08-02-2021
Davide Oldani davanti all'entrata del suo D'O a Cornaredo. In mano, la giacca con le due stelle Michelin conquistate qualche settimana fa
Da sempre, l’alternanza della notte e del giorno governa ogni istante su questo mondo. La luce - così tanto importante, quanto forse tenuta in poco conto oggi, accantonata come un fenomeno “scontato” - è una delle componenti fondamentali per la vita. Lo sa bene Davide Oldani, che la accoglie e la esalta nel suo ristorante D’O, su cui brillano, come novella costellazione, le due stelle Michelin meritatamente assegnate dalla Rossa lo scorso autunno. E non sono nemmeno sole. Ad esse, si affianca infatti la nuovissima "stella verde", riconoscimento di una sostenibilità, prima di tutto umana, che da sempre è parte del credo del cuoco milanese.
La luce non è un pretesto per romanzare il racconto del D’O oggi: è davvero parte fondante dell’esperienza a San Pietro all’Olmo di Cornaredo e Oldani la porta in tavola, con un ruolo nuovo.
Protagonista dell’aperitivo, e quindi dell’inizio del pranzo, è una candela, vera e propria. È composta da cera edibile, aromatizzata con estratti naturali a seconda delle stagioni, con un tocco di mandorla. Si accende, si lasciano sprigionare i primi effluvi e poi… si spalma su un sofficissimo pane-spugna. Questa è la prima luce, quella del calore antico e sempre ricercato, quella di una fiammella che arde e che sprigiona tanto fascino: è un nuovo tipo di benvenuto. La fiamma è segno di speranza ed è un riferimento: «Noi del D’O ci siamo, siamo qui per voi», nonostante una pandemia che ancora incombe e un turbinio di chiusure a singhiozzo.
La candela di cera edibile
L'inizio del percorso
Armonia è anche il nome di uno dei due menu proposti, l'altro è Esattezza: riportano rispettivamente accanto gli anni 2021 (il presente) e 2003 (il passato). In mezzo c’è tutto il viaggio dello chef e della sua squadra, come uomini, come cuochi, come camerieri; teso verso un’evoluzione continua, ma mai irrequieta.
Questi due appellativi derivano dalle Lezioni Americane di Italo Calvino, fonte di ispirazione per lo chef. Il quale mira a proporre «dei menu in cui non ci sono ripetizioni. Questo vale per gli ingredienti, per il servizio, per gli oggetti, come le stoviglie e i supporti. Tutto deve essere unico e funzionale a quel preciso scopo». Mangiare immersi in questo concentrato di idee, pensieri e bellezza rende l’esperienza unica: dall’architettura del luogo, luminosissimo, ai tavoli nudi, di legno caldo, alle proposte dei vini, curate da un espertissimo Manuele Pirovano.
Lo stile dei piatti è sì contemporaneo, pop, ma anche piacevolmente classico, perché è giusto mettere in risalto le basi della cucina francese e italiana, come una sorta di monito, che ricordi le nostre origini sempre.
Ed ecco che appare la "stella verde", come una novella cometa da seguire: Alessandro Procopio e Wladimiro Nava, ormai storici sous-chef di Oldani, esaltano le materie prime stagionali, usando sempre e solo ingredienti freschi e versatili, talvolta semplici, ma non per questo incapaci di dar vita a grandi portate.
Cipolla caramellata
Insieme
Risotto alla zucca
Cabillaud arrostito
Filetto di manzo
Selezione di dolci italiani
Davide Novati alle prese col nuovo Pan D’O ai tre cioccolati
La lampada Bontà con appoggiate le cialde di mais Morado
Davide Oldani insegna una sua "filosofia" contemporanea, che si snoda a partire dalla tavola, ma che abbraccia tutta la vita. Armonia, dunque: tutto si compie per far star bene le persone, accarezzate dalla luce, dall’inizio alla fine. E quindi uscimmo a riveder le stelle, ma solamente per capire se esse brillano di più di quelle del D’O.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
piacentino, classe 1988, ingegnere&ferroviere. Mosso da una curiosità gastronomica continua, ama definirsi “cultore delle cose buone”, essendo cresciuto in una famiglia dove si faceva tutto “in casa”. Crede fermamente nella (buona) tavola come creatrice di legami, generatrice di ottimi ricordi e di emozioni vive. Instagram lucafarina88
Sul palco dell'Auditorium, a sinistra il giornalista Luca Ferrua che ha introdotto lo chef Davide Oldani (a destra) del ristorante D'O, due stelle Michelin e una stella verde a San Pietro all'Olmo - Cornaredo, Milano. Tutte le foto sono a cura di Brambilla-Serrani
Davide Oldani, classe 1969, milanese di Cornaredo, dove ha aperto il ristorante D'O esattamente 20 anni fa, posa davanti alle copie del suo ultimo libro