18-07-2023

Bellavista, dove l'utopia si fa vino

Francesca Moretti ha presentato in Franciacorta l'annata 2016 della riserva dedicata a suo padre Vittorio: «Ammiro la tua energia, non so proprio dove la prendi». Il patriarca: «Semplice: lavorare non mi pesa mai». In abbinamento l'India di Himanshu Saini

Vittorio e Francesca Moretti, lunedì 3 luglio in Franciacorta, hanno celebrato l’uscita dell’annata 2016 della Riserva Vittorio Moretti con una cena indiana curata da Himanshu Saini, 35enne chef indiano trapiantato a Dubai. Grazie al suo Trèsind Studio ha collezionato negli ultimi mesi due stelle Michelin, il secondo posto nel 50 Best Medio Oriente e Nord Africa e l’undicesimo posto nella graduatoria assoluta, sempre dei World’s 50 Best Restaurants. Può ancora crescere, ma già adesso la sua cifra è notevole, tra l’altro sorretta da un carattere d’oro, disarmante nella sua schietta sincerità. Lo si era già capito ogni volta che ha cucinato all’hub di Identità Golose Milano, lo ha ribadito in cantina da Bellavista, a cucinare lui e un amico residente in Italia, che così non si hanno

Vittorio Moretti in un ritratto di Bruno Lafata alla presentazione dell'ultima annata, la 2016, della riserva Bellavista che prende in suo nome

Vittorio Moretti in un ritratto di Bruno Lafata alla presentazione dell'ultima annata, la 2016, della riserva Bellavista che prende in suo nome

problemi di visto. In Franciacorta circa un centinaio le persone da servire, non tre o quattro tavolini.

Tanta la gioia per la scelta del cuoco, non una opzione uguale a tante, bensì spiazzante. Come ha commentato la stessa Francesca Moretti: «Sperimentare, sempre». Verissimo, anche per “stressare” l’ultima annata di questa riserva di Franciacorta. Se si va sul sicuro e non si osa, di certo non si sbaglia ma nemmeno lasci un segno importante uscendo dal gruppo. E i Moretti sanno volare alto, sempre attesi a nuovi confronti, nuove sfide. Dettaglio importante, visto che ne porta il nome anche questa annata deve riflettere il carattere di Vittorio Moretti, un lavoratore nato, uno che non si ferma mai.

Francesca Moretti brinda con Filippo Polidori alla sua destra e, alla sua sinistra, con Paolo Marchi e Massimo Tuzzi, Ceo del gruppo Terra Moretti. Foto Lafata Bruno

Francesca Moretti brinda con Filippo Polidori alla sua destra e, alla sua sinistra, con Paolo Marchi e Massimo Tuzzi, Ceo del gruppo Terra Moretti. Foto Lafata Bruno

Ha detto il patriarca sul prato antistante la sua casa: «Ci siamo sempre divertiti e se ho lavorato tanto è perché mi piace lavorare, non mi pesa tanto da avere maturato la convinzione di essere uno scansafatiche perché lascio tutte le fatiche ai miei collaboratori e penso a divertirmi». Ovviamente è un paradosso perché se ami il tuo lavoro lo senti infinitamente meno. Ha detto sempre Moretti: «La verità è una e sempre quella. Capire che da soli non si costruisce nulla, devi sapere scegliere collaboratori bravi».

Il benvenuto a tavola di Himanshu Saini mette di buon umore

Il benvenuto a tavola di Himanshu Saini mette di buon umore

L’ultimo si chiama Richard Geoffroy che da quando ha lasciato Dom Pérignon, si muove tra il sakè di sua concezione e produzione e le bollicine Bellavista, nessuna delle quali è ancora figlia sua. Tempo al tempo anche se della Riserva 2016 ha detto che non vi ha trovato nulla di stonato, «no extra baggage». Immagine davvero chiara e complimentosa per un metodo classico che unisce l’eleganza alla profondità, sempre figlia di un’annata eccezionale. Non la troviamo ogni anno. Dal debutto nel 1984, ne sono seguite altre

Himanshu Saini alla cena nella cantina Bellavista in Franciacorta. Foto Lafata Bruno

Himanshu Saini alla cena nella cantina Bellavista in Franciacorta. Foto Lafata Bruno

undici: 1988, 1991, 1995, 2001, 2002, 2004, 2006, 2008, 2011, 2013 e 2016.

L’utopia si fa vino ha ricordato Francesca Moretti celebrando suo padre con parole sincere e importanti: «Tu sei l’Utopia, il sogno, la capacità di immaginare l’impossibile e realizzarlo. Quindi la Casa perché sei un grande imprenditore, ma per te è tutto sempre ruotato attorno alla tua famiglia: io, le mie sorelle e, soprattutto, la Mamma.

Le Tagliatelle all'ostrica reale, al fungo nero XO e allo shoyu di spugnole, questo il piatto che lo chef indiano Himanshu Saini ha proposto in abbinamento alla Riserva Vittorio Moretti 2016 alla presentazione di quest'ultima lo scorso 3 luglio in Bellavista. Dominano tre funghi ben precisi, al di là dei loro nomi e di preparazioni a cui in Italia non siamo ancora pienamente abituati

Le Tagliatelle all'ostrica reale, al fungo nero XO e allo shoyu di spugnole, questo il piatto che lo chef indiano Himanshu Saini ha proposto in abbinamento alla Riserva Vittorio Moretti 2016 alla presentazione di quest'ultima lo scorso 3 luglio in Bellavista. Dominano tre funghi ben precisi, al di là dei loro nomi e di preparazioni a cui in Italia non siamo ancora pienamente abituati

«La tua gioia di vivere e i brindisi con gli amici perché qui ogni momento è un momento giusto per festeggiare, ecco perché hai voluto fare le bollicine. Come tua figlia ammiro la tua creatività, l’energia che non so proprio da dove la prendi, forse sono le bollicine che hanno un effetto energetico su di te, sempre in movimento con la testa, il cuore e il corpo. Con te uno si sente in colpa a riposare…

«Lo spirito indomito, il coraggio, quella capacità di andare oltre le convenzioni con audacia. Io che sono emotiva e razionale, ogni tanto fatico a comprendere, ma la tua visione da pioniere mi ha sempre guidata. Poi l’ingegno, la determinazione, la perfezione

e la meraviglia, tutte definizioni che ti appartengono e mi fanno pensare a te, che provo a costudire con cura. Non è semplice starti vicino, ma ogni giorno cerco di imparare e così spostiamo insieme l’orizzonte dei nostri ogni.

«Grazie per avere fondato Bellavista, per avere creduto in questo bellissimo territorio, per avere sognato in grande e con grande generosità di pensiero, grazie per avermi cresciuta nella natura e per avermi sempre affiancato menti eccellenti e grandi professionisti, non ultimo Richard Geoffroy». E’ così che l’utopia si fa vino.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
instagram instagram.com/oloapmarchi

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