06-08-2025

Eolia, una storia di vino e d’amore

Dall’incontro di Luca Caruso e Natascia Santandrea nasce l’azienda vitivinicola sospesa tra terra e cielo, proprio come l’isola che la ospita, Salina; un’interpretazione fresca e identitaria della Malvasia di Lipari (e non solo)

Magia pura: un tramonto e le vigne che danno dritt

Magia pura: un tramonto e le vigne che danno dritte sul mare. È questa la sostanza di Eolia

Un vino e una storia d’amore hanno tanto in comune.

Entrambi necessitano di cure e di istinto; entrambi si lasciano accarezzare dalle stagioni, dal corso naturale della vita. Entrambi evolvono nel tempo portando a risultati inattesi, accompagnano con letizia i nostri giorni e fanno bene al cuore.

E di vino hanno sempre parlato Luca Caruso e Natascia Santandrea, lui isolano, di Salina, lei fiorentina, entrambi legati alla storia di una grande famiglia della ristorazione italiana, il primo al Signum - ristorante e boutique hotel -, e Natascia, appena fuori Firenze, a La Tenda Rossa.

Natascia Santandrea e Luca Caruso

Natascia Santandrea e Luca Caruso

Cinquant’anni di storia, segnata da una prima e una seconda stella Michelin, per quest’ultima insegna, che Natascia vive intensamente: nel ristorante cresce e forgia la sua identità, un fuoco vivo di energia e passione, ora più incandescenti che mai. «Il ristorante di famiglia per me era tutto: sono cresciuta lì, e credo di aver vissuto gli anni più belli della ristorazione. Sono davvero grata per questo. Poi è arrivato il Covid, e con la pandemia quella tempesta di plexiglass, distanze e incertezza che ci ha fatto comprendere senza forzature che eravamo giunti al capolinea. Non è stato facile, ma chiudere ci è sembrata la cosa più giusta da fare».

Intanto Luca e Natascia si conoscono, si confrontano, e tra di loro nasce l’amore, sospinto da quella medesima passione per il vino e per l’accoglienza. Scherzano, immaginano, e poi sognano davvero un vino tutto loro: «Facciamolo».

Era l’estate del 2020, e quella follia l’hanno fatta per davvero. Coincidenze, «colpi di fortuna», la pazzia di crederci fino in fondo: così nasce Eolia.

Inizia la ricerca dei vigneti, mai affannosa, mai studiata, bensì suggerita dall’isola e, infatti, non li troviamo concentrati in un unico punto. Sono sparsi e li visitiamo tutti con Natascia a bordo del suo motorino elettrico. E non è un caso: perché questo viaggio attraverso l’isola ci aiuta a comprendere struttura e profumi di questi vini così identitari, a capire perché una vendemmia richiede circa un mese e mezzo per il suo completamento. Basta osservare i grappoli: da quelli di Malvasia di Lipari, ma anche di Corinto Nero che nei vigneti di Malfa hanno già preso colore, mentre spostandoci a Valdichiesa, alle pendici del Monte delle Felci e del Monte dei Porri ancora biancheggiano. Ma quanto è più fresca l’aria qui, in questa valle che fronteggia la cantina.

Le altitudini aumentano e si fronteggiano questi filari così ordinati che riconosci a colpo d’occhio, sempre pensati come un giardino; inerpicati sui fianchi della montagna o raccolti in appezzamenti davvero contenuti, gran parte del lavoro qui è svolto a mano, se non con l’uso di piccoli trattori. Un mosaico di muretti a secco, alberi da frutto, macchia mediterranea, capperi; un verde invadente, rigoglioso, sano, sebbene - lo ricordiamo - non è prevista l’irrigazione, come da disciplinare: tutto questo nutre l’identità di questi vini, che assorbono il vento e assorbono anche la presenza del mare, superando al sorso la sola dimensione iodata, e interpretando così sentori vegetali decisi, ma anche sorsi marini, salmastri, di alghe e sale.

Qui non si forzano le annate, e anche in questo, Eolia è davvero un progetto di vinificazione eroica.

Oggi l’entusiasmo è tanto, perché quest’annata ha tutti i presupposti per rivelarsi magnifica: lo suggeriscono i grappoli e quel clima mite che accompagna questi giorni d’estate.

E l’entusiasmo è tanto anche perchè c’è un’ultima arrivata, una nuova vigna, proprio lì, verso l’eliporto di Salina: da questo appezzamento benedetto è possibile vedere anche il Signum, e dove finiscono le vigne, esattamente lì comincia il mare. Veniamo accolti in una sala degustazione insolita: un tavolo, tre sedie e il panorama intorno, che invita a contemplare la bellezza di questo progetto, che ha ancora tanto da raccontare perché a nutrirlo è l’amore.

