e difficile». Si distingue per la sua piovosità annuale: 1.132 millimetri, contro i 750 e i 501 rispettivi delle due stagioni precedenti. Ovviamente fa la differenza anche il “quando”, e quasi la metà è caduta nel periodo vegetativo, prosegue Ferrarese. La vendemmia è avvenuta in un tempo intermedio, come nel 2023: qui però – fa notare ancora l’agronomo che chiama questa annata letteralmente «miracolosa, a montagne russe» -   ci sono stati 67 giorni di pioggia contro gli 87 del 2024 ma anche contro i 71 del 2022, stagione in cui la piovosità annuale è stata ben più bassa. E proprio tre anni fa ci si è trovati ad affrontare un’annata estrema, come pure sorprendente, in cui si è dovuto optare per una vendemmia precoce. L’altra faccia della medaglia, infatti, è rappresentata dai 28 giorni con temperature superiori ai 35 gradi contro i 24 del 2023 e addirittura i soli 13 del 2024. Il primato però ritrovato pure nei giorni freddi, con temperatura sotto lo zero: 46 contro i 33 e i 27 precedenti.

Alcuni dei vini che abbiamo assaggiato nel corso della degustazione alla cieca

Alcuni dei vini che abbiamo assaggiato nel corso della degustazione alla cieca

Di questo parlano i vini assaggiati, un universo molteplice (ci saranno anche dei campioni da vasca), che ribadisce come sì, il Timorasso sia un’identità, ma non una gabbia: un vitigno del territorio e del cuore, a cui le diverse posizioni e le filosofie degli uomini e delle donne imprimono un fascino, protratto e potenziato dalla sua longevità, come ha ricordato Gianni Fabrizio.  Così il Piccolo Derthona 2024 sussurra una promessa, ma colpisce ad esempio per la sua personalità già spiccata quello di Claudio Mariotto (e sempre più convincente nel Derthona dell’annata antecedente e nella riserva).

Per il Derthona 2023, quello dell’annata «miracolosa», stupisce ancora una volta la varietà nell’unicità. Un bell’inizio con  Cantine Volpi (e conferma successiva nella riserva) e La Colombera con il Derthona Montino, che delizia con la sua impeccabile armonia tra mineralità e sapidità. Ma anche Davico Stefano con Derthona Regina e Canevaro Luca con Cà degli Olmi.

Incuriosisce in questa annata infine quel saper mettere in gioco grinta e ricerca con risultati sorprendenti dimostrato dalla giovane Cas’Al’ Mat.

Per la Riserva 2022 le personalità che più ci hanno convinto sono Giacomo Boveri, Broglia, Mandirola. Tantéi, di quest’ultima cantina, offre un’ampiezza di note floreali, che si declinano in fruttate al palato, ma soprattutto un’eleganza che accompagna a lungo e che suggerisce ulteriori sensazioni in evoluzione.

​Ecco che prende vigore la promessa: con il trascorrere degli anni i profumi, la mineralità, le note di idrocarburi rendono sempre più un’esperienza avvincente l’incontro con il mondo del Timorasso.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Marilena Lualdi

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Marilena Lualdi

responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky

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