03-11-2024

La nuova Cucina di Rho: è un successo con il patron ai fornelli

Lo chef ha lasciato il ristorante prima dell'estate, ma Gaetano Marinaccio, già cuoco in passato, ha preso il timone della cucina. Con altrettanta maestria la compagna Nadia Petronio guida la sala

Il ristorante si trova in via Porta Ronca 86 a Rh

Il ristorante si trova in via Porta Ronca 86 a Rho, nell'hinterland milanese

Tornare alla Cucina di Rho a distanza di qualche mese significa entrare in un nuovo ristorante, con un nuovo volto e un menù modificato. Eppure sul ponte di comando ci sono sempre loro. Gaetano Marinaccio e Nadia Petronio, una coppia che da quattro anni, giorno dopo giorno, appoggia mattoncino su mattoncino per arrivare a realizzare definitivamente il suo sogno del perfetto fine dining made in Rho. Se il livello della perfezione non è ancora stato raggiunto, la strada intrapresa è quella buona.

È stata un’estate di trasformazione alla cucina. Ha salutato lo chef Alfonso Daviducci e allora Marinaccio ha preso in mano la situazione. È tornato in cucina, dove aveva iniziato nel 2020, continua a ideare i suoi piatti ma li realizza anche al cento per cento. Per un po’ si è sdoppiato come un modello Clark Kent, dentro e fuori dalla cucina, poi ha lasciato lo scettro della sala a Nadia, dedicandosi a quella che è sempre stata la sua passione.

Gaetano Marinaccio e Nadia Petronio

Gaetano Marinaccio e Nadia Petronio

Rispetto al passato, la cucina non ha cambiato indirizzo. C’è sempre molta eredità campana come è normale che sia per uno chef-patron che arriva proprio da quella regione. Però Gaetano vive da parecchio tempo a Milano e dintorni, ama molto la contaminazione tra ingredienti del nord e ingredienti della sua zona d’origine. Il rapporto con Daviducci, sia pure in qualche momento un po’ conflittuale, ha comunque fruttato a Marinaccio qualche asset in più per far sentire a proprio agio i suoi clienti. La differenza in fondo non si nota, rispetto a un anno fa.

Risotto giallo con polline e zafferano di Cornaredo

Risotto giallo con polline e zafferano di Cornaredo

Nuovo è anche l’ambiente, potenzialmente un luogo del cuore con le sue luci soffuse, la sua musica sommessamente melodica, i suoi spazi comodi. Nella sua nuova configurazione prevede 18 coperti. Alla fondazione erano il doppio, ma il locale era partito con un indirizzo completamente diverso. Adesso deve essere la mèta a cui si pensa quando l’idea non è semplicemente “voglio mangiare bene”, ma in senso più esteso “voglio mangiare bene, stare bene e uscire con un sorriso”.

Crudo di giovenca sannita con uovo fritto e parmigiano

Crudo di giovenca sannita con uovo fritto e parmigiano

Il menù prevede una carta e diversi menù degustazione, che vanno dai 50 ai 95 euro in base al numero di portate e alla difficoltà di esecuzione. La base della cucina resta la tradizione campana, dalla quale lo chef patron (“executive chef” per l’esattezza) non potrebbe mai separarsi. L’addio di Daviducci ovviamente ha portato qualche piccola correzione rispetto al passato. Il Risotto giallo, che è fatto con zafferano biologico coltivato a Cornaredo (pochi chilometri di distanza) ed è arricchito con del polline che gli dà una nota inimitabile, è diventato più leggero e cremoso, decisamente più vicino ai parametri dei grandi chef lombardi.

Picanha di giovenca sannita

Picanha di giovenca sannita

Ci sono due punti del menù su cui Marinaccio è intervenuto in maniera molto marcante e continuano a essere punti di forza. Il primo è quello dei panificati, che sono completamente cambiati rispetto al passato, vengono realizzati tutti con il lievito madre e arrivano al tavolo con una fragranza che stordisce. Impossibile lasciare una briciola. L’altra specialità dell’executive chef è la cottura delle carni. Al limite del maniacale la cura con cui verifica al millesimo di secondo che la Picanha (il nome brasiliano fa esotico ma è uno splendido codone di giovenca sannitica) abbia le giuste tonalità di rosa che la rendono irresistibile. La giovenca sannita è anche uno degli antipasti, questa volta nella versione tartare con uovo fritto e fonduta di parmigiano.

Cavolisciore

Cavolisciore

Molta Campania risiede anche nel settore dei primi piatti. Nella modalità pasta troviamo il cosiddetto Cavolisciore, piatto introdotto in carta nel 2024, che si compone di pasta mista di Gragnano accompagnata da una crema di cavolfiore e da un ragù di quaglia. Si sta perfezionando. Praticamente perfetto, pur essendo datato 2025, Un asino alla genovese, che rivisita la cosiddetta “genovese” (la straordinaria specialità napoletana a base di carne e cipolla) sostituendo la carne di maiale con una tenerissima carne d’asino.

Un asino alla genovese, ravioli ripieni e conditi con la famosa genovese

Un asino alla genovese, ravioli ripieni e conditi con la famosa genovese

Bab(b)à

Bab(b)à

Si chiama Bab(b)à una versione meno aggressiva del classico babà napoletano, un po’ meno alcolico, realizzato con lievito madre e “mascherato” da delizia al limone con una delicata glassatura, arricchito poi con un’essenza di amarena. Con o senza caffè, è cura del patron servire i dolcini di arrivederci, alcuni dei quali restano nella memoria a lungo, soprattutto il biscotto al caffè morbido e croccante allo stesso tempo, ma anche la pralina di cioccolato bianco e cocco. Già al dessert si uscirebbe felici, con il post-dessert si esce definitivamente conquistati. Immaginando che alla prossima visita si troverà qualcosa di nuovo.


La Cucina, Non il solito ristorante
Via Porta Ronca, 86
Rho (Milano)
+39.02.87178606
info@cucinadirho.it
Chiuso sempre a pranzo e l'intera domenica


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Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Enzo Palladini

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Enzo Palladini

Enzo “Charles” Palladini (Milano, 1965) è un giornalista della redazione sportiva di Mediaset dal 2002 dopo una lunga permanenza al Corriere dello Sport-Stadio. Una vita in 4 f: Family, Football, Food (& drink), f…. rock music

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