13-12-2021
La squadra dello Shalai a Linguaglossa, sull'Etna. Il trio in primo piano è formato da Dario De Salvo, dallo chef Giovanni Santoro e da Leonardo Pennisi. Dietro di loro, da sinistra, Luciano Pennisi, Valentina Mancuso, Alessio Russo, Andrea Pantano, Aurora Seminara, Katia Pollicina, Francesca Malaponti. Foto Tanio Liotta
Si va a Linguaglossa, sull'Etna, per molti motivi enogastronomicamente assai validi, due però sopra gli altri e che in qualche modo divengono sintesi completa di tutto il buono che c'è da queste parti: Shalai e Dai Pennisi. In entrambi i casi si tratta di creature della famiglia Pennisi, il patriarca Rosario "Saro" - gran macellaio e bella persona - a vigilare sul lavoro e sulle idee sfornate dai cugini Leonardo e Luciano, il primo classe 1973 che si occupa della parte food, il secondo classe 1980 con ruoli manageriali e di rappresentanza (è pure vicepresidente de Le Soste di Ulisse), con Maria Concetta a proseguire invece soprattutto l'attività di macelleria.
Shalai e Dai Pennisi - macelleria con cucina sono a 150 metri l'uno dall'altro nel paesino a quasi 600 metri d'altitudine, provincia di Catania, versante nordorientale dell'Etna. Iniziamo con Dai Pennisi, l'indirizzo "easy" e di prodotto, non per mancanza di stima - anzi - nei confronti di Giovanni Santoro, lo chef dello Shalai; ma perché rispetto a un pur ottimo fine dining del ristorante stellato, un milanese quale io sono non può che rimanere affascinato da quella cornucopia di leccornie che è l'indirizzo di via Umberto I 11, vera meta golosa - che coinvolge anche Rosario jr - a sé stante, e che vale il viaggio. C'è il bancone con squisitezze a vista, da portarsi via o da far grigliare sul momento, mamma mia quanta bontà! Uno scrigno di desideri colmo di stimoli, «il nostro obiettivo di fondo - ci spiegano - è quello di portare le costate e le t-bone autoctone, etnee o modicane, attraverso studiate marinature, frollature e fermentazioni, ai livelli dei grandi tagli di carne come quelli emiliani, toscani, irlandesi o argentini» che pure sono disponibili all’interno del locale.
Scatti del Dai Pennisi, le foto sono di Paola Licciardello
La famiglia Pennisi attorno alla selezione di formaggi
Tartare di manzo e porcini dell'Etna
Ahimé, non ho assaggiato tutto, ma solo la porchetta sulla sinistra
La Grigliata mista del macellaio del Dai Pennisi: comprende polpettine della nonna in foglia di limone, salsiccia al ceppo condita con provola stagionata e pomodoro, cipollotto, spiedino di pollo, puntina di maiale e involtino messinese
Lo Shalai e i suoi soffitti affrescati
Ripetiamo una nostra annotazione di qualche tempo fa: lo chef ha numeri, tecnica, mano e abilità anche per osare anche di più, per tentare strade non necessariamente nell'ambito della propria comfort zone. Il nostro è un attestato di stima: allo Shalai si mangia bene, la clientela è contenta, l'indirizzo consolidato, quindi non ci sarebbe ragione per cambiare. Però, ecco: un'ulteriore crescita è pure possibile, a nostro giudizio. C'è potenziale.
E ora la cena che abbiamo gustato, le foto sono di Tanio Liotta.
Cozze, crema di piselli, maionese alla bottarga di tonno
Rosso d'estate: crudo di gambero rosso di Mazara, stracciatella di burrata, caviale, pepe nero e succo di pomodoro datterino
A punta di coltello: vitellina a punta di coltello con fonduta ai formaggi siciliani (maiorchino semistagionato e pecorino) e bacche di ginepro dell'Etna agli aghi di pino
Tramonto al mare: seppia piastrata, crema di ricotta fresca al verdello, salsa al nero e insalatina di asparagi
Riso di montagna: riso Carnaroli mantecato al caprino girgentano, crema di pere al Marsala, polvere di erbe spontanee e zest di limone candito. Discutibile la cottura, per noi un po' troppo avanti
Matrioska: linguine ai cipollotti bianchi, battuto di crostacei al verdello, ricci di mare e mollica tostata alla bottarga di tonno
Giocosità dei gusti: baccalà fritto, maionese al limone verdello e zenzero, verdure di campagna (spinacino) saltate all'aglio, olio e peperoncino
Il gioco nel piatto: occhiale di manzo scottato, porcino, pak choi, patata, pomodoro, salsa alla senape e miele d'arancio
Spaghetto al pomodoro: tre tipi diversi di pomodoro, ossia datterino, ciliegino e cuore di bue
Lumìa: assoluto di limone in tutte le sue consistenze (biscotto, buccia, cremoso, meringa, candito...), più olio evo, limone fresco e coriandolo. Un po' troppo zucchero
Tre zero quattro, "per gli amanti del cioccolato e gli estimatori". Ossia biscotto al 304 Noalya, namelaka, coulis di mango, mango candito
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Salvatore Bianco e Alfredo Manzoni, chef e maître del nuovo ristorante Il Comandante del Romeo Hotel di Napoli
Essenza di mare, ovvero Linguina mantecata al ristretto di vongole veraci, acqua verde di mare, salsa corallo e crudo di gambero rosso è il Piatto del 2023 di Giovanni Santoro, chef dello Shalai (ristorante e boutique hotel) a Linguaglossa, in provincia di Catania. Foto Paola Licciardello
Crudo di gambero rosso con stracciatella di burrata al pepe nero e centrifuga di pomodoro datterino al basilico: il piatto dell'estate di Giovanni Santoro
Gita fuoriporta o viaggio all’estero? La meta è comunque golosa. Lo è perlomeno per il nostro Carlo Passera, alias Carlo Mangio. Un cibo succulento le sue parole, che stimolano curiosità e salivazione, pensieri limpidi, tanta sostanza per una delle penne più interessanti del panorama gastronomico nazionale