Pasqua Vini è la cantina veronese che, dal 1925, porta nel mondo un messaggio enoico di successo, dove l'innovazione è la principale chiave di lettura. Le celebrazioni per il centenario sono iniziate nella città natale, durante Vinitaly, con una mostra d'arte immersiva, Ode al Futuro (aperta gratuitamente al pubblico nell'elegante contesto di Giardino Giusti), preceduta da un libro da collezione dallo stesso titolo, edito da Rizzoli: in entrambi i casi, i protagonisti sono i 5 vini iconici su cui il team Pasqua investe da tempo, raccontati attraverso le interpretazioni testuali e visive di artisti provenienti da diversi campi dell'arte contemporanea (come già raccontato in questo articolo). L'obiettivo dichiarato della cantina è testimoniare, anche attraverso il progetto Ode al Futuro, la volontà di custodire un preziosissimo patrimonio di know how enologico, ma con lo sguardo sempre proiettato nel futuro.

La visione innovativa della cantina parte prima di tutto dall'approccio alla vinificazione. Uno degli esempi più calzanti è rappresentato da una delle Icons dell'azienda,
Hey French You Could Have Made This But You Didn't (che tradotto significa «potreste averlo creato voi, ma non l'avete fatto», riferito ai cugini d'Oltralpe): un bianco fermo, multi-vintage, che già dalla scelta del nome, evocativo e provocatorio - parliamo in un vino italiano, con un nome anglofono, che si rivolge al mondo vinicolo francese - afferma la volontà di
Pasqua di infrangere le barriere del già visto e conosciuto. L'etichetta, realizzata dall'artista
CB Hoyo (un ulteriore rimando al rapporto tra
Pasqua e il mondo dell'arte) rafforza il carattere distintivo di questo progetto.
Teatro della nascita di questo vino è il Monte Calvarina, ai confini orientali della zona del Soave Classico: terreno scuro - quasi nero - di origine vulcanica, arricchito da componente calcarea, situato a 600 metri d'altitudine, ventilato e dal microclima ideale per far nascere questa etichetta dirompente.
Hey French non è solo un vino, ma un concetto artistico di fare vino. Composto primariamente da Garganega, con l'aggiunta di Pinot Bianco e Sauvignon da annate diverse degli anni '10 (annate che sono aumentate con l'aumentare delle edizioni), crea un assemblaggio che si distingue per la sua unicità. L'inedita capacità di armonizzare più millesimi è approccio raro per il pianeta dei bianchi fermi: il risultato è un vino iconoclasta, elegante e immediato. Impossibile creare una scheda da degustazione univoca: la complessità e il fascino di questo vino è rappresentato dalla sua continua evoluzione. Chi scrive ha assaggiato tutte le versioni e, all'unisono, riconosce sentori di frutta bianca matura e agrumi canditi al naso, con un finale di miele e pietra focaia.
A sottolineare l'eccezionalità di questa nuova visione e interpretazione delle peculiarità dei bianchi fermi è stata una preziosa degustazione tenutasi a
Vinitaly 2025. Condotta dal wine educator
Filippo Bartolotta, la masterclass ha ospitato il dialogo tra
Riccardo Pasqua, CEO della cantina, e alcuni leggendari winemaker (
Gonzalo Iturriaga de Juan per
Vega Sicilia,
Brett Jackson per
Valdivieso,
Chris Howell per
Cain) che hanno analizzato come l'assemblaggio multi-vintage possa creare vini di grande armonia, espressioni fedeli del terroir e con grande potenziale di longevità.
A confronto dunque Hey French - edizione III e IV - con etichette leggendarie del panorama enologico internazionale che nell'assemblaggio multi-vintage hanno trovato un proprio paradigma:
● Vega Sicilia Unico Reserva Especial - 2025 Release
● Valdivieso Caballo Loco N°21
● NV18 Cain Cuvée
● K'AVSHIRI White Assemblage
● Louis Roederer Collection 245
Un prezioso esercizio stilistico che ha esplorato l'unicità di questa filosofia e che testimonia la potenziale longevità di questo nettare di Bacco.
Hey French presenta peculiarità stilistiche così interessanti e dirompenti da posizionarsi in maniera strategica nelle carte vini di alcuni tra i più prestigiosi locali italiani e internazionali: dal Wine shop di
Harrods a Londra - che espone un corner dedicato dove questo vino viene servito by the glass - agli stellati come il
Ristorante 12 Apostoli dello chef
Perbellini, a Verona (3 Stelle Michelin) e
Sissi a Merano (1 Stella Michelin), il multi-vintage firmato
Pasqua trova anche una sua collocazione ideale nei templi dell'ospitalità, come al
Club del Doge del
The Gritti Palace a Venezia.
A dimostrazione di come innovazione e visione non siano mai scissi da cultura e storicità, ma camminino fianco a fianco nel segno dell'eccellenza.