 

 

I nostri assaggi

Rosso CN 2021 – 90% Corinto Nero, 10 % Nerello Mascalese

Il Corinto Nero è il rosso autoctono dell’isola, disseminato tra i filari di Malvasia di Lipari, un po’ in tutti i vigneti di Salina, che dà un grappolo piccolo e compatto e acini minuscoli, con uve che permettono un’ottima estrazione di colore. Storicamente utilizzato nel taglio del passito, negli ultimi dieci anni sta venendo riscoperto nella vinificazione in rosso, in purezza. La fermentazione avviene in acciaio con 10/12 giorni di macerazione sulle bucce. Dopo la malolattica segue una maturazione in botte di rovere francese da 15 ettolitri per 12 mesi. Il vino affina poi in bottiglia per ulteriori 12 mesi.

Rosso profondo, vinoso, affilato; al naso fa emergere note vibranti di frutti rossi maturi con sentori di mirto e liquirizia, e anche una leggera tostatura derivante dalla breve maturazione in barrique. In bocca, il vino è di corpo medio, con tannini ben bilanciati e un'acidità vivace che ne accentua la freschezza.

 

Bianco V Salina Malvasia IGT - 100% Malvasia di Lipari

Le uve di Malvasia di Lipari di Bianco V provengono da dieci differenti parcelle che si trovano tra i 250 e i 500 metri sul livello del mare alle pendici dei monti ‘gemelli’ di Salina, Monte Fossa delle Felci e Monte Porri, antichi vulcani inattivi che arrivano quasi a 1000 metri di altitudine. Le vigne sono circondate da frutteti, fiori, erbe spontanee e cespugli di capperi. Dopo la raccolta le uve vengono sofficemente pressate e dopo fermentano in acciaio a temperatura controllata per circa 15 giorni; quindi, maturano sulle fecce per 12 mesi con frequenti bâtonnage. Il vino viene affinato in bottiglia per circa 12 mesi.

Ricco di fascino sofisticato, è un vino bianco spiccatamente aromatico; versatile, salino, elegante, caratterizzato da un’acidità morbida e composta. Questo vino celebra la ricchezza del terroir vulcanico di Salina, conferendogli un'identità inconfondibile. 
 

 

Bianco M Salina Malvasia IGT - 90% Malvasia di Lipari, 10% Catarratto e Inzolia

Un vino dai profumi raffinati e delicati, per un corredo aromatico ricco e allettante. Le uve di Bianco M provengono dalle vigne di Malfa (la “M” del nome è proprio un riferimento a Malfa e alle sue splendide parcelle) che guardano sul mare e godono della sua brezza marina, foriera di escursioni termiche tra il giorno e la notte anche in estate. Dopo la raccolta, le uve sono mantenute fresche fino a che vengono pressate sofficemente con il grappolo intero, la fermentazione avviene in acciaio a temperatura controllata. Il vino, quindi, matura sulle fecce fini per circa 9 mesi e affina in bottiglia per ulteriori 5 mesi.

Un raffinato bianco, questo vino celebra le particolari caratteristiche del territorio vulcanico, arricchito da una brezza marina costante che conferisce al vino una freschezza unica e una mineralità distintiva. Ideale per chi ricerca un vino che esprima pienamente la tipicità di un'isola incantata come Salina.

Nel bicchiere è di colore giallo paglierino con riflessi lievemente verdognoli: luminoso, brillante, vibrante di freschezza e vitalità. Netto e fragrante al naso, esibisce un bouquet aromatico dalla trama leggera, che sprigiona profumi di frutti tropicali, pesca bianca e sfumature di erbe aromatiche, chiudendo con un leggero tocco di vaniglia. Altre qualità, forse più in ombra, sono la mediterraneità e l’ispirazione marina dell’isola. Al palato, è elegante e ben bilanciato, con una buona acidità che ne sostiene la freschezza e una lunga persistenza aromatica che rende il finale piacevolmente persistente appena citrico.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Marialuisa Iannuzzi

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Marialuisa Iannuzzi

Classe 1991. Irpina. Si laurea in Lingue e poi in Studi Internazionali, ma segue il cuore e nella New Forest (Regno Unito) nasce il suo amore per l'hospitality. Quello per il cibo era acceso da sempre. Dopo aver curato l'accoglienza di Identità Golose Milano, dal 2021 è redattore per Identità Golose. Isa viaggia, assaggia. Tiene vive le sue sensazioni attraverso le parole.

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