Alessandro Giardiello

Del Posto

85, 10th avenue
New York
Stati Uniti
T. +1.212.4978090

È un esponente di punta della nuova sommellerie italiana: ragazzi poco più che ventenni capaci di rubare la scena agli star chef con i fuochi pirotecnici dei loro abbinamenti, restituendo alla sala il carisma perduto. Un protagonismo che non s'improvvisa, ma riposa su solide basi conoscitive nella topografia di vini, formaggi, distillati e sigari mondiali. Più che un regista, un eclettico ed alacre trait-d’union fra il cliente e la cucina.

Figlio del profondo nord, Alessandro Giardiello nasce nel 1980 ad Omegna, la cittadina affacciata sul lago d’Orta che diede i natali a Gianni Rodari. Avvicinatosi alla ristorazione un po’ per caso, frequenta l’Istituto alberghiero Maggia di Stresa e continua a formarsi in seno all’Ais; seguono corsi di specializzazione su gestione e servizio nell’hôtellerie. Stagista e poi commis a Pettenasco, è chef de rang e aiuto vini prima presso l’hotel Giardinetto, poi alla Cantina d’Oro di Leigh-on-Sea, in Inghilterra: quasi un presagio delle glorie a venire, si direbbe dal nome. Nel ristorante (italiano a tutti gli effetti) esercita il suo charme in sala e impratichisce il suo fluentissimo inglese. Il grande salto avviene nel 2001 con l’ingresso al Sorriso di Soriso, il tristellato di sempre, dove ricopre l’incarico di addetto ai formaggi e sommelier, dal servizio al tavolo alla gestione pratica della cantina, con l’eccezione degli acquisti. Competenze che nel 2003-2004 si ampliano nelle sale e negli uffici dell’Approdo di Pettenasco, un 4 stelle che lo vede sbizzarrirsi in veste di maître e sommelier, alle prese con la gestione del personale e la cura della cantina, l’organizzazione di eventi e la gestione di cassa.

Prima e dopo c’è la maison del destino, Villa Crespi sul natio lago d’Orta, scenario decadente del talento tsunamico di Antonino Cannavacciuolo. Vi si ferma a più riprese: prima come chef de rang e secondo sommelier; dal 2005 a oggi come responsabile globale dei vini, sommelier e addetto ai formaggi, tenendo le redini di una cantina di 1.200 etichette ed esercitando suadenti funzioni di Pr. La consacrazione ufficiale arriva quando la Guida de l’Espresso 2008 lo dichiara sommelier dell’anno. Ma lui non si culla sugli allori italiani: è tempi di migrare, a New York, alla corte di Mario Batali al Del Posto.

Qualche esempio delle sue intemperanze? Il Mangia e bevi composto di Moscato passito piemontese e gelatina di passito di Pantelleria, ardito duello nord/sud da concludersi all’arma bianca del cucchiaino, oppure il mojito al finocchio con gli stuzzichini. Le sue passioni? Champagne Jacques Selosse, Coulée de Serrant, pinot neri e grandi riesling, ma anche vini di nicchia dal vantaggioso rapporto qualità/prezzo.

a cura di

Alessandra Meldolesi

Umbra di Perugia con residenza a Bologna, è giornalista e scrittrice di cucina. Tra i numeri volumi tradotti e curati, spicca "6, autoritratto della Cucina Italiana d’Avanguardia" per Cucina & Vini