Cina terra di vino? Non lo avremmo pensato fino a qualche anno fa. Eppure la nazione asiatica è la prima produttrice di uve al mondo (comprese quella da tavola, che rappresentano la maggior parte) e, nonostante non abbia avuto nessuna cultura enologica fino a qualche anno fa, adesso vuole mettersi in gioco e competere con il mercato europeo e mondiale. Noi siamo stati a Yinchuan, una città con grandi ambizioni viticole al centro della Cina continentale e capitale della regione autonoma di Ningxia Hui. L’occasione è stata quella della 32ª edizione del Concours Mondial de Bruxelles e in particolare della sessione principale dedicata ai vini bianchi e rossi, con ben 7.165 vini in degustazione provenienti da quasi 50 Paesi da tutto il mondo. Un’occasione unica per confrontarsi con i giudici dei 56 Paesi e con i loro mercati di riferimento.
Yinchuan è una città chiave dell’iniziativa “Belt and Road”, un’importante finestra che consente alla Cina di aprirsi all’Occidente; oggi conta 18.000 ettari di vigneti, 72 aziende vinicole e una produzione annua di 75 milioni di bottiglie di vino (con un valore complessivo di quasi 4 miliardi di euro). È un territorio davvero particolare, a circa 2 ore di volo da Pechino e a oltre 1.000 metri di altitudine, caratterizzato dalla presenza dei Monti Helan (a Ovest) e e l’irrigazione proveniente dal Fiume Giallo (a Est); qui le precipitazioni sono poche e, se durante l’inverno fa molto freddo, in estate è esattamente il contrario, con un’insolazione massiccia.

L'apertura del Concours Mondial de Bruxelles a Yinchuan
Tra i vitigni a bacca rossa sono da citare il cabernet sauvignon, il merlot, il cabernet gernischt, il syrah e il marselan (che ha regalato le maggiori emozioni) e poi quelli a bacca bianca come lo chardonnay e il riesling italiano. Nonostante le buone intenzioni e la voglia di emergere, l’enologia e la viticoltura cinese sono ancora legati a un concetto poco contemporaneo, con vini morbidi, rotondi e strutturati (anche i bianchi). Tra le eccezioni menzioniamo
Silver Heights,
Chateau Dulaan (buono il marselan) e anche
Chandon (del gruppo
LVMH) che si fa apprezzare per gli spumanti. Yinchuan negli ultimi anni ha pianificato il miglioramento delle infrastrutture della regione viticola, l’innovazione della catena del valore, lo sviluppo del turismo culturale integrato e la promozione dei suoi marchi.

La delegazione italiana al Concours Mondial de Bruxelles a Yinchuan

I lavori al Concours Mondial de Bruxelles, nella sessione che si è svolta in Cina
Il
Concours Mondial de Bruxelles è tornato in Cina dopo 7 anni (nel 2018 si era tenuto a Haidian, Pechino), il prossimo anno si svolgerà in Armenia mentre per il 2025. Oltre a questa sessione cinese dedicata ai vini bianchi e rossi, si è svolta a Dobrugia (Romania) ed è in programma a Chișinău (Moldavia) la sessione dedicata agli spumanti; si è andati invece in Sicilia per la degustazione dedicata ai “Vini dolci e fortificati”, dal 17 al 19 settembre scorsi. La manifestazione ha avuto l’obiettivo di attirare l’attenzione dei media su questi vini specifici e più in particolare sulla ricchezza dei vini dolci e fortificati della Sicilia come il Marsala, il Passito di Pantelleria, la Malvasia delle Lipari e il Moscato di Noto.
Si tratta di un prestigioso concorso enologico internazionale che riceve ogni anno circa 15.000 iscrizioni. I suoi degustatori, esclusivamente professionisti, valutano i vini alla cieca con un unico obiettivo: distinguere vini di ineccepibile qualità, indipendentemente dall’etichetta o dal prestigio della denominazione.