Mondo pizza

23-08-2024

La pizza all'improvviso: di come un disco lievitato ha cambiato la vita di tre inarrestabili donne

Donne e pizza sono spesso una storia di famiglia, di mogli e figlie che accolgono quest'arte a supporto degli uomini: non è così per Marzia Buzzanca, Amalia Costantini e Irene Malfarà, pizzaiole per passione, specializzate nella versione più classica

Da sinistra, tre donne che hanno cambiato la loro

Da sinistra, tre donne che hanno cambiato la loro vita per amore della pizza: le pizzaiole Marzia Buzzanca di Agrumi Pizza-Sushi_Drink a Giulianova (Teramo), Amalia Costantini della pizzeria Mater a Fiano Romano (Roma) e Irene Malfarà della pizzeria Misera e Nobiltà a Parghelia in provincia di Vibo Valentia

Continua il nostro viaggio nel mondo della pizza al femminile. Dopo aver raccontato di un po' di numeri, in Donne pizzaiole: quante sono e perché ce ne sono ancora poche (ma sempre di più), e dopo aver fatto parlare i volti nuovi del settore (Fare la pizzaiola? Tante difficoltà ma che soddisfazioni! Parlano le vincitrici del Campionato Mondiale), abbiamo ospitato l'intervento di Irina Steccanella (Andiamo verso la rivoluzione della pizza al femminile?), abbiamo fatto intervenire cinque protagoniste del settore (Donne pizzaiole? Si-può-fare! Parlano cinque protagoniste dell'empowerment femminile in pizzeria) ed analizzato l'apporto delle donne nel settore della pizza fritta (La pizza fritta dalla Loren alla De Cham: così è la pizza più "al femminile" di tutte), di quella in teglia (Tre donne pizzaiole ci spiegano perché in teglia è meglio: «Stimola la creatività») e ora, largo alla pizza classica!

Pizza classica: che sia napoletana o contemporanea - padellino compreso - parliamo di una tonda al piatto, la più gettonata nonché quella che, attualmente, incontra più esponenti del mondo femminile.

Rispetto alla proposta in teglia o alla pizza fritta, però non esiste una vera e propria storia o un aneddoto che ci possa condurre alle “origini rosa” di questo prodotto: femminile è la pizza stessa, golosa e seducente, mentre l’antico mestiere del pizzaiolo è sempre stato associato a un unico genere. Eppure donne impegnate a lavorare la pizza ci sono sempre state, magari non “prime pizzaiole”, ma mogli e figlie (soprattutto queste ultime) indispensabili per supportare l’uomo, addette alla stesura o ai condimenti, che - soprattutto - contribuivano attivamente nel portare avanti l’azienda di famiglia.

In fondo, la pizza è amore e chi cresce in pizzeria, difficilmente immagina il futuro lontano dal forno: esempi di figlie d’arte ne abbiamo tanti, a partire dalle pizzaiole campane, in particolare quelle napoletane. Poi ci sono le eccezioni, vale a dire chi si avvicina all’arte bianca come folgorate sulla via di Damasco e decidono di punto in bianco che nella loro vita non ci sarà altro se non la pizza. La passione, però resta immutata e, qualunque sia il caso, il numero delle pizzaiole inizia così ad aumentare, e non solo in Campania, ma in tutte le regioni d’Italia, tanto che, ogni anno ormai, durante il Campionato mondiale della pizza, abbiamo la fortuna di assistere a una passarella al femminile sempre più fitta, fino alla conquista delle nuove generazioni, che innovano e rinnovano il settore sotto tanti i punti di vista, a partire dall'inclusività. Insomma, quello del pizzaiolo non è un lavoro di soli uomini.

Esempio perfetto di integrazione è Marzia Buzzanca: aquilana di origine, sommelier, dopo il terremoto si reinventa e apre la sua prima pizzeria ancora in zona rossa, per poi trasferirsi nel 2019 in Trentino Alto Adige, a Termeno (Bolzano), dove diventa la prima pizzaiola all’interno di una cantina: siamo all’Hofstätter Garten e proprio qui Marzia propone un percorso di pizze elaborate in abbinamento al vino. Ma non finisce qui.

La pizza Principessa di Marzia Buzzanca al ristorante Agrumi di Giulianova (Teramo): impasto semintegrale, mozzarella, prosciutto cotto lievemente affumicato, formaggio di grotta vaccino umbro, filetti di tartufo dell’Aquila, cristalli di sale, erbe di montagna, olio extravergine di oliva delle Colline Teramane e pepe di Sarawak 

La pizza Principessa di Marzia Buzzanca al ristorante Agrumi di Giulianova (Teramo): impasto semintegrale, mozzarella, prosciutto cotto lievemente affumicato, formaggio di grotta vaccino umbro, filetti di tartufo dell’Aquila, cristalli di sale, erbe di montagna, olio extravergine di oliva delle Colline Teramane e pepe di Sarawak 

Da poco è rientrata in Abruzzo dove ha lanciato il suo nuovo progetto a Giulianova nel ristorante Agrumi, dedicandosi, ancora una volta, alla pizza: «In cucina sono stata sempre stimata dai miei colleghi, mai sottomessa, sebbene bisogna ammettere che la donna incontra non poche difficoltà in qualsiasi posizione lavorativa tendenzialmente associata a un uomo. Così, vive con la missione di dover sempre dimostrare di essere all’altezza. Alla stessa maniera, si avverte una certa difficoltà da parte di alcuni dipendenti, specie i più giovani, di trovarsi sotto il coordinamento di una donna», commenta Marzia, che aggiunge a proposito del mondo pizza: «Consiglio di avvicinarsi a questo lavoro solo quando si nutre una forte passione, con l’idea di farlo seriamente, con qualità e costanza, consapevoli che questo mestiere comporta sacrifici e tante rinunce nella vita privata. In caso contrario, meglio non iniziare».

