Puntare sul Fiano d’Avellino e sui singoli territori di Lapio, con decisione, per poterli valorizzare al meglio.
Quella di Laura De Vito è una piccola realtà in provincia di Avellino che punta tutto sul Fiano e sulle sue sfumature, grazie alle differenze delle tre contrade di Lapio, paese culla di questo vitigno.
«Sono tre vigneti diversi – spiega Laura De Vito – e da ognuno esce un cru aziendale. Ognuno ha caratteristiche differenti, nonostante alla fine siano molto vicini tra loro».

Alcuni dei vigneti di Lapio
Il primo è il
Verzare: «Qui abbiamo un terreno misto argilloso e calcareo, un’esposizione a nord e un’altitudine di 550 metri». Un vino estremamente elegante, verticale, con note agrumate che si intersecano a erbe aromatiche, e un sorso lungo e profondo, piacevolmente sapido.
«Dal vigneto di Arianiello realizziamo l’Arianiè. Qui abbiamo un terreno misto argilloso, a tratti sabbioso, con presenza di ceneri vulcaniche, che caratterizzano questo vigneto. Abbiamo un'esposizione sempre al nord è un'altitudine che va dai 450 ai 500 metri». Il vino ha un’ottima ampiezza aromatica, partendo sempre dal frutto, per attraversare il campo del floreale e con qualche accenno di spezia dolce. La sapidità è sicuramente il tratto comune ai Fiano di Laura De Vito, come dimostra questo Arianiè, che risulta piacevole da subito, ma anche dal potenziale evolutivo.

Elle, Verzare, Ariané e Li Sauroni: quattro vini per raccontare il Fiano d'Avellino
Infine il terzo Cru:
Li Sauroni. «Abbiamo messo questo nome per omaggiare i contadini di un tempo che hanno lavorato le terre prima di noi. Mi ricordo che da bambina sentivo dire in dialetto: “Vado a coltivare la terra agli
Sauroni”. Il terreno si trova a 570 metri di altitudine, con forte escursione termica tra il giorno e la notte». Un vino che si distingue per la sua grande complessità, dove le note di frutta dolce si uniscono a frutta secca, erbe officinali, spezie dolci e sentori balsamici. Al sorso è ampio ma mai pesante, lungo e persistente.
La quarta etichetta proposta si chiama semplicemente Elle: «Elle come l’iniziale di Lapio dove abbiamo dato vita al nostro progetto, ma anche come l’iniziale del mio nome – spiega Laura De Vito – Si tratta dell’unione dei tre Cru. In Elle le percentuali dei Cru variano di anno in anno perché in base all'annata vitivinicola, climatica, decidiamo le percentuali di questo vino, dove cerchiamo soprattutto l’equilibrio. Magari, in un anno, è andata meglio una vigna rispetto a un’altra? Bene, noi cerchiamo di trovare il giusto equilibrio tra le varie espressioni, per avere un Fiano d’Avellino identitario». I quattro vini degustati sono tutti dell’annata 2022.
Ma il
Fiano ha sempre bisogno di tempo: «La nostra filosofia – conferma
Laura De Vito – è quella di uscire sempre due anni dopo la vinificazione. Tutti i vini fanno 8-9 mesi di affinamento in acciaio sulle fecce fini, poi vanno in bottiglia e attendono i due anni dalla vendemmia per uscire sul mercato».
«Questi vini hanno bisogno di tempo – ribadisce Laura – Se uscissimo prima dei 24 mesi bloccheremmo le potenzialità, l'evoluzione del prodotto».
Al momento ci sono circa 2,5 ettari di Verzare, più o meno come Sauroni, mentre il resto è Arianié, con vigne che hanno circa trent’anni e con la possibilità di ampliare nei prossimi anni fino a 12 ettari. Ma una cosa non cambia: la filosofia. Il Fiano alla sua essenza.