Togliamo subito un dubbio: cosa significa Aenòr? Semplicemente è la radice germanica del nome Eleonora, figlia di Rosella e Amedeo Bianchi, che hanno voluto dedicare la cantina in Franciacorta alla giovane.
Eleonora Bianchi ha sicuramente una grande empatia: dietro al suo sorriso si celano un grande entusiasmo e idee chiare, senza compromessi, ma che puntano a vini moderni e “green”.
«Come Terre d’Aenòr – racconta Eleonora – siamo sul mercato da pochissimo, da poco più di tre anni. Siamo partiti con la prima vendemmia nel 2018, anche se Terre d’Aenòr rappresenta il coronamento di un sogno di famiglia che fonda le radici più indietro nel tempo, perché i miei genitori avevano iniziato dal 2003 ad acquistare appezzamenti in Franciacorta, che poi sono stati vitati col sogno nel cassetto di realizzare in futuro la cantina».

Eleonora Bianchi, anima del progetto
La parte di vinificazione e spumantizzazione non è però iniziata subito: «Per una quindicina di anni, dal 2003 al 2018, abbiamo sempre venduto le uve ad altre importanti aziende, poi nel 2018 si sono presentate le condizioni favorevoli che hanno permesso la nascita del nostro progetto. E siamo partiti con la prima vendemmia».
«Io nel frattempo mi sono laureata in giurisprudenza – continua Eleonora – perché ho avuto sempre la passione per il mondo giuridico, ma poi ho deciso sin da subito di dedicarmi all’azienda che stava nascendo. Perché non esisteva nulla: ho preso in mano la parte relativa alla brand identity, la parte marketing, e oggi ho la direzione commerciale e marketing dell’azienda e mi occupo di creare la rete vendita in Italia e all'estero».

Alcuni dei vigneti aziendali
Una cantina che, all’interno, ha le diverse anime di un territorio variegato. «Abbiamo quasi 50 ettari di vigneti di proprietà su 7 diversi Comuni della Franciacorta – spiega ancora
Eleonora Bianchi - per un totale di circa una quarantina di apprezzamenti diversi. Quindi abbiamo un’allocazione molto variegata che chiaramente implica un lavoro aggiuntivo, soprattutto in annate complicate come la 2024, però qualitativamente è un vantaggio importantissimo per i nostri vini. I singoli apprezzamenti vengono vinificati separatamente in cantina prima di effettuare l’assemblaggio e quindi si ha veramente la possibilità di valorizzare quelle che sono le specificità di ognuno, mantenendone l'identità».
Ma c’è anche l’aspetto green, ambientale, da non sottovalutare: «Tutta la nostra produzione è biologica certificata, siamo bio sia in vigna sia in cantina. Tra l’altro – precisa Eleonora – non abbiamo effettuato la conversione al biologico, ma siamo proprio nati bio, sin da subito, perché anche prima del 2018, quando vendevamo le uve, i vigneti erano condotti secondo il protocollo del biologico».

La cantina punta tutto sul biologico
Il rispetto del territorio, prima di tutto: «Abbiamo lavorato sempre con una filosofia che per noi è prima di tutto una filosofia di vita, ci crediamo molto. Inoltre tutti i nostri vini presentano anche bassissimi dosaggi di solforosa, un’altra caratteristica importante».
Però non basta fare proclami, bisogna anche lavorare in maniera coerente per arrivare a vini che siano all’altezza delle premesse. «Tutti i nostri vini – racconta ancora Eleonora Bianchi - hanno anche come tratto distintivo una bollicina molto fine e delicata, persistente ed elegante. Crediamo che sia il nostro tratto distintivo».

Il Franciacorta Extra Brut Millesimato è probabilmente il vino di punta dell'azienda
Sono diversi i vini realizzati, utilizzando in prevalenza lo
Chardonnay come vitigno, ma anche
Pinot Nero («sul quale crediamo molto», precisa
Eleonora), con un inizio di lavorazione anche per il
Pinot Bianco. Inoltre vengono coltivati, in parti molto più contenute, anche
Merlot e
Cabernet Sauvignon per un rosso in stile bordolese.
Il Brut, vino “d’ingresso”, viene realizzato con 90% di Chardonnay e 10% di Pinot Nero, con una permanenza di 40 mesi sui lieviti e un dosaggio di soli 5 grammi. Il vino è indubbiamente piacevole, con note delicate di fiori e più intense di frutta bianca, e al sorso è facile e spensierato, ma che poi rivela una piacevole parte sapida.

Un vino particolare è sicuramente il Satèn
Sapidità che è sicuramente ben presente nel
Millesimato Extra Brut, con un 80% di
Chardonnay e 20% di
Pinot Nero. Il vino è più verticale, con un naso leggermente più introverso ma che si esprime nel bicchiere con calma, dove poi spuntano note di agrumi, frutta gialla e mela verde. In bocca è, come detto, sapido e profondo.
Il Satèn Ricciolina è più simile a una carezza gentile: sentori più dolci al naso, anche di frutta tropicale, e più avvolgente al sorso.
Vini sicuramente molto interessanti, resi più accattivanti da una linea grafica delle etichette molto moderna e piacevole. L’inizio sembra essere promettente, per Terre Aenòr.