Intanto, un cenno neanche troppo breve merita la struttura: l’Amonti Chalets è un gioiellino d’ospitalità nuovo di zecca, aperto lo scorso maggio, e traduce alla perfezione una tendenza importante dell’hôtellerie di alto livello, ossia quella di garantire ai propri ospiti la maggiore indipendenza e privacy possibili, “non passare più dalla hall per andare in stanza” per dirla così, quindi valicare l’uscio in totale autonomia, sentire gli spazi come fossero privati e goderseli in piena intimità, rimanendo peraltro connessi col circostante, anzi quasi immersi nel “di fuori” - le montagne antistanti che s’arrampicano fino ai picchi del Sambock, la vallata, i boschi… - attraverso le grandi vetrate (se si vuole. Altrimenti basta tirare le tende), oppure open air grazie alle ampie terrazze.
Patron Herbert Steger – la sua famiglia vive il settore alberghiero da mezzo secolo - ha ottenuto tutto questo attraverso 23 eleganti chalets di legno, con dettagli di design e domotica, dotati di ogni comfort contemporaneo, armoniosamente innestati nel territorio e che insieme formano tante soluzioni di soggiorno diverse. C’è tanto spazio, si è liberi, avendo però a pochi passi quelle strutture di servizio tipiche degli hotel, a iniziare dalla magnifica spa house su tre livelli. E proseguendo con la club house e il ristorante, certo.

Lo chalet che ospita anche il ristorante Johanns
Qui allora c’addentriamo nel pane nostro. Anche in questo caso la scelta è stata azzeccata, perché la cucina del ristorante
Johanns – aperta, apertissima agli ospiti esterni - è stata affidata a una chef che seguiamo da anni, che è cresciuta molto, del cui talento siamo certi e che attendeva solo l’occasione giusta, com’è questa, per sfoderarlo ancor meglio rispetto al passato:
Tina Marcelli. Lei è nata e cresciuta proprio in queste zone, siamo nella Valle di Selva dei Molini, tributaria della ben più nota Valle Aurina, dunque nel cuore più settentrionale del Sud Tirolo, siamo a pochi km da Molini di Tures (immaginatevi uno stretto lembo alpino con andamento Est-Ovest, schiacciato a sua volta sullo spartiacque tra Italia e Austria, a Nord di Brunico). La
Marcelli è figlia di questi luoghi, il suo stile ai fornelli li riflette: lei respira a pieni polmoni l’ossigeno di casa, è serena come mai l’avevamo vista prima e tale disposizione d’animo è condivisa con tutto lo staff di cucina di casa, abbiamo notato volti sorridenti e una spontaneità autentica (citiamo la sous
Kim Marcelli, la pastry
Sandra Kofler, il sommelier
Hannes Daverda, la responsabile di sala
Sara Tavaszi). Tutto, tutto, tutto si riflette sui piatti.
Tina propone una cucina di fine dining strettamente legata al territorio, personale, brillante. Conosce per nome, magari da anni, i microproduttori, i facitori di cose buone, i cacciatori, gli allevatori, i contadini. Va a esaltare quanto le forniscono, in totale simbiosi con loro. Ti conduce dal malgaro per assaggiare uno straordinario graukäse (il formaggio grigio, che buono quello del maso Moarhof), poi giù a Campo Tures alla scoperta di TauFrisch, un progetto orticolo collettivo grazie al quale circa 300 tipologie di ortaggi vengono coltivati solo con metodi naturali a beneficio di alcuni ristoranti della zona, Johanns tra questi ovviamente, che così copre gran parte del proprio fabbisogno con verdure freschissime e buonissime… Tra le sue recenti scoperte: i primissimi rum e whisky prodotti in Sud Tirolo, che la Marcelli utilizza in alcune preparazioni, e una rete di quattro macellai di fiducia che la riforniscono in base alla disponibilità stagionale. I formaggi provengono quasi esclusivamente dalla Valle Aurina.

Roland e Claudia Eder del maso Moarhof

Il graukäse del maso Moarhof
Dunque un inno al terroir? Certo, ma un’altra cosa ci piace molto della chef, ovvero la sua straordinaria curiosità; lei è nata qui, si diceva, da mamma
Christina Weger che è del posto, ma papà
Marcello (sì,
Marcello Marcelli!) è uno chef umbro poi a lungo adottato da Roma.
Tina traspone questo dato biografico, questo imprinting contaminato, mostrandosi affascinata dagli altri mondi gastronomici che non siano solo quelli locali. Così la sua è una grande tavola certo schiettamente vallaurinese, però nel medesimo tempo aperta al mondo, soprattutto alle influenze italiane tout court. Quella del
Johanns è una tavola intelligente.

La sala del ristorante Johanns
In questo la chef sta consolidando uno stile tutto suo: gli assaggi sono perlopiù compiuti, le armonie di gusto trovano la corretta quadratura. Ne emerge come giudizio complessivo una cucina cucinata, tecnica, ambiziosa, che parte sempre dalla percezione dell’essenza del prodotto, iscritto nel dna della
Marcelli. È divertente addentrarsi nei locali di stoccaggio afferenti ai fornelli, dove riposano formaggi pazzeschi, profumatissimi (sì, ci piace molto il profumo del formaggio), salumi preziosi forniti da norcini appassionati o anche autoprodotti; e poi scaffali e scaffali zeppi di vasi nei quali riposano le più diverse verdure messe a fermentare, e poi salse, conserve, vari tipi di miso, davvero ogni bendidio possa esprimere una cultura gastronomica forte delle proprie radici ma poi ben disposta a trovare stimoli eterodossi.
Dopo aver assaggiati ottimi appetizer e del clamoroso burro fermentato coi crauti spalmato sul pane (la panificazione da queste parti è una cosa seria), un signature della
Marcelli, sempre delizioso, è la
Tartare di manzo, cavolfiore fermentato e abete, che è andata a migliorare anno dopo anno e cui suggeriamo un ultimo aggiustamento, ossia un piatto di servizio caldo, così da far sprigionare ancor meglio gli aromi.
Porcino, prugna, maionese di ginepro è lungo, profondo, rimanda al sottobosco, poi anche al bosco e alla griglia; il suo brodo successivo è perfetto, un po’ meno i tortellini nel quale sono tuffati, perché mancano di intensità. Nel
Riso Vialone Nano di Caldaro, erbe selvatiche e formaggio di pecora ci manca un po’ il morso del Carnaroli, ma il bouquet aromatico delle erbe avvolge in una meraviglia ben completata dal piccante/selvatico del cacio ovino in crosta di pepe.
Salmerino della Val Passiria, barbabietola fermentata, gin alla barbabietola, salsa di cavolfiore e olio alle erbe è piatto completo, di suadenza un po’ borghese, mentre il successivo
Capriolo, pastinaca selvatica, bacche di sorbo degli uccellatori fermentate e cerfoglio è semplicemente perfetto e anche ben accompagnato.
Ma ora tutti i nostri assaggi, nelle foto di Tanio Liotta.

Si parte con gli appetizer, qui Pralina di pesce affumicato e bottarga di uovo

Rapa fermentata sei mesi con sale al pino mugo e grano saraceno

Gazpacho di cetriolo in tartelletta. Tra gli appetizer, anche Muesli di carota e semi di girasole; Mini Caesar salad con marmellata di limone fermentato e crema di formaggio; Sandwich di cipolla bruciata col fieno; Krapfen allo speck

Tartare di manzo, cavolfiore fermentato, abete. La carne arriva da un maso a Selva dei Molini (Mühlwald in tedesco), nella stessa Valle Aurina. La salsa è composta di vino bianco, panna, olio di pino mugo e abete

Porcino, prugna, maionese di ginepro: porcino fresco con marmellata di prugna fermentata al bbq, olio alle erbe, fondo bruno di funghi, maionese al ginepro

Tortellini di carne classici (ma con un aggiunta di speck) in brodo di funghi porcini

Trittico dedicato ai pomodori coltivati nell’orto TauFrisch (significa “fresco di rugiada”) a Campo Tures, un progetto orticolo collettivo dove di Johanns è tributario un vasto appezzamento. Qui Pomodoro dell'orto, basilico, finocchio

Finto pomodoro con mozzarella di bufala prodotta dal maso Untermiglerhof a Soprabolzano, sull’Altopiano del Renon. La “terra” è di birra

Tacos di polvere di pomodoro secco con trota salmonata della Val Passiria

Riso Vialone Nano di Caldaro, erbe selvatiche, formaggio di pecora. Le erbe selvatiche sono 32, il formaggio è svizzero, in crosta di pepe di montagna

Salmerino della Val Passiria, barbabietola fermentata, gin alla barbabietola, salsa di cavolfiore e olio alle erbe

In accompagnamento, una chips di barbabietola

Capriolo, pastinaca selvatica, bacche di sorbo degli uccellatori fermentate, cerfoglio

Spätzle con ragù di capriolo

Grandissimi formaggi sudtirolesi: camambert di capra (prodotto da una contadina sopra Lutago che possiede 12 capre), formaggio di capra e pecora nel carbone attivo (della stessa contadina), formaggio di pecora stagionato in un bunker, formaggio vaccino stagionato sei mesi in una malga del Lago di Neves, blu al vino dolce di Degust

Dopo il fresco predessert (Carote, aneto: sorbetto alla carota, crema di carota, granita di aneto) si chiude con Cioccolata "Zigarre Johanns", caramello d'orzo: il sigaro è un omaggio al nonno della chef, viene riempito con mousse di caramello, poi gelato di birra e sciroppo di uvetta
Johanns dell'Amonti Chalets
Via Selva di Molini 9 - Molini di Tures (Bolzano)
tel. +39 0474 646000
amontichalets.com
Aperto solo a cena da giovedì a domenica, il lunedì solo a pranzo
Disponibili un menu di mercato a 85 euro e due menu più gourmet a 110 o 140 euro