13-07-2025

Conti Capponi: cinque secoli di storia in un bicchiere

Dal cuore della Toscana nasce "1524", la linea che celebra mezzo millennio della famiglia Capponi, una selezione ispirata a Luisa Vonwiller: non solo identità del territorio, ma anche grandi vitigni internazionali, destinati a sorprendere nel tempo

Quattro cifre che incarnano la magia della storia e dell’identità: 1524.

Un anno, una nuova linea, un viaggio nel tempo e nel cuore della Toscana con i Conti Capponi. Per celebrare questi vini, da Villa Calcinaia a Greve in Chianti si è anche venuti sì a Milano, ma non nella metropoli: nella città che sussurra, nel fascino dei suoi storici cortili, ovvero sul terrazzo di Cavoli a Merenda.

Perfetto padrone di casa Sebastiano Capponi, che rappresenta la trentasettesima generazione con i fratelli Tessa e Niccolò; accanto a lui anche il figlio Neri, che ci trasmette tutto l’entusiasmo di fronte a un viaggio per diffondere il verbo - leggi, vini e memoria storica - di Conti Capponi e Villa Calcinaia, nata appunto nel 1524.

Tessa e Sebastiano Capponi

Tessa e Sebastiano Capponi

L’azienda oggi ha 31,5 ettari di vigneto, 10 di oliveto, 100 di bosco.  

In questa circostanza milanese si vuole intrecciare quel mezzo millennio di cammino di famiglia superato con una scelta diversa, seria e leggiadra insieme: la collezione 1524 appunto, che è anche un omaggio alla bisnonna Luisa Vonwiller.

Sebastiano la dipinge con l’ammirazione che questa musa merita: nata in una famiglia cosmopolita e dinamica, sa unire l’intuito imprenditoriale di nonno e padre, quest’ultimo console generale della Repubblica Elvetica a Milano e proprietario della banca, che poi divenne casa della Banca d’Italia. Parliamo di una donna che nella Villa Milyus-Vonwiller di Sesto San Giovanni (ecco il filo che sfiora Milano) conversa con personaggi del calibro di Alessandro Manzoni o Carlo Cattaneo ed è amica di Giovanni Giolitti. La modernità dello sguardo di Luisa - oltre che la molteplicità dei suoi interessi che spaziavano dalla botanica alla fotografia – sarà contagiosa per le generazioni successive: nel 1891 si sposa con Piero Capponi (con un talento artistico a cui non potrà dedicarsi) ed ecco che due visioni, quella d’impresa e quella agricola, si uniscono.  

Per questo motivo si è lanciata la linea 1524: per “raccontare” il carattere di Luisa, l’eleganza, la creatività, la carica innovativa, perché Mauvais Chapon Metodo Classico, Tor Solis, Casarsa e Le Refie parlano il linguaggio di vitigni internazionali coltivati a Villa Calcinaia, e della personalità del territorio.

Proprio per evidenziare questa peculiarità, si differenziano con un brand nuovo rispetto al Chianti Classico, vale a dire quello di Conti Capponi.

A livello figurativo rafforza questa scelta anche la croce dell’Ordine di Santo Stefano - in nome della famiglia che si è presa cura di questi vigneti con amore nei secoli – che compare sulla bottiglia borgognotta. Nel frattempo, Sebastiano ci guida attraverso i secoli e l’itinerario si snoda tra slide, cartine geografiche, bottiglie, con un'ulteriore pennellata che troverà compimento in una verticale per un’etichetta, tornando fino al vecchio millennio. Tanta storia per la famiglia, perché non viverla anche tra le etichette, sondandone la longevità?

Ma attenzione, ricorda Sebastiano Capponi: il destino dei Capponi viene scolpito ben prima, «nel 1052, con un documento trovato nell’Abbazia di Passignano». Ma per questa linea bisogna correre avanti, a quando Luisa e Piero uniscono le loro vite e i loro mondi.

Si parte da un omaggio comunque al Sangiovese perché è 100% tesoro di questo vitigno Mauvais Chapon Metodo Classico 2020 Brut.

Ma poi la linea prende un’altra direzione, quella dello Chenin Blanc con Tor Solis Toscana Igt. Siamo nel vigneto Roberto del Podere Le Refie, con un microclima particolarmente favorevole, scandito da primavere fresche e da estati nel segno di spiccate escursioni termiche, da inverni freddi e autunni carichi di pioggia. Ci consegna un vino che riesce a esprimere tutte le sensazioni di sottobosco e fiori bianchi, con una setosità, una freschezza e soprattutto una pulizia finale. Tor Solis prima viene sottoposto a una fermentazione in acciaio inox, quindi a un affinamento di 14 mesi in ceramica.

La vigna Contessa Luisa

La vigna Contessa Luisa

Il viaggio si fa ancora più emozionante con le diverse annate di Casarsa Colli della Toscana Igt: prima l’annata 2010 per questo Super Tuscan, 100% Merlot.  Dopo la fermentazione in vasche da cemento, l’invecchiamento avviene per due anni in barriques di rovere da 225 litri.

È un piacere lasciare trascorrere il tempo anche nel bicchiere durante questa degustazione e sentire come i profumi trovino un loro equilibrio, assieme ai tannini.

L’emozione si accentua con l’annata 2004, in cui si viene accolti anche da note di tabacco, cuoio, liquirizia. Magia, infine, completata dall'annata 1997, una delle prime veramente calde, dove la risolutezza è affiancata anche da una sorprendente freschezza. 

Ma il viaggio non è finito, si sposta nei vigneti più alti della tenuta, nel podere Le Refie. Di qui il nome del vino: ne degustiamo l’annata 2024. L’incontro in questo caso è tra Marsanne e Viognier della vigna Adelaide: si rinnova il matrimonio tra l’ambiente toscano e quello francese, ma si insinua un 10% di Gewürztraminer, che rende l’incontro ancora più intrigante: speciale, eppure non fuori contesto. Difatti, l’impatto è subito ricco e piacevole, ma qualcosa sussurra che aspettare potrebbe dare ulteriori sorprese sensoriali.

 È sempre la lezione del tempo, che unisce uomini e natura con particolare ispirazione qui sulle colline del Chianti.  


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Marilena Lualdi

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Marilena Lualdi

responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky

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