C’è anche chi come Amalia Costantini, pizzaiola e patronne di Mater a Fiano Romano (Roma) si avvicina alla pizza dopo un corso di cucina professionale regalatole dal marito, durante il quale si appassiona al lievito madre e alle sue dinamiche: «Il tutto è iniziato con non poche difficoltà nel cercare di stabilizzare, a casa, il lievito che io stessa avevo avviato. Una volta compiuta questa missione, ho iniziato a panificare, che in poco tempo è diventato un vero e proprio hobby. A quel punto non mi restava che sperimentare con la pizza e così è stato: il tempo di creare un impasto top ed ecco nata anche la pizzeria. È stata una pazzia della quale non mi pentirò mai».

La Panzanella d'Orata di Amalia Costantini

La Panzanella d'Orata di Amalia Costantini

E aggiunge: «Se già è difficile far capire che anche una donna può realizzare un’ottima pizza, figurarsi con un prodotto a base di lievito madre. Un’impresa! A distanza di 9 anni, però posso dire che grazie al mio impegno, alla mia costanza e determinazione sono riuscita a farmi apprezzare non solo dai miei clienti, ma anche dai colleghi. Sono entrata in questo mondo in punta di piedi, un po’ per carattere, un po’ perché il mondo pizza è ancora troppo “al maschile” e purtroppo lo stereotipo del pizzaiolo, malgrado i tempi siano cambiati - e non poco -, è ancora molto legato alla tradizione». Ecco perché, per Amalia, risulta fondamentale sfidare gli stereotipi di genere e promuovere le stesse opportunità in tutti i settori, consentendo a chiunque di perseguire i propri sogni.

Ma c’è ancora una storia di determinazione femminile ed è quella di Irene Malfarà, pizzaiola calabrese di Miseria e Nobiltà a Parghelia (Vibo Valentia), che ha vissuto il mondo pizza come una sfida personale, catapultata nell’universo impasti senza averlo programmato: «Ho un locale da 12 anni, eppure in una prima fase non ero io a occuparmi della pizzeria, bensì il mio ex compagno. Io, invece, sono sempre stata attratta dalla cucina. Poi, all’improvviso, mi sono ritrovata a dover gestire tutto da sola - e con non poca fatica-, così mi sono rimboccata le maniche e ho affrontato ogni difficoltà un po’ come una rivincita personale, cimentandomi in un’arte a me prima sconosciuta. Ho seguito numerosi corsi e ho sempre continuato a studiare, a sperimentare».

La pizza di Irene Malfarà: Pomodoro, mozzarella, zucchine, melanzane e friggitelli

La pizza di Irene Malfarà: Pomodoro, mozzarella, zucchine, melanzane e friggitelli

Oggi Irene Malfarà è una pizzaiola riconosciuta in Calabria (e anche fuori) e per lei la pizza è tutto: «Non riuscirei a vivere senza tenere le mani in pasta, senza creare qualcosa per i miei clienti. Tutto questo mi dà soddisfazione, mi rende viva. Così come mi dà gioia vedere il piacere negli occhi di chi assapora la mia pizza».

Avere un proprio locale, sicuramente elimina una parte dei problemi che le donne incontrano sul posto di lavoro, eppure «non è proprio semplice per noi: ci vuole forza e resistenza davanti al calore del forno, abbiamo tempi molto ridotti per la vita personale e familiare, ma mettiamo in conto tutto e con la giusta motivazione, si va avanti». Poi aggiunge: «Tante volte mi hanno chiesto perché abbia scelto questo lavoro, la cui figura di riferimento continua a essere quella maschile. Ancora adesso, a distanza di anni, alcuni si meravigliano affermando di non aver mai visto prima di me una donna pizzaiola».

Il consiglio per una giovane donna che vuole intraprendere questo mestiere?
Senza esitare, ci risponde Irene: «Provaci assolutamente! È un’esperienza stupenda, che regala soddisfazione, ma va fatta solo se si è mossi da una forte passione: vedere le persone felici grazie alla propria pizza, non ha prezzo».


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Giusy Ferraina

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Giusy Ferraina

Calabrese di origine e romana di adozione. Laurea in Scienze della Comunicazione. Dopo alcuni anni passati nell’editoria, si avvicina al mondo dell’enogastronomia, muovendo i primi passi tra redazionali, ricette da editare, social network e fiere di settore. Giornalista pubblicista, collabora con La Madia e Pizza e Pasta Italiana, è autrice del podcast Misticanza per Radio Food, di cui dirige il magazine. La sua passione è raccontare le storie di aziende e produttori. Amante del buon cibo, della pizza abbinata con il vino e dei libri. Fanatica di sport

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