A Serdiana, tra le vigne che hanno fatto la storia del vino sardo, la famiglia Argiolas apre le porte di Casa di Nonno: un hotel di charme ricavato dalla dimora del patriarca Antonio, fondatore della cantina nel 1938, quando credere in quelle colline del Parteolla significava soprattutto fatica e visione. Cinque stanze arredate con gusto, tessuti artigianali e legno locale; una corte triangolare lastricata in pietra, un pergolato che filtra la luce del giorno e abbraccia uno specchio d’acqua alimentato da una falda naturale.
Al piano terra, dove un tempo c’era il frantoio, oggi c’è Domu, il ristorante. Domu in sardo significa “casa”, e appena si entra, si ha proprio quella sensazione, di semplicità, ma attenzione al dettaglio che ti fa sentire come tra le quattro mura domestiche.
All’ingresso ci si trova davanti una bella cucina a vista, ampia e luminosa, dominata dallo chef Alessandro Taras che guida una brigata giovane, ma di esperienza. Dopo aver viaggiato con la famiglia Argiolas portando un pezzo di Sardegna in giro per il mondo, è tornato a casa per raccontare la sua idea di cucina: prodotti del territorio, sapori netti, ma anche tecnica e quel tocco in più che arriva dalle altre culture visitate.

Tre piatti dal menu Mare:
Tutte le tipologie di pasta sono interamente fatta a mano, la Fregua artigianale con zuppetta di pesce vale da sola il viaggio, ma non possiamo non menzionare i Plin di anguilla con consommé ed erbe spontanee, oppure i Culurgiones di coniglio con salsa alla cacciatora, nocciola e polvere di capperi.
Ogni piatto cerca un equilibrio tra consistenze e sapori, giocando anche con accostamenti interessanti, ma senza cadere nel “troppo”, diciamo una cucina fatta come si deve. La guancia, ad esempio, brasata nel cannonau della cantina, che si può mangiare solo con la forchetta, viene accompagnata da una patata montata, topinambur e glassa al vino, oppure un bel pescato del giorno con pilpil alle erbe, fumetto e oyster sauce.
Molte delle materie prime arrivano dalla fattoria
Is Aquas, tra i vigneti della cantina crescono ortaggi e frutta di stagione, si raccolgono uova fresche dalle galline allevate a terra, vengono prodotti latte e formaggi di capra da pascoli sostenibili e carni allevate all’aperto, insomma una dispensa a cielo aperto, e che dispensa.
Tutto quello che arriva dal mare è scelto quotidianamente dallo chef tra i vari fornitori locali.
Il menu cambia con le stagioni e con l’orto: a pranzo una formula più snella, la sera due percorsi degustazione, Terra e Mare, da 8 portate, compresi pre-dessert e dessert. Il vino è per forza di cose protagonista: La carta unisce le etichette “di casa” a una selezione internazionale, con possibilità di degustare abbinamenti al calice e di scoprire il Turriga in mini-verticali, il blend di uve autoctone ideato da Giacomo Tachis, che dal 1988 racconta l’anima dell’enologia sarda e che ha fatto grande la Cantina Argiolas.

Tre piatti dal menu Terra
La sala di Domu è intima e accogliente, i tavoli sono apparecchiati con gusto, senza troppi fronzoli; alle pareti, fotografie e opere d’arte che si alternano seguendo il ritmo delle stagioni, trasformando la sala in uno spazio espositivo in continuo movimento. Il servizio è attento, senza essere invadente, in sala ci sono ragazzi giovani, preparati, che accompagnano ogni portata con calma, suggeriscono abbinamenti, rispondono alle domande sui piatti e sui vini senza troppi giri di parole.
Casa di Nonno e Domu rappresentano il nuovo passo della famiglia Argiolas, un progetto di ospitalità che affianca la storica cantina, ampliando l’esperienza per i propri clienti e offrendo un modo diverso di vivere il territorio. Un trend sempre più diffuso anche tra altre cantine dell’isola, che scelgono di aprirsi all’accoglienza per raccontare il vino non solo attraverso la bottiglia, ma attraverso i luoghi, le persone e la cucina, e questo è solo l’inizio.