Simone Maurelli

Crediti onstagestudio

Crediti onstagestudio

Giovanissimo, ha accettato una sfida importante: quella di diventare resident chef - dal gennaio 2020 - di Identità Golose Milano, primo hub internazionale della gastronomia, o anche "casa dei cuochi", come da felice definizione di Andrea Ribaldone che ne coordina l'offerta gastronomica. Identità Golose Milano è non solo il luogo dove incontrare le più grandi toque italiane e internazionali e degustarne i piatti; ma è anche una palestra per la cucina del futuro, poiché consente a giovani professionisti di confrontarsi quotidianamente coi maestri del settore, mettere così nel bagaglio esperienze formative eccezionali, per spiccare quindi il volo. Così sarà allora anche per Simone Maurelli, milanese classe 1991.

Volto nuovo, ma già con importanti esperienze alle spalle, tanto che in realtà noi lo avevamo già incontrato in altre occasioni, al Lino di Pavia, come sous chef, all'Osteria Arborina di La Morra in Langa e poi al Garage Italia di Milano, sempre in forza alla squadra di Ribaldone, nella quale è entrato dopo essersi allenato in altri indirizzi altrettanto prestigiosi, con gli Scarello all'Agli Amici di Udine («Un anno e mezzo, prima come stagista e poi commis. Ho imparato tante cose, è stata un'esperienza temprante, mi ha formato, sono i ricordi più belli»), poi con Giancarlo Morelli sia all'Osteria del Pomiroeu di Seregno che al milanese Morelli all'hotel Viu («Lì ho imparato a gestire numeri importanti, grazie anche allo chef di cucina Livio Pedroncelli»). E Ribaldone? «Gli voglio bene come un padre, ha creduto ciecamente in me, non lo ringrazierò mai abbastanza. Mi guida tutti i giorni, mi ha insegnato la parte manageriale e organizzativa che mi mancava. Un grande».

Spiega ancora Maurelli: «Sono nel mondo della cucina quasi per gioco. Ho studiato al liceo linguistico, vengo da una famiglia che non è mai stata attiva nel settore... Però in quegli anni giovanili, per guadagnare qualche soldo d'estate, mi sono messo a lavorare nei ristoranti. Mi è subito piaciuto, è diventata la mia professione».

A raccontarla tutta, l'imprinting è stato quello della nonna, come spesso accade: «La sua pasta al pomodoro! Una meraviglia. Me la ricordo, era qualcosa di straordinario, che non solo non sono mai più riuscito ad assaggiare da nessuna altra parte; ma che nemmeno sono stato ancora in grado di cucinare io stesso, nonostante tanti tentativi. Troppo buona. Ma continuo a provarci».

a cura di

Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera