15-09-2025

La crescita di Maratea passa attraverso il fascino (e il rilancio) del Santavenere

Lo storico indirizzo d'alta hôtellerie, ora sotto la nuova gestione targata Egnazia, è la chiave di volta per ridare slancio all'immagine della Perla del Tirreno. In cucina Antonio Bufi disegna crossover tra le tradizioni marine e montane del territorio

Maratea, in provincia di Potenza, Basilicata. È t

Maratea, in provincia di Potenza, Basilicata. È tra i Borghi più belli d'Italia

Maratea è un luogo le cui potenzialità sono ancora molto da sviluppare? C’è un prezioso documento che risale addirittura al 1847, è un regolamento di polizia del Comune dove si stabilisce, “tanto per i forestieri, che per i cittadini”, che per “prendere i bagni in tempo estivo sì al Porto, che a Fiumicello” occorra “munirsi di un calzonetto di tela” da indossare anche in acqua, pena “la detenzione fino a due giorni”. Testimonianza di come, già all’epoca, in estate il mare marateota fosse frequentato da bagnanti. Quasi 180 anni dopo l’abitudine non è certo venuta meno, però la Perla del Tirreno palesa un limite: delle circa 240mila presenze totali (dati 2024, quelli di quest’anno sono ancora provvisori, ma appaiono allineati), il 62% - quasi due terzi - si concentra nei due mesi centrali dell’estate, aggiungendo anche giugno e settembre rimane fuori solo un’inezia, quasi nulla, poco più di 20mila presenze da ottobre a maggio.

Per destagionalizzare - ormai è diventato un mantra - e per stimolare un turismo dunque più strutturato (la costa di Maratea, col suo Golfo di Policastro, ha poco da invidiare come splendore naturalistico alla Penisola Sorrentina), non sono sufficienti le piccole strutture famigliari, o gli antichi affittacamere (ve n’erano già una cinquantina, nel 1927, tra le case del Porto e quelle di Fiumicello). Occorre restituire a Maretea un’allure un po’ appannata, farla tornare “di tendenza”, come quando Pier Paolo Pasolini la descriveva così: “Maratea, nome magico, che mette sospetto, in ansia come tutte le cose di moda, a cui non si vuole arrivare secondi”. Occorre ripartire innanzitutto dal gioiello locale, punto di forza per tanto tempo, poi a sua volta perso un po’ nell’oblio e che ora viene restituito alla propria funzione di traino. Si chiama Santavenere.

La hall del Santavenere

La hall del Santavenere

Vista dal Santavenere

Vista dal Santavenere

Il Santavenere è stato per lungo tempo l’unico hotel a cinque stelle a Sud di Napoli; venne costruito a partire dal 1953 per volere di imprenditori biellesi della famiglia Rivetti, giunti qui per intercettare i finanziamenti della Cassa per il Mezzogiorno. Il conte Stefano Rivetti intuì le potenzialità della zona, decise quindi di investirvi. Oggi quella che fu concepita come fosse un'aristocratica residenza privata può diventare il fulcro di un nuovo rilancio, qualche settimana fa ne parlavamo nella hall con una nostra vecchia conoscenza, Nicola Loiodice, già giovanissimo (è un classe 1993) uomo di sala premiato da Identità Golose come “Miglior maître” nel 2020 quando lavorava al Borgo Egnazia in Puglia, qui approdato come hotel manager. Il Santavenere dal 2020 è infatti gestito dal gruppo Egnazia Ospitalità Italiana, una garanzia.

Il Santavenere nel 1958

Il Santavenere nel 1958

È un’opportunità enorme che Maratea non si deve lasciar scappare. La struttura, immersa nel verde e affacciata sul mare, è elegante e dal fascino discreto, dispone di 26 camere (diventano 34 con il completamento delle nuove junior suites), di ampi giardini e di una spiaggia privata che si affaccia sulle acque cristalline del Tirreno. Come per gli altri hotel del gruppo, il coordinamento della cucina è stato affidato ad Andrea Ribaldone, che per l’occasione ha individuato in Antonio Bufi lo chef che poteva meglio di altri esprimere - lui che pure è pugliese di Bisceglie - un’identità gastronomica territoriale lucana da incrociare necessariamente alle aspettative di una clientela che ricerca anche in cucina gli standard e i riti gastronomici tipici di una struttura di questo livello.

Antonio Bufi

Antonio Bufi

Bufi è pieno di spunti che andrà a mettere poco a poco in ordine. Gioca col giusto mix tra una sua spontanea creatività che gli deriva delle esperienze del passato (si porta dietro alcune sue preparazioni iconiche, col rischio che appaiano a volte fuori contesto) e l’immersione in un territorio che ha tantissimo di offrire, tra eccellenze agroalimentari e il mare pescoso lì davanti, «qui passa di tutto: tonni alletterati, ricciole…».

Il mare davanti al Santavenere

Il mare davanti al Santavenere

Dentice alla mediterranea

Dentice alla mediterranea

Non ha bisogno di strafare: a Gli Ulivi, il ristorante panoramico all-day-dining circondato da ulivi, alberi di limone e dagli inconfondibili profumi della macchia mediterranea, ci serve a pranzo un semplicissimo e delizioso Dentice alla mediterranea, cotto in umido con pomodorini, patate e ulivi: è il lusso della semplicità, la forza del gusto quando il pescato è eccellente e si sa come esaltarlo in cucina.

Vista pomeridiana da Le Lanterne

Vista pomeridiana da Le Lanterne

La sera, accomodati all’altra insegna, più formale, Le Lanterne, avvia un bel percorso di interpretazione dei territori (quelli marini e montani tra Campania, Basilicata, Puglia e Calabria), con qualche dejà vu di passate avanguardie (Risotto con barbabietola al cartoccio, cozze, blu di bufala e caffè, la versione attuale è con zucchine, tenerumi, ostriche, blu di bufala e caffè), la solita nitidezza sul pescato (Ombrina alla mugnaia con verdure di stagione spadellate, polvere di foglie di lattuga e capperi fritti), ancor di più un lavoro di ricerca e sintesi sulle opportunità gastronomiche della tradizione locale che potrà regalare ottimi frutti, man mano che si consoliderà (la tipica cialda, ossia la casalinga insalata di patate, cetrioli e cipolle «che si fa in tutti i paesi costieri del Meridione, qualcuno aggiunge pomodorini, qualcuno ricotta salata, qualcuno tonno o polpo…», diventa Cialda di polpo arrostito, crema di patate dolci, cetriolo alla griglia, gelatina di pane raffermo, pomodoro e spuma di polpo, «insomma proviamo a renderla moderna»).

Cialda di polpo arrostito, crema di patate dolci, cetriolo alla griglia, gelatina di pane raffermo, pomodoro e spuma di polpo

Cialda di polpo arrostito, crema di patate dolci, cetriolo alla griglia, gelatina di pane raffermo, pomodoro e spuma di polpo

Tortelli ripieni di maccalà mantecato, spuma di patate affumicate all'olio di oliva, ristretto di crostacei

Tortelli ripieni di maccalà mantecato, spuma di patate affumicate all'olio di oliva, ristretto di crostacei

Gelato allo yogurt di bufala, carote candite, crumble di mandorle, frangipane e composta di arancia

Gelato allo yogurt di bufala, carote candite, crumble di mandorle, frangipane e composta di arancia

Si chiude con un buon Gelato allo yogurt di bufala, carote candite, crumble di mandorle, frangipane e composta di arancia.


Carlo Mangio

Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo?
La meta è comunque golosa, per Carlo Passera

Carlo Passera

di

Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

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